la giusta distanza regia di Carlo Mazzacurati Italia 2007
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la giusta distanza (2007)

 Trailer Trailer LA GIUSTA DISTANZA

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locandina del film LA GIUSTA DISTANZA

Titolo Originale: LA GIUSTA DISTANZA

RegiaCarlo Mazzacurati

InterpretiGiovanni Capovilla, Ahmed Hafiene, Valentina Lodovini, Giuseppe Battiston, Roberto Abbiati, Natalino Balasso, Stefano Scandaletti, Mirko Artuso, Fabrizio Bentivoglio, Marina Rocco

Durata: h 1.46
NazionalitàItalia 2007
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2007

•  Altri film di Carlo Mazzacurati

Trama del film La giusta distanza

Un giovane meccanico tunisino, ben ambientato e stimato per il suo lavoro, vive la sua vita tranquillamente in un cittadina del nord-est. Ma un giorno qualsiasi come tanti altri, viene commesso un omicidio. Il giovane è subito sospettato e accusato dell'omicidio. Rinchiuso in carcere il ragazzo si uccide. Segue l'inchiesta un giovane cronista del Resto del Carlino, che vuole far luce sull'omicidio.

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Voto Visitatori:   7,20 / 10 (58 voti)7,20Grafico
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Voti e commenti su La giusta distanza, 58 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alessiogala  @  20/11/2007 16:50:22
   5 / 10
DISCRETO FLM CERTO CHE CN LE CAVOLATE CHE FANNO OGGI AL CINEMA ITALIANE QSTO è UNO DEI FILM MIGLIORI...PENSATE CM è IN BASSO IL NOSTRO CINEMA

7 risposte al commento
Ultima risposta 18/01/2008 21.43.43
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  12/11/2007 18:07:53
   7 / 10
Originale nella fusione dei generi, discreto nel ritrarre la provincia veneta, forse manca nello spessore di alcuni personaggi fondamentali, come la maestra e il ragazzo-giornalista, che restano un po' superficiali, anche se se ne intuisce bene il ruolo e il contesto morale delle loro azioni e idee. L'impressione finale è che manchi qualcosa, nonostante resti un film discreto.

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Ultima risposta 12/12/2007 15.43.24
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tavullia86  @  09/11/2007 09:43:31
   9 / 10
gran film davvero. mazzacurati riesce a conciliare bene le due componenti del film, cioè quella dello spaccato sociale sulla provincia veneta e quella della vicenda del film, intrecciandole, sovrapponendole, e il risultato è ottimo. la storia ungiusto mix tra sentimentale e noir, è un'ottima traccia per realizzare lo spaccato sul veneto, pieno di contraddizioni, e devo dire che vivendoci anch'io in questa realtà, mazzacurati l'ha descritta al meglio. il classico paesetto dove tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti, c'è il bar del paese, punto di ritrovo di tutte le generazioni, e i pochi esercizi commerciali. c'è la mitica sita, spesso vuota, che collega il paese all'altra metà del mondo reale, la grande città. e personalmente oltre alla figura di hassan mi ha colpito(e penso abbia colpito un pò tutti) la figura di quello che ha fatto i"schei". E' incredibile quanto soggetti così siano diffusi dalle nostre parti, quello che con tanta fortuna(e spesso tanto tanto lavoro)ha sfondato e fatto i soldi. E non si rende conto che una volta raggiunto l'obiettivo della vita(i schei), non sa che farsene, e allora inizia a spendere e spandere, solo per il gusto di dire"ho 2 case, 3 macchine, la barca...e il mare che preferisco è l'oceano Indiano". Per il resto(integrazione,...)vedo che molto è già stato scritto sotto, e non aggiungo altro, se non che consiglio questo film a tutti.

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Ultima risposta 12/11/2007 13.40.05
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viagem  @  29/10/2007 23:08:29
   8 / 10
Forse chi è originario del luogo raccontato in questo film ha modo di apprezzare particolari che ai più potrebbero sfuggire, ma probabilmente è anche più coinvolto ed è meno obiettivo nel giudizio.
Sta di fatto che a un padovano come me questo film è piaciuto molto.
A metà tra un noir e un'opera di denuncia dei pregiudizi verso chi è "altro", in realtà La giusta distanza è principalmente un'efficacissima resa della realtà di provincia veneta.
Veneto, attuale locomotiva d'Italia dal punto di vista economico, là dove molta gente ha trovato ricchezza facile in poco tempo (Battiston ha fatto i schei), dove gli extracomunitari integrati lavorano più sodo degli stessi veneti, dove ti trovi la donna, meglio se dell'Est, on-line, ma anche il Veneto dei paesi come Concadalbero (e vi invito ad andare a visitarlo, perchè esiste davvero e ci sono delle Corti Benedettine suggestive nei dintorni) così isolati che solo una corriera della SITA può fungere da cordone ombelicale col resto del mondo, dove il ritmo scorre ancora lento come il Po nelle sue ultime anse, dove si crede ancora ai maghi e ai cartomanti, dove c'è ancora il bar del paese per ritrovarsi e commentare i fatti del giornale locale, ma la ragazza che ti serve "il goto" è cinese.
Mazzacurati è bravissimo a esprimere le mille contraddizioni di queste lande, senza ricorrere ad alcuno stereotipo ed in maniera lieve e naturale, raccontando una storia dapprima lenta e silenziosa poi sempre più rapida e scandita dagli eventi. L'attraversa da cima a fondo un senso di inquietudine,

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Fotografia splendida e grazie a Battiston per aver "portato" dentro la colonna sonora i Radiodervish con Erevan.
Una menzione speciale per il cameo di Balasso, evidentemente a suo agio nelle proprie terre, e per la Lodovini: se il cinema italiano è in crisi direi che ad un primo sguardo queste giovani attrici italiane godono tutte di ottima salute!

