la fiamma del peccato regia di Billy Wilder USA 1944
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la fiamma del peccato (1944)

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locandina del film LA FIAMMA DEL PECCATO

Titolo Originale: DOUBLE INDEMNITY

RegiaBilly Wilder

InterpretiFred MacMurray, Barbara Stanwyck, Edward G. Robinson, Porter Hall, Jean Heather, Tom Powers

Durata: h 1.47
NazionalitàUSA 1944
Generegiallo
Tratto dal libro "La morte paga doppio" di James M. Cain
Al cinema nell'Agosto 1944

•  Altri film di Billy Wilder

Trama del film La fiamma del peccato

L'agente assicurativo Walter Neff incontra l'affascinante Phyllis Dietrichson perchè lei ha intenzione di rinnovare l'assicurazione di suo marito. I due sono immediatamente attratti uno dall'altra e ben presto progettano di uccidere il marito di Phyllis per intascare i soldi...

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Voto Visitatori:   9,10 / 10 (112 voti)9,10Grafico
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Voti e commenti su La fiamma del peccato, 112 opinioni inserite

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stratoZ  @  06/04/2024 19:03:43
   9½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Ce ne sarebbe da parlare per giorni di "Double indemnity", uno dei capolavori del noir, ma soprattutto uno di quei film che è riuscito a codificare un genere, dall'impatto immediato e dall'importanza gigantesca, capace di stabilire gli archetipi, sia narrativi che stilistici di quella che diventerà una delle correnti di punta della Hollywood classica, non che questi elementi siano stati creati in toto da quest'opera, anzi erano preesistenti da parecchio, come si poteva già vedere in Lang, Von Sternberg, qualcosina di Renoir, Hitchcock e compagnia bella, ma l'unione di molti di essi riesce a creare una sorta di capostipite, un film ideale a cui attingere. Wilder in tutto il suo genio realizza il suo primo capolavoro ed inaugura il suo periodo d'oro, oddio periodo, si può dire che per altri vent'anni realizzerà un film più bello dell'altro, per molti autori questo periodo potrebbe avere la durata dell'intera carriera.

Venendo al film in sé, una gioia per gli occhi, ma soprattutto penso sia una gioia per i sensi, l'opera inizia con la cupa e torbida introduzione di Walter Neff che arriva nello studio assicurativo in piena notte, con quella luce appena percepibile in un buio invadente, andando a narrare tutta la vicenda, introducendo già uno dei primi elementi che caratterizzeranno il genere, la narrazione in flashback con gli interventi del narratore esterno che si occupa di ricollegare i fili temporali.
Walter introduce fin da subito i caratteri all'interno della storia, con il protagonista stesso, un agente assicurativo che si ritrova a passare da un vecchio cliente per rinnovare delle assicurazioni, conoscendo così l'affascinante moglie, tale Phyllis di cui si innamora fin dal primo momento, qui già Wilder è strepitoso, registicamente regala dei momenti altissimi, basti guardare l'entrata in scena di Phyllis con quell'inquadratura da sotto le scale, sia il protagonista che lo spettatore guardano la femme fatale dal basso verso l'altro, quasi fosse una regina che si affaccia, per poi proseguire col dettaglio, più volte ripetuto, della cavigliera, in tutto il suo torbido fascino che ossessionerà Walter. Fin dal primo incontro si nota la natura provocatoria e manipolatoria di Phyllis, così come diventa palese l'infatuazione di Walter, all'inizio è soprattutto un gioco di sensazioni, non viene esplicitato il piano, Wilder dosa sapientemente queste suggestioni, creando una buona tensione emotiva, aiutato dagli interpreti in stato di grazia e dal magnetismo della Stanwyck.

Solo successivamente, dopo qualche incontro ed un'escalation emotiva i due troveranno l'accordo che fa da plot principale al film, la truffa assicurativa basata sul marito di Phyllis, di cui ormai lei è stanca, che dovrà morire in treno per riscuotere la cosiddetta doppia indennità. Nel frattempo viene introdotto e approfondito anche il personaggio di Keyes, collega di Walter che si occupa di smascherare le truffe assicurative, un mastino con la *****mma dentro, dall'intuito eccezionale e un'acume fuori dal comune, è anche grazie a questo personaggio che si creano le impennate di suspense nella seconda parte, dopo che i due hanno realizzato il piano, uccidendo finalmente il marito di Phyllis, dovranno cercare in tutti i modi di non far scoprire la truffa assicurativa, su Walter e Phyllis incombe la costante minaccia di Keyes che controlla ogni minimo dettaglio, potrebbe anche tenere sott'occhio Phyllis costantemente, da qui nascono alcune scene iconiche del film, tra gli incontri in incognito al supermercato, ma soprattutto quel capolavoro di suspense che è la scena dell'incontro a casa di Walter con Keyes, mentre Phyllis stava per salire, qui Wilder usa efficacemente il classico trucchetto di informare lo spettatore più dei personaggi, con quell'inquadratura straordinaria in cui Keyes sta per prendere l'ascensore e Phyllis è nascosta dietro la porta, semplicemente da manuale la direzione della scena, il dilatamento dei tempi, la costruzione del quadro, Keyes che indugia un momento in più per chiedere il fiammifero, fantastico.
Ma anche la scena in cui Keyes fa tornare in ufficio Jackson, il signore che ha visto per ultimo il marito vivo, che in realtà era Walter a simulare il suo incidente, reincontrandosi in quel contesto, davanti a Keyes, con Walter che non riesce a guardarlo negli occhi con una paura matta di essere riconosciuto e lo spettatore che si impersonifica nel suo punto di vista sempre più sulle spine.

Nella parte finale del film, complice l'aggravarsi della situazione grazie anche all'intuito di Keyes, i personaggi saranno messi alle strette, inizierà a crearsi quella sensazione di sospetto che pervaderà tutti, specialmente gli stessi protagonisti, ormai disposti a tutto pur di salvarsi dall'accusa di omicidio e dalla probabile pena di morte, con un'altra scena cardine e semplicemente fantastica come l'ultimo incontro tra Walter e Phyllis a casa di lei, come al solito tutto al buio e con quella luce appena percepibile che entra dalle veneziane, un torbido bacio d'addio e una coscienza sporchissima che non riuscirà a reggere per molto.

Wilder ci regala uno dei film più belli del decennio, un monolite dalle innumerevoli trovate che influenzerà il cinema da lì a breve, dalla femme fatale, qui con una Stanwyck straordinariamente affascinante, ai riflessi psicologici dell'uomo che si rispecchia in una città buia e torbida come la sua coscienza, l'introspezione psicologica del protagonista passa in primo piano, anche davanti al plot principale, complice la splendida caratterizzazione e gli eventi che catalizzano verso il dilemma morale di un uomo forte e affidabile solo all'apparenza, ma in realtà un burattino in mano alle pulsioni più veniali, come appunto il denaro e quell'amore tormentato di una delle più iconiche dark lady del cinema, i valori verranno a meno non appena ci sarà la possibilità di approfittare della situazione, ma Walter non ha fatto i conti con l'emotività e il senso di colpa, la seconda parte specialmente è un progressivo crollo del mondo addosso al protagonista in un esasperante gioco psicologico che fa sudare sempre più freddo. Caratterizzato da una fotografia in bianco e nero straordinaria, nera come il genere, un mondo caratteristico fatto di sigari, alcool, cappelli e cappotti lunghi, con tre interpreti ispiratissimi, insomma, non ho problemi a definirlo un capolavoro e - parere personale - sapete qual è la cosa bella? Che in breve tempo Wilder realizzerà altri film altrettanto belli, se non poco migliori, che dire.

