la citta' perduta regia di Jean-Pierre Jeunet Francia 1995
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la citta' perduta (1995)

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locandina del film LA CITTA' PERDUTA

Titolo Originale: LA CITE' DES ENFANTS PERDUS

RegiaJean-Pierre Jeunet

InterpretiRon Perlman, Daniel Emilfork, Judith Vittet, Dominique Pinon, Jean-Claude Dreyfus

Durata: h 1.49
NazionalitàFrancia 1995
Generefantasy
Al cinema nel Dicembre 1995

•  Altri film di Jean-Pierre Jeunet

Trama del film La citta' perduta

In una metropoli oscura e futuribile, costruita su palizzate nell'oceano, uno scienziato rapisce legioni di bambini per sottrarre i loro sogni, ma spaventandoli partorisce solo incubi. In questa atmosfera surreale si narrano le vicende di Juan, alla ricerca del fratellino rapito, e di una banda di orfanelli rapinatori, capitanata dalla giovanissima e coraggiosa Miette.

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Voto Visitatori:   6,74 / 10 (21 voti)6,74Grafico
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Voti e commenti su La citta' perduta, 21 opinioni inserite

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stratoZ  @  17/08/2023 15:51:37
   6½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

E’ un peccato perché “La cité des enfants perdus” è un film visivamente molto affascinante, trovo l’opera un’occasione sprecata perché le potenzialità per fare di meglio c’erano tutte.

Tra i film di Jeunet è quello col comparto visivo che preferisco, quello più darkettone con delle atmosfere splendide, dagli esterni che rimandano - e certe volte citano palesemente - l’espressionismo tedesco, Caligari in primis, ma anche un po’ lo stile di Burton - che era a sua volta comunque influenzato dall’espressionismo quindi si torna sempre lì - agli interni tipicamente vittoriani/ottocenteschi con il laboratorio di Krank in pieno stile steampunk. Insomma la messa in scena è molto carina, ambientata in un futuro alternativo con questa città oscura e nebbiosa, davvero suggestiva, ci si mette pure la regia di Jeunet che comunque questa volta riesce a non strafare troppo e ci regala diverse sequenze interessanti, perlopiù molte filtrate da una visione soggettiva tra grandangoli esagerati, distorsioni, punti di vista inusuali e molto altro ancora.

Perde invece a livello narrativo, dopo una partenza discreta con il rapimento del fratello e il successivo incontro di One con i bambini, con i quali è sottolineata una differenza fisica notevole ma un’empatia reciproca, il film si perde un pochino in una parte centrale con poco mordente e con qualche bizzarria di troppo di caratteri ridondanti, i cloni ad esempio ad una certa sono abbastanza pesantucci da sopportare, così come l’uso di uno stile cartoonesco certe volte troppo esagerato.

Dispiace perché è anche uno di quelli di Jeunet che mi è piaciuto di più e sicuramente ha il suo forte fascino visivo

pak7  @  26/09/2022 14:57:28
   5 / 10
Idea affascinante, ma realizzata male.
Pellicola insapore, visivamente interessante, ma troppo lontana dai miei gusti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  01/05/2021 14:34:02
   5½ / 10
Una favola per adulti e poco adatta ai bambini, di cui tutto sommato sono i protagonisti. L'apparato scenografico di Jeunet è di prim'ordine e molto ricercato soprattutto nei particolari. Fiaba surreale dove non tutti gli elementi funzionano alla perfezione, probabilmente perchè soddisfa poco il lato adulto e troppo spaventoso per il mondo infantile. Piuttosto particolare non c'è che dire, personalmente nel sottoscritto non ha lasciato aprticolari tracce.

topsecret  @  15/10/2020 21:46:40
   5½ / 10
Una sorta di favola dark dai toni e dai colori freddi e cupi, confezionata bene sotto l'aspetto visivo ma poco entusiasmante per quello che riguarda il coinvolgimento.
Una storia surreale, strana e visionaria, non per tutti i gusti, capace di farsi apprezzare per certi aspetti ma non esaltante per altri. Cast sufficiente, regia disinvolta ma ritmo narrativo non tra i più fluidi visti in giro.
Destinato ai cultori dello steampunk.

