intervista col vampiro regia di Neil Jordan USA 1994
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intervista col vampiro (1994)

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locandina del film INTERVISTA COL VAMPIRO

Titolo Originale: INTERVIEW WITH THE VAMPIRE

RegiaNeil Jordan

InterpretiTom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Kirsten Dunst, Christian Slater, Thandie Newton

Durata: h 1.58
NazionalitàUSA 1994
Generedrammatico
Tratto dal libro "Intervista col vampiro" di Anne Rice
Al cinema nell'Agosto 1994

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Trama del film Intervista col vampiro

Il giornalista Mallory riesce finalmente ad ottenere un'intervista con Louis De Point Du Lac, diventato vampiro nel 1791 per opera di Lestat.

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Voti e commenti su Intervista col vampiro, 196 opinioni inserite

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hghgg  @  12/11/2014 22:31:50
   6½ / 10
Gli utenti di questo sito con cui ho più spesso il piacere di discutere di cinema e che conosco abbastanza i miei gusti in questo campo ormai sanno della non eccezionale stima che nutro nei confronti di questo film, sia per la realizzazione stessa dell'opera, sia per alcune caratteristiche che trovo siano state deleterie per l'iconografia del vampiro e abbiano poi dato vita ad ulteriori e ben peggiori aberrazioni nel genere, sia nel cinema che, prima ancora, in televisione.

Ma tant'è il film di Jordan non è ne carne ne pesce, con dentro abbastanza cose buone da non poter essere considerato un prodotto mediocre ma anche con troppi difetti per essere un bel film; tratto dal romanzo di Ann Rice che cura anche la sceneggiatura, restituendo così atmosfere e significati della sua opera oltre alla fedeltà narrativa. Con la Rice alla sceneggiatura libro e film possono quasi (sottolineo, quasi) considerarsi come un blocco unico, il problema è che il romanzo della Rice è mediocre e ogni volta che da un mediocre romanzo di vampiri viene tratto un film non ne esce fuori nulla di particolarmente buono; quando l'opera letteraria è di valore escono fuori film come "Lasciami entrare" tralasciando le varie (per numero e per scelte stilistiche) trasposizioni del romanzo di Stoker o dei racconti di Le Fanu.

Anzi anzi che Jordan (un buon mestierante, ci sa fare) ha fatto il mezzo miracolo evitando la mediocrità. Impossibile però evitare il fastidio che mi da a pelle l'operazione di marketing spudorata e assai dannosa per il film compiuta dal casting: unire tre attori bellocci, con grande successo di pubblico e fama da "sex-symbol" (Tom Cruise, il mugnaio del Mulino Bianco) oppure in rampa di lancio e sempre belloccio (Brad Pitt) e creare attorno a loro questa leggenda del "grande cast con nomi superlativi" (ma dove ?) e queste figure di tre vampiri affascinanti per il loro aspetto estetico, belli a vedersi (bellocci, appunto), lagnosi come mai, non tanto vagamente effeminati e tremendamente, insopportabilmente melensi.

A cosa abbiano portato poi le figure dei vampiri interpretati (male) da quei tre (Louis, Lestat, Armando il mugnaio) lo sappiamo tutti o almeno lo so fin troppo bene io. Loro sono stati il seme del cancro che ha colpito il genere vampiresco due volte, la prima a partire dal '97 fino a metà anni '00 circa, la seconda al cinema dal 2008 (che tuttavia resta anche l'anno di "Lasciami entrare" va sempre ribadito, film meraviglioso).

