jcvd regia di Mabrouk El Mechri Belgio, Lussemburgo, Francia 2008
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jcvd (2008)

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locandina del film JCVD

Titolo Originale: JCVD

RegiaMabrouk El Mechri

InterpretiJean-Claude Van Damme, François Damiens, Zinedine Soualem, Karim Belkhadra, Jean-François Wolff

Durata: h 1.36
NazionalitàBelgio, Lussemburgo, Francia 2008
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 2008

•  Altri film di Mabrouk El Mechri

Trama del film Jcvd

Giunto a un momento cruciale della sua vita e della carriera, Jean-Claude Van Damme è alla disperata ricerca di denaro per pagare l'avvocato che lo minaccia di mollare la causa per la custodia della figlia. Avendo poco tempo a disposizione si reca nell'ufficio postale di una cittadina belga (dove è tornato nel tentativo di ricominciare da capo) per un money transfer, ma rimane invischiato in una rapina a mano armata. A causa di un terribile malinteso la polizia pensa che sia l'attore in persona a tenere in ostaggio dipendenti e clienti. I rapinatori decidono di sfruttare l'errore costringendo Van Damme a occuparsi della negoziazione.

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Voto Visitatori:   7,27 / 10 (44 voti)7,27Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Jcvd, 44 opinioni inserite

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ferzbox  @  11/10/2014 14:51:46
   7½ / 10
PICCOLISSIMI SPOILER

Ecco come un'attore può dimostrare di essere molto più di quello che la gente crede; basta una semplice ma funzionale idea e tutto viene visto da una prospettiva diversa.
"JVCD" mi è sembrato quasi un messaggio con l'intenzione di ricordare alle persone quanto sia lontano,ma allo stesso tempo vicino,il confine tra finzione e realtà.
Lasciando perdere il lato metafisico del film,quindi trascurando il lato più vero di Van Damme in quella location da film americano,quello che davvero mi ha colpito sono state le frecciatine velate indirizzate al pubblico.
All'inizio del film si assiste al processo di Van Damme per l'affidamento della figlia dopo la separazione con la moglie.
L'avvocato della sua ex compagnia descrive al giudice il profilo violento dei personaggi interpretati dall'attore nei suoi film; elenca una miriade di morti presenti nelle pellicole,sostenendo che l'affidamento della bambina è fuori discussione considerando la natura "cruda" del soggetto(ma si può punire una persona associando la realtà con la finzione?)
Il punto focale di questo film è tutto concentrato su questo fattore.
Quando Van Damme parte con i suoi 6 minuti di monologo si assiste veramente alla verità,e ci si rende conto che è assolutamente ridicolo giudicare un'attore dai personaggi dei suoi film.
Van Damme non è l'eroe di "senza esclusione di colpi",non è l'eroe di "Leonheart" o "Senza Tregua"....ma qualcosa di più...il vero coraggio l'ha mostrato adesso e tutto quello che viene detto nel suo monologo(un po smielato comunque....) è quello che pochi attori veramente pensano; il narcisismo regna sovrano in quel mondo.
Una pellicola molto interessante che ha dato la possibilità a Van Damme di riscattarsi cinematograficamente; non solo si è aperto,ma ha pure fatto un film che si discosta parecchio dal semplice intrattenimento.
Non voglio esagerare troppo con il voto,perchè tecnicamente parlando non mostra nulla di rilevante,ma la sua singolarità è espressa molto bene...e non la reputo una cosa da poco.

peppe87  @  26/12/2013 23:16:55
   8 / 10
monologo sul finale da pelle d'oca
only one name >> JCDV <<
giu il cappello

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  15/10/2013 10:55:44
   6½ / 10
Vedere un film in cui Jean Claude Van Damme non sferra pugni e nemmeno uno dei suoi calci letali è già una notizia; se poi l'attore(?)/atleta decide di mettersi a nudo rivelando il proprio fallimento sia sul piano professionale che su quello più intimo allora l'interesse cresce esponenzialmente.
In "JCVD" Van Damme mette a nudo la sua disperazione durante una rapina alle poste in cui si trova coinvolto per un equivoco. Non è un caso l'ambientazione belga, ovvero la sua terra natia, quindi lontano da quella Hollywood che l'ha tradito, luogo dove non è certo un problema mollare nel fango il cavallo che inizia a perdere colpi.
La situazione è quella che in qualsiasi film avrebbe risolto a suon di mazzate nel giro di qualche minuto, ma la finzione si sposa con la triste realtà e Van Damme, oltre a ritrovarsi nella condizione di ostaggio ben lontano dall'eroe cinematografico tutto muscoli, mostra con grande dignità tutta la sua inadeguatezza per poi scoppiare in un monologo permeato di grande amarezza scaraventato addosso allo spettatore senza filtri.
L'azione vive su diversi incastri attraverso una narrazione per nulla lineare, non manca qualche momento leggero e altri decisamente più tesi in una gradevole alternanza.
Il risultato è discreto, più interessante come oggetto di culto per gli ammiratori dell'attore che come prodotto cinematografico.
Potrebbe anche essere inteso come un'operazione commerciale ordita per tentare un ultimo disperato rilancio (che ad oggi non si è ancora visto, il film è del 2008); al tempo stesso però si percepisce sincerità da parte del protagonista, come avesse bisogno di un atto liberatorio. Inoltre da elogiarsi è la fragilità con cui si offre alla telecamera annullando completamente la fama da superuomo. Mica roba da tutti.

