il sepolcro indiano (1959)

Sèguito de La Tigre di Eschanapur, il film inizia riepilogando gli eventi della pellicola precedente, e riparte quindi dalla tribolata fuga di Seetha con il bell'imbusto architetto Berger. Svanito quasi totalmente l'effetto della storia d'amore tra i protagonisti e sacrificata la bellezza dei paesaggi a favore di un'ambientazione più statica, a Lang non riesce nemmeno il tentativo di mitizzare il Maraja Chandra, di cui cerca invano di far risaltare le due antitetiche anime della sua personalità, quella nobile con quella crudele. La gestione degli spazi e del tempo è comunque ancora ammirevole, a conferma che il livello della sua abilità registica è arrivato al suo apice.
In una scena di grande impatto la Paget ci regala un saggio di patinato erotismo quando danza in abiti discinti davanti ad un minaccioso cobra.