la citta' di dio regia di Katia Lund, Fernando Meirelles Brasile 2002
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la citta' di dio (2002)

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locandina del film LA CITTA' DI DIO

Titolo Originale: CIDADE DE DEUS

RegiaKatia Lund, Fernando Meirelles

InterpretiAlexandre Rodrigues, Matheus Nachtergaele, Seu Jorge, Leandro Firmino da Hora

Durata: h 2.10
NazionalitàBrasile 2002
Generedrammatico
Tratto dal libro "La città di Dio" di Paulo Lins
Al cinema nell'Aprile 2003

•  Altri film di Katia Lund
•  Altri film di Fernando Meirelles

Trama del film La citta' di dio

Trasposizione cinematografica dell'omonimo libro di Paulo Lins che racconta lo sviluppo del crimine organizzato nei sobborghi di Rio De Janeiro tra la fine degli anni '60 e inizi anni '80.

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Voto Visitatori:   8,63 / 10 (195 voti)8,63Grafico
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Voti e commenti su La citta' di dio, 195 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

suboost  @  20/09/2012 06:50:34
   9 / 10
bellissimo, credo che sia stato ampiamente commentato.

esiste un precursore di questo film, purtroppo non è presente nel database

PIXOTE (la legge del più forte) di Hector Babenco, Brasile, 1981

molto più crudo, veri ninos de rua, ha un sottofondo sessuale neanche tanto nascosto, tra violenze in cella, prostituzione minorile e personaggi al limite della società è un pugno nello stomaco, nn adatto se nn si vogliono vedere scene di violenza sessuale e vero degrado.
il protagonista morirà nella vita reale a circa 19 anni ucciso dalla polizia di san paolo...

http://en.wikipedia.org/wiki/Pixote

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Ultima risposta 14/02/2017 12.15.37
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david briar  @  22/04/2012 20:17:54
   10 / 10
Ci sono quei film difficili da valutare,che vanno visti più di una volta per essere metabolizzati.E poi ci sono quei film che ti fanno capire quanto possa essere grande il potere del cinema,e ti fanno pensare che sia la cosa più bella del mondo."City of god" rientra in queste categorie.

La struttura a episodi del film,la circolarità che la caratterizza,la fotografia splendida,la recitazione realistica proprio perché compiuta da un cast preso dalle favelas,la regia che fornisce un ritmo inarrestabile ,oltre a tanti altri elementi, combinati lo rendono un prodotto unico e inimitabile.

L'estetica del film rimanda a volte a Scorsese,altre a Tarantino ,dando vita ad un incredibile spettacolo visivo,che riesce a essere straordinario sia nelle scene più minimali( in spiaggia soprattutto)sia in quelle più crude e violente,che colpiscono per la loro potenza espressiva.Il tutto grazie ad una regia che sa bene dove mettere la macchina da presa e a una fotografia affascinante.

La sceneggiatura è di alto livello,sia per come gestisce in modo fluido tutti i vari sviluppi della storia senza mai creare confusione,sia per come riesce a creare personaggi interessanti in un tempo limitato,magari senza un grande approfondimento psicologico,ma comunque non abbozza mai niente,evitando gli stereotipi e la superficialità facilmente inseribili in un simile contesto.
Coinvolge anche per il montaggio,che di solito nelle storie corali può combinare pasticci nonostante l'alto livello del film(vedere Syriana),mentre qua sfiora la perfezione.

Un elemento fondamentale che può essere facilmente sottovaluto è l'ironia.Trasmessa quasi esclusivamente tramite la figura del narratore,contribuisce a rendere leggere e piacevoli più di due ore in compagnia di argomenti e storie non certo gradevoli.Il film incolla alla poltrona anche per la regia,il montaggio e la sceneggiatura,che danno vita a un ritmo forsennato, ma sono l'ironia e la voce di Buscapè a dare sia una maggiore credibilità sia un maggiore intrattenimento.
Intrattenimento in un film che comunque vuole far pensare, e mostrare una realtà violenta,dando un ritratto non totalmente impietoso,ma comunque triste e opprimente.Una realtà,quella rappresentata dal film,in cui anche i buoni finiscono per compiere le stesse azioni dei cattivi,diventando come loro,mentre il contrario sembra impossibile,basta vedere la sorte di un personaggio.Una realtà in cui ogni minima azione corrisponde ad una reazione,creando un circolo vizioso che può finire solo male.