Godbluff2  @  24/07/2022 18:59:11
   9½ / 10
Billy Wilder disse che non aveva idea di star girando un "Noir", lui voleva solo girare il tipo di storia, il tipo di film che gli interessava, nel modo in cui gli interessava e che pensava potesse piacere al pubblico; solo che Billy Wilder è stato uno dei più grandi registi in tutta la storia del cinema e quando realizza un film "come piace farlo a lui", scrivendolo insieme ad una delle più grandi penne dell'Hard-Boiled come Raymond Chandler, mentre passavano il tempo a prendersi a sputi in faccia, trasponendo un romanzo di uno scrittore come James M. Cain, quello che ne uscirà fuori non potrà che essere non solo un capolavoro assoluto del cinema, ma anche un titolo di quelli che segnano profondamente un genere, un'estetica, un modo di raccontare "quel" tipo di storie sul grande schermo.
"Double Indemnity", che per Wilder è stato il primo grandissimo capolavoro della carriera dopo un paio di film "di riscaldamento", è uno dei film che maggiormente ha contribuito nel determinare la "grammatica" e le convenzioni stilistiche ed estetiche del cosiddetto cinema "Noir", fissandone i tratti caratteristici come pochissimi altri film hanno fatto in quegli anni; non fu il primo (merito che viene di solito, comprensibilmente, assegnato al "Maltese Falcon" di Houston) e forse non è nemmeno il più rappresentativo in assoluto del genere (per quanto riguarda l'Hard-Boiled puro, "Il Grande Sonno" di Hawks è forse quello che più degli altri simboleggia questo tipo di cinema) ma, per me, è semplicemente il migliore, la vetta di perfezione raggiunta dal genere, esteticamente e narrativamente.
"Double Indemnity" contribuisce enormemente, come detto, a scrivere e determinare le tipiche regole estetiche e narrative del "Noir" (genere che in fondo racchiude in sé la narrativa Hard-Boiled/Gialla/Crime più cruda e cupa della quale rappresenta più un potenziamento estetico particolare che altro), ma Wilder non si limita a questo: lui arricchisce il genere, potenziandone le possibilità narrative, esaltandone al massimo l'intensità.
Fin dall'alba degli anni '40 il "Noir" aveva rappresentato uno dei modi nuovi di raccontare storie e costruire film sul grande schermo americano (non l'unico, c'era in giro un tale Orson Welles, per dire), una delle frontiere più moderne, più coraggiose, più innovative, per certe particolarità formali ed estetiche ma soprattutto per lo stile narrativo, al quale era permesso raccontare storie prive del dogmatico lieto fine hollywoodiano, che raccontava di storie e personaggi ai margini, cinici, spietati, amorali, duri, prendendo a piene mani appunto dalla letteratura "crime/poliziesca/hard-boiled", incupendo e rendendo più realistica anche la lezione del cinema gangster imperante nel decennio precedente.
Da parte sua, Billy Wilder compie un ulteriore passo avanti, inserendo i tratti tipici di questo cinema in un contesto di drammatico e spietato squallore umano senza possibilità di redenzione; mai prima di allora e ben poche volte dopo la componente del dramma e la profonda e cinica visione della peggiore umanità erano state tanto forti e nette nel cinema americano e nello stesso cinema "Nero".
Proprio questo fu uno dei (molti) motivi di scontro con Chandler: il grande scrittore aveva dato vita ad un personaggio come quello di Philip Marlowe, che appena un paio d'anni più tardi rispetto a "Double Indemnity" troverà la sua più classica resa cinematografica nel capolavoro di Hawks (non la mia preferita in assoluto però: per quello rivolgersi alla personale visione ristrutturata e rivoltata dal genio di Robert Altman). Marlowe è il simbolo della narrativa Hard-Boiled: duro, apparentemente cinico, amaro, ma chiaramente un giusto, mosso da una sua personale morale e da un senso della giustizia che il cinismo e il brutto carattere non possono del tutto nascondere. Lavorando alla sceneggiatura con Wilder, Chandler si trovò di fronte al cinismo molto più netto e privo di compromessi del regista, che tra l'altro si sposava benissimo con il romanzo di Cain, uno dei picchi neri della letteratura hard-boiled/gialla.
Ne "La Fiamma del Peccato" (più teatrale ma di sicuro effetto la versione italiana del titolo) uno dei grandi punti di forza è proprio la totale assenza di una qualsiasi moralità nei due protagonisti. Avidi, amorali, spinti da egoismo, al di là di ogni possibile, reale redenzione (c'è solo il tentativo finale, quasi timido, di Neff con la questione tra Zachette e Lola).
Ci sono tutti gli elementi classici del genere, portati ai loro estremi espressivi: l'attrazione carnale, la passione bruciante, improvvisa e mai arginabile per una donna (mai può parlarsi di "amore", in realtà, è sempre ossessione) con quest'ultima che è creatura diabolica, ingannevole, astuta guida alla perdizione dell'uomo, debole, nascosto dietro una maschera di dura forza e falsa abilità, in realtà preda dei suoi istinti più bassi e primordiali. C'è la fatalità. Personaggi preda del loro squallore mossi come marionette da forze implacabili, da un destino che sembra inesorabile, alla quale non ci si può opporre, si può solo seguire la strada, fino in fondo ("Straight down the line"), indissolubilmente legati dalla più classica dialettica Eros-Thanatos, fino al baratro finale dal quale è impossibile salvarsi.
Billy Wilder è amaro, cinico, spietato e il film è un drammatico, indimenticabile ritratto della bassezza umana, senza filtri o giustificazioni morali di sorta (e saprà fare di "peggio", il grandissimo Billy, con quell'altro capolavoro assoluto che sarà "Ace in the Hole").
Dunque, proprio negli anni nei quali il genere andava affermandosi con sempre più decisione, il grande europeo trapiantato ad Hollywood tira fuori dal cilindro questo film perfetto che ne fissa molti degli aspetti più caratteristici esprimendoli dai massimi livelli possibili, dall'estetica alla scrittura. Avranno avuto anche mille e più mille contrasti, ma Wilder e Chandler hanno tirato fuori un film che non perde un colpo, così agile e affascinante nei suoi snodi narrativi, così ammaliante nella sua estetica, da spingerti a rivederlo una seconda volta, magari appena il giorno dopo la precedente visione. Quando un film funziona così bene ed è così piacevole da rivedere ogni volta, da spingerti a visioni tanto ravvicinate l'una con l'altra bene, vuol dire che siamo di fronte ad un Capolavoro che, dopo essersi lentamente acceso una sigaretta e dopo aver assaporato, con calma, la prima boccata, ha sparato al tempo un colpo di pistola dritto al cuore. Eterno. Perfetto. Anche in quelle dinamiche che sono veri e propri topos di genere e magari potrebbero sembrare un poco datate ma che io trovo cristallizzate, perfette lì, inserite nel loro contesto.
Insomma, quanto dannazione è stupendo "Double Indemnity". I personaggi sono straordinari, come straordinari sono i dialoghi ("I killed him for money and for a woman. I didn't get the money and i didn't get the woman. Pretty, isn't it", o ancora "I couldn't hear my own footsteps. It was the walk of a dead man". Sono i dialoghi stessi a costruire e impregnare il film di quell'incredibile atmosfera) pieni di amarezza, cinismo ma anche tipicamente "duri" come impone il genere, incalzanti, persino brillanti quando il momento lo richiede. Walter Neff è il perfetto protagonista di un Noir che mostra lo squallore umano: avido, ambizioso e fin troppo sicuro di se e propenso a sopravvalutare le sue abilità (mette in piedi l'intero piano anche per la volontà di dimostrare di essere più abile dell'amico/mentore Keyes), si ritroverà presto nel centro del vortice inesorabile di passione, ossessione e morte tipico del bravo protagonista del film hard-boiled/noir; solo che, come detto prima, lui non è "di buon cuore sotto una scorza dura". Lui è un qualsiasi assicuratore, umanamente squallido, quasi del tutto privo di morale e rimorso. Phyllis Dietrichson è, a mio gusto, la "Dark Lady" per eccellenza del cinema Noir, simbolo iconico dell'assenza di moralità del film, la fiamma del peccato, motore di ossessione e passione bruciante, sensualità e perfidia (in un certo senso, è anche una versione "in carne e ossa" della matrigna di Biancaneve, tra le altre cose), una donna che è solo male, che è un'assassina, che è gelida, che non prova nulla ("I'm rotten in the heart, like you said") tanto che arriviamo persino a dubitare della sincerità di quell'unico, tardivo singulto d'umanità che arriva tardi, troppo tardi ed è subito smorzato nel sangue, nel fatale, inesorabile arrivo alla fine di quella linea retta percorsa fino in fondo. Phyllis è sordida in un mondo sordido, ma è più crudele di quanto già non ci abbia lasciato intuire fin dalle prime battute della storia.
Il trio principale d'attori da a queste figure forza e credibilità, sono perfetti. Tutti dovettero vincere non poche titubanze prima di accettare la parte in un film così cupo, così diverso, così profondamente e realisticamente cattivo, acido; tutti hanno ringraziato Wilder per avere insistito e per averli scelti. Fred MacMurray e Barbara Stanwyck danno assolutamente il meglio di loro, nelle più belle e più indimenticabili interpretazioni della loro carriera e non c'è molto altro da aggiungere davanti a due prove così. Ma va ricordato il terzo tassello del puzzle, il bravissimo Edward G. Robinson, icona di quel gangster-movie che nel decennio precedente aveva rappresentato la maggior fonte di crudezza del cinema americano, qui nei panni dello splendido, azzeccatissimo personaggio di Keyes che caratterizza splendidamente, si reiventa come la fonte di positività, l'unico onesto, l'unico che conserva del buon senso, che agisce per professionalità e per un normale senso morale delle cose, senza per questo essere eroico o speciale. Burbero e chiassoso, ma lontano dal marcio che ha profondamente invaso i due protagonisti, così lontano da non poter, o da non voler vedere quello che ha sotto gli occhi. Al di là dei tre personaggi centrali, solo Lola è la vera fonte di luce e innocenza in un modo spietato e tenebroso che la circonda e sembra soffocarla, ma onestamente è anche il personaggio che mi ha convinto meno, forse l'unica cosa della quale accetto la presenza ma della quale sento avrei anche potuto, forse, fare a meno, in fondo.
Poi c'è tutto il resto. C'è la forma, l'estetica. La messa in scena. Ci sono fasci di luce che gettano le loro ombre attraverso veneziane semi-chiuse; scalinate ed elementi scenografici vari che a loro volta ricoprono con le loro ombre i volti e i corpi dei personaggi in giochi di luci che urlano "Noir" dal profondo. Sigarette accese con calma al proprio amico, in gesti di routine destinati a ribaltarsi ma a rimanere naturali, automatici, giunti al finale.
In una costruzione tutto sommato abbastanza classica, con inquadrature semplici, Wilder inserisce abilmente alcune straordinarie inquadrature in profondità di campo, o angola la macchina per riprese dal basso di grande effetto.
Il "Noir" sembra condensarsi nell'intera sua essenza, nel suo istante perfetto, definitivo, in quell'inquadratura che da il via all'ultimo fatale incontro tra Walter e Phyllips a casa di quest'ultima. Nella profondità di campo di Wilder, nell'atmosfera esaltante costruita grazie alla fotografia di John Seitz, si ritrovano cristallizzati tutti gli elementi che rendono grande il cinema "Noir", è tutto lì, in quel momento. Musica soffusa da fuori la finestra, luci spente, unica fonte di luce modellata dagli spiragli delle veneziane, due pistole nascoste, il fumo delle sigarette e la fine di un percorso di squallore arrivato alla sua ovvia conclusione.
Ultimo elemento di importanza tutt'altro che marginale per il risultato complessivo è l'apporto delle partiture composte da Miklós Rózsa, dominate in particolar modo da quei fiati cupi, incalzanti, minacciosi, integrati superbamente nell'atmosfera del film.
Ecco, "Double Indemnity" ha per me qualcosa di più, anche solo un poco ma ce l'ha, in ogni suo aspetto, rispetto a tutti gli altri grandi, anche grandissimi film del suo genere; ha tutto portato alla sua massima espressione artistica e qualitativa, è per Billy Wilder un primo, folgorante capolavoro in una carriera destinata a decollare da qui in poi. Per molti altri registi, questo sarebbe stato l'apice mai più ripetibile, una vetta troppo alta per poter replicare la scalata. Billy Wilder tornerà su quella vetta in futuro, ben più di una volta.
Uno dei più grandi film nella storia del cinema americano (e non solo).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  08/03/2022 18:01:31
   9 / 10
Grande classico di Wilder con un ottimo cast, ritmo sempre perfetto e atmosfere giuste. Nonostante ci siano tutti gli elementi classici del genere, riesce a non risultare mai troppo scontato o prevedibile, ma anzi parecchio coinvolgente. Poco altro da aggiungere su una vera e propria pietra miliare come questa, difficile trovare qualcosa che non funzioni qui dentro.

