la citta' delle donne regia di Federico Fellini Italia, Francia 1980
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la citta' delle donne (1980)

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locandina del film LA CITTA' DELLE DONNE

Titolo Originale: LA CITTA' DELLE DONNE

RegiaFederico Fellini

InterpretiMarcello Mastroianni, Ettore Manni, Anna Prucnal, Bernice Stegers

Durata: h 2.28
NazionalitàItalia, Francia 1980
Generegrottesco
Al cinema nel Gennaio 1980

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Trama del film La citta' delle donne

Snaporaz, uomo di mezza età, scende dal treno su cui sta viaggiando con la moglie per seguire una donna misteriosa. Si trova dapprima in un albergo dove scatenate femministe tengono un tumultuoso convegno (di cui nulla capisce), poi nel castello di un certo Katzone, un santone dell'erotismo, poi in un tribunale dove le donne lo condannano e in un'arena in cui deve essere linciato.

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Voto Visitatori:   7,97 / 10 (19 voti)7,97Grafico
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Voti e commenti su La citta' delle donne, 19 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Guy Picciotto  @  11/02/2021 12:21:17
   8½ / 10
immaginiamoci per un solo momento se Fellini oggi giorno fosse vivo e girasse la scena del del lo**** cimiteriale e galleria audiovisiva del Dottor Kat.zone col suo reliquiario orgasmico femminile. Il giorno dopo vedremo Fellini sotto processo accusato di crimini di misoginia e condannato a pene detentive. Solo questo da la misura del tremendo crollo sociale che si è consumato in occidente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  14/08/2020 18:16:19
   9 / 10
Viaggio onirico e grottesco nel mondo delle donne, rappresentate come probabilmente il regista stesso vede la loro frangia più femminista, la quale a sua volta inquadra a priori l'uomo come un essere subdolo che desidera la sottomissione del gentil sesso. La rappresentazione del rapporto uomo-donna che Fellini ci dà con questo film non è semplice da comprendere, anzi, però le immagini al limite del delirio ben rappresentano, visivamente e non solo, quella che è la contrapposizione tra i due mondi, condannando le pretese di superiorità da parte di uno e dell'altro sesso.

Sopravvalutato? Neanche per sogno! Un trip allucinante, per me una delle migliori pellicole di Fellini.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  19/01/2020 15:13:25
   8 / 10
Delirio onirico sospeso tra ricordo e immaginazione, che fa uno sberleffo tanto al femminismo misandrico quanto al machismo esasperato. Da molti considerato come un film minore nella produzione di Fellini, è invece un potente affresco surreale messo su pellicola del grande regista riminese.

Filman  @  05/10/2019 19:59:59
   9 / 10
Dopo aver delicatamente esplorato la sessualità femminile e dopo aver grezzamente e goffamente fatto satira sulla sessualità maschile in maniera sfarzosa e divertente, con LA CITTA' DELLE DONNE Federico Fellini mette finalmente in scena quel viaggio surreale, inconscio e onirico all'interno dell'edonismo virile da sempre accettato ma mai sviscerato così a fondo e in maniera biunivoca da ambo i sessi. Impossibile contare tutte le sequenze del film, ognuna ricca di particolari, ognuna con le proprie particolarità, ognuna con la propria originalità, ognuna con le proprie sperimentazioni, ognuna con la propria bellezza eppure ognuna facente parte dello stesso spirito e dello stesso corpo cinematografico, incredibilmente solido per quanto vario. La creatività prima dell'intuizione si percepisce nei momenti più verosimili e sovrasta lo spettatore nei trip più immaginifici, disegnando quello che è un capolavoro senza tempo, unico come ogni opera dell'autore ma più unico degli altri nella sua, apparentemente impossibile, naturalezza.

fabio57  @  04/09/2015 11:53:28
   6½ / 10
Farneticazione delirante di un autore celeberrimo e osannato a giusta ragione, ma che qui compie un passo falso, lasciandosi andare ad elucubrazioni cervellotiche e contorte. Non è certo il miglior Fellini, d'altronde non tutte le ciambelle vengono col buco.
Ha fatto di meglio di meglio

