la bestia nel cuore regia di Cristina Comencini Italia 2005
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la bestia nel cuore (2005)

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locandina del film LA BESTIA NEL CUORE

Titolo Originale: LA BESTIA NEL CUORE

RegiaCristina Comencini

InterpretiGiovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Stefania Rocca, Alessio Boni, Angela Finocchiaro, Francesca Inaudi, Roberto Infascelli

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Tratto dal libro "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini
Al cinema nel Settembre 2005

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Trama del film La bestia nel cuore

Da un po' di tempo Sabina è tormentata da diversi incubi e nonostante abbia una bella vita, comincia a chiedersi se sia veramente felice. Quando scopre di essere incinta, riscopre i suoi ricordi d'infanzia legati ad una famiglia allo stesso tempo severa e rassicurante, ma riporterà alla luce anche un penoso segreto...

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Voto Visitatori:   6,47 / 10 (92 voti)6,47Grafico
Migliore attrice non protagonista (Angela Finocchiaro)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore attrice non protagonista (Angela Finocchiaro)
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Voti e commenti su La bestia nel cuore, 92 opinioni inserite

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supersandra  @  15/09/2005 09:18:56
   8 / 10
Mezzogiorno sempre eccezionale premio meritato!..film dal tema drammatico con piccoli lati di ironia...andate a vederlo!!

checca  @  14/09/2005 22:26:48
   7 / 10
non che mi abbia del tutto colpita..anzi forse ne sono uscita un po delusa...ma è un film che puo piacere, che in fondo, anche se in maniera sempre soggettiva e personale, lascia un segno che è quello del dolore e della solitudine rispetto a dei dolori che non si iresce a confessare a nessuno..questo mi è piaciuto..la solitudine di sabina...ma è un mio pareer personal...per il resto ho avuto la sensazione fastidiosa che la comencini abbia voluto mettere tanta ma davvero tanta carne a cuocere, finendo per affrontare tutti i temi con un tocco di superficialita e confusione..brava la mezzogiorno che io cmq amo..la finocchiaro dovrebbe essere scelta piu spesso perche è una grande e la rocca non mi dispiace anche se il suo personaggio l ho gia doimenticato..lo cascio ha stancato un po...la regia, fotografia, insomma l aspetto tecnico è di gran lunga superiore a "il piu bel giorno della mia vita" che come intensità però mi è rimasto piu dentro.

Invia una mail all'autore del commento Maria Lucia  @  14/09/2005 15:02:45
   9 / 10
Toccante...Intenso....Giovanna Mezzogiorno è magnifica !!!! Meritatissimo il premio a Venezia; dipende dal vissuto di ognuno di noi a me ha lasciato un consapevolezza del dolore....ma anche una speranza "si può ricominiciare" ed andrare avanti con dignità...



carl8  @  13/09/2005 08:53:11
   8 / 10
Meglio un libro oppure un film? La Comencini risolve i nostri problemi trattando temi complessi e dolorosi in entrambi i modi.
Non credo sia "autocelebrativo" oppure presuntuoso. E' una sceneggiatrice, è una regista, ha sentito il profumo di cinema fin dalla culla.
Per una volta è comprensibile, forse chi meglio di lei sarebbe riuscita a trasformare in immagini le parole del suo libro.
E' vero, il film è bello, il film è da vedere, il film dice (non denuncia) qualcosa di importante, ma... Questo "ma", difficile da identificare, mi ha accompagnato per tutta la durata del film senza riuscire a comprenderne l'origine né la natura. Sarà per i troppi argomenti presenti nel film? Questo film, in realtà, di che parla? Incesto? Pedofilia? Violenze familiari? Omosessualità? Tradimento? Abbandono? Fuga da sé stessi? Unione familiare? Solitudine? Adattamento e aspirazioni? E' possibile far andare avanti in un unica opera tanti aspetti differenti? Magari sì, è impossibile che tutti riescano a legarsi amalgamandosi... e forse è quello il "ma". O forse no...