E' un film bellissimo e vero,un film che riesce a essere tante cose,che rimane davvero ben impresso nella mente.Un film che fa riflettere,un lavoro strepitoso assolutamente imperdibile.

Da vedere,magari più di una volta,la seconda volta si comprende meglio e si capisce quanto sia geniale...

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Ultima risposta 23/04/2012 17.59.55
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sandrone65  @  02/04/2011 00:07:37
   8½ / 10
Accidenti che film!!! Sicuramente influenzato nella forma dal cinema di Tarantino, ma in una rielaborazione personale del regista Meirelles che, nonostante tutto, ben poco concede alla violenza gratuita, come ci hanno abituato (spesso fino alla nausea) molti epigoni del Maestro di Knoxville. La violenza di questo film è piuttosto un crudo riflesso della realtà della favela. L'intreccio narrativo è ottimamente calibrato e spesso sorprendente, la sceneggiatura e la regia di livello decisamente alto.
Un film veramente notevole, da vedere assolutamente.

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Ultima risposta 04/04/2011 15.06.04
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edmond90  @  28/01/2010 20:20:11
   9 / 10
Il regista esordiente Fernando Meirelles fa subito centro con un grande film.Un ritratto impietoso della cruda realtà delle favelas di Rio.Mi è piaciuto molto il cambio di stile registico ad ogni stacco temporale

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Ultima risposta 17/10/2013 12.08.52
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tnx_hitman  @  28/01/2010 20:05:12
   9½ / 10
Ci vuole una faccia tosta per rimanere inchiodati alla poltrona per tutta la durata.Veramente crudo ma realizzato splendidamente.Coraggioso far notare alla popolazione mondiale una Rio De Janeiro non tutta cartoline,donne prorompenti e balli di carnevale.Sono rimasto stupito a dir poco...complimenti ai 2 registi.

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Ultima risposta 28/01/2010 20.12.59
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/11/2009 20:44:58
   7½ / 10
A Rio de Janeiro la città di dio è un quartiere non solo senza dio, ma anche senza legge, senza luce, senza ordine, senza infanzia. Disperato e indigente. E fin qui è realtà.
Traffici, bande rivali, lotte di territorio, giovanissimi randagi, spari: forse troppi? Veridicità tradita da una regia decisamente ritmata (siamo in Brasile, d'altronde) che comincia e si conclude nell’inseguimento della gallina. Un po’ alla “Amores perros” di Inarritu, per intenderci. Giungla di corpi colpiti. Non è paese per vecchi, per davvero!
Coinvolge la sua violenza come un samba, e non ha l’immediatezza e la crudità, forse, delle foto di un reporter.

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Ultima risposta 21/11/2009 21.32.56
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pat3  @  09/05/2009 16:12:38
   9½ / 10
Dio che tristezza!
mi spiace, ho finito adesso la visione, e non riesco a scrivere nient'altro....

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Ultima risposta 12/05/2009 15.32.42
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Invia una mail all'autore del commento sb6r  @  29/01/2009 13:53:16
   9½ / 10
Un'occhiata controsole.

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Ultima risposta 29/01/2009 14.22.51
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  16/05/2008 23:48:47
   10 / 10
"L'onestà non paga"

Capolavoro che portò alla ribalta Fernando Meirelles, successivamente regista del più famoso The Constant Gardener.
Tratto dal romanzo omonimo di Paulo Lins, City of God racconta lucidamente e con un realismo incredibile lo sviluppo della malavita nella favela denominata la Città di Di0.
Un film che fa del realismo il suo punto di forza assolutamente lontano dalle confezioni hollywoodiane.
Un film crudo e immensamente triste. Nichilista fino all'ultimo fotogramma, ma in grado di analizzare lucidamente il degrado e la malavita delle favelas.
Una realtà degradata, dove nessuno vale nulla, e tutti combattono per soddisfare la propria sete di vendetta o la brama di potere.
Un film corale bellissimo, con un'ottima regia e un montaggio veramente fantastico.
Consigliatissimo per tutti coloro che amano il cinema perchè senza dubbio questo è un grande film. Personalmente lo ritengo un "fottuto" capolavoro.
Con la speranza che Meirelles ritorni su ottimi livelli già con l'imminente Blindness.