E la cosa divertente sapete qual'è ? Che questi attoroni che compongono il grande cast in realtà sono tre cani, tre mediocri. Anzi, ad onor del vero Cruise e il mugnaio del Mulino Bianco lo sono, Pitt no, Pitt è un bravo attore ma è bravo soltanto quando inserito in un contesto concreto e di assoluto valore (in quel mezzo capolavoro de "L'Esercito delle 12 Scimmie" di Gilliam lui recita benissimo, ed è appena un anno successivo a questo film) altrimenti si sgonfia fino a sembrare un mediocre; qui è quasi spaesato, fuori parte a volte irritante non aiutato dai dialoghi tremendi sparsi per tutto il film dalla scrittura omicida della Rice. Il mugnaio invece non si può davvero vedere, semplicemente ridicolo, tra l'altro arriva nella seconda parte del film quella, anche grazie a lui, decisamente più noiosa e pesante. La tanto osannata prova dell'uomo con la scopa nel ciulo, dicasi Tommaso Crociera nei panni dell'elegante, raffinato, irritante e deleterio Lestat è in realtà una delle tante, tantissime, decisamente troppe prove inguardabili di questa pallida imitazione di un attore, di cui salvo le interpretazioni in "Eyes Wide Shut" solo perché Kubrick voleva che il suo personaggio sembrasse effettivamente avere una scopa nel ciulo e quindi Crociera era perfetto e in "Collateral" perché non so come ma quella l'ha davvero azzeccata.

Ci sono andato pesante perché trovo che questi tre attori e i loro personaggi e relative caratterizzazioni siano le cose peggiori e più irritanti del film, loro e i dialoghi che soprattutto nella seconda parte diventano di un'insensatezza, di una banalità, di una pesantezza e di una supponenza che meriterebbe solo la crocefissione in sala mensa. Della serie "no sul serio, ma che diavolo credono di star dicendo, roba profonda ? Ma aiutateli". Fortuna che Michael Mann è più furbo e ha capito che se devi fare un'operazione di marketing col casting almeno falla con due dei più grandi attori di tutti i tempi in tutta la storia del cinema e non con un manichino, uno che a diventare un manichino ci mette un secondo e un altro che è finito a spalmare marmellata sulle fette biscottate e a parlare con una gallina trovando così finalmente la dimensione artistica a lui più consona. Il grande cast della mia intervista.

Peccato che da questo punto di vista questo film sia stato peggio di un'orda di locuste affamate perché di aspetti buoni ne ha. Finendo di parlare degli attori, qui dentro la cosa DI GRAN LUNGA migliore è una dodicenne che asfalta tutti gli altri tre in un battito di ciglia. La giovanissima Kirsten Dunst qui è molto brava e ci regala l'unico personaggio realmente memorabile, iconografico, affascinante e degno di entrare nella storia del cinema a tema vampiri. La rinascita di Claudia come vampiro credo sia la scena più bella di questo film o perlomeno quella che ti resta marchiata a fuoco nella memoria; idem per la scena in cui attenta alla non-vita di Lestat e uguale anche per la scena, anche questa tra le più memorabili, della

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, sicuramente molto intensa. E ne ha altre lei di buone sequenze. Insomma tutte le scene più belle di questo film hanno come motore una dodicenne dai riccioli biondi che, con la naturalezza tipica di una ragazzina della sua età e una buona dose di talento, riesce a caricarsi sulle spalle perfino l'interpretazione di Pitt che qui è davvero un peso morto. La Dunst è carismatica, credibile e convincente e risulta due spanne sopra ai suddetti pagliacci e ad uno spaesato Pitt (davvero, la Dunst a Cruise gli fa il pelo e contropelo, ma ci vuole poco e gli è andata bene anagraficamente a Crociera, la Dunst non è Jodie Foster, altrimenti eran dolori).

