la grande bellezza regia di Paolo Sorrentino Italia, Francia 2013
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la grande bellezza (2013)

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locandina del film LA GRANDE BELLEZZA

Titolo Originale: LA GRANDE BELLEZZA

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiToni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, Vernon Dobtcheff, Isabella Ferrari, Luca Marinelli, Giorgio Pasotti, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Roberto Herlitzka, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Stefano Fregni

Durata: h 2.30
NazionalitàItalia, Francia 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2013

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film La grande bellezza

Dopo "L'apparato umano", l'unico romanzo che ha pubblicato da giovane e che gli ha regalato la notorietà, Jep Gambardella non ha scritto più nulla. È diventato però un giornalista e frequenta spesso l'alta società romana. La sua vita è un susseguirsi di incontri, appuntamenti e celebrazioni eccentriche che lo rendono testimone della crisi della società. Il clima che si respira nella capitale non è infatti più quello di un tempo: potenti, presenzialisti, contesse e immobiliaristi hanno preso il sopravvento, dando il via a un lento ma continuo processo di degrado che trasforma gli uomini in mostri. Durante una calda estate a Jep, ormai cinico e insofferente sessantacinquenne, non resta che pescare nei ricordi e, deluso dal presente, rivivere la sua appassionata e perduta giovinezza, contraddistinta dal ricordo di un innocente amore. Forse per lui è arrivato il momento di cominciare a scrivere qualcosa di nuovo.

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Voto Visitatori:   6,93 / 10 (295 voti)6,93Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
Miglior regia (Paolo Sorrentino)Miglior produttore (Nicola Giuliano, Francesca Cima)Migliore attore protagonista (Toni Servillo)Migliore fotografia (Luca Bigazzi)Migliore scenografia (Stefania Cella)Migliori costumi (Daniela Ciancio)Miglior trucco (Maurizio Silvi)Migliori acconciature (Aldo Signoretti)Migliori effetti speciali (Rodolfo Migliari, Luca Della Grotta)
VINCITORE DI 9 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior regia (Paolo Sorrentino), Miglior produttore (Nicola Giuliano, Francesca Cima), Migliore attore protagonista (Toni Servillo), Migliore fotografia (Luca Bigazzi), Migliore scenografia (Stefania Cella), Migliori costumi (Daniela Ciancio), Miglior trucco (Maurizio Silvi), Migliori acconciature (Aldo Signoretti), Migliori effetti speciali (Rodolfo Migliari, Luca Della Grotta)
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su La grande bellezza, 295 opinioni inserite

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Romi  @  22/06/2018 20:46:01
   5½ / 10
La grande bellezza vorrebbe raccontare il vuoto di valori dell'Italia contemporanea e in particolare di un ambiente alto borghese romano frequentato da personaggi in cerca di affermazione ma incapaci di sottrarsi agli stimoli fatui della mondanità. Il film inizia con una festa mondana, un divertimento senz'anima e decadente, che colpisce lo spettatore facendogli percepire il degrado culturale e morale. Subito dopo il film incomincia a perdere di intensita' e originalita', mostrando un miscuglio di personaggi scarsamente legati tra loro il cui scopo e' quello di ribadire cio' a cui tende il film. Cio' che non convince e' la ridondanza del contenuto senza una autentica trama, una sequenza di individui che compiono azioni patetiche, bizzarre, amorali. Le comparse i Ardant e Venditti sono senza senso. Tutta una serie di personaggi voluti per la rappresentazione del vuoto esistenziale, attraverso immagini visionarie. E' chiaro lo slogan del film "Ora vi parlo del nulla", una dichiarazione per nulla sottile, ma pretenziosa, forzata, snobisticamente intellettuale che mal si addice al cinema d'autore. Paradossalmente un film che vuole denunciare una societa' decadente si mostra anch'esso frutto di questa societa'.
Nella Dolce Vita di Fellini i paparazzi e i divi c'erano davvero, gli scrittori di talento che si dissipavano e lavoravano per il cinema pure La Dolce Vita (anche il cinema italiano c'era davvero). Il Marcello della Dolce Vita e' al tempo stesso un alter ego(fellliniano) e un carattere tipico della realta' di quegli anni. Jep Gambardella vaga tra terrazze, feste, spogliarelliste, cardinali, sante e sprigiona cattiva letteratura da tutto il suo essere. Tra le tante sentenze da cinico ne azzecca solo una: "Non mi accontentavo di andare alle feste, volevo il potere di farle fallire". Se il buon cinema e' una festa, allora quel potere ce l'ha sul serio.

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Ultima risposta 22/06/2018 21.37.54
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Qwertyuiop  @  12/08/2017 15:34:41
   1 / 10
Avendo dato 1 a La Dolce Vita, come non dare 1 alla sua presunta emulazione? Solito modo di fare cinema simil-intellettualoide che maschera l'assenza di contenuti più totale con le solite logiche della fotografia perfetta, delle luci che per carità... È un film noioso, abbondante ed inutile: Tony Servillo ormai s'è capito che viene stipendiato mensilmente dal regista (fa solo film con lui e viceversa), Verdone davvero penoso, l'ombra di se stesso, la Ferilli e la sua "interpretazione magistrale"(???). E in più la strumentalizzazione di Roma per questo film becero che possono apprezzare solo gli americani (per cui basta vedere Roma e già va più che bene), bastano a farmi inserire questo film tra i più odiosi che abbia mai visto, non per altro, ma per il clamore che è stato fatto intorno ad esso. Sorrentino dovrebbe finirla con questo alone di "finta qualità": non vale niente come regista, non valgono niente i suoi film, e lo dimostra anche nelle scelte degli attori; pare infatti che voglia scritturare una tronista per il suo prossimo film. Peggio di così non si può. Italia televisiva contemporanea rappresentata appieno, con tutti i suoi difetti. Bocciato senza riserve e senza possibilità di appello.

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13 risposte al commento
Ultima risposta 18/08/2017 09.50.09
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sim2704  @  05/04/2015 22:43:09
   1 / 10
se si vuole vedere un documentario su Roma, si trova di meglio...

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Ultima risposta 08/04/2015 19.37.07
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matt®  @  16/03/2015 18:45:15
   1 / 10
La grande ******!ma che razza di film è?!!!noioso a morteeeee

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Ultima risposta 16/03/2015 22.10.01
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Wilding  @  29/12/2014 15:08:59
   3 / 10
Ha vinto l'Oscar??? Per la fotografia... per la recitazione... ma il film dove stà?? Di che parla?? Per seguirlo tutto ci vuole del caffè in vena!!!

