La Sposa (Uma Thurman) subisce una terribile imboscata durante la sua cerimonia di nozze nella quale tutti gli invitati, suo marito nonchè il figlio che aveva in grembo vengono brutalmente assassinati. Dopo essersi svegliata da un lungo coma di quattro anni, la donna intende vendicarsi a spese delle vite dei responsabili di questo massacro...
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Il migliore film di azione degli ultimi 10 anni (almeno tra quelli che io ho visto). Tarantino è uno che ha una classe enorme e riesce a trasformare un soggetto piuttosto mediocre e scontato in uno dei migliori film d'azione della storia. Infatti, nei cinque film realizzati dall'autore italo-americano, abbiamo potuto chiaramente osservare una tecnica davvero straordinaria. Partendo da quanto appena riportato, devo comunque ribadire il fatto che il cinema di Tarantino è figlio di quello di due grandi autori di qualche decennio fa, vale a dire Sam Peckinpah e Sergio Leone. In particolar modo i canoni realizzativi di film come "Le iene" o "Pulp Fiction" altro non sono che l'estremizzazione di tecniche di realizzazione portate dal regista italiano nel cinema mondiale. Invece, la struttura di "Kill Bill" (vol. 1 e 2) è molto vicina a quella di "C'era una volta in America". Infatti, a mio modestissimo avviso, le dimensioni del presente, del futuro e del passato vengono praticamente annullate e si possono vivere dei salti temporali anche di diversi mesi (o anni) in pochissimi istanti. Comunque possiamo anche sostenere che il buon Tarantino attinge anche dal cinema di serie B: le scene splatter sono davvero tantissime e la violenza rappresentata è a tratti quasi insostenibile. Non so voi, ma il sangue che viene spruzzato a mo' di fontana a me ricorda molto il cinema horror italiano, tipico di autori come Dario Argento. Infine, ma non meno importante, Quentin si ispira moltissimo al cinema giapponese. Io sinceramente ho trovato delle similitudini con Hero (che nonostante sia uscito nelle sale dopo "Kill Bill" è stato realizzato tempo prima). Da quanto ho capito questa duologia è anche molto vicina ai film di Takeshi Miike (di cui, purtroppo, io ho visto solo qualche "spezzone"). Se mi è consentito vorrei fare anche qualche apprezzamento sull'evoluzione di Tarantino. Nei suoi primi tre film la dialettica giuocava un ruolo fondamentale: gli effetti speciali erano praticamente inesistenti (basti pensare che "Le Iene" aveva un budget di realizzazione a dir poco irrisorio). Invece, in questo film, possiamo sostenere che i dialoghi sono risicati all'osso: oltre al fatto di trovarci di fronte ad una pellicola con molti effetti visivi e sonori, possiamo anche dire che Tarantino si basa molto sulle "espressioni" dei protagonisti, proprio come hanno fatto Leone e Peckinpah. In conclusione possiamo affermare che Tarantino è un direttore quantomai innovativo e mai ripetitivo; credo che sia anche piuttosto evidente che costui è uno dei migliori registi contemporanei.