nextam  @  12/09/2005 23:01:06
   6 / 10
non sono affatto tenero con i registi italiani della nuova generazione ma a questa pellicola un 6 lo devo dare nn fosse altro per la buona prova di tutti gli attori, in special modo delle tre donne protagoniste. concordo tuttavia sulla crisi di soggetto che attanaglia il cinema italiano che ultimamente non sa uscire dagli sputi e le parolacce di Muccino junior, le crisi di nervi della Morante, i cellulari che suonano e i motorini che sfrecciano. Questo film, tuttavia, rompe un po' gli indugi e supera, seppur timidamente, gli schemi e gli stereotipi a cui ultimamente ci avevano abituati altri suoi colleghi che adesso spero stiano cercandosi un lavoro piu' serio. Inoltre la regista tenta e a tratti quasi lontanamente ci riesce di ricalcare quella narrazione intimista che fu propria di Vittorio De Sica, grande maestro: una delle massime espressioni a livello mondiale in film di questo genere. Niente paragoni irriverenti, per carita'. Ma la Comencini secondo me e' sulla buona strada.

astropelle  @  12/09/2005 19:39:01
   6 / 10
Che devo dire? La prima cosa che mi viene in mente è: "La solita storia italiana". A noi mancano i soldi per gli effetti speciali e perciò ci buttiamo su storie intimistiche che alla fine hanno il solito sapore fritto e rifritto.

. L'idea della Comencini è apparentemente originale e in un qual modo geniale: TRATTARE IL DRAMMA DELL'INCESTO COSI' COME VIENE RIVISSUTO DA ADULTO, in modo da approfondirne gli aspetti psicologici -il punto di vista di un fanciullo è troppo acerbo.-

. C'è però un problema: LA SCENEGGIATURA E' TROPPO BREVE e la Comencini ha incastrato due altre storie, del tutto indipendenti che non hanno nulla a che fare con quella principale:
1) La classica storia italiana che ci viene ormai propinata da anni: Lui ama lei ma ad un certo punto vede ciccia nuova (zompare sempre sulla stessa persona viene a noia) ed allora son corna.
2) La classica storia italiana 2: Lui lascia lei perchè quando lei ha raggiunto una certa età è meglio zompare su ciccia più fresca.

. Nessuno mette in dubbio che i temi sopracitati siano fin troppo attuali nella nostra società -basta vedere l'altissimo numero di divorzi- però ormai sono stati cinematograficamente più che abusati.

. L'INTRECCIO DELLE TRE STORIE RENDE IL FILM LENTO E MACCHINOSO: è vero che l'introduzione delle altre trame PERMETTE DI SPEZZARE LA TENSIONE DRAMMATICA e soprattutto di INTRODURRE UNA NOTA DI COMICITA' (storia 2) ma così facendo il film rallenta e diventa, soprattutto alla fine, noioso.

. Fra le altre cose, E' ASSURDA LA CONVERSIONE ALL'OMOSESSUALITA' DELLA FINOCCHIARO: il marito la abbandona e lei diventa lesbica... Cioè, è come se io(Astropelle è un maschietto) ricevessi il due di picche da una donna e per reazione diventassi finocchio... Mah!

. Per quanto riguarda la storia principale: è positivo il modo con cui la Comencini ha trattato l'incesto: in modo delicato, senza nessun riferimento esplicito alla violenza, evidenziando il dramma dei figli indirettamente NON TANTO NELLA FIGURA PATERNA MA IN QUELLA MATERNA.
Se in una famiglia il padre è incestuoso, la via di fuga è la madre. Ma se anche la mamma si fa matrigna e rimane volutamente sorda al dolore dei figli, NON PERCHE' OBBLIGATA DAL MARITO MA PER SUA LIBERA VOLONTA', allora la casa famigliare si trasforma in una prigione senza vie di uscita.

. Non mi è piaciuto come è stato trattato il ricordo dell'incesto: LA SCELTA TECNICA E' STATA IL CRESCENDO: un ricordo, il dubbio, l'incapacità di toccare l'amante -evidente in una scena di amore fra la Mezzogiorno e Lo Cascio-, il "sentito da dietro la porta" ed il "detto e non detto" fra Sabina, suo fratello Daniele e la moglie del fratello, la moglie del fratello che dice e non dice e poi si scusa e scappa imbarazzata ed allora Sabina si precita da Daniele e lo assale perché lei sta tanto male... Insomma, è più da thriller di serie C che da dramma psicologico.