topsecret  @  14/09/2021 14:20:23
   8 / 10
Un classico del genere noir, targato Wilder, che ha fatto scuola ispirando molte altre pellicole negli anni a seguire.
Una storia d'amore malata, il fascino di una Stanwyck femmina fatale, la grinta di un dubbioso MacMurray e l'imperturbabilità di un Robinson sempre preciso e puntuale, ne fanno un cult senza tempo, abilmente narrato e diretto da Wilder senza alcuna incertezza.
Da recuperare.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  24/01/2021 00:11:43
   9½ / 10
Un capolavoro. Rilevo qualche soluzione non molto convincente nei 20 minuti finali.

marycoff  @  15/05/2020 21:39:06
   9 / 10
pietra miliare del cinema noir

Karlo1200S  @  21/03/2020 11:25:05
   7½ / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/02/2019 00:01:42
   9 / 10
Una pietra miliare del cinema noir firmata da quel genio indiscusso di Billy Wilder che di "pietre miliari" ne ha lasciate molte nei pressi di Hollywood.
Tutti i canoni del genere vengono rispettati, personaggi cupi, inganni, colpi di scena e tanta, tantissima suspence.
Praticamente fin dalla prima sequenza, che in modo furbo mostra gia' un finale tutto da costruire, e con una sceneggiatura incalzante, degna dei migliori film di Wilder. Anche se sinceramente sto ancora aspettando di trovarne uno mediocre di film di questo regista/scrittore.
Avvincente, uno dei migliori del genere, nemmeno troppo complicato.

Dom Cobb  @  07/07/2018 15:29:19
   10 / 10
Durante una visita da un cliente, un agente assicurativo incontra la di lui moglie e finisce per escogitare con lei un piano per sbarazzarsi del marito e intascare così l'ingente assicurazione sulla vita, con tanto di clausola di doppia indennità...
Di tutti i prodotti cinematografici realizzati nel corso dei fruttuosi anni '40 in quel di Hollywood nell'ambito del genere noir, vi è un costante dibattito su quale di loro sia il migliore di tutti. Con tutto il rispetto per opinioni più illustri e nei confronti di titoli ben più famosi e conosciuti presso il grande pubblico, personalmente non posso che affibbiare il titolo a questo vero e proprio capolavoro firmato Billy Wilder.
Fra i registi dell'epoca, Wilder è uno dei pochi ad aver dimostrato una grande versatilità e un'innata capacità di balzare con disinvoltura da un genere a un altro senza mai rinunciare, nonostante tutto, a un preciso stile narrativo e tecnico che lo rende immediatamente riconoscibile; nello specifico, una corrente di umorismo, più o meno nero, che attraversa la pellicola dall'inizio alla fine. In questo caso, il suo talento viene accoppiato alle capacità del noto romanziere Raymond Chandler, e il risultato è, in mancanza di termini migliori, perfetto.
Fin dalla scena d'apertura, che lascia già presagire un esito non propriamente felice della vicenda, il film cattura l'attenzione dello spettatore e mantiene alto l'interesse mentre i personaggi vengono via via presentati, i loro lati ambigui ed oscuri messi in evidenza e la diabolica trama messa in moto. Nulla lascia spazio a imperfezioni: sul lato tecnico si distinguono l'evocativa fotografia e un montaggio eccellente, che crea un ritmo privo di tempi morti o divagazioni di sorta.


