la bestia nel cuore regia di Cristina Comencini Italia 2005
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la bestia nel cuore (2005)

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locandina del film LA BESTIA NEL CUORE

Titolo Originale: LA BESTIA NEL CUORE

RegiaCristina Comencini

InterpretiGiovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Stefania Rocca, Alessio Boni, Angela Finocchiaro, Francesca Inaudi, Roberto Infascelli

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Tratto dal libro "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini
Al cinema nel Settembre 2005

•  Altri film di Cristina Comencini

Trama del film La bestia nel cuore

Da un po' di tempo Sabina è tormentata da diversi incubi e nonostante abbia una bella vita, comincia a chiedersi se sia veramente felice. Quando scopre di essere incinta, riscopre i suoi ricordi d'infanzia legati ad una famiglia allo stesso tempo severa e rassicurante, ma riporterà alla luce anche un penoso segreto...

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Voto Visitatori:   6,47 / 10 (92 voti)6,47Grafico
Migliore attrice non protagonista (Angela Finocchiaro)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore attrice non protagonista (Angela Finocchiaro)
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Voti e commenti su La bestia nel cuore, 92 opinioni inserite

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becky8  @  28/11/2014 11:31:30
   6 / 10
Io continuo a pensa che la Comencini come regista non valga tanto come regista... Può ringraziare il papà...

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Ultima risposta 28/11/2014 11.32.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  05/06/2007 10:38:08
   6 / 10
Sono proprio d'accordo con i voti messi, siamo in presenza del solito film italiano, melodrammatico e intimista, che racconta una storia drammatizzandola ulteriormente in un tripudio di musica asfissiante e primi piani.......Oscar? Ma non scherziamo! Intendiamoci la Comencini ci sa fare, sa alleggerire la storia mettendoci dentro la Finocchiario, per il resto è tutto abbastanza scontato.

La differenza fra il cinema italiano e quello straniero?

VEDETE MYSTERIOUS SKIN di Araki, stesso tema e poi mi date una voce

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Ultima risposta 08/10/2008 18.17.38
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regista  @  05/03/2006 10:55:18
   10 / 10
stupendo anche se non vince l'oscar come miglior film straniero lo andremo a sapere sta notte comunque mi potete rispondere chi ha visto la bestia nel cuore mi può dire sè lo possono vedere dei bambini di 11 che si vedono film cpome tenebre io sono confuso perchè mio nipote lo vuole vedere.rispondetemi vi prego comunque andatevelo a vedere

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Ultima risposta 05/03/2006 11.01.22
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alesfaer  @  14/12/2005 13:28:34
   3 / 10
il film di punta italiano è stato rappresentato agli awards da qst pochezza? ke vergogna. onestamente è1 film inguardabile. pesantissimo e prevedibile.

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Ultima risposta 12/02/2006 17.36.13
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Serlon  @  14/12/2005 12:35:39
   5 / 10
Il film scorre lento per gran parte della sua durata. Il soggetto è scontato, anche se trattato con una certa cura. Le scene che danno una svolta alla trama sono sempre annunciate prima che accadano, così da togliere ogni effetto sorpresa.
Si salvano gli attori, in particolare la Finocchiaro e la Mezzogiorno, e tre o quattro battute simpatiche.
Vorrei vedere la Mezzogiorno in un ruolo più brillante.
Vorrei vedere la Finocchiaro usare un minimo di dizione.

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Ultima risposta 14/01/2006 14.33.39
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silky  @  05/10/2005 16:23:52
   7 / 10
E' vero, il cinema italiano resta sempre in bilico tra i "re" degli incassi natalizi (Vanzina & Co) e i drammi intimisti... Se questo è quello che passa il convento, come male minore scelgo i drammi intimisti. Quello della Comencini, pur con le sue lungaggini narrative, a me è sembrato discreto. Il tema è stato trattato con delicatezza (forse troppa, si poteva "indagare" di più), ma lo salvo soprattutto per l'interpretazione di 3 attori: Angela Finocchiaro, Stefania Rocca e Giuseppe Battiston. La prima è semplicemente eccezionale: per me lei meritava la Coppa Volpi, se proprio qualcuno di questo cast doveva vincerla (desiderio inappagabile, perché i caratteristi in Italia sono considerati sempre di serie B, per cui non papabili a possibili premi...). Spero di rivederla presto in qualche altra produzione. Stefania Rocca è ottima nel ruolo di Emilia: dolente e amara, senza mai cadere nel macchiettistico o nel melodrammatico. In alcuni momenti sembra cieca davvero! Brava davvero. Giuseppe Battiston è spontaneo e credibile, anche lui delinea bene il proprio personaggio, senza stereotipi.
Per il resto, che dire? Film carino, che pone molte domande e ne lascia parecchie senza risposta...

