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Sono convinto che Brown abbia saputo comunicare più col muto che nell'epoca del sonoro, anche se i riconoscimenti paiono dire il contrario. Questo che secondo me è il suo magnum opus, l'opera più riuscita e intensa (la donna intesa come veicolo seduttivo sulla carne da parte del diavolo), contiene degli espedienti narrativi d'autore molto suggestivi, esempio il ritorno dal Sudafrica di John Gilbert, Brown in sovrimpressione sull'immagine fa scorrere a ritmo dei motori, degli zoccoli dei cavalli lo scandire del nome Fe-li-ci-tas, ma anche la ultracitata scena del calice, o l'allusione al sesso consumato dopo il primo incontro tra i 2, una complicità tra la Garbo e Gilbert che simmetricamente sfocerà nel privato, ma anche con Brown fu colpo di fulmine professionale tanto da assurgerla a sua musa personale.
senza dubbio uno dei capolavori dell'era del muto..brown è un mago con la cinepresa, e finalmente (cosa rara da trovare nei muti) anke la fotografia è di buon livello. greta garbo stavolta è una preda del diavolo ke fa diventare prede due amici fraterni ke hanno sigillato la loro amicizia con un patto di sangue quando erano piccini..la trama ricorda molto quella di pearl harbor (certo non può però averlo copiato!LoL). plot molto ben sviluppato anke se ai nostri occhi può sembrare un po' prevedibile a volte. la donna è vista come tentazione del diavolo (la garbo), ma anche come purezza e dignità (barbara kent, ke tra l'altro è un'ultracentenaria ancora in vita)..nn anticipo la fine, dico solo ke NON è pearl harbor!