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Ultima risposta 15/10/2013 11.19.55
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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  01/09/2012 12:32:35
   7½ / 10
Decisamente un film diverso da quel che ci aspetterebbe da Van Damme. Azione quasi zero in una specie di autobiografia romanzata. Un paio di piani sequenza eccellenti e un sorprendente, inaspettato monologo (che fanno ripensare al senso dell'intera pellicola e al mondo del cinema). Non tutti gli attori sono il massimo e parte del dialogo non è improvvisato al meglio (e che dire del fastidioso filtro ai colori?). Resta comunque un (meta?-)film interessante.

emasen4  @  12/02/2012 09:04:15
   7½ / 10
Qui Van Damme mi ha veramente stupito, veramente bello questo film che mi sono gustato con piacere e sorpresa. Van Damme interpreta se stesso, la sua vita reale con i suoi problemi e i suoi drammi e poi si trova per volere del caso coinvolto in una rapina in un ufficio postale con dei risvolti comico drammatici. Il regista che ha reso omaggio al film Quel pomeriggio di un giorno da cani e ha dato a Van Damme la possibiltà di sfoggiare una grande prestazione come attore quale è, ha diretto la pellicola perfettamente tirando fuori dal cilindro questo gioiellino di film dove tutto gira alla perfezione. Questo è "il film" di Van Damme. Il momento che mi ha colpito di più è quello della sua riflessione in cui fa un discorso al pubblico e a se stesso. Mai titolo di film fu più azzeccato. Bella sorpresa. Voto 7,5.

gantz88  @  23/12/2011 00:34:02
   4 / 10
genere commedia ci sta c'è da ridere per questo film...

MarvinStyle  @  08/12/2011 23:28:58
   1 / 10
Che caxxo è?!?! Chi caxxo è?!?! Il recensore intendiamo... Diamo i voti coi dadi?!? Ou!... Sto film fa ******... dovete riprendervi tutti:
non è che se Van Damme non da più i calci in faccia perchè è vecchio e piange allora è diventato un attore vero...
è sempre un picchiatutti, lo dice anche lui quando piglia l'ascensore (che poi in realtà non c'è) e inizia a svalvolare duro...
Ou! Ma che è?!?! stiamo scherzando veramente?! Ou! è un sito serio... mica la nonciclopedia! O no?!?! Ou!
Sto film fa ******... punto.

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SteveMaister  @  15/08/2011 03:30:34
   10 / 10
Jean claude è sempre jean claude!!! la scena in cui toglie la sigaretta dalla bocca con il piede... bhe......... SCIAPò.........
IL MIO 10 è un 10 di stimA nei confrtonti di quest'uomo sono cresciuto con i suoi film rimarrà sempre un grande per me.....

albio1985  @  22/05/2011 15:52:07
   7½ / 10
Grandissima interpretazione di Van Damme che dimostra di essere un signor attore (dispiace per chi ancora non se ne era reso conto). Un ottimo film,sorta di action-movie autobiografico,che sà essere anche toccante

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Ultima risposta 08/12/2011 23.30.46
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dave89  @  20/12/2010 23:49:49
   8 / 10
bel film....grande jcvd