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La presenza di un fuoriclasse come Chandler dietro la sceneggiatura garantisce una stringa di dialoghi strepitosi, grondanti umorismo cinico e sarcasmo ma senza mai lasciarsi alle spalle un sentore cupo e tragico; è inoltre uno di quei casi in cui il tanto odiato Codice Hays, che impediva qualsiasi menzione esplicita a sesso o violenza, in qualche modo torna a vantaggio degli autori. Infatti, lo sforzo per aggirare questi ostacoli ha in qualche modo costretto regista e sceneggiatore a puntare sulla sagacia dei dialoghi per suggerire, ad esempio, un certo erotismo nel rapporto fra i due protagonisti. Senza il Codice e le sue restrizioni, probabilmente non avremmo una sceneggiatura così zeppa di battute e scambi memorabili. E la regia di Wilder è impeccabile nel modo in cui riesce a sfruttare appieno sia la solidità dello script che le abilità dei singoli interpreti.
Nonostante non figuri fra gli attori più noti dell'epoca, MacMurray è perfetto nel ruolo e la sua alchimia con la Stanwyck (qui con un'inedita parrucca) è così naturale da dare l'impressione che i due non stiano neppure recitando. Ma a spiccare su tutti è il maiuscolo Edward G. Robinson, a tratti molto vicino alla macchietta, ma mai al punto da risultare antipatico: l'essenza del capo burbero ma onesto.
E' opinione comune che il tema principale del noir come genere cinematografico a sé sia che non esistono eroi: esso è il genere dell'essere umano e dei suoi difetti più di qualunque altro, quello in cui le ambiguità e i lati oscuri dell'individuo hanno la meglio sulla nobiltà d'animo in un mondo dove non c'è spazio per l'onestà. "La fiamma del peccato" è una riprova di tutto questo: gli elementi tipici del noir vengono presi uno per uno e portati a un livello ancora più alto, dove la suspense cresce di minuto in minuto e, fra una scena memorabile e l'altra,


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fino alla fine non si ha un attimo di respiro. Senza se e senza ma, si tratta di uno degli apici del cinema della Hollywood degli anni d'oro, assolutamente da riscoprire, visto il modo in cui sembra passare in secondo piano rispetto ad altri sedicenti "capolavori".

kafka62  @  06/04/2018 19:06:55
   8½ / 10
Anche se ricorda un po' troppo I"l postino suona sempre due volte" (il soggetto è dello stesso scrittore, James Cain), "La fiamma del peccato" è uno dei noir più rappresentativi di quello che è senza ombra di dubbio il decennio d'oro del genere, gli anni quaranta. La sua sceneggiatura è a dir poco strepitosa, tesa ed avvincente dalla prima all'ultima sequenza. Con un meccanismo a flashback, esso mette in scena il classico delitto perfetto, ordito da una coppia di amanti diabolici ma destinato, secondo tutte le regole, a finire in tragedia per l'abilità del detective, e ancor più per le paure ed i sensi di colpa dell'assassino. La parte migliore del film è proprio quella in cui affiora e si fa palpabile la sensazione che il cerchio si stia lentamente stringendo attorno ai due amanti. Barton Keyes, il detective della compagnia assicuratrice, non arriva mai a sospettare direttamente dell'amico Walter Neff, ma la prospettiva soggettiva con cui è raccontata la storia fa sì che quest'ultimo si senta braccato e in procinto di essere scoperto da un momento all'altro. Lo spettatore sa che Keyes ha visto giusto, che egli è a un passo dalla verità, e talune sequenze (come quella in cui Phyllis rischia di farsi scoprire nel corridoio mentre si reca all'appuntamento con Walter, o quella in cui il signore dell'Oregon è senza saperlo a tu per tu con il vero assassino e si chiede dove mai lo abbia visto prima d'allora) traggono da questa conoscenza privilegiata una tensione drammaturgica molto forte.
Forse i momenti più deboli del film sono proprio le sue estremità. Il finale (in cui il triangolo, fino ad allora narrativamente perfetto ed autosufficiente, viene allargato ai personaggi di Lola e del suo ragazzo) è un po' farraginoso, tanto che la morte dei due amanti (peraltro ampiamente prevedibile, in quanto preparata dall'immagine traslata del treno che ha per capolinea il cimitero) sembra l'espediente tutto sommato più comodo per far terminare la storia. Per quanto riguarda l'inizio, invece, l'infatuazione di Walter per Phyllis è a mio avviso troppo repentina e immotivata, forse per il fatto che Barbara Stanwyck, per quanto affascinante, come femme fatale non vale neppure la decima parte di Marlene Dietrich e appare pertanto inadeguata a far scatenare un amour fou di tale violenza (anche se Wilder ne accentua la componente feticistica nell'inquadratura ripetuta dei lacci alle caviglie di Phyllis mentre scende dalle scale). Anche come dark lady la Stanwyck lascia un poco a desiderare, sebbene i suoi occhi gelidi nella scena dell'uccisione in auto del marito sono tra le cose in assoluto più belle del film. D'altra parte, Walter, per essere un personaggio equilibrato e ispirante fiducia (almeno così ci viene presentato), si comporta al cospetto della donna come un vilain sfrontato e dai modi non propriamente ortodossi.
Walter Neff è in fondo il meno caratterizzato dei tre protagonisti, metà eroe e metà canaglia, apparentemente forte e sicuro di sé, in realtà debole e influenzabile. Intorno a lui, Keyes e Phyllis rivestono invece il ruolo di figure archetipiche (Phyllis la donna-vampiro, cinica e amorale, che conduce senza batter ciglio il suo innamorato alla perdizione, Keyes l'immagine paterna, che incarna gli opposti principi di onestà e moralità), tanto che "La fiamma del peccato" può essere anche letta come un apologo in cui il protagonista viene conteso dalle forze contrapposte del Bene e del Male. Molti vi hanno visto anche una implicita condanna della società americana, nella quale l'avidità per il denaro è tale da prevalere sui valori tradizionali come l'amicizia o la famiglia, ma credo che, tutto sommato, l'importanza del film risieda nell'aver sfruttato alla perfezione gli elementi "preesistenti" del genere, piuttosto che nell'aver proposto originali motivi di riflessione extra-cinematografici.

Dottor Fener  @  16/06/2017 18:30:22
   9 / 10
A testimonianza della poliedricità e versatilità del genio della commedia americana, Billy Wilder, vi sono molteplici pellicole e questa è senza alcun dubbio una di quelle
LA FIAMMA DEL PECCATO, quarto film diretto dal regista, ancor prima del celebre ed epocale "Viale del tramonto" si insinua e stabilisce con forza tra le gerarchie di un genere che richiede parecchia maestria e personalità dietro la macchina da presa: il noir.
E' una storia di disillusioni reciproche quella che animano i due protagonisti, un sogno intimo e materiale tanto bello quanto irrealizzabile in una vicenda affascinante, misteriosa e provocatoria così come l'ammaliante e seducente Barbara Stanwyck in versione "femme fatale" che dona alla pellicola un continuo e piacevole erotismo platonico come solo le vecchie dive di Hollywood sapevano fare.
Il film scorre perfettamente e senza intoppi fino alla fine con una grazia stilistica e una raffinatezza con pochi eguali a testimonianza che anche da un'idea di base apparentemente semplice e "scontata" i risultati possono essere di livello assoluto.

fabio57  @  10/02/2016 10:36:52
   9 / 10
Noir capolavoro che ha avuto decine di tentativi di imitazione. Resta un vero cult, Barbara Stanwyck incantatrice feroce, e conturbante, diabolica e ammaliante, è una figura indimenticabile. La trama è avvincente e il giallo è costruito in modo efficacissimo ed elegante ,nei tempi ,nei modi, con una recitazione maiuscola da parte di tutti, Billy Wilder era regista di livello altissimo. Opera indimenticabile da vedere assolutamente per chi non l'ha ancora fatto.

polbot  @  20/01/2016 18:00:39
   8½ / 10
Grande noir del passato.. ci si chiede fin dall'inizio..ma se sembra tutto chiaro perchè sta cosa mi tiene icollato allo schermo? Grande Wilder..