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Ultima risposta 02/11/2005 15.41.01
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/09/2005 23:54:52
   5 / 10
Probabilmente la smania veneziana di avere un film italiano importante, dopo la bufala Chiesa, ha indotto un applauso tanto lungo quanto immeritato al film della Comencini. Come esaurientemente spiegato da illustri colleghi il film precipita proprio in ciò che vorrebbe pariodiare.
Trattasi di fiction, non di cinema.
La Comencini descrive con stile televisivo un dramma personale, senza riuscire ad elevarsi da una regia monocorde. Quando ci prova (vedi l'episodio finale del treno-bus) sfiora il ridicolo, ricordando un malriuscito scimmiottamento della nota pubblicità felliniana. Non oso pensare cosa ci avrebbe riservato la scena finale (tagliata in fase di montaggio) che ancora fa bestiemmare il produttore per essere stato costretto ad allagare, inutilmente, un enorme studio di Cinecittà.
Velo pietoso sulla recitazione della Mezzogiorno, tutte moine e smorfie snob. E dire che per premiare la vera vincitrice di Venezia, la Giuria ha dovuto inventarsi un premio 'al complesso della carriera'...

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Ultima risposta 29/09/2005 14.38.03
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Alberto  @  17/09/2005 13:14:28
   1 / 10
Classico film italiano, drammatico che ti fa venir voglia di CA GA RE. Il cinema italiano è sempre più ridicolo.

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Ultima risposta 21/07/2006 23.30.26
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Delfina  @  15/09/2005 19:49:09
   6 / 10
La storia offre degli spunti originali. Ma lo stile registico è davvero penoso: come al solito, i registi italiani ci offrono film che sembrano sceneggiati televisivi. Buono per passare due orette di svago al cinema, ovviamente con bilgietto ridotto, senza comunque addormentarsi...

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Ultima risposta 22/09/2005 11.11.24
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astropelle  @  12/09/2005 19:39:01
   6 / 10
Che devo dire? La prima cosa che mi viene in mente è: "La solita storia italiana". A noi mancano i soldi per gli effetti speciali e perciò ci buttiamo su storie intimistiche che alla fine hanno il solito sapore fritto e rifritto.

. L'idea della Comencini è apparentemente originale e in un qual modo geniale: TRATTARE IL DRAMMA DELL'INCESTO COSI' COME VIENE RIVISSUTO DA ADULTO, in modo da approfondirne gli aspetti psicologici -il punto di vista di un fanciullo è troppo acerbo.-

. C'è però un problema: LA SCENEGGIATURA E' TROPPO BREVE e la Comencini ha incastrato due altre storie, del tutto indipendenti che non hanno nulla a che fare con quella principale:
1) La classica storia italiana che ci viene ormai propinata da anni: Lui ama lei ma ad un certo punto vede ciccia nuova (zompare sempre sulla stessa persona viene a noia) ed allora son corna.
2) La classica storia italiana 2: Lui lascia lei perchè quando lei ha raggiunto una certa età è meglio zompare su ciccia più fresca.

. Nessuno mette in dubbio che i temi sopracitati siano fin troppo attuali nella nostra società -basta vedere l'altissimo numero di divorzi- però ormai sono stati cinematograficamente più che abusati.

. L'INTRECCIO DELLE TRE STORIE RENDE IL FILM LENTO E MACCHINOSO: è vero che l'introduzione delle altre trame PERMETTE DI SPEZZARE LA TENSIONE DRAMMATICA e soprattutto di INTRODURRE UNA NOTA DI COMICITA' (storia 2) ma così facendo il film rallenta e diventa, soprattutto alla fine, noioso.