Manu90  @  05/12/2010 12:41:17
   6 / 10
Film che si lascia guardare, senza mai annoiare o stancare. Discreto, ma nulla di più a mio avviso. Miglior interpretazione di Van Damme, poco ma sicuro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  01/12/2010 20:33:14
   9 / 10
Finalmente, anche Van Damme (my n.1 hero) ha avuto la sua chance: dimostrare a tutti che sa recitare. Obiettivo centrato in pieno (anche se secondo me lo aveva gia' centrato in "Until Death"). Con un'idea semplicemente geniale, ovvero prendere parti autobiografiche dell'artista mischiate ad una trama simil "Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani" (con tanto di sosia di John Cazale), il generoso regista Mabrouk El Mechri (che si ritaglia anche la parte di uno dei rapinatori), confeziona un film tecnicamente e visivamente affascinante (splendida la chiara ma tiepida fotografia), curato in ogni minimo dettaglio, e coinvolgente dall'inizio alla fine.
Intelligentemente satirico verso il mondo Hollywoodiano (memorabile l'inizio in cui il protagonista si lamenta, data l'eta', per il fatto di non essere piu' in grado di girare un'intera scena d'azione in un'unica sequenza), e divertentissimo per come fa beffa dei cliche', delle credenze e dei stereotipi che fan, pubblico e critica hanno costruito attorno a un'imprigionato Jean Claude nel corso degli anni (vedere l'esilarante scena della sigaretta, o l'eccellente doppio epilogo in rewind della posta), qui ci troviamo di fronte, senza dubbio alcuno, al piu' importante film del protagonista; ammirevole dall'inizio per l'aver preso parte ad un progetto cosi' delicato, coraggioso per come lancia in pasto al pubblico ogni suo problema personale senza vergogna, grandioso per come affronta ogni singola situazione senza compiacimenti e con la giusta dose di ironia e malinconia. Tutti elementi che verranno poi riassunti nella scena piu' bella e fondamentale del film, cioe' il toccante, sincero e sofferto monologo (rivolto a noi, a se' stesso, e al suo Dio) dove Van Damme (prendendosi cinque minuti isolato da tutto e tutti) mette a nudo la propria anima, come attore e come uomo, riflettendo sulla vita, sulle proprie colpe, i propri errori passati, e sulla consapevolezza (awareness, da qui "aware") di essersi meritato tutto quello che gli e' accaduto nel corso del cammino (i problemi legali con mogli e figli, un pubblico e una critica che lo ha all'inizio creato e poi, sempre ai suoi occhi, giustamente distrutto, ecc...). Una confessione onesta e commovente dalla prima all'ultima parola a cui sara' impossibile rimanere indifferenti, specie per chi, come me, ha seguito e amato questo mito fin dagli esordi.
Insomma, un'opera fresca, geniale, divertente (belle le frecciatine a Seagal o a John Woo) e ricca di emozioni, in cui il regista dimostra il totale apprezzamento e devozione verso Jean Claude (non a caso, uno dei rapinatori - per l'esattezza, il regista stesso - e' un grande fan di Van Damme, e quando questo disperato si presenta alla porta della posta mentre la rapina e' in corso, il balordo fa di tutto pur di non farlo entrare ed evitargli casini).
Da vedere ad ogni costo, fan o meno di Van Damme. IO AMO QUEST'UOMO!!!

Nota: Da carcerare la pessima distribuzione internazionale, che ha pubblicizzato il film pochissimo e lo ha rilasciato direct-to-dvd in gran parte del mondo... togliendo cosi' a Van Damme la possibilita' (meritatissima) di una potenziale rinascita come quella del collega Mickey Rourke (my n. 3 hero).

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Ultima risposta 13/12/2010 17.46.08
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Invia una mail all'autore del commento stuntman bob  @  21/10/2010 21:04:22
   7 / 10
Bella trovata trasporre la vita di Van Damme in modo metà autobiografico e metà tipico film americano, un "dietro le quinte" gustoso e mai visto nella sua filmografia, mi è piaciuto

TheLegend  @  12/09/2010 20:23:13
   6 / 10
Non completamente riuscito questo lavoro.
Fotografia e recitazione non eccezzionali.
Con qualche accorgimento in più si sarebbe potuto creare un buon film.
Trama banale e mal concepita.

eaglet  @  08/08/2010 22:21:20
   3 / 10
Marco (Udine)
Film lento, spesso poco comprensibile. Fotografia discutibile. Trama peggio che banale. Lo sconsiglio a tutti-

Kisu  @  17/07/2010 13:45:59
   8 / 10
Un film ben fatto.
che mi ha proprio convinto. Se lo beccate su sky non perdetelo.

tnx_hitman  @  14/07/2010 21:33:41
   8½ / 10
Regia ricercata,fotografia particolare che attira l'attenzione,e geniale la trovata di coinvolgere la vita privata di Van Damme in una classica trama d'azione con rapinatori.
Ottimo a dir poco i primi minuti di film,dove vi e' in atto una sequenza d'azione da lasciare a bocca aperta(tutto in una sola ripresa)...Van Damme stesso messo a nudo senza e' stupefacente..non solo atleta,ma anche attore di gran classe..il suo monologo fa venire i brividi!
Se vi capita su Sky...o se lo trovate a noleggio..non pensateci 2 volte.Visionatelo,ne vale la pena.:)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/05/2010 23:13:10
   8 / 10
Metti una situazione alla "pomeriggio di un giorno da cani" con tanto di capo dei rapinatori versione aggiornata del Sonny di John Cazale, aggiungi un attore che certo non è mai stato fra i mie preferiti che veste i panni di stesso, spogliato il più possibile della sua immagine di star di action movie in declino ed il risultato è un film molto piacevole, frizzante e ben ritmato con situazioni paradossali che ne garantiscono la sua ottima riuscita. Un pizzico di retorica di troppo nel monologo, ma bisogna dare atto che tutta l'operazione merita un applauso sincero.

Mr totore  @  06/04/2010 13:02:33
   3 / 10
Sono sempre stato un gran fan di Van Damme ma questo film mi ha fatto addormentare nel vero senso della parola; non capisco tutti questi voti alti BOOO per me è un 3 niente di più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  15/03/2010 13:38:35
   6½ / 10
Jean-Claude Van Damme non è mai stato un attorre che apprezzo così come il genere di film in cui abitualmente recita. In questo film in cui si cerca di mettere a nudo l'uomo che c'è oltre l'attore devo ammettere di averlo apprezzato maggiormente.
Mi sono particolarmente piaciute le battute taglienti e il sarcasmo su Hollywood oltre al monologo del protagonista, meno incisive altre situazioni e la regia è piuttosto piatta.