DogDayAfternoon  @  05/05/2015 15:20:42
   8 / 10
Tra i punti più alti toccati dal noir made in USA, un pezzo di storia del cinema che ogni appassionato dovrebbe aver visto almeno una volta nella vita, a prescindere.

Il modo di recitare di Fred MacMurray, seppur molto impostato (o forse proprio per quello) ha un fascino incredibile, complice anche il grande doppiaggio italiano. Barbara Stanwick, invece, l'ho sempre considerata l'anello debole del film.

Quello che più fa gridare al capolavoro è l'inspiegabile capacità di Wilder di creare una suspense crescente nonostante si sappia già l'identità dell'assassino dalla prima scena. Altri tempi, irrimediabilmente perduti.

gianni1969  @  12/02/2015 16:23:28
   10 / 10
Se volete farvi una cultura sui classici noir, cominciate da qui

mrmassori  @  04/02/2015 11:14:02
   10 / 10
Non solamente un Film, ma un'opera d'arte a 360°. E' un Capolavoro Immortale ed una pietra miliare della storia del Cinema. Senza alcun dubbio è tra i miei 15 film preferiti in assoluto.

Dick  @  27/01/2015 16:38:28
   8½ / 10
Grande noir di Wilder! Uno dei classici del genere con degli interpreti proprio in forma! Un po un esempio di come stava cambiando il cinema in quel periodo e il "cattivo" non era più il bandito o il gangster per dire, ma l' uomo comune.

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Nic90  @  11/11/2014 20:57:49
   7½ / 10
Ottimo giallo,tiene incollati fino alla fine,un po' scontato l'epilogo ma resta un ottimo film,la prima parte è da 10.
Bravo Wilder.

Paolo70  @  09/11/2014 22:15:01
   9 / 10
Trama ben architettata, film scorrevole. Protagonisti molto bravi. Ottima regia.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/08/2014 16:53:56
   9½ / 10
Da un testo di Cain, a sua volta rielaborato da Chandler e messo in scena da Wilder... ne fa l'eccezione alla regola, o meglio all'assioma che nel cinema la riuscita di una pellicola non e' mai una questione di aritmetica quanto di chimica.
è il film che giustificherebbe la nomenclatura 'maestro' per il resto dei suoi anni, è il salto di qualità dalle brillanti commedie ad un cinema totale, che gli permetterà di diffondere il suo garbo in tutti i generi senza sfigurare.
Qui c'è la mano di Chandler ad attutire l'atterraggio nel noir, il creatore del detective per eccellenza, Marlowe, un personaggio cinico, sedotto dalle dark ladies, che vive e ci sguazza nel peccato, ma abilissimo Chandler anche nel ricreare con descrizioni minuziose l'ambientazione dell'America di quegli anni, veri e propri excursus alla narrazione, mai banale nell'inscenare l'amore romantico, tutti elementi tradotti nel suo capolavoro 'Il Grande Sonno' che aveva pubblicato il lustro precedente. Per il resto si potrebbe aprire la pagina della vita privata, i demoni dell'alcool, ma per quello fu profetico il successivo 'Giorni Perduti' di Wilder.

Lo zampino di Chandler non annulla la regia di Wilder, coesistono, l'uno sono il valore aggiunto dell'altro, basterebbe citare la scena nella quale Walter Neff ripensa alla cavigliera della Phyllis, dissolvenza ad inquadrare le gambe scendere la scalinata ma non è un pensiero retrospettivo è l'azione che si è spostata, è un abile deja vu di regia. Prima mezz'ora come vuole il suo stile a rendere corposa la narrazione, ultim'ora che fila via spedita tra suspance che richiama tensione in ogni dialogo insinuante di sospetto, e in questo quel fenomeno di Robinson è un altro personaggio costruito meravigliosamente, da marginale a diventare figura ingombrante nella relazione malata. Attore navigato che in quegli anni fu erto a protagonista da Fritz Lang in 2 celebri film assieme alla Bennett e Duryea. La Stanwyck è una regina in questi noir, c'è poco da fare è il suo territorio, non sbaglierebbe uno sguardo neanche a volerlo, personaggio che non si scompone mai troppo, senza lasciar presagire nulla, tante sensazioni ma nulla di telefonato.
Finale nel suo stile, accende la sigaretta e buio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  06/06/2014 10:52:57
   7 / 10
Chiariamo che non sono un amante del noir, comunque "La fiamma del peccato" ha un posticino meritato nei cult irremovibili. Il monologo che parte dall'inizio, o scene come quelle del treno, della creazione di un alibi in casa di Phyllis o la simulata telefonata d'affari (che invece era un accordo sul piano criminale) entrano dritte nella memoria. Tutto buono fino agli ultimi 10 minuti che mi fanno crollare un voto intero:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Insomma, credo di concludere qui con i noir.

Neurotico  @  06/05/2014 19:20:41
   8½ / 10
E' il terzo noir americano "classico" che vedo dopo Il mistero del falco e Un bacio e una pistola. Un bianco e nero eterno per una storia semplice ma affascinante al tempo stesso, dove alla fine non si guadagna nulla e, pessimisticamente, ogni sforzo è volto al nulla, e l'uomo, ma anche la dark lady meschina e subdola della Stanwyck, sono personaggi eleganti esteriormente ma interiormente sporchi e opportunisti. Regia magistrale e attori in stato di grazia, soprattutto Edward G. Robinson.

Charles Kane  @  28/12/2013 12:48:04
   9 / 10
Wilder confeziona qui un magnifico noir, con ritmi alti che rendono la trama scorrevolissima. Splendide le interpretazioni dei protagonisti, su tutti eccelle un Robinson in forma smagliante, e una Stanwyck qui più cinica che mai. Fino a che punto ci può spingere l'occasione di cambiare vita e svoltare? Quali limiti ci fa oltrepassare l'ossessione per il vil denaro? Un gioco a due che una volta iniziato deve essere portato fino in fondo, ma a quale prezzo, e con quali mezzi? Il regista sviluppa abilmente il rapporto di fiducia/sfiducia che si crea all'interno della coppia, il tarlo che la rode da dentro.

steven23  @  10/11/2013 14:17:15
   10 / 10
"Io ho ucciso per denaro... e per una donna. Non ho preso i soldi... e non ho preso la donna!"

Con la voce fuori campo di Fred mcMurray a pronunciare questo incipit si apre quello che, per me, resta il più grande noir della storia del cinema, forse eguagliato soltanto da "Il grande sonno".
Per quanto mi sforzi non riesco a trovare nulla che non vada, neanche il più piccolo, insignificante particolare. Tutto funziona a meraviglia, dalla regia alla scelta della voce fuori campo che riassume gli eventi per arrivare alla colonna sonora e, ovviamente, al cast. Del terzetto di protagonisti mcMurray, malgrado una grande interpretazione, risulta essere inferiore agli altri due; questo testimonia il livello raggiunto da Robinson e la Stanwyck, davvero sublime e inarrivabile.

bm_91  @  11/10/2013 13:49:56
   9½ / 10
Gran film che assieme a Il Grande Sonno segna una delle più alte vette del cinema noir. Billy Wilder mostra di saperci fare anche con un genere diverso dalle commedie romantiche, come avrà modo di dimostrare anche in seguito con Viale Del Tramonto. Ottimi i due protagonisti con la Stanwyck prima vera dark lady, preceduta solo da Mary Astor ne Il Mistero Del Falco. Edward G.Robinson un gradino sopra a tutti.