31 risposte al commento
Ultima risposta 10/03/2016 21.22.25
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hghgg  @  04/12/2014 16:49:01
   7 / 10
Boh, io mi pongo in mezzo tra chi lo esalta (? Why ?) e chi lo stronca (spesso eccessivamente). Di sicuro per me negli ultimi anni Sorrentino ha subito una grande involuzione, tematica e stilistica, forse montandosi la testa dopo la sua prima produzione americana ossia il mediocre "This Must Be the Place" che è tranquillamente il suo film peggiore. "La grande bellezza" è proprio il film di un montato che ci tiene a far vedere quanto è bravo (ed è bravo, c'è poco da fare) ed anche se non ha nulla da dire è capace di fregare in parecchi facendo credere di star comunicando chissà cosa.

Parafrasando ciò che dice la bambina nascosta al protagonista in una delle scene più inutili e insensate: "questo film non è niente". Il nulla. Un nulla tematico che racconta la dissoluzione e la decadenza della società moderna (mondana, soprattutto) limitandosi a mostrare con immagini senza una vera e propria trama, insomma mostrare senza raccontare. Va bene, è una scelta che può andar bene se non fosse che il tutto risulta davvero troppo diluito, a volte noioso, eccessivamente auto-indulgente fino ad arrivare alla parte finale che ho trovato mediocre e molto noiosa perché a quel punto svanisce il fascino delle immagini e dell'atmosfera e resta soltanto il peso del nulla. In più con una freddezza (ma questa può essere una mia sensazione personale) che permea tutto il film che non riesce mai ad emozionare del tutto e mai una sequenza è rimasta davvero scolpita nella mia memoria. Insomma Sorrentino si è dimostrato inadatto ad un film del genere, che non manca del tutto di fascino ma che finisce col risultare vuoto, pieno di metafore e dialoghi un po' buttati a caso e una parte finale quasi insostenibile. Troppe scene riempitive e inutili in mezzo inoltre il che rende meno memorabili anche i momenti e le scene interessanti del film, che ci sono.

Poi, per fortuna, c'è una fotografia davvero notevole che salva parecchie cose, con una Roma forse poco realistica ma molto affascinante (in linea con il film), la Roma delle albe e dei tramonti, una Roma quasi onirica, malinconica e macchiata da quelle decadenti scene notturne a cui assistiamo per tutto il film. La regia tecnicamente è tanta roba ma non mi ha convinto pienamente proprio per questo continuo "oh, oh, guardatemi, guardate quanto sono bravo, guardate quante inquadrature fìghe e particolari, lo vedete che son bravo con la mdp ?" che alla seconda visione mi ha proprio irritato. I dialoghi scivolano in continuazione in una alternanza di "inutile-interessante (pochi)-vuoto-pomposo-divertente" che sembra di stare sulle montagne russe.

Altro punto a favore per Servillo in un'altra bella interpretazione (assolutamente non la migliore però, secondo me) e spesso salva lui parecchie scene (vedere l'irritante inizio, risollevato dalla sua memorabile entrata in scena). Meravigliosa la scena in cui smonta la tizia scrittrice credo sia il momento "parlato" del film che mi ha convinto di più.

Diciamo che con "La grande bellezza" Sorrentino l'ha fatta di parecchio fuori dal vasino. Non è affatto un film orribile come vorrebbero far credere i detrattori più accaniti ma devo dire che mi manca il regista de "Le conseguenze dell'amore" "L'amico di famiglia" e "Il Divo".

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Ultima risposta 05/12/2014 16.01.23
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Invia una mail all'autore del commento ottorottox  @  14/10/2014 13:33:02
   2½ / 10
Vuoto e noioso. Pompato alla grande con una pubblicità estenuante. Oscar come miglior film straniero secondo me immeritato. Toni servillo non mi sembra tutto questo grande attore e la ferilli convocata solo a fare vedere il ****. Dialoghi difficili da capire e che non fanno scorrere il film anzi...lo appesantiscono. Belle le immagini di Roma ma è davvero l'unica cosa apprezzabile. Film da archiviare.

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Ultima risposta 31/12/2014 11.46.52
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  05/08/2014 20:50:34
   8 / 10
Il fatto che abbia vinto l'Oscar e la conseguente messa in onda ha fatto sì che, per una settimana circa, metà degli italiani si sentissero critici cinematografici ed esprimessero con chiunque il proprio personale giudizio, risultando spesso delle parodie del ragionier Fantozzi dopo l'ennesima visione dell'arcinota Corazzata.
Anche la critica non si era certo risparmiata all'uscita del film: da "La grande monnezza" a "La nuova dolce vita", se ne sentirono di tutti i colori.

Difficile capire come un film simile sia potuto piacere tanto agli americani. Il fascino di Roma fa presa su chiunque, ma il film è molto italiano, al di là dell'ambientazione, è italianissimo e il cast e pure la colonna sonora. Ad esempio, la scena in cui il protagonista incontra ad un ristorante Antonello Venditti mentre si sente una sua canzone, di certo non viene colta da un americano che molto difficilmente conosce Venditti e la sua musica.
Forse, il fascino di Roma, col suo grande patrimonio artistico ha affascinato tutti. Questa grande bellezza che abbiamo intorno e che non sappiamo apprezzare, un patrimonio che abbiamo ereditato e di cui non siamo degni.

Sorrentino non sarà Fellini, ma il film è bello, al di là dei paragoni, più o meno impropri, col regista riminese. Bravissimo anche Toni Servillo, unico protagonista i una marea di personaggi assurdi e a tratti appena abbozzati.
Non serve chiedersi se l'Oscar sia meritato o meno, che il cinema italiano venga apprezzato nel mondo può essere solo un bene per l'Italia.

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Ultima risposta 08/08/2014 21.00.32
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ilvesh  @  31/07/2014 20:03:39
   3½ / 10
Palloserrimo. Non ci sono altri aggettivi.
Non fatemi la morale del tipo ecco un altro che non ne capisce niente, ho apprezzato moltissimo "Le armonie di Werckmeister" quindi so benissimo cosa sia un film lento. La grande bellezza non merita tutto il successo che ha avuto, è solo un immensa dimostrazione di abilità tecnica. Il resto è completamente inutile.
Immaginate lo stesso film girato in un'altra città: altro che Oscar...Il Razzie Award si beccava.