. Fra le altre cose, E' ASSURDA LA CONVERSIONE ALL'OMOSESSUALITA' DELLA FINOCCHIARO: il marito la abbandona e lei diventa lesbica... Cioè, è come se io(Astropelle è un maschietto) ricevessi il due di picche da una donna e per reazione diventassi finocchio... Mah!

. Per quanto riguarda la storia principale: è positivo il modo con cui la Comencini ha trattato l'incesto: in modo delicato, senza nessun riferimento esplicito alla violenza, evidenziando il dramma dei figli indirettamente NON TANTO NELLA FIGURA PATERNA MA IN QUELLA MATERNA.
Se in una famiglia il padre è incestuoso, la via di fuga è la madre. Ma se anche la mamma si fa matrigna e rimane volutamente sorda al dolore dei figli, NON PERCHE' OBBLIGATA DAL MARITO MA PER SUA LIBERA VOLONTA', allora la casa famigliare si trasforma in una prigione senza vie di uscita.

. Non mi è piaciuto come è stato trattato il ricordo dell'incesto: LA SCELTA TECNICA E' STATA IL CRESCENDO: un ricordo, il dubbio, l'incapacità di toccare l'amante -evidente in una scena di amore fra la Mezzogiorno e Lo Cascio-, il "sentito da dietro la porta" ed il "detto e non detto" fra Sabina, suo fratello Daniele e la moglie del fratello, la moglie del fratello che dice e non dice e poi si scusa e scappa imbarazzata ed allora Sabina si precita da Daniele e lo assale perché lei sta tanto male... Insomma, è più da thriller di serie C che da dramma psicologico.

. Quello che da' la sufficienza al film sono GLI ASPETTI SIMBOLICI -essenziali in questo tipo di storie, altrimenti si dorme saporitamente-:
il climax fra Sabina e Daniele che avviene dietro una coltre di fuochi di artificio (simbologia banale ma comunque efficace), la casa-cantina di Emilia -la cieca- intesa come covo per sfuggire alla vita e da cui Maria -la sua nuova amante- la fa uscire per riportarla alla vita (simbologia altrettanto banale ma comunque godibile), l'acqua intesa come elemento di dolorosa purificazione e di creazione di vita quando a Sabina si rompono le acque (questa simbologia mi è piaciuta molto), ecc. ecc.

. Infine, un OK ALLA RECITAZIONE: bravi tutti gli attori, a partire dalla Mezzogiorno e dalla Finocchiaro. Un po' banale Lo Cascio, ma in fondo ad essere banale era il suo pesonaggio.

. P.S. I due genitori di Sabina sono entrambi professori! Correggono i compiti e probabilmente danno tanti quattro. Mi sa che la Comencini ha un pessimo ricordo della scuola. State attenti, fanciulli/e: anche Astropelle è un prof. (di Matematica e Fisica per la precisione). E chissà, visto che spesso chi partecipa a questo forum è un giovincello, che non mi passiate fra le mani...

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Ultima risposta 18/09/2005 18.49.19
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Supergiaf  @  12/09/2005 18:46:18
   6 / 10
Una storia scabrosa, tetra con contorni improbabili.Il grande cinema di Sordi, Gassmann, Tognazzi, De Sica e Comencini padre non aveva bisogno di rapporti incestuosi, rapporti lesbici, corna, donne cieche ecc.Ci mancava solo un po' di droga e la pesantezza era completa.Meno male che ci sono bravi attori su tutti la Finocchiaro ma anche Giovanna Mezzogiorno.Le battute comiche della finocchiaro e del regista televisivo servono ad alleggerire il film.Una volta si andava al cinema per sognare ora si rischia di uscirne e buttarsi da un ponte.Speriamo che finisca questa tendenza auto lesionista del cinema filo ulivista a dipingere una società pessima.E adesso ci aspetta pure Nanni Moretti.Abbiamo bravi attori di cinema , ritorniamo ai nostri classici di 30-40 anni fa , facciamo remake!!!

Gianfranco (Nel 2006 votero' Berlusconi!)