76mm  @  01/06/2017 12:40:30
   6½ / 10
Forse meriterebbe qualcosina in più, almeno per l'eccezionale lavoro svolto dal reparto tecnico (in particolare costumi e scenografia), ma l'accumulo di situazioni e personaggi borderline a lungo andare mi ha un po' saturato.
La storia, per quanto cervellotica, è ben congegnata…ci vogliono 15/20 minuti per riuscire ad entrare in piena sintonia col contesto in cui ci si sta muovendo ma poi scorre bene fino alla fine.
Anche le interpretazioni sono ok, ma io personalmente il grottesco lo apprezzo di più se inserito, come elemento di disturbo, in un contesto di normalità…quando tutto ciò che compare sullo schermo è grottesco l'effetto straniante dopo una mezz'oretta si azzera e subentra un leggero fastidio.
Qualche freak in meno avrebbe giovato.
Godibile in ogni caso.

GianniArshavin  @  03/10/2015 20:46:00
   5 / 10
La città perduta è un film del 1995 diretto da Jeunet , in Italia uscito in sordina ed un po dimenticato, mentre all'estero consolidò la fama del regista francese dopo il successo del suo precedente lavoro.

Questa favola nera ,che rispecchia in pieno lo stile dell'autore francese, è un concentrato di bizzarrie e tanta creatività a servizio di una trama che offre molteplici spunti di riflessione. La storia si svolge in una cittadina fra il barocco e il futuristico,in un clima oscuro e decadente. Le scenografie dunque sono uno dei punti di forza del prodotto, insieme agli attori e all'idea di base.

Purtroppo con i primi film di Jeunet non ho un rapporto del tutto idilliaco, ed anche ne La città perduta ho trovato alcuni elementi non di mio gradimento, tipo una storia fin troppo strampalata e troppo sconclusionata. Questi fattori indeboliscono i significati dell'opera non riuscendo a sfruttare il grottesco a dovere come fanno Burton o Gilliam ad esempio.

Nel complesso un prodotto curato e dai tanti spunti ma che non è riuscito a colpirmi ne a lasciarmi molto.

Odoacre71  @  18/10/2013 19:44:30
   7 / 10
C'è molta carne al fuoco, bisogna ammetterlo. La scenografia è davvero uno spettacolo per gli occhi, una Venezia dark.
Quello che non mi convince, come in molti film francesi, è l'umorismo che si vorrebbe poetico, per me è spesso stucchevole.
Alcuni personaggi poi sono irritanti.
Tutto sommato vale il tempo speso

ferzbox  @  07/10/2013 17:52:46
   8½ / 10
Ecco uno dei miei film francesi preferiti,"La citè des Enfants perdus";capolavoro di Jean Pierre Jeunet.
Trattasi di una "favola moderna" grottesca,visionaria e surreale.
Un mondo onirico che miscela atmosfere leggermente "ottocentesche" ad un ambiente industriale e futuristico.
Una città immensa e lucente abitata da personaggi bizzarri che ne determinano la forma e l'anima.

Bambini che vengono rapiti per assecondare le fantasie malate di uno strano scienziato che ne vuole rubare i loro sogni...emarginato all'interno di una piattaforma in mezzo al mare e circondato da personaggi strani quanto lui ....privo di sogni,ma rappresentante degi incubi.....

Protagonista di questa vicenda,l'orfanella Miette ed il gigante buono Juan,alla ricerca del fratellino scomparso di quest'ultimo...

Le varie vicende trasportano in una favola allucinogena e surreale.
Sono rimasto incantato dalla superba atmosfera dettata dalle musiche,le scenografie,la fotografia e l'ottimo uso delle luci.
Pellicola molto particolare;non gradevole a tutti penso.....ma personalmente l'ho reputata un ottima produzione dal sorprendente stile registico.
Una chicchetta passata inosservata nel nostro paese,ed è una vergogna...

Assolutamente superbo...

