Una giovane coppia fa la terrificante scoperta che il corpo del loro figlioletto in coma è diventato una calamita per le entità maligne, mentre la sua coscienza è intrappolata in un regno oscuro conosciuto col nome di The Further.
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C'è da dire una cosa fondamentale: il film parte benissimo. Wan, che tecnicamente conosce il suo mestiere, costruisce inquadratura dopo inquadratura un'atmosfera di insicurezza e precarietà, senza mai mostrare la vera fonte del problema. Gli avvenimenti inspiegabili ma non definiti e quindi ancora più spaventosi, producono un coinvolgimento psicologico dello spettatore che penetra quasi nella mente dei personaggi, comprendendone risvolti e sfumature. Lentamente vengono mostrati i pezzi di un puzzle che nella sua indeterminatezza affascina e stuzzica lo spettatore. Ovviamente tutto è orchestrato nei minimi dettagli e il piano di Wan per creare tensione e aspettative funziona alla grande, con qualche punta di terrore: strane voci, strane figure, oggetti spostati e oscure presenza. Il solito, insomma, ma presentato e rappresentato con classe.
La prima ora funziona così e funziona bene. I protagonisti del film affrontano i tormenti che affliggono la loro famiglia e, completamente impotenti, si rivolgono ad una sensitiva, anticipata dai suoi aiutanti. Da qui in poi il film precipita in un vortice dal quale non potrà riemergere: in una sorta di citazionismo anni ottanta che ricorda molto il Poltergeist di Tobe Hopper. I personaggi, fino a quel momento dotati di uno spessore interessante, diventano macchiette, mentre i nuovi cedono al grottesco. Forse inizialmente l'idea era quella di giocare con i topoi del genere alla ricerca di una strada da battere che fosse originale. Il risultato però è scadente e la strada imboccata diventa un vicolo cieco. La paura cede al ridicolo e lo stile diventa confusionario. Tutto questo nonostante alcuni momenti offerti su un piatto d'argento al grande pubblico, che rischia l'urlo e la lacrima. Ma non basta, soprattutto se a guardare il film è uno spettatore che nel genere ci sguazza. A dire il vero sentore di prodotto non riuscito c'era solo a vedere il team produttivo: tra questi spunta Orian Peli, famoso per il suo Paranormal Activity dal forte impatto pubblicitario. E a pensarci bene a produrre Poltergeist ci pensò Spielberg, causando non pochi problemi a Hopper. A produrre questo Insidious ci ha pensato Peli. Viene da chiedersi di chi sia la vera colpa di un risultato come questo.