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Ultima risposta 31/12/2014 11.50.23
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charles  @  01/05/2014 23:18:48
   4 / 10
Più che un film sembra uno spot pubblicitario multiplo, lungo e noioso.
Tra inutili feste notturne davanti al cartellone pubblicitario di un noto superalcolico, artiste sbandate col cappuccio firmato da una nota azienda di abbigliamento e una splendida Roma da cartolina per turisti, il regista napoletano che non dispiace alle banche – e che sembra volersi ispirare a Fellini, come hanno già scritto altri, ma forse cerca di copiare anche un pochino da Michelangelo Antonioni, Peter Greenaway e Sally Potter - (non) racconta una città che non sembra comprendere: e sì che di spunti nella Roma odierna e attuale (non quella banalizzata e vecchia almeno vent'anni rappresentata nel film) se ne potrevano trovare molti!
E tra una scena e l'altra di un'opera mai realmente critica, mai davvero pungente, già mi immagino il regista in smoking e alla guida di una nota utilitaria nazionale, diretto a ritirare il noto premio che consentirà ai produttori, tra l'altro, di rimborsare più agevolmente il finanziamento di 1,3 milioni di euro, erogato da una nota banca del nord dopo un'attenta analisi di credito e di mercato.
Per carità, non che la pubblicità nei film non ci sia mai stata, anzi... spesso c'è anche nei capolavori. E non che i produttori non facciano le loro stime sui profitti. Ma qui purtroppo manca il film.
Il titolo di questa operazione commerciale ormai tipicamente italiana (anche grazie ai crediti sull'imposta introdotti per legge) fa rima con tristezza.

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Ultima risposta 07/05/2014 21.10.29
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LaurettaKoizumi  @  23/04/2014 17:36:31
   4½ / 10
Ciao. Ho fatto il liceo classico, mi hanno inculcato libri, film, latino, greco e poesie, ho preso 87 alla maturità, mi sto laureando. Amo Miyazaki, Anderson, il cinema.
Tutto questa tiritera per prendere a calci chiunque punti il dito contro coloro a cui "La grande Bellezza" non è piaciuto per niente, denigrando(ci) come ignoranti, di bassa estrazione sociale, gente che di cinema non ne capisce un tubo, gente che non vuole impegnarsi a trovare un significato profondo nei film e scemenze varie. Non ho esultato quando questo film ha vinto l'Oscar, 15 anni sono passati e poco ci manca che elenchi 15 film che lo meritavano di più.
I primi tre quarti d'ora del film sono decisamente più che accettabili e comprensibili: bellissima scena iniziale, fantastica la festa di Jep, il film scorre bene fino alla notizia della morte della bella fanciulla, poi scende le scale verso l'oscurità all'entrata di Sabrina Ferilli e lì bisogna salutarla, questa grande bellezza, perchè sfugge alla mia comprensione e sopportazione. Un'accozzaglia di scene ed eventi che per me (....ripeto: PER ME) non significano nulla, arrivano al ridicolo con la Santa finale (Lo sa perchè io mangio le radici? Perchè le radici sono importanti!..........a-ah! E quindi?) e si seguono con una fatica bestiale. Lentezza che non vuol dire ne' profondità, ne' poesia.
Ho visto il film due volte, prima che vincesse l'Oscar e dopo la vittoria, e non ho cambiato idea.
Ho avuto la tentazione di scrivere come recensione: ROBEEE!!!, come su un video di un simpatico Youtuber, ma ho preferito evitare.
Spero facciano al più presto una bella edizione dvd con una voce di sottofondo che mi spiega tutto, perchè a me non è arrivato niente. Beati voi che siete sensibili alla Bellezza e io no, mi merito un *****atone come lo fa Jep alla sua presuntuosa collega. Saluti

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Ultima risposta 24/01/2015 13.33.49
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albyhfintegrale  @  20/03/2014 21:13:00
   3 / 10
Mi dispiace ma io film del genere non riesco proprio a digerirli.

Certamente non sarà al livelo di un film per me da 1 come The Tree of Life, ma comunque va verso quella direzione e fa parte di quelle pellicole la cui visione rappresenta per il sottoscritto una vera e propria tortura.

A me pare un film di una lentezza abnorme, confezionato per piacere a un pubblico che si fregia di essere acculturato.
Un po' come certi quadri di arte moderna dove si vuole per forza vedere l'arte e che se non capisci sei per forza ignorante.

Inoltre per me è chiaramente uno scimiottamento di Fellini, che tanto piaceva agli americani: confezionato su misura per vincere l'oscar.

Ma quanto a bellezza, pesonalmente non so dove vederla in questo film...

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Ultima risposta 01/05/2014 23.25.47
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  17/03/2014 15:52:02
   8 / 10
E finalmente l'ho visto pure io. Mi sarebbe piaciuto vederlo lontano dall'hype per essere sicuro di non subire condizionamenti di alcun genere, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Proverò lo stesso ad essere oggettivo, per quel che vale.

Togliamoci subito il dente: "La grande bellezza" non è il miglior film di Sorrentino. Non lo è perché non riesce a rivaleggiare con la perfetta sintesi di tecnica e storia rappresentata da "Le conseguenze dell'amore" (che rimane il capolavoro del regista napoletano) né con la potenza visiva de "Il divo", non lo è perché lo penalizza una lunghezza che non sempre sembra giustificata dalla storia e non lo è perché in effetti l'autocompiacimento di Sorrentino a volte sembra scavalcare le esigenze narrative. Ma attenzione: tutti questi difetti (e soprattutto l'ultimo, su cui tornerò più avanti) sono semplici e banali inezie, buone solo a far le pulci al miglior nuovo regista italiano (assieme a Garrone) ed a stabilizzare il voto sull'8 anziché sul 9. Oppure a far parlare i soliti cinefili fatti in casa, odiosa popolazione cui ormai non si riesce nemmeno più a rispondere con il sempre ottimo Nanni Moretti: "Tutti parlano di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io?"

Venendo al merito, "La grande bellezza" non è un ottimo film perché "ha vinto l'oscar", perché "agli americani piacciono gli stereotipi", perché "è di Sorrentino, se l'avesse fatto qualcun altro non se lo sarebbe filato nessuno" o perché "è intellettualoide e lo dici solo per darti un tono". No, "La grande bellezza" è un bel film perché parte da una premessa semplice e ci costruisce attorno un'analisi spietata quanto definitiva dell'animo umano (o meglio, dell'apparato umano) con tutte le sue meschinità, fragilità, ipocrisie e bassezze. Lo fa con un'ampiezza di respiro che ho trovato di rado in altri film, e con una tecnica del tutto inedita nel cinema contemporaneo, in cui trionfa la fotografia da fiction ed in cui il piano sequenza è visto come una perdita di tempo.