Lucignolo90  @  18/11/2012 01:16:53
   7 / 10
Altra prova che dimostra, come se ce ne fosse stato bisogno, del talento straordinario dell'emergente regista francese Jean-Pierre Jeunet, qui alla sua seconda co-direzione con Marc Caro dopo l'altrettanto ottimo Delicatessen (1991) e in procinto di li a poco di rinnovare la propria fama a livello internazionale con il successo parziale di Alien - La Clonazione e di quello definitivo con lo splendido Il favoloso mondo di Amelìe.
Ma fu proprio questa pellicola a spingere su di lui la candidatura per la direzione del quarto capitolo della saga di Ripley. Un film dalla chiara ispirazione steampunk, film ambientati nel passato con tecnologie future (è la rappresentazione del passato se il futuro fosse arrivato prima, cit.).
Straordinari gli effetti visivi creati dal grande Pitof (guardare la scena di morphing nel finale) e la colonna sonora del sempre impeccabile Angelo Badalamenti.
Per quanto riguarda gli attori una citazione a parte merita Judith Vittet, capace di sfornare una prova di grande maturità nonostante la tenera età e Daniel Emilfork, nel ruolo di uno strambo "mad doctor" che rapisce bambini per ringiovanire. Ron Perlman dal canto suo era l'unico attore americano nel cast, oltre che conosciuto primariamente come caratterista, e il fatto che intervenga in pochi dialoghi e comunqua dia il suo contributo fà comunque apprezzare la sua prova. Per quanto riguarda gli altri troviamo Dominique Pinon e Jean Claude-Dreyfus, che avevamo già visti nel precedente film di Jeunet e ritroveremo avanti nella sua filmografia. Senza dimenticare il mitico Jean-Louis Trintignant che presta la sua voce al cervello Irvin.
Non è un film per tutti, ma se volete una prova di grande estro visivo/emotivo diversa dal solito non vi resta che spingere play.

kako  @  14/04/2012 19:25:31
   8 / 10
una favola dalle atmosfere dark veramente molto bella. Una storia originale e ben confezionate in una scenografia stupenda. Ai protagonisti è impossibile non affezionarsi e tutti i personaggi, sia i positivi che i negativi, sono ben personificati e caratterizzati. Oltre alla scenografia, anche la fotografia, la regia, gli effetti, le musiche sono molto curati. Un fim stravagante, ma affascinante che merita certamente molta considerazione

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  21/01/2012 13:45:32
   9½ / 10
"Il nulla è uguale all'infinito"

E' una frase che fa gelare il sangue: infinito e nulla sono già due termini filosoficamente parlando che fanno paura all'uomo, due concetti a cui non riesce a pensare e che scaccia per paura di cadere in un baratro da cui la sua anima non potrà più uscire. Un senso di angoscia, lo stesso che Jeunet fa trasparire da questo film. Un film davvero fatto bene, uno dei più grandi film del sottogenere steampunk dove la storia al primo acchito può sembrare superficialmente banale ma che contiene in profondità una forte denuncia alla società d'oggi inserita con estrema delicatezza. Non è una favola per bambini ne un film d'intrattenimento fantascientifico ma bensì una visione negativa del futuro (apocalittico) che sembra già presente, un presente buio caduto appunto in quel baratro oscuro dove la scelta di girare il tutto in steampunk con forti accenti drammatici, horror, fantascientifici, surreali non fa altro che enfatizzare il disagio del regista di fronte alla visione di un mondo in decadimento.

Ambientato in un'era non ben definita, a metà fra il medioevo, l'epoca vittoriana e un futuro nero, viene velata da un'accattivante cupezza generale che stronca lo spettatore e lo ipnotizza mentalmente facendolo catapultare in un mondo che affascina per un certo senso.
Gli ambienti loschi, i costumi trasandati, le scenografie fantascientifiche piene di dettagli, oggetti antichi che si contrappongono a nuovi marchingegni che seguono l'ingegneria meccanica andando a formare spesso apparecchiature che si fondono tra quelle tecnologiche e quelle analogiche in un unico oggetto, come l'occhio che è formato da un obiettivo grandangolare con soffietto nella parte fisica accompagnato da tecnologie anacronistiche per quanto riguarda "l'anima", enfatizzano l'atmosfera corrente andando a parare sulla metafora sottostante che grava sullo spettatore lasciandogli una situazione sociale su cui pensare.

Si parlava di Marcello e della sua "stramberia" ma tutti i personaggi sono uno più strano dell'altro, e le interpretazioni, sia dei più piccoli, sia dei più adulti, sono buone, complimenti a Pinon, Emiefork, Preyfus, ma è Perlman che eccelle su tutti con la sua magnifica pronuncia.
PRitornando a Marcello, che è sì un oggetto steampunk, ma soprattutto anche un personaggio che incarna tutta la grandiosità cinematografica, tecnica e artistica, di questo film.

Jeunet pone una grandissima attenzione in ogni minimo particolare e non può che eccedere nelle scelte artistiche. Vediamo l'uso del fisheye stesso e le distorsioni, gli effetti speciali, le sovrapposizioni, i flashback, le trasformazioni fantastiche nel sogno,.. Tutto ciò è enfatizzato e sottolineato dalla fotografia, una delle più belle mai fatte, non tanto per l'attenzione riposta ma per l'uso che ne fa il direttore della fotografia e il regista. Con luci dure, spesso laterali, un livello alzato di grigio con temperature sopra al normale, il forte contrasto che tende a tuffarsi in un'accentuata saturazione che si bilancia sull'utilizzo di toni caldi verdastri (tipici del sensore) e giallastri (tipici di un'alta saturazione), calcando l'atmosfera del film.
Insomma questo è uno di quei rari casi dove la fotografia parla da sola, una fotografia che sa raccontare la visione negativa e buia del regista che usa la cinematografia come mezzo di denuncia a livello metaforico e soprattutto riuscendo ad accostare un contenuto davvero pieno di tecniche cinematografiche, artistiche e stilistiche.