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Oskarsson88  @  12/09/2014 15:19:43
   7 / 10
Trasognato e di difficile interpretazione, si divide più o meno in due parti. Ci si lascia trasportare.. meglio nella prima parte comunque, da quando c'è la festa di Katzone perde un po'. Visione sul femminismo e sui suoi non riuscitissimi traguardi raggiunti.

cultmovie  @  06/03/2014 23:35:30
   8½ / 10
capolavoro onirico, surreale, provocatorio. Fellini in questo film mostra una visione della donna (in particolare la donna femminista) personale...ma al tempo stesso attuale e che da molti spunti di riflessione, una donna non più schiava dell'uomo ma libera e allo stesso modo disorientata e priva dei classici valori della donna...non più casalinga, moglie e madre ma una donna in cerca di nuove strade, spesso egoista, e che cerca di riversare tutte le sue frustrazioni e le sue colpe o mancanze sull'uomo.
che ha tra le varie colpe quella appunto di essere uomo...nel senso più superficiale e stereotipato del termine!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  26/09/2013 22:00:36
   7½ / 10
Sinceramente è il film di Fellini che fino ad ora mi è piaciuto meno. Non c'è che dire: è pur sempre un signor film, dalla fotografia, scenografia, costumi e ambientazioni di prim'ordine. L'unica cosa che non va è il fatto che stavolta Fellini non è riuscito perfettamente a conciliare i propri dubbi, i propri conflitti, i propri sogni con l'universalità umana.
L'ossessione e la fascinazione per il misterioso e multiforme mondo femminile (tema costante di Fellini da "La dolce vita" in poi) qui viene espressa tramite figurazioni simboliche a volte difficili da decifrare. Le immagini di stampo onirico sono piuttosto complesse (personaggi che escono dal niente non facili da classificare, il vento che fischia fuori contesto, ecc.) e questo uccide un po' il senso di poesia che era il fascino e il mezzo comunicativo principale nei film precedenti. Si fa fatica a trovare un nesso estetico univoco (visto che quello logico è quasi inesistente) che unisca e dia un senso complessivo. Si rimane un po' smarriti e quasi travolti dall'avvilupparsi a volte caotico delle diverse scene. "La città delle donne" è forse il film più "privato" ed ermetico di Fellini.
Comunque indirettamente è possibile interpretare un preciso stato d'animo e comprendere l'atteggiamento di Fellini verso la società italiana di fine anni '70. Prima di tutto si percepisce l'incupimento dello sguardo di Fellini verso ciò che lo circonda. Ne "La dolce vita" e "Otto e mezzo" la girandola di quadri sociali era percepita come una giocosa sarabanda, vista con sguardo bonario e ironico. A partire da "Prova di orchestra" il succedersi vorticoso di scene di stampo sociale si fa caotico, aggressivo, violento. Ne "La città delle donne" si sente un'atmosfera come di incubo, di smarrimento, di prigionia.
Fellini ci rende poi un ritratto impietoso della decadenza della società italiana, minata alla radice dagli egoismi e dagli interessi personali o di categoria (gli orchestrali di "Prova d'orchestra" e le donne di questo film pensano solo a se stessi, non hanno uno sguardo complessivo, un interesse generale).
Ne "La città delle donne" si individuano poi due atteggiamenti tipici di allora imperanti ancora adesso: quello fanatico, chiuso, polemico a priori, intransigente, aggressivo, intollerante, arrogante, oggi rappresentato dal Movimento 5 Stelle, e quello volgare, di cattivo gusto, esibizionista, cafone, autocelebrativo, rappresentato da Forza Italia. Fellini aveva già capito 30 anni fa quale sarebbe stato il destino spirituale dell'Italia.
In maniera preoccupata e "negativa" viene visto anche il dilagare fra la gioventù italiana della moda di stampo anglosassone dell'esibizionismo primitivista. Anche queste sono felici intuizioni di ciò che sarebbe poi diventato per noi (purtroppo) normale e naturale.