Sorrentino prende un personaggio miserabile (in bocca al quale sarebbe stato bene il celebre "Potevo diventare qualcuno!" di Terry Malloy), costretto a guardare dentro la miseria degli ultimi 40 anni della propria esistenza, e ne fa il perno di una trottola colorata di altre miserie. Quando la trottola si ferma, ecco che le singole miserie appaiono in tutta la loro crudeltà, e Sorrentino ce le presenta così, fredde e nude.

Abbiamo quindi il grossista di giocattoli (Buccirosso) che elogia il proprio rapporto con la moglie, ma che si dimena eccitato ad ogni festa dicendo "Te chiavasse" alle ballerine scosciate; Viola, madre disperata di un figlio depresso; Stefania, scrittrice "schierata" ipocrita e perbenista (cui è dedicata la scena più rivelatrice del film, in cui Jep mette a nudo il proprio fallimento nello svelare quelli dell'"amica"); i conti decaduti Colonna di Reggio, che si offrono a nolo per eventi mondani (il loro rientro nella casa/museo è una delle scene più toccanti del film); Ramona, unico personaggio che potrebbe affrontare la vita a testa alta nonostante la condizione sociale evidentemente svantaggiata (chapeau alla Ferilli); Romano, perdente che idolatra Jep ma che capirà ben prima di quest'ultimo quale spreco sia stata la sua vita; l'ex soubrette in disfacimento psicofisico (coraggiosissima interpretazione autobiografica di Serena Grandi). E poi ci sarebbero l'artista concettuale (in cui mi piace vedere uno sfottò anche ad Isabella Santacroce e le sue imbarazzanti performance gonfie di vuotezza), il cardinale gastronomo e tante altre figure sbattute nel grande circo della mondanità, un circo che riesce a trasformare in una figura pop anche una monaca ultracentenaria che dedica la propria vita ai poveri ed ai malati.

Il perno, come detto, è Jep Gambardella: un uomo condannato alla sensibilità che però ha deciso di mettere sotto naftalina la propria sensibilità, o meglio ancora di usarla come grimaldello per sfondare in quell'orgia di mondanità all'acqua di rose, vuota e deprimente, ma che tanto conforto dà a chi non vuol fermarsi a pensare alle proprie miserie ed ai propri fallimenti. E mentre il tempo passa le domande rimangono le stesse (anche se forse la domanda è una sola: perché il mio primo, unico e vero amore mi ha lasciato?), e le risposte che mancavano 40 anni prima continuano a mancare e mancheranno per sempre, forse, indipendentemente dal numero di aperitivi e balli e borse sotto gli occhi e cerchi alla testa.

"La grande bellezza", quindi, non è altro che un film sulla sconfitta della vita ad opera del chiacchiericcio e della vacuità, come precisato dallo stesso Jep nel meraviglioso monologo finale, e la riprova di quanto Sorrentino abbia colpito nel segno risiede proprio dal modo in cui tutti i commentatori politici, opinionisti televisivi e bestiame vario ha reagito dopo la vittoria dell'oscar: un trionfo del vacuo, teso solo a fare di questo film l'ennesimo idolo pop, proprio come nel film accadeva alla Santa.

Oh, e poi c'è Roma, ossia il co-protagonista del film. La Roma bellissima e crudele, capace di sedurti e di farti smarrire, di ispirarti e di ucciderti, di inondarti di maestà pur nascondendo il proprio animo subdolo e crudele. Ho letto tante stupidaggini sul ruolo di Roma in questo film. Io che Roma la vivo, e che sono sempre stato sull'orlo dell'ambiente tratteggiato da Sorrentino, non posso far altro che apprezzarne il coraggioso e pulsante ritratto. E riflettere per l'ennesima volta sul talento profetico di Remo Remotti (https://www.youtube.com/watch?v=WC0uBCEjEdY).

Dal punto di vista tecnico, poi, non val nemmeno la pena di iniziare una discussione. La regia è tra le migliori di Sorrentino, i primi 15 minuti sono da storia del cinema (in tempi recenti, gli unici registi che sono riusciti a regalare incipit di tale potenza visiva sono stati solo Garrone con "Reality" e lo stesso Sorrentino con "Il divo"), ma ogni inquadratura è come una pennellata di colori racchiusa in geometrie rigorose.

I titoli di coda sul Tevere, poi, sono l'inchino di un grande artista al proprio pubblico. Ed io, che ho sentito quel saluto come diretto a me, ringrazio con un cenno del capo, soddisfatto.

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Ultima risposta 18/03/2014 00.08.53
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  10/03/2014 13:59:15
   4 / 10
Riguardo questo film, i pareri sono molto contrastanti. Se aggiungiamo che è un film italiano che ha vinto l'Oscar, e quindi quella dose di nazionalismo che male non fa, credo che la considerazione che l'Oscar non sia meritato ci stia tutta (solo ad analizzare questo sito, minimo la media sarebbe dovuta essere di 8). Ma ha vinto "La vita è bella" l'Oscar come miglior film straniero, ma ce ne rendiamo conto?!?!
Mi dite cosa vuole rappresentare? Forse il nulla, quello che il protagonista non ha più fatto dopo il suo primo romanzo di successo? Io ho fatto fatica ad arrivare alla fine, e mi sono illuso che prima o poi qualcosa sarebbe successo. E ho atteso invano!
A livello estetico, troppo facile dare un giudizio positivo visto che è girato a Roma; a livello di contenuti, carente. E questo giudizio non è solo il mio, ma di molti.
"La grande bellezza" a mio parere resta la Ferilli!

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Ultima risposta 17/03/2014 21.16.07
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john doe83  @  10/03/2014 12:43:01
   3 / 10
Classico film made in italy, uma m***a!! Noiosissimo e dilettantistico sotto ogni punto di vista... Esatto, questo è il riflesso del ex bel paese... uno schifo...

