i molti santi del new jersey (2021)

Film-prequel della serie di culto "I Soprano",dalla quale recupera qualche episodio(la scoperta del piccolo Tony che il padre usa le gite al luna park come copertura per gli affari o l'aneddoto dello sparo nella chioma di Livia).La storia è concentrata su Dickie Multisanti,padre di Christopher,la cui voce narrante(in originale dell'interprete di Christopher Michael Imperioli)scandisce l'inizio con citazione da "Viale del tramonto" e il finale.Mentre Tony e la sua famiglia rimangono sullo sfondo ma ne viene delineata la personalità emergente e l'ingresso nelle attività criminali.Un'operazione riuscita in parte:se da un lato il confronto con la serie è impari anche solo per questioni di durata "filmica"che impediscono tutta la serie di approfondimenti necessari(e un utilizzo poco incisivo del figlio di James Gandolfini,Michael,nel ruolo del giovane Tony)il ritratto della periferia criminale italoamericana di fine anni'60 inizio '70 con l'incrementarsi dei tumulti razziali e l'insorgere dei gangster afroamericani è ben delineato,con echi dello Scorsese di "The Irishman"(e anche qui siete avvertiti violenza contenuta).Come nella serie il protagonista cerca di destreggiarsi tra l'ambiente mafioso e le pressioni della vita comune,aspirando alle "buone azioni" ma destinato all'ovvia disfatta,tanto sua quanto di chi gli sta attorno(compreso il giovane Tony irrimediabilmente segnato nel destino per averlo frequentato).E marchiato dalla stessa natura del genitore(in questo caso il padre).Per il resto ci troviamo di fronte a un buon gangster movie con tutte le situazioni tipiche del genere,ben interpretato(Liotta,in doppio ruolo e in una delle sue ultime apparizioni,a suo tempo aveva ricevuto l'offerta per il ruolo di Tony Soprano)ben confezionato e con una buona colonna sonora,dove spicca ovviamente "Woke Up This Morning" degli "Alabama 3",brano d'apertura di ogni episodio della serie che qui sentiamo sui titoli di coda.Anche se non è strettamente necessario per un migliore apprezzamento è meglio conoscere molto bene la serie,e guardarlo in originale.

Questa è stata una cocente delusione nella stagione passata.
Capisco le difficoltà nel cercare di mettere mano su una materia così perfetta che ha segnato un'epoca nel mondo della televisione e non solo, ma se non hai veramente qualcosa da aggiungere allora lascia perdere.

Il 6 è per il figlio di Gandolfini. Intorno al quale si poteva cucire qualcosa di memorabile. Occasione persa.

Buon prequel, della fantastica serie tv dei I Soprano.

Non ho mai visto una puntata de "I Soprano" quindi non conoscevo i protagonisti della famosa serie. Il prequel è ben diretto, dialoghi funzionali e studio dei personaggi esaudiente. La vicenda si svolge durante le rivolte di Newark del 1967 con l'insorgere dei contrasti sempre più marcati tra la comunità afroamericana e quella italoamericana. Dickie Moltisanti un buon Nivola ad interpretarlo, conduce gli affari di famiglia illegali cercando di superare le avversità in questo periodo di cambiamento e tumulto. Il giovane nipote Tony che idolatra lo zio, muterà la sua natura cambiando radicalmente il suo futuro. Ray Liotta nel duplice ruolo del padre del protagonista e del suo gemello in una delle sue ultime apparizioni.

Buon prequel della serie " I Soprano".

Prequel legato ad una delle mie serie tv preferite. Di sicuro mantiene il mood della serie. I personaggi sono ben messi a fuoco, bello vedere Ray Liotta. Ritmo scorrevole. Film non necessario, ma godibile per gli amanti del genere.

Ho visto questo per 2 motivi, sono un amante del genere e poi perchè ho amato la serie the soprano. Nel complesso un buon film con una buona trama. Mi è fatto piacere vedere il figlio di Gandolfini interpretare il padre da piccolo.

Bello
L'idea funziona.
Il sound dei vari periodi è ben proposto (anni 60, 70)

Vediamo Tony ragazzo educato e tranquillo, un tipico ragazzo, prendere di riflesso la via del crimine.

Bella anche la storia sordida tra Junior Corrado e Dickie

E il colpo scena finale

Non ho mai visto una puntata de "I Soprano", lo so è una grave mancanza a cui ho intenzione di provvedere anche se le tante stagioni realizzate un pò mi bloccano nell'intraprendere questo viaggio.
Di certo il fatto di non aver visto la serie tv mi ha privato di tante emozioni e probabilmente lo avrei apprezzato di più viste le molteplici citazioni.
Però prendendolo come un normale film sulla mafia devo dire che è buono anche se non buonissimo, lontano anni luce dai capolavori a cui si ispira (tipo "Quei bravi ragazzi").
Non c'è nessun aspetto, ne tecnico o registico ne recitativo, che mi sento di elogiare ed al contempo nessun aspetto che mi sento di bocciare.
L'ho guardato, mi è piaciuto e lo dimentico...

Il prequel de "I Soprano" guarda giustamente a Scorsese e a "Quei Bravi Ragazzi" perchè non ci sono i tempi di una serie TV ed in 2 ore bisogna dire tutto. Gran ritmo, dialoghi brillanti, buone interazioni fra i personaggi, esplosioni di violenza, Alan Taylor fa un discreto lavoro ma non è Scorsese. A mio avviso il problema più grande è non aver fatto una serie (o mini serie) in cui si potevano approfondire tante cose. La pellicola è comunque molto godibile soprattutto per i fan de "I Soprano".

Prodotto di assoluto rispetto, ben costruito davvero con interpreti e regia all'altezza.

E' un buon prequel, certamente legato alla serie televisiva dal quale riprende quell'equilibrio riuscito tra esplosioni brutali di violenza, la sottile ironia e lo studio dei personaggi. Questo film è l'humus da cui Tony Soprano si è formato, sotto la guida dello zio Dickie, mentore ed in un certo senso affine al personaggio del futuro Tony. Il difficle compitodi conciliare le esigenze familiari con le sua attività di criminale. Non c'è la psicologa come la serie, ma tale compito è rivestito dal personaggio di suo zio in carcere interpretato da Ray Liotta che diventa lo specchio dei suoi dubbi e delle sue ossessioni. Ovviamente la presenza di Liotta stesso non fa che rimandare a Scorsese, anche se con un ritmo meno sostenuto e più rivolto alla psicologia dei personaggi. Questo comunque senza andare a discapito del ritmo ed aggiungendo uno sguardo sul contesto fatto di rivolte sociali e segregazione razzista.