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Niko.g  @  03/07/2013 22:52:04
   9½ / 10
Imperdibile noir sull'inganno, l'avidità, la cupidigia, sul fascino perverso del denaro. Azzeccato, a tal proposito, il titolo italiano (anche perché "Doppia indennità" non era proprio presentabile).
Tante le sequenze che questa immensa regia lascia nella memoria (su tutte, l'ellissi visiva nella scena dell'omicidio).
Dialoghi potenti e sottotesti geniali, conditi da un umorismo caustico mai sopra le righe.
Indimenticabili i tre protagonisti, con Edward G. Robinson una spanna sopra gli altri.
E' un'opera che rientra nella piccola cerchia di film che riservano emozioni fino all'ultimo fotogramma.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  13/01/2013 00:31:51
   10 / 10
Capolavoro e pietra miliare del noir.
La tecnica narrativa della voce fuori campo, secca eppure profondissima, ai massimi livelli di espressione e profondità. I motivi dei gesti più che la suspance, tenuta sul filo del rasoio da un ritmo serratissimo con nessuna scena superflua o decorativa; un senso di fatalità incombente.
Un film centrale per l'evoluzione stessa (oltre che codificazione) del cinema di genere (ma assolutamente d'autore) e un classico ancora godibilissimo.

Billy Wilder riuscirà anche a superarsi.

vieste84  @  27/12/2012 22:47:34
   7½ / 10
Bel noir che presenta alcuni elementi ricorrenti futuri di questo genere tipo la classica dark lady e l uomo che se innamora. Il finale è spiegato già dall'inizio(come viale del tramonto)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  18/10/2012 15:29:59
   9 / 10
Una pietra miliare che delimita i contorni di un genere e di uno stile, il noir (quando ancora si poteva parlare quasi indistintamente di genere e stile). E' un modo di fare cinema ancora modernissimo nella struttura narrativa di fondo, anche se nelle forme appartiene a un'epoca pre-moderna, in cui la suspence era fondata tutta sulla chiarezza del racconto e sulla tensione psicologica.
La profondità di campo è il principale aggancio con l'espressionismo tedesco e il suo uso strumentale alla suspence è delizioso nella scena in cui Phyllis si nasconde dietro la porta dell'appartamento.
Wilder è un regista europeo, che da europeo si scandalizza per il potere del denaro e l'amoralità che insinua nella vita degli uomini comuni. Walter è un protagonista con il quale, sin da subito, il regista crea un disorientante rapporto di prossimità e distacco rispetto allo spettatore. Questa tensione emotiva ambigua che crea con il protagonista è oggi uno degli elementi che rendono "Double indemnity", come film, ancora largamente fruibile dallo spettatore. E' uno degli elementi di modernità della pellicola. Ma diversamente da "Viale del tramonto", tale rapporto tra protagonista e spettatore si instaura sin da subito (mentre in "Viale del tramonto" è più sottile il gioco condotto dagli autori, che insinuano progressivamente il disprezzo dopo aver suscitato totale adesione).
Molto bello il barlume di umanità finale nel personaggio di Phyillis, che era emerso pochi istanti prima in tutta la sua calcolatrice perversione e assoluta negatività.
Commovente la caratterizzazione di Keyes, indispensabile all'epoca come portavoce della morale di fondo, ma che rivela un'umanità comune dallo scarso appeal cinematografico, modello di uomo solitario e immalinconito, ma non incarognito, dal suo rigore morale e professionale persino eccessivi (come rivela bene il dialogo in cui racconta di essere rimasto solo, dopo aver lasciato una donna che era in procinto di sposare, per motivi che non esiteremmo a definire paranoici).

guidox  @  29/09/2012 12:16:13
   9 / 10
grandissimo film, la sua fama è più che meritata.
intreccio non complesso ma dal lato psicologico profondo, colpisce soprattutto per quel senso di cinismo ed ineluttabilità che lascia lo spettatore con quell'amaro in bocca per tutta la durata.
attori impeccabili, atmosfera hard boiled ai massimi livelli, in linea con il giallo di un certo genere che per quanto mi riguarda trova la sua espressione suprema proprio in questi anni, logicamente ponendosi in parallelo con la vasta produzione letteraria, che annovera per l'appunto tra i suoi maggiori esponenti quel Raymond Chandler (Il grande sonno, Il lungo addio), che insieme a Wilder è sceneggiatore di questo film.
come suggerisce il voto, eccellente davvero.

LAMAX61  @  30/08/2012 08:31:27
   10 / 10
Grande film di Wilder. Noir eccezionale, con spazio riservato anche ai sentimenti. Prova maestra per i tre attori principali. La tensione è sempre costante pur conoscendo noi, dall'inizio, il nome degli assassini. Wilder ci conduce passo passo per le vie dei sentimenti che possono "provocare" atti così estremi. Indimenticabile come il profumo del caprifoglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/07/2012 16:19:29
   8 / 10
Bello bello bello.

Come del buon vino d'annata, un noir che si mantiene sempre "classico" senza risultare datato dopo quasi settant'anni. Contiene tutti gli stilemi del genere, tutto verrà depredato da Wilder per creare un genere che ha creato eredi anche superiori.
Un esempio su tutti: Chinatown di Polanski.
In America una volta i film li sapevano fare eccome... molto meno "imbellettato" di quel che si crede: trama crudele, protagonisti per cui si patteggia pur consapevoli del loro essere disgustosi approfittatori, affascinante sin dagli inquietanti titoli di testa. E con una sceneggiatura (Chandler) che contiene battute strepitose e mai datate, neanche loro.
Sceneggiatura ad orologeria.

Invia una mail all'autore del commento mencio  @  26/06/2012 18:08:14
   10 / 10
Ogni commento è superfluo

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/06/2012 17:00:36
   8½ / 10
Ottimo noir del sempre grande Billy Wilder. Poco da dire, ancora affascinante dopo molti anni.

baskettaro00  @  03/06/2012 12:24:43
   8 / 10
Magistrale resa della preparazione di un omicidio premeditato ,con buoni attori e una tensione che ti avvolge per gran parte della durata..affatto datato.

TheShadow91  @  13/03/2012 02:11:28
   9½ / 10
Che film signori!!Esso mostra una storia di omicidio premeditato,incentrandosi prima sul diabolico progetto di esso,per poi mostrarci le sorti dei due artefici appesi per tutto il film sul filo del rasoio,ogni volta che le indagini andavano sempre più a loro sfavore fino all'inaspettata svolta finale.Insomma questo film si può riassumere in una sola parola: Suspance!!Come se ciò non bastasse la recitazione dei personaggi principali è assolutamente straordinaria,con un ovvia distinzione da parte di Stanwyck.Meritato il suo posto nella classifica AFI dei migliori cattivi(anche se non al di sopra di Amon Goeth)

TheGame  @  12/03/2012 12:23:44
   8½ / 10
Noir impeccabile, Wilder sale in cattedra e per lui il Cinema è come una sala operatoria, la cinepresa è il bisturi e come un chirurgo calibra al microscopio ogni dettaglio per una costruzione della tensione che inchioda lo spettatore e lascia solo una certezza: Wilder è uno dei più grandi autori della Settima Arte, e basta.

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PignaSystem  @  21/01/2012 16:54:48
   9½ / 10
Grandioso. Regia mai sopra le righe. Fotografia sobria. Attori perfetti. Ritmo e tensione sempre ai massimi livelli. Un noir che non sbiadisce col passare del tempo!

Goldust  @  23/12/2011 12:13:56
   9 / 10
Il noir per eccellenza. Visto che è lo stesso protagonista, a giochi ormai fatti, a raccontare in prima persona la vicenda, Wilder riesce a costruire un sensazionale meccanismo di tensione narrativa pur non essendoci nulla da scoprire! Grande trio d'attori, con Edward G. Robinson su tutti.

edmond90  @  15/12/2011 11:44:51
   10 / 10
«No, io non ti ho mai amato, non ho mai amato nessuno. Sono guasta dentro.»