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2014 12.35.05
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Iris_84  @  07/03/2014 03:01:41
   9½ / 10
Visto oggi (e non martedì perché mi rifiuto di guardare i film in tv). Questo non è un film ma un'opera d'arte. L'unica pecca è il non averlo visto prima

6 risposte al commento
Ultima risposta 12/03/2014 23.35.34
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nerio  @  06/03/2014 23:38:11
   8 / 10
Beh, io ci andrei adagio con i due e i tre a questo film…anche perché sarebbe sempre meglio argomentare per bene quali nefandezze così penose sono state compiute per meritarsi un voto così orrendo…che poi l'Accademy non sia la bibbia siamo tutti d'accordo, ma se molte personalità di indubbia statura, come i Coen e Scorsese, dicono che è un grandissimo film, beh, non è che Scorsese, forse il più grande regista vivente, sia prorpio un ignorantello in materia cinematografica…non voglio arrivare a dire delle due l'una, o sono scemi quelli dell'Accademy o sono scemi gli altri, ma votano quasi seimila persone di ogni nazionalità e di ogni estrazione e sempre nel mondo del cinema o della cultura…difficile pensare che siano loro ad essere tutti deficienti….che poi non sempre ci azzecchino sono d'accordo, e che ci sia un potente meccanismo di marketing è vero (anche se mi chiedo : conoscete un grande evento dove non ci sia questo meccanismo?)… però definirlo un film da 2 o da 1 mi sembra veramente fuori da ogni logica. Due lo si da quando il compito è fallimentare, anzi, è totalmente fallimentare…come è possibile definire uno schifo un film che ha simili suggestioni visive? Può non piacere, certo, anche a me non mi è mai piaciuto Mastroianni, e nemmeno Picasso con i suoi quadri strambi e assurdi, ma questo non significa che uno non sia un grande attore e l'altro un grande artista, evidentemente hanno caratteristiche che non incontrano i miei gusti, ma se sono arrivati ad estasiare milioni di persone evidentemente hanno dei meriti.
Anche la giustificazione del "Fellini (o dolce vita) era tutta un'altra cosa.." mi pare molto stucchevole e pelosa. La memoria corta è una delle ipocrisie più ricorrenti in noi italiani. Ai suoi tempi il film si beccò molte critiche negative. Alla prima di Milano il pubblico si irritò non poco a vedere una simile "******" come fu riferito dalle cronache. Un po' in tutti i settori della nostra povera Italia succede sempre questa ipocrisia <<Che pena questi politici, e pensare che noi abbiamo avuto un De gasperi..>> E beh, certo, veramente un grande statista, peccato che ai suoi tempi era considerato un debosciato e un venduto non solo dalle opposizioni ma anche dal suo partito…
In sostanza vorrei dire che è troppo facile parlare con il senno di poi, e soprattutto dimenticando,spero in buona fede, le cose sgradite solo per portare acqua al proprio mulino.
Io conclusione credo che, anche se fosse vero che <<… Sorrentino racconta il nulla,… solo autocompiacimento… noioso.. tutto senza senso…>> rimangono altri linguaggi sovrascritti che sono propri del cinema. Per esempio la fotografia, senza che per forza di cose ne sbilanci il messaggio come faceva notare qualcuno. Se Roma e le sue contraddizioni erano i veri protagonisti dell'apologo, la sua messa in scena, fotografica e scenografica, era da esaltare per risaltare. E poi la recitazione, dove il moderno Caronte, sempre a detta di scorsere ha fatto una recitazione "incredibile, non si riusciva a distogliere lo sguardo>>. Per esempio la musica, fortissima quella cafona (e le trombe messicane in mezzo alla festa dance erano la sublimazione del kitch) e morbidissima quella a commento delle scene di passaggio. C'è questa musica quando il ragazzo slavo adorna un tempio antico di fotografie da zero a quarant'anni, giorno per giorno. Quel momento di cinema è veramente grande cinema. Così intenso che da solo vale il prezzo del biglietto.
E in tutto questo sorge una domanda, ma chi sceglie la musica? Chi la assembla combinandola con la poesia delle immagini? Chi ha guidato Servillo? E il direttore della fotografia crediamo che abbia fatto tutto di testa sua? Un bel giorno è venuto sul set e ha deciso così…
Non scherziamo, io suggerirei di pensarci bene prima di dare voti che si potrebbero dare ai film di Alvaro Vitali. Ha le sue contraddizioni e i suoi punti deboli, ma sarebbe un po' meschino non riconoscergli il merito di un film dal respiro internazionale, un affresco grottesco di una insulsa civiltà decadente, indispensabile in una città eterna per definizione storica, ed eternamente sull' orlo del baratro che non si sa come riesce a sopravvivere, forse grazie ai suoi stessi monumenti magnifici e indifferenti, all'immenso potere temporale corrotto e salvifico al tempo stesso, a tutto insomma il suo carnevale.
E' un consiglio di buon senso, pensiamo un poco e valutiamo tutto prima di lasciar partire il dardo avvelenato, lo ripeto, non ha le caratteristiche di un film di Bombolo e della Fenech..(anche se un po' di scene di buon nudo le abbiamo viste..)

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Ultima risposta 07/03/2014 08.10.19
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enriqo  @  06/03/2014 05:11:02
   9½ / 10
secondo me e' un capolavoro... forse un po' troppo denso e barocco, ma e' probabilmente la miglior cosa fatta in italia dai tempi di fellini!

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Ultima risposta 08/03/2014 12.04.17
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Invia una mail all'autore del commento pikke71  @  06/03/2014 00:19:49
   7½ / 10
Un film col retrogusto amaro di chi è deluso dalla vita e ne cerca il senso... riassume tutto la battuta che fa Jep alla festa organizzata a casa sua : "so belli i trenini che facciamo alle nostre feste... so belli perché non vanno da nessuna parte" ... come le vite dei protagonisti, e l'apparente assenza di trama. La regia elegante secondo me è da vedere

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Ultima risposta 06/03/2014 00.33.18
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mauro_web  @  05/03/2014 23:29:12
   4 / 10
Probabilmente non ci capisco di arte ed assieme a me nemmeno mia moglie e molti amici... (per dire, io sono più terra terra, per film sul genere "La vita è bella" o "Le ali della libertà"...)
Probabilmente ha ragione Verdone quando dice che è più apprezzato all'estero che in Italia...
Ma è stata una Grande Noia.
Passava il tempo e mi chiedevo "Ma quando decollerà, quando inizierà ad emozionarmi?"
Poi è finito...

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Ultima risposta 06/03/2014 13.27.30
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  05/03/2014 20:08:51
   5 / 10
La grande noia...direi. A parte una roma da incorniciare il film risulta piuttosto surreale e paccoso, genere che non mi entusiasma per nulla. Il senso di dove vuole andare a parare si intuisce sin dalla scena iniziale, servillo se la cava egregiamente ma un film per essere bello devi avere voglia di rivederlo e non penso che la grande bellezza mi tenterà. L'oscar dato alla vita è belle sinceramente è di tutt'altro peso.

Mediocre.

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Ultima risposta 16/04/2014 21.39.42
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  05/03/2014 19:23:05
   9 / 10
Commetto l'errore di commentare questo film senza rivederlo e dopo una visione davvero pessima. Ieri sera ero abbastanza perplesso, se non addirittura stizzito: fino a che punto un regista può spingersi in un'opera di sostanziale autocompiacimento? Quanto può, un film, spingersi a raccontare il nulla? Sinceramente non mi sono dato una risposta, ma penso di essere arrivato a una conclusione: La grande bellezza, nel suo barocchismo, riesce comunque a lasciare il segno. Almeno due sequenze destinate a rimanere nella storia: tutta l'introduzione e la cena con la Santa, un Toni Servillo come al solito spaventoso, una serie di caratteristi perfetti e una Roma -vera protagonista del film- commovente.