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Ultima risposta 12/11/2007 17.55.34
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polbot  @  29/10/2007 10:50:22
   8 / 10
Prova convincente di Mazzacurati. Storia e personaggi non banali e fedeli alla realtà attuale, specie della bassa padana. Attori protagonisti davvero bravi. Bentivoglio e Balasso caratterizzano bene i loro "piccoli" personaggi. Consigliato.

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Ultima risposta 29/10/2007 14.34.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  27/10/2007 15:16:09
   7 / 10
Un buon film davvero, questo di Mazzacurati, che sembra in parte recuperare i temi affrontati nel suo bell'esordio ("Notte italiana" cfr.) quasi vent'anni dopo, trasferendoli nella campagna Padovana (d'adozione?).
Il regista si riconferma, pur se tra alti e bassi, un autore solido, capace come pochi altri di raccontare la provincia italiana in ogni suo aspetto, tra modernità e tradizione.
L'intreccio del film ricorda vagamente "Nebbia e cenere" di Eraldo Baldini, ma a tratti sfuma in un'ottica Felliniana stile Amarcord (volutamente citato nell'immagine di un ex insegnante uscita di senno seduta su un battello tra lo stupore dei paesani).
Un'altro twin peaks all'italiana, che richiama il cinema di genere improntando però un'invettiva sociale à la Loach davvero insostenibile (cfr. il tunisino accusato ingiustamente, anche dal suo stesso avvocato - l'ipocrisia del villaggio).
Peccato soltanto che questa vena sociale sia smussata da un certo manierismo e da una forzatura poetica che scoraggia proprio la sua invettiva.

Notevoli comunque le interpretazioni di Valentina Codevini e del giovane "giornalista in erba" (bel personaggio, non trovate?). Lei, in particolare, una sorta di Laura Morante con vent'anni di meno, ha un volto che fa ben sperare per il futuro. Ottima anche la prova di Battiston.

Un film blandamente "rurale" e a tratti duro, plasmato dalla "miseria mentale" di chi vuole crearsi i nemici fuori dalla propria area di appartenenza (ecco cos'è cambiato rispetto ai tempi di Notte Italiana) e dal campanilismo corrente

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Ultima risposta 29/10/2007 10.19.17
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Delfina  @  21/10/2007 12:05:02
   6½ / 10
Questa stagione ci presenta vari film italiani di genere giallo, drammatico o noir: dopo "La ragazza del lago", ecco tornare il Nord Est in questo lavoro di Mazzacurati. Un troppo lunga e stiracchiata la prima parte, dove sembra prevalere, nonostante la bella fotografia, una sceneggiatura di tipo fictionistico e telvisivo. Migliora nel secondo tempo, con una brusca accelerazione che sbilancia di colpo l'andamento narrativo.
Finale un po' scontato e nuovamente in stile fiction.
Belli i luoghi e anche i personaggi minori.

Spicca la recitazione di Ahmed Hafienem, bravo e intenso attore.
Un po' azzardata la figura del ragazzino-giornalista; comunque, un film godibile.

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Ultima risposta 26/10/2007 10.41.25
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don carlos  @  21/10/2007 00:24:34
   8½ / 10
Un film decisamente originale e realistico, sia per l'ambientazione che per la trama. Ben realizzato anche tecnicamente: nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi è difficile trovare dettagli fuori posto, così come nella fotografia, nelle luci e nel montaggio (più o meno tutto insomma!) Il risultato è qualcosa di estremamente naturale, molto vicino alla realtà di tutti i giorni, ma nello stesso tempo è anche coinvolgente e non annoia. Fa un certo effetto vedere sul grande schermo la zona del Polesine e alcuni scorci di Padova (i Padovani come me riconosceranno il Caffè Pedrocchi, dove Giovanni dialoga con il giornalista aka Bentivoglio, l'ospedale e un po' di Corso Garibaldi e di giardini dell'Arena, che si intravedono da una finestra della sede del giornale per cui Giovanni lavora). Ad alcuni, certi personaggi potranno sembrare delle macchiette (con l'intercalare veneto eccetera), ma a mio parere non lo sono affatto: questo film è un ritratto, fedelissimo alla realtà e privo di stereotipi. Soprattutto per questo è interessante.

Oltretutto, è sempre divertente rivedere in azione Giovanni Battiston e Natalino Balasso, per non parlare di Bentivoglio che recita con l'accento veneto.

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Ultima risposta 29/10/2007 10.44.40
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