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Ultima risposta 13/09/2005 16.18.47
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Ciccio  @  12/09/2005 00:49:06
   2 / 10
E' una vergogna ! Un vero insulto all'intelligenza dlla gente e del cinema italiano ! Perché la signora Cristina Comencini continua a fare film? Un' opera leziosa, presuntuosa e irrispettosa rispetto a chi ha vissuto davvero quel tipo di problema, che nel film è affrontato in maniera superficiale. Dialoghi assurdi. La coppa volpi a quella sagoma della mezzogiorno?!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Angela Finocchiaro sei l'unica attrice del film e si vede

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Ultima risposta 18/09/2005 18.52.56
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2005 01:58:37
   5 / 10
Mi fa ridere pensare all'ironia della regista quando prende di mira la fiction tv più deleteria costringendo Franco (Alessio Boni) a battute improbabili per "campare" e un regista di velleità Sofocliane-teatrali alla parodia di se stesso. Mi fa ridere pensarlo, perchè tutto il suo film è una fiction: confezionata splendidamente, recitata benissimo, che alterna commedia e dramma, che regge (bene) su una Mezzogiorno meno sbaragliata della povera Buy con Faenza ("I giorni dell'abbandono"), con quel personaggio così divertente e tenero come quello dell'amica-collega cinquantenne (Angela Finocchiaro, bentornata!), a cui lo spettatore stupidamente moralista vorrebbe negare un bacio saffico e gira la faccia disgustato (quanti dvd lesbici hanno affittato gli stessi nella loro vita?). E con ammirazione o fastidio, dipende, scopro di non sopportare la bravura di Lo Cascio con quella faccia pulita-pulita e l'aria da primo della classe che a me personalmente guasta un po'. Ma perchè giudicare? La confezione è eccellente, proprio come una vera fiction, ci metti dentro il suo best-seller (o quello di Maria Venturi chissà) e altre cose ancora, la posta del cuore di Natalia Aspesi su Repubblica e quella di Donna Moderna, un po' di Grandhotel, una caterva di banalita' da soap-opera televisiva, e il gioco è fatto. Purtroppo questa è ormai la nostra Cultura e noi dobbiamo rassegnarcene. Piace tanto a mia madre e alle mie amiche che difficilmente a 25 anni leggono Goethe o Hermand Hesse mentre divorano quei libri che vanno tanto negli scaffali dei supermarket, Comencini compresa... La regista è una che se prende la piega giusta ci sa fare: Mobbing era diverso da ogni suo altro film. Era essenziale, sincero, credibile e soprattutto aveva un'unico referente di denuncia. Ora, la storia di Sabina avrebbe dovuto chiudersi dopo il viaggio in America, avremmo avuto un film magari non epocale ma soddisfacente. Il confronto tra lei e Lo Cascio, la ricerca della verità etc. etc. e tutti i ricordi del trauma infantile da un padre pedofilo che abusa dei figli, avrebbe portato chissà a un nuovo confronto con se stessa o magari alla perdita definitiva. Non mi importa, perchè non è detto che ad ogni costo una storia debba concludersi con un punto proprio come questo (.) Purtroppo no: come Muccino insegna gli ingredienti per una pozione magica devono esserci tutti: ci si deve commuovere, indignare, si empatizza o solidarizza, diventa tutto come "chi l'ha visto?", il "morboso" è servito. Non è nemmeno necessario operare per confessioni, meglio abusare (abusare sì) dei gesti e degli sguardi, invece tutto ci viene espressamente svelato. Così come "la famiglia che nasconde e occulta ma rimane pur sempre una famiglia" (sic), visto che la tematica della famiglia ricorre ossessivamente nella regista fin dai tempi degli esordi. Franco che è uomo attento e premuroso quando cerca la moglie sembra una scheggia impazzita, sembra un fuori-programma. La sequenza in un treno-fantasma è imbarazzante. Gli attori, le attrici comunicano efficacemente i loro ruoli, ma soltanto nel caso della Finocchiaro (Maria) ed Emilia (un'avvincente Stefania Rocca nei panni di una lesbica affetta da cecita') i personaggi superano l'impatto con la superficie da schermo televisivo. Piu' efficace, e meno ecumenico, l'episodio dei doppiaggi all'inizio del film, un'omaggio quantomeno "sentito" (torna in mente De Palma) alla serietà indiscussa di questi professionisti.
Insomma, il punto è questo: il film è "bellissimo" e tante menate non servono,se la nostra cultura è questa, allora va benissimo il Caso Comencini e tutto il rutilante contorno di melodramma nazional-popolare. Ma non venitemi a dire che il cinema italiano è "solo" questo

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Ultima risposta 07/04/2011 14.23.42
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