Phyllis Dietrichson è l'essenza del film noir.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Peter Lyman  @  26/11/2011 11:55:31
   9 / 10
Noir ancora prima che venisse coniato il termine, questo film è l'apoteosi del genere, interpretato da attori straordinari. Fu candidato a 7 Oscar ma, non si sa perchè, non ne vinse nessuno seppur stra meritati.

MidnightMikko  @  04/06/2011 11:50:22
   10 / 10
Un noir perfetto, diretto magistralmente e interpretato in maniera perfetta. Come rimanere impassibili di fronte alla cafonaggine di Neff, alla sensualità della dark lady Phyllis, all'esuberanza di un sempre magnifico Robinson? Una storia perfetta (e la penna di Chandler si sente, eccome!), piena di suspence, con dei dialoghi mai scontati e sempre originali. Capolavoro.

Lory_noir  @  31/05/2011 23:11:32
   7 / 10
L'ho apprezzato ma sinceramente non penso sia tra i più belli di Wilder. Non mi ha entusiasmato come altri suoi lavori.

7219415  @  21/05/2011 09:46:21
   9 / 10
Capolavoro di Wilder...mi tocca levargli un voto solo perchè non sopporto che un film cominci rivelando quello che succederà alla fine...sennò un bel 10 non glielo toglieva nessuno...

Oskarsson88  @  13/05/2011 10:28:49
   9½ / 10
Veramente eccezionale questo giallo di Billy Wilder, con tutti i personaggi molto ben definiti e che sanno decisamente il fatto loro... in particolare Kiss e Neff sono magistrali! Un intreccio basato su un omicidio, una trama che è decisamente fluente (siamo nel 1944 perciò non è affatto scontato) e che regala sorprese passo passo... il tutto usando la tecnica dei prolungati flashback, anche la colonna sonora è perfetta. Da applausi!

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Ultima risposta 22/05/2011 13.07.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  09/05/2011 01:35:44
   8½ / 10
"They've committed a murder! And it's not like taking a trolley ride together where they can get off at different stops. They're stuck with each other and they got to ride all the way to the end of the line and it's a one-way trip and the last stop is the cemetery."

Sicuramente uno dei più longevi ed affascinanti noir della cinematografia, nonchè uno degli archetipi del genere, Double Indemnity (orrendo il titolo italiano) è un altro dei bellissimi film di Billy Wilder, forse l'autore più originale e versatile della Hollywood classica. Come al solito fenomenale la fotografia e specialmente la sceneggiatura, scritta a quattro mani con Raymond Chandler (uno dei padri della letteratura hard-boiled), che si serve dell'espediente della narrazione in flashback - come Wilder rifarà nel successivo Sunset Boulevard - per raccontarci l'agghiacciante vicenda dell'organizzazione di un delitto da parte di un fascinoso agente assicurativo e di una giovane donna, seducente e mortale, stanca del proprio marito.
Wilder riesce ad aggirare le pesanti restrizioni del codice Hays - viste dai non-amanti del cinema americano classico come un fattore altamente limitante - sfornando un film senza scampo nè possibilità di redenzione (il tema del destino è uno dei cardini) permeato di crudeltà e di torbida sensualità pur non mostrando violenza esplicità né scene di sesso. Perfettamente delineati i personaggi, forti di interpretazioni ottime, da un Fred McMurray fortemente bogartiano nelle movenze e negli atteggiamenti, a Barbara Stanwyck (forse non la migliore dark lady di sempre ma certamente a suo agio nella parte), per arrivare all'incredibile Ed G. Robinson, unico nella sua parte di "detective" sagace e calcolatore.
Rimarranno alla storia le sequenze di apertura (la confessione di Neff al dittafono) e di chiusura: un uomo in punto di morte, il suo amico e collega, una sigaretta impregnata di sangue, due ruoli che si invertono...
Un altro classico imperdibile!

vehuel  @  20/03/2011 09:42:30
   9½ / 10
Noir torbido e raffinato , ennesimo capolavoro di Wilder.

rob.k  @  27/11/2010 16:26:01
   8½ / 10
Film eccezionale, invecchiato benissimo. Un po' prevedibile, ma cattura lo spettatore nel susseguirsi degli eventi.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  02/09/2010 19:47:12
   9½ / 10
Splendido, insuperabile, l'archetipo per tutti i noir che seguiranno.
La follia erotica che annebbia la ragione e spinge all'omicidio, la dark lady più fatale della storia del cinema, un meccanismo giallo di certosina raffinatezza. Un film imprescindibile, dal fascino ammaliante, dalla suspense sinuosa, dalle interpretazioni leggendarie, scritto (con Raymond Chandler!) e diretto da un regista magnifico che ha sempre fatto la differenza in ogni genere. Capolavoro.

thamadartist  @  06/06/2010 11:31:56
   9 / 10
Ottimo noir firmato Billy Wilder.

wooden  @  28/03/2010 15:05:50
   6½ / 10
Uno dei noir che più risente di ogni anno che passa, sin troppo classico e prevedibile.

L'ho trovato abbastanza lento e datato, nonostante l'indiscutibile regia.

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Ultima risposta 10/05/2010 15.14.34
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Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  08/03/2010 18:10:06
   10 / 10
Noir fumoso, voluttuoso e magistrale. Un delitto e castigo di coppia, senza facili redenzioni nè viae crucis mentali. Stupendi i rapporti che legano i personaggi in una ragnatela di bugie e di affetti, superbi gli attori e indimenticabile la cinica e gelida Phyllis

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Dal maestro della commedia un film intrigante, drammatico e denso, di un'atmosfera che verrà poi a galla con ancor più coraggio e classe in "sunset boulevard".

france  @  06/03/2010 14:07:35
   8 / 10
molto molto bello, la tipica femme fatale

castelvetro  @  26/02/2010 13:01:57
   9 / 10
Senza dubbio un gran bel film.
La sceneggiatura è stupenda, piena di colpi di scena,
avvincente e ti tiene col fiato sospeso fino alla fine.
In più ci sono veramente tanti tocchi di stile
un esempio fra tutti il fiammifero usato sempre da chi ha
la situazione in pugno, fino la fine.

Direi proprio uno dei più esemplari Noir di sempre.
Bravissimo Edward G. Robinson nella parte del detective.
Assolutamente da vedere.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  24/01/2010 14:09:46
   7½ / 10
Gran bel noir che, nonostante l'anno di produzione, non risulta per niente datato. Non dò un voto maggiore perchè il finale che conosci già all'inizio fa perdere un pò di suspance, che comunque non manca nel corso della vicenda.

bulldog  @  16/09/2009 19:47:31
   7½ / 10
Un elegantissimo Noir del grande B. Wilder.

Dr.Orgasmatron  @  12/09/2009 18:34:00
   10 / 10
Limiti non ce ne sono, magari si facessero ancora film così. Billy Wilder, "the king of comedy", crea un capolavoro in pieno stile noir. Il trio Fred MacMurray, Barbara Stanwyck, Edward G. Robinson funziona come un cronometro perfetto. La regia di Billy Wilder è come al solito un certificato di garanzia.

gkorps  @  12/09/2009 16:34:45
   7 / 10
Sono onesto, bel film ma con tutti i limiti di un film di 60 anni fa'

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Ultima risposta 14/09/2009 11.30.39
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LEMING  @  30/07/2009 08:13:24
   6½ / 10
Sinceramente tutto questo gran capolavoro che qui si acclama, io non l'ho proprio visto, sarà che tutti questi film molto vecchi, per me, risentono maledettamente dell'età (qui siamo nel '44), per cui hanno tutte le pecche della mancanza di mezzi dell'epoca. Attori statici, scene statiche, nessuna scena di azione (anche dove ci poteva essere), unica cosa interessante, e non è poco, la trama che ti spinge a continuare la visione per capire i vari ragionamenti dei personaggi e come va a finire.
Per cui un buon noir ma sicuramente non può essere considerato come uno dei migliori film di sempre!