Clint Eastwood  @  20/01/2010 14:27:50
   8 / 10
Jean Claude Van Damme ... che dire, il mio eroe d'infanzia. Così come Rourke resuscitò con The Wrestler, Van Damme un pò meno ma questo film gli rende giustizia senza dubbio. Un interssante biopic sulla sua vita. Alcune belle trovate registiche, fotografia un pò troppo pattinata e un Van Damme (che lo nomino per la terza volta) nella scena confessionale è inimitabile, grandioso ed è una prova che l'attore ha ancora cartucce da sparare. Bel finale.

9 se guardiamo il quadro della sua filmografia e 7 come film in sè. Un buon 8.

Xplode  @  17/12/2009 19:13:46
   7 / 10
Mitico Van Damme!! Si mette a nudo in questo film che di "marziale" ha poco e niente. Anzi, diventa autoironico e divertente. Una scelta coraggiosa, forse, come può lasciar credere il film, quasi obbligata. Van Damme non è più un giovanotto e il Karate non è più al centro di tanti film di azione, ma questo attore può dare ancora tanto e qui lo dimostra pienamente.

Sestri Potente  @  24/11/2009 09:02:55
   6½ / 10
Un bel tributo a Van Damme, un atleta-attore che forse è stato accantonato troppo presto dalle nuove produzioni cinematografiche. I nuovi film d'azione non sono pù come negli ani '80 e '90: prima contavano i muscoli, l'agilità e le arti marziali, adesso si fa tutto al computer e contano solo i grandi effetti speciali.
Tuttavia, questo film mette in evidenza il lato umano di JCVD, e, nonostante la vicenda un po' tirata per i capelli, il risultato non è disprezzabile, anche perchè si tratta di un film-tributo e dev'essere valutato come tale.

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Ultima risposta 24/11/2009 09.03.30
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Febrisio  @  31/10/2009 11:03:50
   7½ / 10
JCVD già dal titolo sentiamo l'innovazione. Questo film presenta sin dalla scena iniziale una scelta particolare di inquadrature, buona fotografia, accompagnato da una buona colonna sonora e colori opachi in contrasto (piano sequenza iniziale molto bello). Mabrouk El Mechri porta a schermo un nuovo van damme che sembra riscattarsi dal suo solito, ed ormai ristretto, campo di ruoli e produzioni a lui destinate. Un chiaro messaggio schietto di una scelta di vita che pesa col passare degli anni. "Offritemi altro, io so fare altro", un van damme segnato in un volto più rugoso e più espressivo (non alla tommy lee jones) dichiara pubblicamente le sue intenzioni che, come quando inizio, è pronto a battersi con decisione per conquistare un nuovo posticino nel mondo del cinema. In fin dei conti l'obiettivo è riuscito, perlomeno questa prima parte, poi speriamo di scoprirne il beneficio. Un po forzato a volte, come un po troppo autocommiserevole nel monologo, anche se piacevole, JCVD è una produzione europea assolutamente da gustarsi. Qui i pochi calci han un peso diverso da tutti i suoi precedenti film.

Wally  @  29/10/2009 13:24:18
   7½ / 10
Bravi... rendere giustizia a JCVD come persona e non come muscoli e calci è stata un ottima idea.
Speriamo che grazie a questo film inizi a fare altri bei lavori! Io sono cresciuto con i suoi film e vederne qualcuno nuovo non mi dispiaceebbe affatto... in più ora sta meglio di prima.
Memorabile il monologo!
Da vedere

AMERICANFREE  @  27/10/2009 18:16:00
   7½ / 10
davvero un gran bel film cn una straordinaria prova di Van Damme soprattutto in quella sequenza-monologo davvero indimenticabile! caro Van Damme noi fan ti abbiamo sempre apprezzato nonostante dei film non decisamente belli e continueremo a farlo!

TheGame  @  29/09/2009 13:01:50
   7 / 10
Summa di una carriera partita dal basso, dell'allora ragazzino appassionato di Karate che sognava la notorietà, il salto sul grande schermo, divenuto poi realtà. Dal Belgio, paese natale, a Hollywood patria dello show business. "JCVD" iniziali dell'attore, la cui filmografia è costellata per lo più da B-movie low – budget non sempre, ad onor del vero, efficaci, e titolo di questa frizzante e "pulpeggiante" (seppur alla lontana) pellicola. Van Varenberg è entrato nel mondo della celluloide dalla porta di servizio, ma se questo fosse un modo per cambiare registro, un “reboot” della propria carriera, allora Jean-Claude Van Damme rientrerebbe a testa alta e dalla porta principale...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  24/09/2009 16:09:55
   9 / 10
Van Damme è da tanto uno dei miei attori preferiti e questo film rende giustizia ad una carriera che non rende giustizia al van damme attore ma quasi solo al van damme atleta

OSS

Jarni  @  21/09/2009 23:55:00
   8 / 10
Bello.
Se Van Damme comincia a fare film così e lascia perdere le s*****ttate ne vedremo delle belle...
Speriamo che succeda a lui quello che sta succedendo a Mickey Rourke.