Invia una mail all'autore del commento ciaco63  @  27/01/2012 21:04:18
   9 / 10
Un autore come Fellini è grande perchè rispetta lo spettatore. Lo rispetta quando realizza opere non scontate, cioè non basate su clichè. In quest'opera, piu' sogno che realtà, è il rapporto uomo-donna che il regista scruta, analizza, ne cerca l'essenza per non approdare forse ad alcuna risposta definitiva. Ma proprio il porre il dubbio su cosa significhi uomo e cosa significhi donna in questo mondo fatto di infinite contraddizioni, ecco allora che le contraddizioni stesse ergono a immagine veritiera di ogni relazione umana!

tris  @  25/03/2011 00:09:08
   10 / 10
Il più bel capolavoro onirico del Maestro. E' probabilmente il film più bello che abbia mai visto. E poi la Damiani... la donna più femminile e bella del mondo!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  09/12/2009 22:25:55
   8½ / 10
Adoro Fellini e mi sono accorto di non avere ancora votato questo film (devo rimediare anche con Amarcord ma lo voglio rivedere,mi piace troppo).
Dopo il Casanova,capolavoro,Fellini esplora il mondo femminile e lo fa a modo suo,nel modo che adoro ovvero attraverso uno stile onirico e colorato,veramente da sogno. Meravigliosa Donatella Damiani mentre Mas*****nni è bravissimo ancora una volta. Alcuni punti del film sono un pò monotoni ma vengono ripagate da altre sequenze incredibilmente suggestive.
Fellini è tra i miei registi preferiti e mi dispiace dire che,insieme a E la nave,questo è uno dei suoi ultimi grandi film,non che quelli dopo siano brutti ma neanche belli come questo (mi manca solo La voce della luna).
Come sempre nel cinema di Federico è sempre tutto un sogno...o no?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  25/05/2009 14:26:10
   5 / 10
Brutto film di Fellini.

Purtroppo trovo questi "Viaggi" del regista davvero poco significativi e incomprensibili veramente. L'idea di fondo è troppo stupida e costruendosi attorno la solita ruota di personaggi curiosi e scene teatralmente deviate, tenta di trasmettere...non si sa cosa. Comunque devo riconoscere alcune buone trovate che mi hanno divertito, tutto il resto rimane un'incognita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  10/01/2009 13:22:04
   5 / 10
Mi associo a Emans e francamente trovo Fellini a volte insopportabile.
Vedendo la media sembra essere il regista più amato in assoluto, poi quando si parla dei propri registi preferiti pochissimi quasi nessuno lo cita.

Penso che ci sia un timore reverenziale nei suoi confronti, fermo restando i grandi capolavori, trovo che la sua filmografia sia altalenante e che a volte il suo stile travalica troppo il contenuto.
Nella città delle donne ci dovremmo trovare al cospetto di un film femminista (comunque arrivato in ritardo) di un ritratto su un mondo che cambia e sopratutto della figura dell'uomo che si modifica.
Su questo Fellini centra il punto però non si capisce dove voglia andare a parare, l'onirismo felliniano la fa da padrone ma non c'è sintesi con la realtà. secondo me un film pasticciato e inconcludente, godibile solo per il suo stile trasognato ma che francamente a me sembra una scatola vuota.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  17/11/2008 13:05:37
   5½ / 10
Continuo a non trovarmi daccordo con la massa che apprezza qualsiasi lavoro faccia Fellini...a me continua ad andarmi di traverso!
Questo viaggio allucinante che fa il protagonista mi ha preso davvero poco,mi ha annoiato e ha toccato argomenti a mio avviso poco interessanti...almeno per quanto mi riguarda!
Non so che dire,forse non lo capisco...

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/01/2009 14.31.45
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paride_86  @  06/10/2008 01:53:57
   10 / 10
Caleidoscopico ritratto dell'universo femminile percepito da Snaporaz, ovvero Federico Fellini. Visionario e coloratissimo, questo film conferma lo smisurato talento del Maestro che sa raccontare la realtà (femminismo, tradizionalismo, cambiamento del ruolo della donna) con colore ed ironia.

