kong: skull island (2017)

Film di grande forza scenica. Qualità straordinaria raggiunta dagli effetti speciali, in particolare nella resa degli animali. Protagonisti purtroppo i soliti americani sbruffoni e ignoranti che vanno a casa degli altri a uccidere e depredare. È la cosa che sanno fare meglio. E neanche si vergognano a rappresentarsi cosi come sono, poiché anzi nella loro pochezza ne vanno orgogliosi, credendo sia una cosa giusta. Arrivano sull'isola, vedono questo mostro, e invece di ritrarsi immediatamente per organizzarsi che fanno?! Cominciano ovviamente a sparargli. E va beh. Capiscono che l'isola è abitata da mostri giganteschi, e invece di muoversi "sotto costa" badando a mimetizzarsi il più possibile, se ne camminano bel bello sempre al centro delle praterie sì da rendersi il più possibile visibili. Ma si può? Sorvoliamo poi sul pilota al quale la mammina ha raccontato la storiella del topo e del leone in modo rovesciato e lui giuggiolone non l'ha ancora scoperto. E ancora. Il "Robinson" chiede se hanno vinto la guerra, gli viene ribattuto "quale?", giustamente, dato che la sua criminale "nazione" ha mosso guerra a 2/3 delle altre nazioni del mondo, ma lui risponde "bella domanda", come se lo sapesse. Ma in che modo, se era stato sempre sull'isola? Fastidioso e bambinesco il "riacchiappo" finale dopo i titoli di coda. Ma perché? Per preparare il seguito e sorprendere?! Va beh. Giudizio finale molto simile a tanti altri: grandi mezzi, qualità e capacità tecniche nelle mani dei soliti mediocri. Che è poi la stessa sconfortante dinamica che vediamo nella realtà politica. Nell'insieme il film non è certo da buttare, ma manca il "fattore umano", molto spesso assente nei film americani.