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Ultima risposta 07/06/2008 13.07.18
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doppiak  @  12/11/2007 12:15:54
   9 / 10
molto molto bello... un ritratto della parte povera del brasile,dove si spaccia,si uccide cm se niente fosse

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Ultima risposta 04/12/2007 23.43.32
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nodonodello  @  10/07/2007 00:59:32
   3 / 10
film banale... lungo all'inverosimile per quello che dve trasmettere, non mi spiego tutti questi elogi.
Da rivlutare al ribasso

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Ultima risposta 10/03/2008 12.53.23
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roywolf  @  02/07/2007 20:40:35
   4 / 10
a me non è piaciuto.Non credo sia da elogiare più di tanto.
Preferisco altri film.

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Ultima risposta 25/07/2007 13.40.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  11/06/2007 21:05:42
   10 / 10
la soggettiva iniziale della gallina
con quello strepitoso montaggio da riuscitissimo effetto koulechov
è qualcosa da antologia

e l'incipit di questo poema brasiliano
non è che un assaggio delle gesta
del trio tenerezza
di zepequeno
di buscapè
di benè
..



gran film di spessore..

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Ultima risposta 07/02/2008 10.40.27
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PetaloScarlatto  @  08/06/2007 12:54:52
   10 / 10
senza pietà....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! un film peticamente violentissimo ed esagerato, volutamente, nel finale bellico in città...

Straordinario. Una vera, vera, vera sorpresa...

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Ultima risposta 25/07/2007 13.38.51
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  20/04/2007 22:07:42
   9½ / 10
Uno dei film più belli che abbia mai visto.
Uno dei film più sconvolgenti che abbia mai visto.
Uno dei film più interessanti che abbia mai visto.
Uno dei film migliori che abbia mai visto.
Uno dei film più magici che abbia mai visto.
Uno dei film più spietati che abbia mai visto.
Uno dei film più brasileiri che abbia mai visto.
130 minuti di realistica, devastante, disperata violenza nella favela "Città di Dio" in una carrellata dagli anni Sessanta fino ad oggi.
per tutto il film mi risuonava la frase di Buscafè "L'onestà non paga" e vedevo il percorso di autodistruzione di Ze Pequeno e a ogni rivincita sussurravo "L'onestà non paga eh Byscafè?". Fernando Meirelles descrive con massacrante realismo una realtà che conosciamo zero e che nella visione crea un impatto così forte che è impossibile trattenere la commozione. mi sta facendo pensare molto, penso che sia un film importantissimo da riproporre in ogni occasione, assolutamente da non dimenticare. è geniale come Meirelles gestisce la quantità enorme di materiale in una fluidità così impressionante, da far impallidire Kubrick e Tarantino. che bello l'intreccio temporale in modo che la scena si veda tre volte in punti di vista differenti mi ha rievocato gioielli come Rapina a Mano Armata e Jackie Brown, che belle le musiche, gli ambienti, CHE BELLO IL BRASILE!! che bravi gli interpreti. CHE FILM.