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Ultima risposta 05/03/2014 20.53.02
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camifilm  @  05/03/2014 17:15:22
   5 / 10
Tolta la città di Roma, di cui gli americani sono tanto invaghiti da pensarla sempre come nell'antichità, il film si presena poco più che con attori da cinepanettone e che a tale livello recitano.

Tolta Roma il film vale poco pochino niente.

Grande lavoro di MEDIASET per continuare a sfruttarne la produzione.

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Ultima risposta 01/06/2014 15.09.01
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_Hollow_  @  05/03/2014 16:31:25
   5½ / 10
Noto con piacere che più il tempo passa, più la media di sta roba si abbassa.

Per quanto riguarda la regia, nulla da dire. Tutto discretamente carino. Se si passa poi da una visione superficiale ad una critica ... boh. Il nulla. Un film senza senso, senza capo né coda, senza una sua personalità ma anzi scopiazzatura di quel Fellini che perlomeno Sorrentino ha avuto il buon gusto di citare.
Peccato che "La grande bellezza" di Sorrentino/Toni Servillo sia lontano anni luce da "La dolce vita" della coppia Fellini/Mastroianni.
Cerca di essere strano come un film felliniano, ma cade solo nello strambo e nel ridicolo invece che nell'onirico.
Lento e noioso da far cascare braccia, scendere il latte alle ginocchia o gonfiare gli zebedei.
Tanta retorica per un film povero e inutile come i suoi protagonisti. Perché il tema era già stato sfruttato, con ben altro tocco artistico. Il film è bello quanto lo spot della 500.

Che brutta cosa gli oscar ... un premio più stupido e commerciale del pallone d'oro (fifa) nel calcio.

Grazie Berlu per aver inculato il mondo con la produzione e promozione di questa pagliacciata ma, perlomeno, per averla poi trasmessa sulla tua rete personale, riguadagnandoci sopra ma evitandoci il prezzo del biglietto.

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Ultima risposta 07/03/2014 23.32.42
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Mirko  @  05/03/2014 15:59:19
   6 / 10
Non metto in dubbio che "La grande Bellezza" sia un discreto film, anche se, tolto lo scenario di Roma, perderebbe il 60% del suo valore cinematografico.
Ma la cosa che non mi spiego è, perchè a film come "La meglio gioventù", "Mio fratello è figlio unico" oppure "I cento passi", non hanno dato l'Oscar?
A mio modesto parere, gli fanno pelo e contropelo al film di Sorrentino.

"Spesso e volentieri l'Oscar lo assegnano a caxxo di cane questi americani!"

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Ultima risposta 09/03/2014 07.19.40
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steven23  @  05/03/2014 15:04:22
   6½ / 10
Piccola premessa! A mio parere c'era un solo film che doveva vincere l'Oscar come migliore pellicola straniera e ne ho avuto la conferma ieri sera dopo aver visto questo. Sto parlando de "Il sospetto" di Vinterberg... per quanto mi riguarda un film clamoroso!!
Ma tralasciando premi e quant'altro torniamo alla pellicola di Sorrentino. Difficile dire se sia rimasto deluso o meno, in fondo non sapevo bene nemmeno io cosa aspettarmi prima della visione, soprattutto considerando che è il suo primo film che mi guardo.
Resta comunque il fatto che non rientro nella categoria di chi sostiene "o lo si ama o lo si odia"... semmai potrei dire di aver amato certe scelte e di averne odiate altre con un risultato finale più che discreto ma povero di coinvolgimento e non molto entusiasmante.
Sicuramente ottima la regia, e lo si capisce sin dall'inizio. Su questo credo ci sia poco da dire. Sorrentino ci regala uno splendido affresco di Roma, della quale contrappone bellezze storiche a lati più tetri, fierezza ad aspetti decisamente più frivoli. E queste contrapposizioni funzionano alla grande, così come funziona l'alternanza classico-moderna delle musiche. Non mi stupisco, quiindi, che il film sia piaciuto maggiormente all'estero, in particolare agli Americani.
Circa il cast brilla ovviamente Servillo, ma non è male nemmeno Verdone anche se, fatta eccezione per il personaggio di Jep, gli altri non sono che semplice contorno.
E ora veniamo a quanto non mi è piaciuto. Innanzitutto il film tralascia del tutto il coinvolgimento emotivo dello spettatore... o almeno, per quanto mi riguarda è stato così. Ok la splendida fotografia, le musiche, la regia, ma anche le emozioni dovrebbero essere prese in considerazione. Qui scarseggiano, per non dire che mancano del tutto.
Per non parlare di certi passaggi del tutto ininfluenti ai fini della trama, così come una suspance che, a volte, raggiunge livelli inverosimili per poi sgonfiarsi come un palloncino bucato. Chiaro riferimenti al flashback di Jeb in cui rivede il suo unico, vero amore. Qui ci si sente quasi presi in giro per come si risolve il tutto.
Infine il difetto che, più di tutti gli altri, avevo previsto pur non conoscendo il regista. Mi è parso, infatti, che il film risulti a tratti presuntuoso e sfoggi un pò troppi virtuosismi e auto-elogi; anche i dialoghi, spesso, risultano fin troppo montati ad arte e quindi fasulli... cosa che, oltre non piacermi a livello personale, rende la pellicola anche piuttosto lenta e pesante.

In sostanza niente di così eccezionale, ma nemmeno la porcheria che dicono molti. Forse, come capita spesso, la verità sta nel mezzo. E per quanto mi riguarda è proprio lì che finisce il mio commento, nel mezzo... e lo dimostra anche il voto. Un pò poco per l'Oscar? Probabilmente sì, ma in fondo non è una semplice statuetta a decretare quale film sia migliore degli altri quindi va bene così!!

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Ultima risposta 05/12/2014 00.28.20
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beppe2  @  05/03/2014 14:51:50
   5 / 10
L'ho visto qualche mese fa e non mi ha convinto per niente. L'ho rivisto ieri in tv e mi è piaciuto ancora meno. Per me è il più brutto film di Sorrentino (li ho visti tutti...)