Il voto è anche un incoraggiamento.

bulldog  @  12/09/2009 13:13:04
   7 / 10
'Quel pomeriggio di un giorno da JCVD' .
Un tentativo non completamente riuscito di mettere a nudo il Van Damme uomo.
Gli errori,le paure e il declino di una star vengono raccontate a tratti con sincerità .
Una sincerità che però spesso vacilla,si ha infatti più volte l'impressione di un non so che di forzato che aleggia nell'aria.
Forzature specialmente nella scena più famosa,un pò troppo autocommiserevole.
Poteva essere un piccolo capolavoro.

bulgarini  @  10/09/2009 04:06:14
   3 / 10
L'ho visto ieri, in lingua originale, e davvero non mi capacito del fatto che abbia ricevuto tutti questi voti positivi....
Ero sicuro (al 100%) di trovare una media dei voti pari a quella che di solito ricevono i cine-panettoni, o peggio, quei filmetti USA volgari e demenziali.

Premetto che adoro JCVD, conosco praticamente TUTTI i suoi film, e sapevo che stavo noleggiando un qualcosa di diverso, basato sulla sua biografia, sulla sua vita, che conosco molto bene.

Sono rimasto annoiato e stupito dalla pessima sceneggiatura, dalla regia decisamente elementare, e dalla scarsa recitazione di tutti, JCVD incluso!

Davvero, non voglio essere polemico, ma reputo questo "film" un qualcosa di realmente inguardabile, e francamente inutile!

Per favore, aiutatemi a capire dove sto sbagliando...grazie.

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Ultima risposta 08/12/2011 23.33.15
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BlackNight90  @  15/08/2009 03:15:02
   8½ / 10
Van Damme mi è sempre stato abbastanza indifferente, ho visto pochissimi suoi film che dimenticavo il giorno stesso (comunque lo preferisco di parecchio a quel fesso di Seagal, che qui viene preso giustamente per il cu.lo): in questo film è indimenticabile.
Una sincera e commossa confessione, il momento per un uomo di 47 anni di fermarsi, fare una pausa e fare un bilancio della propria vita: crisi di mezza età? volendo, ma poi chi se ne importa, quello che rimane è un filmone meta-cinematografico realizzato in maniera eccellente, con una fotografia giustissima vista l'aria che tira nel film, con sequenze che se quasi tutti hanno citato ci sarà un motivo: il lungo piano sequenza iniziale (perfino la canzone è azzeccatissima), il monologo di Van Damme e i due finali, uno tipico dei suoi film, l'altro amaramente reale. La sorpresa ovviamente è lui, Jean-Claude, pazzescamente bravo dall'inizio alla fine, le rughe devono avergli dato il dono della recitazione: tranne nel suo monologo, dove non recita più ma è lui come uomo, sconfitto e bastonato da se stesso e dalla vita, che si mette a nudo e si confessa, senza cercare giustificazioni. Forse i suoi pensieri sono un poco inegnui, ma la sincerità e l'onestà vanno premiate.

inferiore  @  22/07/2009 01:38:08
   9 / 10
Piccolo capolavoro con un autoironico Jean-Claude Van Damme che si cala nelle proprie vesti...
Il film inizia con un bellissimo piano sequenza che mostra Van Damme alle prese con uno dei suoi soliti film d'azione trash ma questa volta El Mechri ci propone una versione di JCVD assolutamente desueta ed inaspettata.
Un film divertente che si fa beffa dei clichè presenti negli action movie annni '90 in cui Van Damme ha recitato, un film capace di far commuovere per la sua freddezza e sincerità.
Grande Jean Claude, espressivo e molto ''umano''. Alcune pensate geniali caratterizzano la sceneggiatura, molto curata la fotografia.
Bellissimo amalgamato di diversi generi cinematografici, imperdibile.