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Ultima risposta 22/04/2007 13.56.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/03/2005 22:16:53
   8 / 10
1 STRUTTURA - Obiettivamente, per quanto temporaneità e script siano diverse, le similitudini col film di Scorsese non mancano di sicuro Ma se Scorsese mirava in "gangst of New York" a raccontare la degenerazione di un Paese atto a un'imminente mutazione sociale e demografica, in Cidade de Deus (che è alneno a livello di scelta di attori e tematiche affrontate, il "Mery per sempre" brasiliano) c'è tutta l'ascesa di una Contemporaneità che ha causato solo conflitti Una specie di nouvelle vague latina ben diversa dai compitini calligrafici di Central do brasil et similia. Meirelles ha realizzato un'opera di una vitalità sconvolgente, durissima ma realista fino a sembrare cinica, mai faziosa ma da accogliere con pregiudizio e reticenza dal punto di vista morale La splendida fotografia di Cesar Cialone l'impronta sitlistica del film portano a un'immersione quasi "saudade" che contrasta efficacemente con l'estrema violenza delle favelas in quel mondo dove tutto è possibile, tranne la speranza Del resto i temi (fratellanza-fedeltà-branco-tradimento-rispetto-ordine) sono gli stessi della controversa epopea di Scorsese sulle origini dell'America moderna... con le gang a difendere il proprio terreno - vita e morte - e forze dell'ordine screditate dalla corruzione e dall'orgia di potere (come direbbe Gavras)
2 - CORPI E SPARI - Un cinema di corpi, nudi e bellissimi immolati dalle ferite, da una morte tanto nichilista da non offrire alcun spazio per la pietà Una nudità ostentata come il sangue che scorre, vivivo, che non ha alcun senso nemmeno l'arbitrario cinismo di Schroder ("la vergine dei sicari", altra realtà sinistra) e quindi Meirelles non evita qualche compiacimento di troppo, nell'inesistenza pietistica di questa fauna che muore cronologicamente a meno di vent'anni. Siamo al paradosso dell'uguaglianza fatale, non importa chi come a che età Corpi, forme di lotta e forme fisiche, ma anche RUMORI raffiche di mitra tanto care all'egemonia del gangster-movie o al gangsta-rap creando - guardacaso - una sorta di insolito tardivo BLAXPOITATION d'importazione Curioso pero' che il film si appropri con uno stile iconoclasta e marcatissimo che sembra citare il Godard prima maniera, o i videomakers indie degli anni sessanta, i western persino Spike Lee proprio della cultura Blaxpoitation creando squarci di identità razziali ben precise come nell'allucinata, splendida sequenza di un rave-party dedicata a uno dei protagonisti, in una festa d'addio tristemente alusiva e profetica!
3 CELEBRAZIONE DEL CRIMINE O RAPPRESENTAZIONE DI UNA JUGLE LAW? -
al primo impatto CITY OF GOD passa per cio' che non è nè vorrebbe essere, la celebrazione del crimine con la mitologia del FORTE che prevarica sul debole, lo slang dei "mestieri" per entrare nelle gang, tutto appartiene a un'estetica nevrotica e ossessione, quasi da fumetto pulp, che avvicina meninos de rua e vagabondaggio alla deriva mitizzata delle "scuole" del Bronx e di Harlem e della drug culture afroamericana In realtà c'è un solare contrasto con la faida truculenta delle favelas, che quasi mira a sopraffare l'inferno che regna incontrastato. Ripeto: la fortissima vitalità del film esprime quel linguaggio corporeo e mentale del bisogno di rivincita, di lotta, di ribellione, ma anche - per quanto strano sia - di un'enorme, commovente febbre di vivere. Tra l'amore disperato dei due amanti e l'ultima fuga à la Bonny & Clyde e la purezza/pacatezza quasi immateriale dello sfortunato junkie in cerca di futuro, o la passione fotografica del protagonista imbelle ma miracolosamente mai guastato dal piccolo mondo circostante, quello di Meirelles è uno squilibrio tecnico mirabile, opposto quasi al suo rigore realistico, frastornante nell'uso dello split-screen: ma è un meccanismo che per quanto soffochi la nostra impazienza, deviando da ogni plausibile metafora partigiana è indirettamente proporzionale alla forza (e che forza) delle immagini Meirelles ha intuito un solo fattore fondamentale: l'abuso del Male nell'immagine non solo ci priva della necessaria obiettività, ma rimuove precocemente lo stesso concetto di Pietas e indignazione che un soggetto simile avrebbe potuto avere
4 - VERITA' - UNA PARTE TRA LE ALTRE - ... del resto è alla base della stessa avventura del protagonista come reporter: che la verità è una sola. Il resto è celato. Apoteosi inquietante ma bellissima della neutralità del pensiero e dell'indignazione di massa, col coraggio di neutralizzare (appunto) un'accusa che non semina alcunchè, nella realtà
5 - dizionario della CIDADE DE DEUS
B BLAXPOITATION
C CINISMO COLTELLI CORPI CRIMINE
D DIDASCALIE
F FERITE FOOTBALL FUCILI
G GANGST OF NEW YORK
H HIP HOP HOLLYWOOD
M MEDIAZIONE MORALITA' MORRISSEY (paul, "Trash", 1968) MORTE
N NUDITA'
O OBSESSION ODIO OFF ONORE
P PALLOTTOLE PULP
R RAVE RAZZA REPORTAGE
S SANGRE SPLIT-SCREEN SPARI
T TAGLI
V VIOLENZA VITA
W I GUERRIERI DELLA NOTTE
Z ZE' PEQUENO

5 risposte al commento
Ultima risposta 20/09/2005 22.12.28
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Invia una mail all'autore del commento roberta  @  21/05/2003 19:15:40
   9 / 10
Una realtà inquitante ma descritta in maniera obiettiva e sincera, l'anima di un Brasile che non vogliamo conoscere!

3 risposte al commento
Ultima risposta 23/07/2004 12.05.57
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