Jeunet è uno dei più grandi registi francesi, e non solo, di oggi e degli ultimi vent'anni e con film come questi (DELICATTESSEN, IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE, L'ESPLOSIVO PIANO DI BAZIL,..) sembra riprendere l'onda geniale di Melies. Infatti il film sì ricorda film come BAZIL dell'85, BLADE RUNNER, IL FANTASTICO MONDO DI OZ, ma guardandolo con attenzione esso ricorda soprattutto i film di Melies come IL VIAGGIO NELLA LUNA, VENTI MILA LEGHE SOTTO I MARI, VIAGGIO ATTRAVERSO L'IMPOSSIBILE,..Due registi che hanno messo il cuore nelle loro opere e che hanno fatto battere il nostro di cuore, regalandoci momenti indimenticabili, pieni di arte e pensieri, due registi che rimarranno nei secoli e che continueranno con le loro opere a farci sognare.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  28/09/2011 01:27:12
   7½ / 10
Uno spettacolo visivo e la magia filmica, scenografica e non, di JPJ spenti da una trama troppo e purtroppo confusa. Qualcosa non decolla nell'insieme, laddove negli altri (Capo)lavori tutto prende vita con insolita leggerezza ed eleganza. Un progetto troppo ambizioso forse, prolisso e contorto, a tratti spento.
Ciò nonostante rimane un'opera notevole, in cui lampi di genio e un notevole gusto estetico sono una gioia per gli occhi e la mente. Recitazione magistrale, quella via di mezzo tra una messa in scena teatrale e il feticismo dei primi piani a grandangolo, un incipit omaggio al gabinetto del dottor Caligari, introspezioni oniriche che dimostrano la vanità e vacuità di film quali - Inception - , una trovata macabra degna del contemporaneo Strange Days - - prima l'uovo o la gallina? :

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER meritano la visione attenta di quest'opera. Attenta ma forse non appassionata, manca un po' di cuore. Quantomeno rispetto all'intimità degli altri film di questo talentuoso regista.

Febrisio  @  10/04/2011 02:01:37
   5 / 10
Un film molto caratteristico, da nicchia. Non lo ho apprezzato molto, non mi ha convinto, pur delineando i lati caratteristici fedeli al regista, forse troppo pronunciati in un mondo che, se non per l'amicizia tra la piccola e la bestia, non mi ci affezionerei. Dalla clonazione dei 6 figli, da notare come il destino abbia poi portato Jeunet all'altra clonazione, quella di Alien.

Romi  @  04/04/2010 16:40:46
   4 / 10
Non apprezzo molto il cinema francese, forse per questo non mi è piaciuto questo film.

phemt  @  09/08/2008 12:35:56
   7½ / 10
Fiaba dark/weird firmata Jeunet insieme al fumettista e amico Marc Caro, La Città Perduta venne alla luce quattro anni dopo Delicatessen ma passò in sordina anche e soprattutto a causa di uno stile cinematografico poco adatto per il grande pubblico…

La Città Perduta è infatti un film particolare, una favola nera con un’alta dose di weird… Ma siamo ben lontani dal weird di matrice Lynchiana o da quello in stile underground, più che altro siamo dalle parti del weird più autoriale e più “leggero”… Con un occhio un po’ al Fellini più onirico e un po’ al Brazil di Gilliam e uno al cinema di Burton (che finirà poi per essere lui stesso influenzato da questo film) assistiamo ad un vasto campionario di personaggi assurdi con tanto di nani, sorelle siamesi, ciclopi, cervelli parlanti e altro ancora, colori accessi che fanno il paio con ambientazioni oscure, situazioni e trovate assurde ecc…

La messa in scena è favolosa: scenografia meravigliosa, fotografia eccelsa, grande cura per i dettagli, regia di buon livello questo La Città Perduta è una gioia per gli occhi e non chiede altro che uno spettatore che si faccia rapire dall’atmosfera sognante…
Quello che invece non sempre convince è la storia, fantasiosa ed assurda si, ma non sempre esaltante a causa di qualche scelta narrativa non sempre soddisfacente… Ma il film si mantiene a ridosso di una sottile linea tra il macabro l’ironico e come fiaba moderna funziona bene con tanto di un messaggio di fondo abbastanza profondo…