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Ultima risposta 12/09/2009 13.21.56
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Crimson  @  30/06/2009 22:46:46
   7 / 10
Un buon esempio di metacinema. Il personaggio di Van Damme offre numerosi spunti narrativi specialmente circa la forte contrapposizione tra i fasti di Hollywood (e gli echi dei suoi film migliori), gli anni di oblio e le sue radici in un contesto come il Belgio, lontano dai riflettori e a misura d'uomo. Ne scaturisce un film diretto e semplice, che ha i suoi punti di forza soprattutto nei momenti in cui non si prende sul serio; difatti è ricco di sequenze divertenti, di aneddoti e battute taglienti, e si ride molto. Il tentativo di fondo è di smitizzare e mostrare il Van Damme 'umano' giocando proprio sulle reazioni di una persona alle aspettative costanti che nella vita quotidiana gli altri costruiscono attorno al suo essere una 'star'. Le conseguenze della notorietà conducono alle stranezze più disparate nelle persone e nei fatti, dalla riverenza di un rapinatore-fan incallito alla delusione di una tassista in cerca di chiacchiere.
Van Damme è orgoglioso, mette in gioco ironia e una incoraggiante voglia di rimettersi in sesto a trecentosessanta gradi. L'attore infatti è ad un'ipotetica 'terza fase' della propria vita: dalla povertà alla celebrità fino al ritorno ad una condizione di 'ritorno sulla terra' che va avanti da moltissimi anni (sul piano professionale l'ultimo film decente è 'senza tregua' di ormai 16 anni fa). Accetta da anni copioni di bassa lega e perfino imbarazzanti, aspetto che egli stesso mostra in una scena tanto divertente quanto triste (con la battuta su Seagal). JC mostra la consapevolezza di voler riscattare il fallimento come uomo, vittima e colpevole in prima persona. Si lambicca in un 'errare humanum est' sincero in un monologo con dio, in cui però da una parte sposta determinate colpe sulle mogli e dall'altra sembra chiedersi impotente che colpa abbia, in fin dei conti, di aver coltivato e realizzato quel sogno che ha vissuto; tuttavia è proprio la profondità che il film cerca tra le righe a non avermi convinto del tutto. Hollywood ne esce certamente presa in giro ma è come se mancasse quella fonte di sarcasmo ulteriore per devastarla. Inoltre, la ricostruzione cronologica non è il massimo. Il finale è alla ricerca della lacrimuccia facile: peccato, le buone intenzioni del regista ci sono e in gran parte hanno centrato il bersaglio: la liberazione, mostrata dapprima come viene sognata e poi come è realmente (spoiler) è il momento migliore.

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DarkRareMirko  @  14/05/2009 20:45:56
   8½ / 10
Marò che filmone che ti tira fuori Jean Claude.

Un meta-cinema assolutamente non conformista (carper movie !?), mischiato sapientemente con cenni autobiografici, ottima recitazione ed una trama relativa alle solite rapine che affatto non stona col resto.

Alla fine ad ogni modo Jean tira fuori il suo solito calcione rotante.

Scherzi a parte, JCVD è un film che riesce a tenerti col fiato sospeso per tutta la sua durata.

Apprezabilissimo, curatisismo visivamente (come fotografia sopratutto, funzionale e fredda) e denso anche di rimandi cinematografici (per lo più ad altri film di azione ovviamente, con Van Damme e non).

Bellissimo il piano sequenza iniziale.

JeanClaude recita da Dio poi, ma lui come attore mi è del resto sempre piaciuto.

E, sì, è stato lui a sdoganare John Woo, che se no "sarebbe rimasto ancora in oriente coi piccioni", come più o meno dice uno dei personaggi presenti nel lungometraggio.

Da non perdere.

risikoo  @  13/04/2009 10:27:50
   7½ / 10
Sono un fan di JCVD da sempre, per cui ho visto con grande piacere questo film. Pellicola piuttosto particolare, con un grande JC. che finalmente recita!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  03/04/2009 13:25:56
   8½ / 10
Strepitoso, magnifico, autoironico e a tratti commovente, quasi un finto documentario sulla vita di Van Damme perfettamente integrato da un grandissimo omaggio a Dog Day Afternoon di Lumet.
Una stella dell'action movie alla fine degli anni 90, un modestissimo attore di serie b dimenticato da Hollywood e dedito all'home video più becero oggi: questo è quello che rimane della figura di Van Damme, coperto dai debiti, impegnato in una causa per l'affidamento della figlia, afflitto in passato da problemi di droga. Il parallelo con la figura di Randy The Ram in The Wrestler è più che lecito, anche se parliamo di due carriere completamente diverse: Rourke è stato davvero uno dei migliori attori della sua generazione lavorando con registi come Coppola e Parker, Van Damme, prima di questa pellicola non lo consideravo nemmeno un attore, nonostante il grande affetto che nutro verso i tutti i suoi personaggi. E la più grande sorpresa di Jcvd sta tutta nella sua grandissima performance, accompagnata da un'ottima regia stracolma di scene cult (vedi il primo magnifico piano sequenza, lo struggente monologo a metà pellicola e il finale privo di happy ending). Da vedere, assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  02/04/2009 00:02:17
   9 / 10
Questi sono i film che mi rendono felice. Van Damme è sempre stato un idolo per me, sarà che da bambino sono scresciuto anche con i suoi film. Ma è sempre stato un affetto più umano che cinematografico. Qui invece il buon jc si dimostra persino un bravo attore, anche se non so quanto possa essere sincero. Ma in fondo, chi se ne frega.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 16/04/2009 16.11.16
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minù  @  01/04/2009 13:36:47
   9½ / 10
c'e poco altro da aggiungere un film eccezionale con un van damme da oscar .Il film per me si merita quasi il massimo dei voti , grazie anche ad un monologo struggente da antologia , una regia perfetta e una bellissima fotografia.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/12/2011 23.34.56
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phemt  @  26/03/2009 15:06:58
   9½ / 10
Forse non riesco ad essere proprio obiettivo quando si parla di Van Damme ma questo JCVD è praticamente un capolavoro senza se e senza ma… Sono anni che ribadisco che Van Damme è un signor attore molto più dotato di quanto emerga dai suoi film… Che soddisfazione ora che tutti si renderanno conto che avevo ragione!