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Ultima risposta 15/01/2010 13.44.23
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The BluBus  @  23/07/2009 17:01:55
   9 / 10
Un altro pezzo da 90 del grande Billy, 9 pieno

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  22/07/2009 00:01:18
   9½ / 10
Quarta pellicola del bravissimo Wilder che dimostra la sua poliedricità riuscendo a sfornare pellicole strabilianti in vari generi.
La fiamma del peccato è un noir bellissimo, che è entrato nella storia della cinematografia americana e non solo. Una pietra miliare per tutti gli amanti del noir.
Una fotografia ottima, associata ad una prova magistrale di MacMurray e della femme fatale Barbara Stanwyck e da una sceneggiatura grandiosa. Quest'ultima è, forse, l'aspetto che mi ha colpito di più in positivo. Scritta a 4 mani (Wilder e Chandler) è un concentrato di cinismo, intelligenza ed ironia. Un gran bel lavoro.
L'unica piccola pecca, a voler essere proprio critici, è una certa prevedibilità di alcuni passaggi che non inficiano minimamente la godibilità della pellicola.
Ciascun appassionato dovrebbe vedere questa fetta di storia del cinema.

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 13:59:20
   10 / 10
Rifacendomi nuovamente ai commenti rilasciati per L'infernale Quinlan e Il grande sonno, ecco il magnifico terzo per il podio dei più grandi noir di sempre. La fiamma del peccato (che brutta la traduzione in italiano, se proprio dovevano potevano tradurre letteralmente Doppia indennità, oppure La morte paga doppio, come il libro da cui è tratto) riesce ad essere capolavoro nonostante fin dalla prima mezz'ora lo spettatore sappia già come finirà il film. Capolavoro anche perché, oltre alla regia di un certo Billy Wilder, che dimostra di non saper fare solo immense commedie, conta su un Fred MacMurray che non sarà mai più così bravo ed un epocale Edward G. Robinson, uno degli attori più in gamba che Hollywood ricordi

Apocalypse_Now  @  29/06/2009 21:53:01
   10 / 10
Basta un dialogo, basta qualche spezzone, basta Edward G. Robinson nei panni del puntiglioso assicuratore per capire che un caposaldo del genere giallo/noir. Una goduria

phemt  @  26/06/2009 08:57:01
   8½ / 10
Tra i migliori noir della storia del cinema… Sceneggiatura magistrale, dialoghi perfettamente equilibrati tra ironia e cinico melodramma, una femme fatale rimasta nell’immaginario comune ed un Edward G. Robinson assolutamente sensazionale!
Tiene incollato al video malgrado fin dall’inizio si capisca (volutamente) dove andrà a finire…
Davvero da recuperare!

Sepultura  @  30/05/2009 02:26:57
   10 / 10
Tra i migliori noir di sempre. Un classico che ha tutti gli ingredienti giusti al posto giusto. Un must a cui è impossibile rinunciare

Bogart59  @  07/05/2009 02:04:59
   10 / 10
Forse il miglior noir di sempre. Il rimpianto è non avere Bogart protagonista al posto di un comunque eccellente MacMurray, allora sarebbe stato stellare ancor di più

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  03/05/2009 08:16:22
   9 / 10
Grandissimo noir. Gioca con i ruoli classici del genere creando dei veri e propri archetipi che saranno successivamente ripresi fino ai nostri giorni da molti autori.
La sceneggiatura è calibrata al dettaglio (molteplici le frasi famose che si potrebbero citare), di grande impatto la regia e la fotografia, ottimi gli attori.
Imperdibile.

pinhead88  @  21/04/2009 19:09:45
   10 / 10
uno dei migliori Noir in assoluto che io abbia mai visto.Billy Wilder non smette mai di sorprendere.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/07/2009 22.04.18
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  11/04/2009 23:22:02
   10 / 10
L'ho ucciso io. L'ho ucciso per denaro; e per una donna. E non ho preso il denaro; e non ho preso la donna. Bell'affare.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/03/2009 17:03:29
   8½ / 10
Pietra miliare del genere “noir”. Una storia ammaliante, intrisa di “suspence” e con una cifra narrativa esemplare sia nella struttura che nella dinamica: un flashback che va a ritroso, spedito come la miccia di una dinamite, fino a terminare e culminare in un memorabile finale tragico. Al centro: l’immagine negativa di una “dark-lady” manipolatrice che irretisce col suo fascino “letale”, il quale rende inane qualsiasi sforzo teso a fuggirlo.

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Ultima risposta 29/03/2009 12.19.01
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godfa982  @  26/03/2009 23:29:17
   9½ / 10
Wilder non è "semplicemente" un pezzo di storia del cinema... ma ne è, con pochissimi altri autori, le fondamenta.
Un noir eccellente. inserito nel 2008 nella classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
Notevoli le interpretazioni di Macmurray e soprattutto della Stanwyck. La pupa bionda, la femme fatale tipica delle pellicole noir.
La narrazione è tutta in flashback con la voce fuori campo del protagonista che, attraverso un registratore prima di morire, catapulta lo spettatore in una storia appassionante raccontata in modo incredibilmente avvincente.
Tutto inizia con "Io ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso i soldi e non ho preso la donna" ...memorabile!!!

Exodus  @  16/03/2009 15:11:29
   8 / 10
Un noir di ampio respiro e grande effetto, sorretto da attori in stato di grazia (Robinson eccezionale). Il finale è un pò affrettato, ma le atmosfere sono veramente straordinarie.

85sarina  @  15/03/2009 13:45:37
   10 / 10
Bhè che dire, il più bel noir di tutti i tempi con dei dialoghi perfetti!!!

heartbreaker  @  02/03/2009 22:22:40
   9 / 10
Ancora una grande pellicola diretta dall'immenso Billy Wilder. Un noir in perfetto stile con tanto di suspance che tiene incollati fino alle scene finali. Dialoghi impeccabili, ottima regia, questo film è davvero un "giocattolo perfetto" come perfetto è il delitto che viene escogitato da Walter e Phyllis.

Segnalo inoltre le perfette recitazioni di Fred MacMurray (nei panni di Walter Neff), Barbara Stanwyck (Phyllis Dietrichson), ma soprattutto Edward G. Robinson che interpreta l'investigatore Barton Keyes.

Un film imperdibile per gli amanti del noir, che quindi amano la tensione e la suspance. Un capolavoro di Billy Wilder. Immenso.

paolino77  @  08/02/2009 14:13:35
   10 / 10
Semplicemente inarrivabile...e la presenza di Edward G.Robinson è una chicca

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  06/02/2009 19:38:39
   10 / 10
10, ed è il mio nono.

fragolina51  @  25/01/2009 20:22:43
   10 / 10
Ringrazio mio cugino per avermelo fatto vedere, uno dei più bei film d'autore che abbia visto

Touch of Evil  @  25/01/2009 18:24:35
   10 / 10
Per me è il più grande noir di tutti i tempi, stranamente firmato dal re della commedia

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Ultima risposta 02/04/2009 00.21.59
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  15/01/2009 14:43:17
   8½ / 10
“L’ho ucciso per i soldi e per una donna. Non ho avuto i soldi. E non ho avuto la donna”

Wilder non concede nel suo primo grande successo... Uno dei primi grandi noir dell’era moderna, il primo grande successo del 37enne Billy Wilder, al suo quarto film. Archetipico per quanto riguarda alcuni dei caratteri fondanti del genere: la proverbiale dark lady di Barbara Stanwyck (nel ruolo che le valse una carriera), il lento e inesorabile snodarsi degli eventi, il cerchio che si stringe fino all’inevitabile delitto e castigo.

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Ultima risposta 30/01/2009 00.38.32
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edo88  @  09/01/2009 13:17:32
   9½ / 10
Non mi stancherò mai dei film di Wilder.
Bellissimo e stilisticamente impeccabile.
La forza degli attori protagonisti è grandissima e i loro volti sono ciò che più mi ha mosso di questo film.

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