Eccellente la prova del cast: Perlman se la cava bene, la ragazzina è davvero bravissima, Emilfork versione metà mad doctor metà Max Schrek è riuscitissimo e Pinon ruba la scena a tutti…

Chiaramente non è un film adatto a tutti, mi sento di consigliarlo soprattutto a quelli che sono alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito…

2 risposte al commento
Ultima risposta 31/08/2008 14.53.04
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wallace'89  @  05/09/2007 18:27:10
   7½ / 10
Dal regista de il favoloso mondo di Amelie, un film poco conosciuto (se non sbaglio in Italia è stato distribuito solo in home video) che consiglierei a tutti di riscoprire, specialmente a quelli innamorati di film di genere fantastico ma quelli poco convenzionali, surreali, bizzarri e molto visionari.
Ammirevole sopratturro sotto il punto di vista tecnico-visivo, molto ricercato, dove scenografie e fotografia di forte impatto suggestivo saltano subito all'occhio destando meraviglia.
Il regista si diverte a costruire un film che vive di rimandi letterari e pittorici, uniti a una vena auoriale di forte bizzarria e originalità inventiva che lo contraddistingue.
Splendido l'apporto fornito dai vari caratteristi che offrono le loro peculiari fisionomie ed interpretazioni ad un film che ne giova sicuramente.
Ottime poi le musiche di Badalamenti.
Strampalato e gustoso.

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  08/12/2005 20:36:16
   8 / 10
Mi sarebbe piaciuto dargli di più, ma il finale mi ha ucciso dalla delusione!

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/06/2006 13.17.26
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Beefheart  @  06/12/2005 12:51:00
   7 / 10
Film che non delude, soprattutto chi va alla ricerca del cinema di Jeunet e dei suoi tratti caratteristici. Le scenografie di ambienti portuali, umidi, bui e mal frequentati, sono semplicemente fantastiche, così come l'impostazione che si sarebbe voluta dare al film, risultato poi, però, anche un po troppo "difficile" e "ricercato", al punto da lasciare un minimo disorientati. Per il resto non manca nulla: situazioni grottesche, cast variopinto ed azzeccatissimo, contorti meccanismi bio-meccanici, sinistri scherzi della natura e trovate geniali. A tratti può ricordare Lynch, Cronenberg, Gilliam e Burton.
Nel complesso discreto.

Invia una mail all'autore del commento Lorcove  @  15/11/2005 18:45:05
   7 / 10
Eh certo che lo stile di Jeunet si riconosce tutto... I suoi colori danno sempre un'aria fiabesca ai film, che ti incantano... Insieme con questo, dei suoi film ho visto "il favoloso mondo di Amelie" e "Delicatessen". Questo forse mi ha annoiato un pochino, in certi momenti, perchè era veramente troppo fiaba, ma lui è davvero bravo, non c'è che dire. Non puoi smettere di vedere un film di Jeunet: è praticamente impossibile.

klera  @  12/01/2005 13:33:44
   7 / 10
la trama,l'ambientazione ke a prima vista ricorda un gotico dal sapore futuristico,la fotografia,i custumi,e le interpretazioni dei vari personaggi rendono questo film decisamente particolare e diverso dagli altri ke appartengono al genere fantasy.E'un film ke può essere visto da tutti,anke da i piu piccoli e non sarebbe male kiamarlo "Favola",inoltre l'attore che interpreta Juan,il protagonista a cui viene rapito il fratello,è lo stesso ke recitò il mostruoso gobbo nel film "il nome della rosa".
Tutto sommato vale la pena guardarlo,magari quando sia ha un po di tempo libero e,a parer mio,è un peccato ke in italia nn sia stato pubblicizzato,giacchè nn è gacile trovarlo nelle piu comuni videoteche

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  03/01/2005 19:05:46
   7 / 10
Un film molto particolare, diretto da Jean Pierre Jeunet, regista di delicatessen, Alien - la clonazione e Amelie.
E' una sorta di fiaba gotica con personaggi stravaganti, molto molto visionario, sicuramente debitore a Terry Gilliam, ma anche Tim Burton e molti altri.
Il protagonista è il Ron Perlman, uno dei miei caratteristi preferiti.

Un piccolo gioiello.

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