Jean Claude nasce in un paesino del Belgio e la sua formazione fisica passa attraverso lo studio delle arti marziali fin dalla più tenera età a cui si aggiungono cinque anni di danza classica, cosa che permette al giovane Van Damme di sviluppare uno stile di lotta molto particolare e molto coreografico che sarà poi il marchio di fabbrica della sua carriera cinematografica…
A vent’anni parte per l’America in cerca di fortuna, si guadagna da vivere facendo lo stuntman e, leggenda narra, come buttafuori in un locale di Chuck Norris… Poi arriva l’Ivan Tresinsky di Kickboxers – Vendetta Personale (il suo primo vero ruolo cinematografico) e un altro paio di film ma sarà un altro Kickboxers (Il Nuovo Guerriero stavolta) a rappresentare la vera svolta nella sua carriera… Arriveranno poi svariati film e il successo internazionale, svariate mogli con realtivi divorzi, la cocaina, i problemi personali, le cause perse ecc…

E’ proprio qui che comincia JCVD sottospecie di mockumentario incentrato su un Jean Claude ormai avanti con l’età: Van Damme non ce la fa più a litigare con qualche s****to regista orientale (che prende a freccette l’immagine di Hollywood) dopo l’ennesima scena d’azione della sua vita, sta perdendo l’affido della figlia e gli hanno bloccato l’assegno… L’ingresso in una banca gli farà vivere il suo personale pomeriggio di un giorno da cani e a noi un film a dir poco splendido!

JCVD si sviluppa mediante un’ intrigante narrazione non lineare con sceneggiatura ad incastro… Il film, diviso in quattro capitoli, è nobilitato da una fotografia notevole e da una regia di grandissimo livello…
El Mechri non si fa mancare citazioni cinematografiche a partire naturalmente da Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani su tutti (il cattivo è la copia sputata dello sfortunato John Cazale) ma soprattutto è molto abile a gestire una storia che poteva cadere nel ridicolo o nell’autocompiaciuto… Sa come gestire la mdp e racconta la storia così come andrebbe raccontata senza troppi fronzoli né virtuosismi eccessivi…

Sceneggiatura calibrata perfettamente a partire da ogni singolo dialogo o situazione creatisi, dalle frecciate a Woo e Seagal per arrivare allo snervante monologo della tassista…
Ma, aldilà dell’incastro, la cosa che colpisce di più è l’assoluta verosimiglianza del narrato, dalla reazione di Van Damme quando pensa che sia una candid camera a come tutte le coincidenze si incastrino perfettamente senza forzature o comportamenti illogici passando per il criminale che si fa ammaliare dal suo mito personale e a quello senza scrupoli che preferisce uccidere innocenti invece di arrendersi…

Il protagonista assoluto dell’opera però è naturalmente Van Damme autore di una prova a dir poco esaltante…
Jean Claude ci mette tutto se stesso nel film, parla dei suoi problemi personali e della sua vita, ironizza molto su stesso e il falso finale è abbastanza emblematico al riguardo…
Il pianosequenza della confessione in cui Van Damme apre se stesso al mondo intero è uno dei momenti più intensi e toccanti della storia del cinema! Jean Claude sta solo chiedendo scusa per non aver saputo essere grato del dono fattogli (il suo sogno di quando aveva 13 anni divenuto realtà) e si pente degli errori e di tutto quello che non ha saputo gestire… Non sta chiedendo una seconda possibilità, non sta chiedendo di crederlo un uomo migliore, si sta solo confessando e da personaggio pubblico qual è invece di confessarsi con il prete lo ha voluto fare con il grande pubblico, sia con quelli che lo amano sia con quelli che lo odiano!

Finale perfetto, Van Damme che dice alla madre che di sorprese ne ha abbastanza e poi si colpisce in testa col telefono mentre gli viene da piangere è sentimento allo stato puro…