DarkRareMirko  @  27/08/2008 23:20:36
   8 / 10
Un film sopravvalutatisismo, da tutti, in sostanza.

Ci si trova di fronte ad il peggior Fellini (e per un grande regista come lui, il peggior significa "film molto buono", quindi...), peggior Fellini che comunque, tra un a dir poco cinico attacco al femminismo (non poi così immotivato comunque) tratteggia ed inquadra una verità incommensurabile, indiscutibile, anche e sopratuttto oggi ancor presente: l'incapacità del soggetto donna di potersi relazionare all'uomo, o meglio, ad un certo tipo di uomo.
Il ritratto di una donna sì libera ed emancipata, ma che comunque inquadra e prende di mira un soggetto non per sue colpe personali, ma per il solo fatto di appartenere ad una certa classe e/o categoria genetica.
Difetto non da poco e che certo è anche presente in uomini ma, diciamo che di solito è soprattutto presente in individui di sesso femminile.

Visivamente di un pregio indiscutibile, scenografie eccelse, Mas*****nni sempre grandioso, c'è da dire che però è un film che non sa ben giostrarsi tra realtà e sogno, ed il finale (trito, ritrito e stratrito) sta anche lì a dimostrarlo.

Un film che vale più per cosa ha da dire che per come lo dice, insomma.
Comunque consigliatissimo.

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Sanjuro  @  22/05/2008 20:54:45
   9½ / 10
"La città delle donne è un film minore" TUA SORELLA. Fellini lucidissimo, mastroianni in stato di grazia, una favoletta surrealista da ninna nanna, musicisti free jazz delle immagini. Questo è l' ultimo film immenso di Federico, poi il delcino (farcito anche da qualche splendida trovata)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  01/09/2007 14:17:28
   9 / 10
Film surreale che contribuisce al alimentare il mistero donna.

La donna viene intesa come impossibile oggetto, slegato da ogni razionalità stabilizzante. Nessun giudizio può essere formulato verso personalità femminili che si dibattono senza colpe da un mito a una leggenda, da un potere materno all'alienazione ambigua e sfuggente della sottomissione all'uomo.

Fellini sogna, ma quanta verità storica e desiderante il sogno racchiude!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/07/2007 14:33:55
   8 / 10
E' vero: l'invettiva di Fellini (potrebbe fare il paio con il ben più moderno Ferreri dello stesso periodo, quello che sovrastava lo schermo con la tematica della crisi contemporanea dell'uomo) ha il sapore proprio di una contemporaneità tardiva: echi di quel femminismo nichilista (soprattutto o solo di sinistra) avevano già fomentato piazze e discussioni negli anni precedenti, con le loro battaglie referendarie, con il loro vettore post-rivoluzionario.
L'ambiguità del film è quella di dover assecondare Fellini come cineasta aperto alle tematiche giovanili, ai fenomeni di massa, come è accaduto con l'affresco di "Roma" (ieri e oggi, aggiungo io), mentre in realtà siamo di fronte a un regista la cui dissacrazione fomenta soprattutto uno spirito conservatore, per non dire sottilmente democristiano.
Lo Snaporaz di M. è un'altro tassello dell'autoreferenzialismo che ha avuto i suoi esordi con l'intramontabile "Otto e mezzo".
Qui l'uomo è vittima delle sue contraddizioni, e non a caso celebra un'alter-ego (o no?) come Ettore Manni che, nel pieno di questo inferno kafkiano para-femminista, contempla la sua brutale consumazione orgiastico-fisica: eccessivo e magari a tratti delirante nel suo subconscio, "La città delle donne" ha comunque il merito di essere un film visivamente ricchissimo, quasi abbacinante nel retaggio circense che riguarda l'esposizione nuda e cruda dei difficili rapporti tra uomo e donna.
Un film molto discusso, successore di poco a quel Casanova che celebra il Vizio di vivere come apologia del bulimismo maschile, non a caso

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