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Film a episodi, rovinato nell'edizione italiana (come quasi ogni film del regista, specie tra quelli degli anni '70). Erotismo raffinato da cui trapelano molti dei contenuti del cinema di Borowczyk, qui ancora nel pieno della sua forma. Il primo episodio, il più lungo, è quello relativo alla contessa Bathory. Storia nota, vista e stravista in tutte le salse, a cui Borowczyk aggiunge la solita vena graffiante di cui è capace sul tradimento. E la ferocia con cui la contessa e il paggio compiono i propri misfatti resta velata, fuori campo, in un tripudio di sequenze eleganti in un estetismo ricercato. Bellissima Paloma Picasso, scelta azzeccata, inquietante nella sua espressione di beatitudine compiaciuta. Con 'Teresa filosofa' ecco il Borowczyk anticlericale, con sfumature grottesche come di consueto, in un breve episodio con un finale beffardo. 'La marea' è l'episodio più raffinato e devo ammettere il mio preferito, penso che il regista polacco qui sfiori la sua vetta nella rappresentazione dell'eros, per quanto di norma preferisca le sue sfumature irriverenti e un po meno esteticamente ricercate. Bellissimo il trapasso al suono della marea, un episodio memorabile per gusto e cornice degna di un grande dipinto; la forza dell'immagine si commenta da sola, racchiusa in una fotografia sublime. 'Lucrezia Borgia' è un altro breve excursus storico, pervaso da sentimenti anticlericali in una delle vicende più oscure dei papati, ossia i presunti incesti tra il papa Alessandro VI e i suoi due figli. Troppo breve per lasciare un segno, troppo lungo 'Erzesbet Báthory': i soliti sbalzi dei film a episodi del regista.