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Ultima risposta 09/03/2014 06.56.36
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Gabo Viola  @  05/03/2014 14:14:21
   3 / 10
Ricordo ancora il mio commento su "Il divo", tutti a stroncarmi "ma che dici dove sono i movimenti di macchina gratuiti nel film??? Sorrentino è la rinascita del cinema bla bla bla bla". Noto con piacere di averci visto giustissimo, stranamente ora in tanti riportano le stesse cose giusto un paio di film dopo. E' sempre stato in germe lo stile ampolloso di sorrentino. Ne "la grande bellezza" addirittura i tempi di montaggio e le grande carrellate verso i visi riportano ad 8 e mezzo di Fellini, scempio. Ma se Fellini sceglieva con cura anche l'ultima delle comparse, si ricordava il nome e adoperava solo i volti che in lui facevano nascere un sentimento, Sorrentino sembra più che altro strumentalizzare gli attori. Li usa. Ed è diabolicamente gelido. Servillo ormai macchietta, quello che prima salvavo dei filmacci di S. era almeno Toni Servillo, adesso anche lui dedito a questo trasformismo che solo uno sprovveduto potrebbe associare a quello di GM Volontè. Dov'è il cuore? Un film davvero girato coi piedi, la macchina da presa non è stata messa al servizio dell'azione neanche una volta. Prima la mdp gira, poi va a destra, vola, si placa etc etc. L'immagine della mdp capovolta nella scena della festa? Ahahah, ma per piacere anche uno sbarbo del dams al primo direbbe che è troppo. A me nei film piace la coerenza, posso cedere alle fantasie, alla voglia di giocare, ma qui siamo al polo opposto: quanto ti prendi sul serio sorrentì? E tu Toni Servillo che mandi a quel paese la giornalista come il più cafone ed ebete dei politici. Questi due interpreti sono diventati davvero i due furbetti del cinema italiano contemporaneo. Chissà con quali altri capolavori ci delizieranno.

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Ultima risposta 03/04/2014 18.27.38
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TheLory  @  05/03/2014 11:26:09
   8½ / 10
A me mi è piaciuto tanto!! Spettacolare e appassionante, evviva l Italiaaaaaaaaa!!!!

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Ultima risposta 05/03/2014 20.40.36
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horror83  @  05/03/2014 10:43:05
   2 / 10
Bruttissimo, noioso, lagnoso, una schifezza. La grande bellezza? No, la grande schifezza. Ho fatto fatica ad arrivare alla fine, non si capisce se è un film o un documentario. Non mi capacito dell'Oscar. Siamo alla frutta! Inutile il paragone con altri film italiani che si sono meritati veramente l'Oscar, come "La vita è bella" o "Cinema Paradiso".

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Ultima risposta 09/03/2014 10.46.05
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nick9001  @  05/03/2014 10:16:18
   4 / 10
Film commissionato per assegnare un Oscar all'Italia, per dare l'impressione che questo paese ancora esista nella élite del cinema. Non è così, un conto è un documentario sulle bellezze di Roma, un altro è narrare una storia interessante sul decadimento di certa umanità italiana. Questo fritto misto ha partorito qualcosa che a mio parere non è stato intrattenimento.

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Ultima risposta 05/03/2014 23.54.02
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giraldiro  @  05/03/2014 01:53:26
   5 / 10
Premetto che il mio giudizio è tale e quale a quello di eureka!!!, che ha parlato del film come di "un glorioso esercizio di stile", e di fatto lo è, perchè ne "La Grande Bellezza" l'unica cosa che si salva è proprio lo stile, che fa notare fin da subito come Sorrentino abbia curato particolarmente il lato estetico trascurandone però il contenuto, e non di poco. Stile che ammalia nei primi 20/30 minuti ma che poi fa subentrare nello spettatore un progressivo calo di interesse con totale perdita delle emozioni.

"La Grande Bellezza" sembra davvero uno spot pubblicitario, e probabilmente lo è: basti pensare che l'hanno dato direttamente in televisione (con la crisi e la pirateria che ci sono in giro non hanno voluto rischiare un fiasco al cinema).

Tuttavia, la qualità delle immagini è sorprendente e il film è girato a meraviglia, ma ciò non basta a rendere "La Grande Bellezza" un'opera cinematografica. Questo film è una raffinata operazione di marketing, fatta per rilanciare il cinema italiano a livello internazionale (ci avevano già provato con l'ottimo "Gomorra" ma gli era andata male), ed è proprio per questo che ho messo un voto più severo di quello che avrei voluto mettere: anziché un sei come premio all'aspetto tecnico, un cinque tondo tondo.


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Ultima risposta 05/03/2014 22.36.59
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catisidoro  @  05/03/2014 00:57:58
   4 / 10
appena finita la visione che dire... m'aspettavo moolto di meglio da un film premio oscar... mi chiedo.. ma gl ialtri erano forse peggio?? mahhh mistero... un film che se hai il cibo sullo stomaco puo' provocare il vomito e se soffri d'insonnia puo essere un toccasana x farti dormirei ..film strampalato con scene sconnesse senza ne capo ne coda salta come si suol dire di palo in frasca .. senza nesso logico trama bhe se la scriveva il mio gatto astro era più convincente ed avvincente , visto in compagnia ci chiedevamo come minchia ha fatto a vincere il premio oscar... e questo sarebbe il cinema italiano????? per chi giudica entusiasticamente questo film chiedo... allora nuovo cinema paradiso che voto meriterebbe??? 100? un film che non ci ha dato emozioni ne ci ha preso scialbo noioso e decadente come la sua trama e cio che vuol mostrare ma gia' si sa ed e'scontato e prevedibile --servillo e un buon attore x carita' ma qui non ci sembrava naturale ma troppo impostato...quanto agl ialtri attori definirli talil e ' un offesa ai veri attori sara' che non mi piace il cinema italiano a parte qualche film d'inchiesta o sulla mafia o terrorismo .. ma molti attori italiani tanto pompati dai media a Hollywood farebbero gli sturacesso.. e poi non parliamo delle patetiche fiction rai che a parte qualche raro caso sono penose e intrise di buonismo e luoghi comuni scontate e mielose non parliamo dei telefilm polizieschi i ris i carabinieri? e che sono cacate pazzesche se confrontate con i telefilm americani ma anchesolo tedeschi le attrici italiane con la pistola in mano sono tutto fuorche credibili .. solite trame solite zuppe e menate varie i film polizieschi i thriller i film d ifantascenza gli italiani non li fanno perché non l i sanno fare. almeno una volta avevamo grandi attori ora pochi si salvano... povero cinema italiano lagnoso mieloso buonista noioso scontato e ripetuto e che PALLE!

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Ultima risposta 05/03/2014 23.55.24
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kastalya  @  05/03/2014 00:06:19
   10 / 10
Oscar strameritatto!
Anche se purtroppo
non tutti lo potranno capire...ed il perchè lo si capisce proprio nel film stesso...