. Quello che da' la sufficienza al film sono GLI ASPETTI SIMBOLICI -essenziali in questo tipo di storie, altrimenti si dorme saporitamente-:
il climax fra Sabina e Daniele che avviene dietro una coltre di fuochi di artificio (simbologia banale ma comunque efficace), la casa-cantina di Emilia -la cieca- intesa come covo per sfuggire alla vita e da cui Maria -la sua nuova amante- la fa uscire per riportarla alla vita (simbologia altrettanto banale ma comunque godibile), l'acqua intesa come elemento di dolorosa purificazione e di creazione di vita quando a Sabina si rompono le acque (questa simbologia mi è piaciuta molto), ecc. ecc.

. Infine, un OK ALLA RECITAZIONE: bravi tutti gli attori, a partire dalla Mezzogiorno e dalla Finocchiaro. Un po' banale Lo Cascio, ma in fondo ad essere banale era il suo pesonaggio.

. P.S. I due genitori di Sabina sono entrambi professori! Correggono i compiti e probabilmente danno tanti quattro. Mi sa che la Comencini ha un pessimo ricordo della scuola. State attenti, fanciulli/e: anche Astropelle è un prof. (di Matematica e Fisica per la precisione). E chissà, visto che spesso chi partecipa a questo forum è un giovincello, che non mi passiate fra le mani...

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Supergiaf  @  12/09/2005 18:46:18
   6 / 10
Una storia scabrosa, tetra con contorni improbabili.Il grande cinema di Sordi, Gassmann, Tognazzi, De Sica e Comencini padre non aveva bisogno di rapporti incestuosi, rapporti lesbici, corna, donne cieche ecc.Ci mancava solo un po' di droga e la pesantezza era completa.Meno male che ci sono bravi attori su tutti la Finocchiaro ma anche Giovanna Mezzogiorno.Le battute comiche della finocchiaro e del regista televisivo servono ad alleggerire il film.Una volta si andava al cinema per sognare ora si rischia di uscirne e buttarsi da un ponte.Speriamo che finisca questa tendenza auto lesionista del cinema filo ulivista a dipingere una società pessima.E adesso ci aspetta pure Nanni Moretti.Abbiamo bravi attori di cinema , ritorniamo ai nostri classici di 30-40 anni fa , facciamo remake!!!

Gianfranco (Nel 2006 votero' Berlusconi!)

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Ultima risposta 13/09/2005 16.18.47
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Ciccio  @  12/09/2005 00:49:06
   2 / 10
E' una vergogna ! Un vero insulto all'intelligenza dlla gente e del cinema italiano ! Perché la signora Cristina Comencini continua a fare film? Un' opera leziosa, presuntuosa e irrispettosa rispetto a chi ha vissuto davvero quel tipo di problema, che nel film è affrontato in maniera superficiale. Dialoghi assurdi. La coppa volpi a quella sagoma della mezzogiorno?!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Angela Finocchiaro sei l'unica attrice del film e si vede

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Invia una mail all'autore del commento actorar  @  10/09/2005 11:31:06
   10 / 10
Film che mi ha toccato particolarmente e ha toccato alcune corde di me.....sono rimasto particolarmente colpito e ancora stamani non mi sono ripreso totalmetne.....secondo il mio modesto parere proprio il fatto di svelare questa violenza in maniera soft ha fatto del film una cosa unica...nel senso che in questo film non ci sono scene di violenza ma quello che colpisce sono le conseguenze psicologiche della violenza e di quanto questa può far più male......bravissimi gli attori perchè hanno saputo rendere alla perfezione il dramma psicologico dei bambini violentati.Eccellente la scelta registica di non punture sulla colonna sonora perchè in questo film quello che conta sono i dialoghi......io gli do il massimo dei voti e consiglio assulatemente di andarlo a vedere....imperdibile.

nicocuc  @  10/09/2005 08:40:35
   6 / 10
Be'...che dire...di lento è lento...ma i volti dei perfetti attori te lo rendono più fluido.
Il film non è male se lo si va a vedere ben predisposti a trascorrere due ore di relax fisico (lo si vede seduti), ma non mentale.