Servirà a rilanciare la carriera di Van Damme? Non credo, ma servirà a Jean Claude per prendersi le sue belle rivincite verso la critica e per dimostrare quanto talento sia stato sprecato con filmetti del cacchio…
Alla facciaccia dei detrattori, di chi pensa “si ma se Seagal incontra Van Damme con una mossa lo uccide” e pure di John Woo che se ne tornasse a riprendere piccioni ad Hong Honk va che è meglio per tutti…
E peste lo colga chi osa ancora mettere Van Damme e Seagal nella stessa frase…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  25/03/2009 23:31:36
   7½ / 10
Non avrei mai pensato in vita mia di dare un bel voto ad un film di Jean-Claude Van Damme. La meraviglia del cinema: riesce a stupirti sempre. E in questo caso l'ha fatto piacevolmente.
Lo definirei un film biografico sull'attore belga che coincide con un altro film quasi biografico come The Wrestler con il grandissimo Rourke. Due uomini, due attori che guardano il passato e si rendono conto di come hanno buttato via la loro vita e il loro successo.
Non è proprio un ritorno quella di Van Damme visto che fino all'anno scorso sono uscite chiaviche in continuazione, ultima Until Death ma è gradevole vederlo in un ruolo che gli permette di sfoggiare una buona capacità d'attore in una pellicola di buona qualità. A mio parere gli unici suoi film decenti furono Senza esclusione di colpi e Senza tregua, il resto un poco una chiavica. Ha sempre avuto la capacità innata di sfornare pellicole tamarre e di scegliere con il lanternino gli script più beceri (ma lui è così: quando i film li dirige e li pensa lui son chiaviche lo stesso ma gli voglio bene lo stesso).
Ma in questo caso ha centrato il vaso.
Una pellicola piacevole e ben diretta nella quale mi è piaciuta molto la parte in cui si rivolge allo spettatore autocriticando la sua vita "movimentata" caratterizzata da 5 mogli, processi per stupro e danni ma soprattutto la sua dipendenza dalla cocaina. Una riflessione amara sulla propria vita.
Un buon lavoro, peccato che la redenzione è lontana e mi sa che questa pellicola rimarrà un'eccezione qualitativamente buona. Infatti il nostro Jean-Claude Camille François Van Varenberg è in procinto di sfornare due pellicole che non promettono nulla di buono

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  09/03/2009 11:13:18
   7½ / 10
Destino vuole che il declino di Jean-Cloude Van Damme venga portato sul grande schermo nello stesso periodo in cui si assiste alla storia di Mickey Rourke in "the wrestler".
Come si diceva da qualche parte, il parallelismo è evidente anche se il taglio e la struttura dei due film è molto diverso.
Da non fan di JCVD ammetto di averlo rivalutato dopo aver visto questo suo lavoro, sia dal punto di vista recitativo che dal punto di vista umano, dato che l'ho sempre considerato un tamarro alter-ego di Steven Seagal (non a caso preso abbastanza in giro durante con battute sul suo odioso codino).
Ora mi sento di considerarlo un grande: il coraggio di ammettere i propri errori del passato mostrandoli a tutti e il parlare ironicamente di se e del genere da lui portato avanti per anni merita grande rispetto.

Il film è godibile, anche se forse una maggior retrospettiva su JCVD rispetto alla parte "d'azione" della pellicola avrebbe giovato maggiormente;ad ogni modo merita assolutamente di essere visto, con le sequenze già citate nel commento del saggio Goat (soprattutto il monologo) che colpiscono nel segno.

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Ultima risposta 26/03/2009 19.09.03
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  02/03/2009 22:52:52
   8½ / 10
A questo punto mi chiedo se Van Damme non abbia partorito un'innumerevole serie di film mediocri per arrivare a questo piccolo gioiello!?

La storia dell'attore belga raccontata attraverso una rapina dove egli stesso viene utilizzato come capro espiatorio. Quel pomeriggio di un giorno da cani diventa un pomeriggio da inferno e JCVD si ritrova a dover fare i conti con le proprie paure, con l'impotenza di fronte ad una situazione facilmente risolvibile in qualsiasi suo film, con la consapevolezza di essere un uomo normale in un mondo feroce.
Innumerevoli le citazioni ai suoi film, con qualche frecciatina a John Woo per averlo "abbandonato" e l'amore della folla per un attore mediocre nel mondo ma vero e proprio idolo in Belgio.

Standing ovation per la sua interpretazione, ricorda sicuramente Rourke l'ariete anche se qui il parallelo con la sua vita è decisamente più esplicito.
Da brividi il discorso fatto faccia a faccia con la telecamera, con tutti noi che da ragazzini non ci perdevamo nessun suo film e rimanevamo entusiasti dopo un calcione volante.

Sì, ti perdoniamo Jean Claude!

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Ultima risposta 03/03/2009 12.45.15
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  24/02/2009 11:26:11
   9 / 10
nulla di più lontano dalla solita produzione di van damme. un film coi fiocchi, una commedia dagli echi tarantiniani unita alla claustrofobica drammaticità di film come quel pomeriggio di un giorno da cani. van damme interpreta sè stesso, molti fatti sono presi dalla sua stessa vita reale, come ad esempio i problemi legali per la custodia della figlia o l'accenno al suo viaggio nel magico mondo del divetimento chimico sintetizzato. el mechri dimostra un grandissimo talento e gira almeno 2 scene che certamente entreranno nell'immaginario comune: il lunghissimo piano sequenza iniziale in cui riprende van damme che a sua volta sta partecipando a un film action e il toccate monologo centrale del nostro protagonista a metà film. ottimo anche il finale in cui decide di mantenere il taglio realista della vicenda e non abbandonarsi al facile sentimentalismo.
mostruosa l'interpretazione di jean claude, secondo me nei suoi passati film recitava per interpretare l'attore poco dotato, non vedo altra spiegazione.

8 risposte al commento
Ultima risposta 24/02/2009 13.40.20
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