Bravissima lei e il suo personaggio, Claudia, è tra l'altro l'unico a cui la sceneggiatura ha riservato un approfondimento psicologico e dei dialoghi davvero ben fatti e degni di questo nome; questa figura della vampira bambina, eternamente imprigionata in un corpo di ragazzina attraverso i decenni è stata molto ben scritta e caratterizzata così come sono state ben modellate e mostrate le conseguenze che tale dannazione ha avuto sulla mente di Claudia, con i suoi tormenti e le sue sofferenze. Lo stile è sempre quello eh, un po' troppo melenso, decisamente troppo pomposo e con dialoghi non sempre molto convincenti, ma decisamente più sensati rispetto al resto dei bla-bla-bla blaterati dagli altri figuri del film (e portateli da un Blablaologo, cit. il Dottor Cox di "Scrubs") e frutto di una caratterizzazione davvero interessante e abbastanza profonda e drammatica da risultare sinceramente memorabile; visto però che lo stile è sempre quello, pessimo, utilizzato per gli altri e che tutto questo stacco tra la caratterizzazione e i dialoghi di Claudia e quelli degli altri mi sembra strano ed eccessivo mi viene il dubbio che con Claudia risulti tutto più fruibile e credibile anche per merito dell'interpretazione tanto convincente della Dunst.

Che poi anche lei è un'altra... Con la Dunst ragazzina bravissima qui e decisamente meno in "Jumanji" ci sono cresciuto e le sono affezionato ma per il resto lei è un'altra che il talento ce l'ha, è brava ma è capace di perderlo totalmente appena volti un attimo lo sguardo, alla Brad Pitt, l'avrà influenzata poveretta... In film ben scritti e ben diretti lei sa essere molto brava ("Eternal Sunshine of the Spotless Mind" "Melancholia" per dirne un paio) ma troppo spesso sa essere veramente irritante e in film a dir poco pessimi (saga del Ragno-Uomo, "Mona Lisa Smile") , se fosse un minimo più costante... Be anche più di un minimo e poi ha lavorato troppo con quel solone atomico della Coppola Sofia.

Ma di cosa parlavamo ? Ah si, delle cose che mi hanno convinto a dare una piena sufficienza a "Intervista col vampiro". Be diciamo che Jordan alla regia non ha fatto un brutto lavoro anzi nelle scene migliori sopraccitate fa un ottimo lavoro alla regia e in generale la sua direzione, tecnicamente parlando, è buona e da quel punto di vista il film regala bei momenti (la furiosa vendetta di Pitt contro i vampiri del teatro, seppure recitata maluccio è una scena di sicuro effetto) e ottime inquadrature perfettamente centrate nell'atmosfera gotica del film, nulla da dire su questo e il film qualche punto lo guadagna così; meno buona la direzione degli attori se non per quanto riguarda la Dunst, utilizzata a meraviglia da Jordan. Anche la fotografia è notevole (altri punti) anche se non mi ha personalmente fatto strappare i capelli inquadra molto bene le oscure, infinite inquadrature di scenari notturni e gotica oscurità. Perfette le scenografie e i costumi, il film è tanto ben curato quanto freddo e maltrattato dalla pretenziosità dei dialoghi che più volte sfiorano l'assolutamente inutile. Buona atmosfera e musiche adattissime.

Insomma alla fin fine abbiamo un film che avrebbe potuto essere un prodotto di notevole qualità sebbene magari un po' stucchevole e invece il risultato finale è quello di un film schiacciato da una scrittura confusa, melensa, pretenziosa, con pseudo-pretese intellettuali e voglia di profondità espressiva che non poteva uscir fuori peggio di così, dialoghi eccessivi ed irritanti nel loro voler esprimere dubbi e tormenti con uno stile fin troppo di maniera. Noioso, eccessivo, stucchevole e pomposo fino all'irritazione, rovinato poi da scelte del casting assolutamente deleterie e da un modo di rimodernare l'iconografia del vampiro (nello stile, nel tratteggiare i personaggi ma anche nelle caratteristiche tipiche, niente aglio, niente crocifissi, niente specchi che non riflettono, ma si al Sole che uccide, al fuoco e alle bare e questo mi andrebbe anche bene di principio) che a conti fatti si è poi rivelato dannoso e deleterio, artisticamente parlando, per le figure in questione.

Non un brutto film, comunque, ma un prodotto con troppe potenzialità sprecate e dei difetti grossi che non riesco a non prendere in considerazione. Poi certo, questo film è una manna se si pensa a certe cose sui vampiri che sono uscite dopo...

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