Mavors84  @  10/09/2005 01:44:54
   7 / 10
dopo il lungo panegirico del mio predecessore (che condivido solo per il 10%) io sarò più breve: bel film, bella regia, gli attori davvero bravi... gli applausi a venezia meritati!!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2005 01:58:37
   5 / 10
Mi fa ridere pensare all'ironia della regista quando prende di mira la fiction tv più deleteria costringendo Franco (Alessio Boni) a battute improbabili per "campare" e un regista di velleità Sofocliane-teatrali alla parodia di se stesso. Mi fa ridere pensarlo, perchè tutto il suo film è una fiction: confezionata splendidamente, recitata benissimo, che alterna commedia e dramma, che regge (bene) su una Mezzogiorno meno sbaragliata della povera Buy con Faenza ("I giorni dell'abbandono"), con quel personaggio così divertente e tenero come quello dell'amica-collega cinquantenne (Angela Finocchiaro, bentornata!), a cui lo spettatore stupidamente moralista vorrebbe negare un bacio saffico e gira la faccia disgustato (quanti dvd lesbici hanno affittato gli stessi nella loro vita?). E con ammirazione o fastidio, dipende, scopro di non sopportare la bravura di Lo Cascio con quella faccia pulita-pulita e l'aria da primo della classe che a me personalmente guasta un po'. Ma perchè giudicare? La confezione è eccellente, proprio come una vera fiction, ci metti dentro il suo best-seller (o quello di Maria Venturi chissà) e altre cose ancora, la posta del cuore di Natalia Aspesi su Repubblica e quella di Donna Moderna, un po' di Grandhotel, una caterva di banalita' da soap-opera televisiva, e il gioco è fatto. Purtroppo questa è ormai la nostra Cultura e noi dobbiamo rassegnarcene. Piace tanto a mia madre e alle mie amiche che difficilmente a 25 anni leggono Goethe o Hermand Hesse mentre divorano quei libri che vanno tanto negli scaffali dei supermarket, Comencini compresa... La regista è una che se prende la piega giusta ci sa fare: Mobbing era diverso da ogni suo altro film. Era essenziale, sincero, credibile e soprattutto aveva un'unico referente di denuncia. Ora, la storia di Sabina avrebbe dovuto chiudersi dopo il viaggio in America, avremmo avuto un film magari non epocale ma soddisfacente. Il confronto tra lei e Lo Cascio, la ricerca della verità etc. etc. e tutti i ricordi del trauma infantile da un padre pedofilo che abusa dei figli, avrebbe portato chissà a un nuovo confronto con se stessa o magari alla perdita definitiva. Non mi importa, perchè non è detto che ad ogni costo una storia debba concludersi con un punto proprio come questo (.) Purtroppo no: come Muccino insegna gli ingredienti per una pozione magica devono esserci tutti: ci si deve commuovere, indignare, si empatizza o solidarizza, diventa tutto come "chi l'ha visto?", il "morboso" è servito. Non è nemmeno necessario operare per confessioni, meglio abusare (abusare sì) dei gesti e degli sguardi, invece tutto ci viene espressamente svelato. Così come "la famiglia che nasconde e occulta ma rimane pur sempre una famiglia" (sic), visto che la tematica della famiglia ricorre ossessivamente nella regista fin dai tempi degli esordi. Franco che è uomo attento e premuroso quando cerca la moglie sembra una scheggia impazzita, sembra un fuori-programma. La sequenza in un treno-fantasma è imbarazzante. Gli attori, le attrici comunicano efficacemente i loro ruoli, ma soltanto nel caso della Finocchiaro (Maria) ed Emilia (un'avvincente Stefania Rocca nei panni di una lesbica affetta da cecita') i personaggi superano l'impatto con la superficie da schermo televisivo. Piu' efficace, e meno ecumenico, l'episodio dei doppiaggi all'inizio del film, un'omaggio quantomeno "sentito" (torna in mente De Palma) alla serietà indiscussa di questi professionisti.
Insomma, il punto è questo: il film è "bellissimo" e tante menate non servono,se la nostra cultura è questa, allora va benissimo il Caso Comencini e tutto il rutilante contorno di melodramma nazional-popolare. Ma non venitemi a dire che il cinema italiano è "solo" questo

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