la antena regia di Esteban Sapir Argentina 2007
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la antena (2007)

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locandina del film LA ANTENA

Titolo Originale: LA ANTENA

RegiaEsteban Sapir

InterpretiValeria Bertuccelli, Alejandro Urdapilleta, Julieta Cardinali

Durata: h 1.39
NazionalitàArgentina 2007
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2007

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Trama del film La antena

Un'imprecisata città vive nel silenzio assoluto poiché la voce dei suoi abitanti è stata rubata dal malefico Mr. TV (Alejandro Urdapilleta) i cui piani prevedono di rubare anche i pensieri. Per i suoi fini, il cattivo rapisce la misteriosa cantante The Voice (Florencia Raggi). Solo un riparatore di tv, la sua famiglia e un bambino senza occhi figlio della cantante, possono salvare la città.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (5 voti)7,50Grafico
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Voti e commenti su La antena, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  30/10/2020 22:41:54
   7½ / 10
Una bella storia, ben narrata atrraverso il filtro di quello splendido cinema che fu, ma non solo. Non c'è solo il cinema muto, ma La antenna ha riferimenti precisi al cinema più moderno. Splendida allegoria di un mondo dove la mancanza della parole e della voce significa prevenire il dissenso e favorire il conformismo sotto l'egida ammazza pensieri del mezzo televisivo. Brillante nelle trovate, ambizioso nelle tematiche e per nulla pretenzioso. Da riscoprire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  04/03/2011 10:41:36
   7½ / 10
Alla base della storia c'è il solito malvagio,un certo Mister Tv, che controlla le televisioni,ha un debole per le donne e si dipinge i capelli in quanto calvo (lo ammetto,le analogie sono imbarazzanti ma il film è argentino),costui vuole dominare una città fuori dal tempo e dallo spazio,allegoria di un luogo che può trovarsi ovunque e può rappresentare qualsiasi popolo o nazione.
Per raggiungere lo scopo veicola nell'etere messaggi subliminali al fine di soggiogare definitivamente i cittadini già spogliati della loro voce,ora vittime di un diabolico piano che intende privarli anche della padronanza verbale e quindi del pensiero autonomo.A contrastarlo un ex impiegato televisivo e la sua famiglia cui si è aggiunto un bimbo privo di occhi,l'unico ancora in grado di scongiurare l'infausto futuro.
Se da una parte la storia non è certo innovativa con l'ennesimo scontro manicheo tra bene e male,a convincere è l'evidente censura nei confronti di quei governi che democratici lo sono solo in apparenza ,il tutto reso ancor più incisivo da una bizzarra messa in scena.Esteban Sapir attinge dall'espressionismo tedesco,forse eccedendo alcune volte considerato che il riferimento a "Metropolis" è quasi un plagio,ma non manca di guardare con temperamento a opere di numerosi registi,dai datati Wiene e Melies ,fino ai contemporanei Frank Miller e David Lynch,traendo quindi interessanti impressioni di natura surreale e onirica.
Di fatto è un film muto con un perpetuo ed energico accompagnamento musicale,le persone comunicano leggendo il labiale e i loro interventi sono raffigurati come nei fumetti, attraverso dei cosidetti "balloon" che affollano lo schermo in modo ingegnoso.Davvero sorprendenti le scenografie,definite da uno stile retrò a servizio di un parallelismo temporale distopico molto accostabile all'idea orwelliana.L'utilizzo di innumerevoli simbolismi appassiona anche se vi è un certo scompenso tra questi,alcuni sono comprensibili in modo agevole,altri mostrano una complessità fin troppo prestabilita.L'ermetismo di alcuni sviluppi fiacca in alcuni punti l'operato di Sapir,il quale pur non scadendo in un gratuito esercizio di stile non si trattiene dal dilatare certi momenti,come a voler ostentare un po' troppo la sua verve creativa.
Nulla di così grave,la critica ingegnosa con i suoi toni solo in apparenza favolistici affonda subdolamente nella brama di dominio,mettendo alla berlina il desiderio inconfessabile di ogni potente.

h.chinaski  @  07/09/2010 15:37:35
   7½ / 10
C'è davvero del buono in questo film. Parte da un'idea geniale che sviluppa in un modo forse un pò troppo ermetico ma con sprazzi di cinema nuovo e coraggioso. I simboli, gli ammicamenti iconorafici non si contano.Il progetto è molto ambizioso (concettualmente ambizioso) ed a volte si inceppa, quando funzione è una splendida fiaba espressionista poetica e con un gusto lynchiano, invece quando non funziona è un polpettone burtoniano che ti urla messaggini in faccia.

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Estonia  @  11/08/2010 12:49:38
   7½ / 10
Questa favola visionaria in bianco e nero, a metà tra il film muto e il fumetto, è fondamentalmente una satira raffinata che si avvale di una simbologia bizzarra e di invenzioni visive surreali, con vorticose prospettive sghembe e visi deformati in modo grottesco. Il nucleo della narrazione è una città misteriosa in cui Mr. Tv, proprietario dell'emittente televisiva del luogo, ha assoggettato al suo potere la totalità degli abitanti, tramite i messaggi subliminali presenti nei suoi programmi e le ipnotiche spirali che campeggiano sui suoi prodotti, ma soprattutto sottraendo loro la voce. E' per questo che i personaggi del film comunicano tra loro esclusivamente per mezzo di didascalie, le quali hanno comunque una loro fondamentale importanza nella struttura del racconto, diventando esse stesse protagoniste: fluttuanti nell'aria, distorte, ingrandite o rimpicciolite a seconda delle situazioni o dell'umore di chi le esprime. Solo due persone, una cantante di cui non si vede mai il volto e suo figlio, hanno conservato la propria voce e sarà quest'ultimo la chiave di volta per sperare in un cambiamento. Il lirismo espressionista delle immagini addolcisce l'intento didascalico, e gli omaggi a Lang (Metropolis), Orwell e ad altri grandi del cinema arricchiscono di riferimenti preziosi questo apologo sul potere dei media dal taglio originale e più che mai attuale.

phemt  @  27/05/2010 18:42:50
   7½ / 10
Fiaba weird che da una parte mostra alcuni stilemi classici del genere (il bianco e nero virato seppia, un po’ di stop motion, un impostazione vagamente tra Lang e la coppia Jenuet/Caro con qualche riferimento Lynchiano, narrazione lenta e misurata ecc) mentre dall’altra tenta di stupire con alcune tecniche sperimentali (il tentativo di fusione di cinema e fumetto, la musica retrò da film muto immersa in un opera dall’impostazione dichiaratamente surrealista) per un film che altro non è che una denuncia dei pericoli dittatoriali…

Sapir mostra una buona tecnica registica e un ottimo gusto visivo tanto che non mancano scene evocative giocate soprattutto sulle ombre e sui colori… La totale assenza di dialoghi non pesa poi più di tanto anche se qualche cosa nello svolgimento non funziona proprio perfettamente ma ci si può soprassedere…
La Antena è di fatto una metafora di come il popolo sia costretto a tacere di fronte ai modi totalitari e brutali della dittatura travestita da fiaba weird per grandi e piccini…
Purtroppo non ha avuto il richiamo e il successo (quantomeno underground) che avrebbe meritato tanto che Sapir successivamente è stato costretto a cedere al mainstream firmando videoclip per Shakira…

Ottimi gli attori in un ruolo non facile, perfetta la scenografia, eccellente la fotografia… Davvero da recuperare!

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