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Ultima risposta 06/03/2014 16.21.17
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Luther  @  04/03/2014 23:00:22
   3 / 10
Una volta l'Oscar come miglior film lo vinceva un certo capolavoro il quale é uno dei film piú belli di sempre (da 10 e lode pieno) , che ha come titolo "La vita é bella" ... e ora invece lo va a vincere questa mer*a di film (se cosí lo vogliamo chiamare) ??! ....no comment!!
Film lagnoso a dir poco, soporifero, (che non si capisce se si tratti di un film oppure di un documentario) senza ne capo e ne coda , mal messo quasi in tutto . Non ha praticamente quasi nulla , a parte alcune scene di tett-e e cul-i ! (come se bastassero a salvare un po' la baracca)
DELUSIONE TOTALE !
"La grande schifezza" .....
si l'Oscar , l'Oscar de sta gran cippa !!! xD -.-'

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Ultima risposta 04/03/2014 23.11.18
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spockino  @  04/03/2014 21:39:58
   2 / 10
Doveva vincere l' oscar della noia..

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Ultima risposta 05/03/2014 23.15.23
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Invia una mail all'autore del commento eureka!!!  @  18/02/2014 19:21:36
   6 / 10

Inzomma..... inzomma inzomma....

Di sicuro vincerà l'Oscar, ci sono troppi interessi sotto. Lo spiegamento di forze per realizzare questo film è stato enorme e vi hanno partecipato un sacco di produttori "importanti", non solo italiani.
Per loro, questo film, deve vincere l'Oscar!
E così sarà, anche perchè agli ammericani basta che gli fai vedere Piazza Navona deserta di notte a vanno subito fuori di testa...

Quindi, che Oscar sia!

Però il film... inzomma, inzomma (la z è voluta eh..)

Per fare un commento in pohissime parole potrei usare la dialettica cara alla Ferilli: Du' palle!!
Anzi, "Du' palle di qualità" (come gli artiggggiani di poltrone sofà).

Si perchè questo film ha due caratteristiche fondamentali: è palloso, ma è anche di qualità.

Sulla qualità tencica non si discute: grande sforzo, anzi grandissimo sforzo produttivo, quasi incredibile che sia un prodotto dell'italietta, bellissime immagini, ben studiate, ottima recitazione, anche se i perosnaggi minori ogni tanto barcollano un pò, ottimo audio, musiche, i carrelli, i dolly, steadycam, fenicotteri e chi più ne ha più ne metta! Nel minestrone si può mettere di tutto!
Si perchè Sorrentino insiste con la sua linea di genio autoproclamato e non può resistere a raccontare una "pseudo-storia" senza esagerare.
Questa triste e troppo autocompiaciuta tendenza è cominciata, sottilmente a dir la verità, con Il Divo, in cui cominciava ad affiorare il sospetto che per il regista stesse diventando più importante l'apparato tecnico che la storia. Nel Divo però, tutto sommato, la storia c'era.
In This must be the place, Sorrentino, genio assoluto italiano passato-presente-futuro, ha voluto strafare ancora di più e, sotto ansia da prestazione, ha tirato fuori un film banalotto ma con bellissime immagine corredate da dolly, carrelli, steadycam e chi più ne ha più ne metta. Il primo vero minestrone sorrentiniano!
Poi, con quest'ultimo La Grande bellezza, Sorrentino ha strafato completamente: via la storia, via "il cinema" e ben venuta la bella immagine con effetto "Wow", tipo spot televisivo di due ore. Soltanto che due ore di "wow" alla fine stancano....

La sensazione che ho è che, detto in modo estremo, molto estremo, Sorrentino non sappia cosa sia un "regista":

Domanda: chi è il regista?
Risposta: è colui che racconta una storia tramite l'immagine in movimento.
Domanda: come fa il regista a raccontare una storia?
Risposta: viene aiutato da alcuni professionisti che formano la troupe. Gli attori recitano, al trucco ci pensa il truccatore, le scenografie sono compito dello scenografo e l'immagine, nella sua generalità, è affidata al direttore della fotografia che cura sia l'esposizione sia l'inquadratura.
Il regista è un pò come un direttore d'orchestra: nella pratica non fa nulla, ma in sostanza è colui che mantiene tutta la baracca viva, dando idee, opinioni, ritmo e facendo in modo che una parte della propria personalità entri nell'opera.
Se però qualche reparto prende il sopravvento, allora comincia ad esserci qualcosa che non quadra!
Se ad esempio durante un concerto, il violinista spicca troppo e diventa ingiustamente il protagonista assoluto, lasciando nell'oscurità tutti gli altri musicisti, la colpa è del direttore d'orchestra che non ha saputo o voluto tenere a bada il violinista.
Se in un film l'immagine diventa troppo ingombrante tanto da diventare stucchevole, la colpa, o meglio la responsabilità, è del regista che ha dato troppo spazio al direttore della fotografia, sicuramente in comune accordo, ma in ogni caso il regista crea uno sbilanciamento dell'opera.
Questo film, La grande bellezza, ha questo difetto. L'immagine è troppo bella, troppo pensata, troppo esagerata, troppo troppa.
E tutto questo a discapito della storia che è dichiaratamente messa in secondo piano. Se la storia (e per storia intendo tutto ciò che ne consegue a livello di emozioni per lo spettatore), fosse stata all'altezza dell'immagine allora ci saremmo trovati di fronte a un vero capolavoro (vedi Fellini e la Dolce Vita).
Ma cosi non è stato.
La conclusione quindi è: non bravissimo Sorrentino, ma bravissimo Bigazzi, il vero genio del film, che ha fatto una fotografia magistrale!
Sorrentino invece si è impegnato troppo nella confezione e troppo poco nella sostanza.
Diciamoci la verità.
Questo film è vuoto e non indendo dire che è vuoto perchè il regista voleva riproporre il vuoto dei salotti romani. Questo film è semplicemente vuoto, svuotato. Una bellissima confezione, ma poi dentro non c'è nulla.

Per essere più chiaro: la fotografia e il reparto tecnico di questo film è nettamente superiore al film stesso. Non c'è equilibrio!

Un film con una magistrale fotografia ma al tempo stesso con anche una grande regia? Apocalypse Now! Fotografia da paura (Storaro), regia pregna e densa in grado di tenerti incollato per quasi tre ore. Apocalypse Now è un film con una delle più belle fotografie che abbia mai visto, ma l'equilibrio fra regia e immagine è perfetto! Sembra davvero di stare su quel c@zzo di fiume con i vietcong intorno!
Qui invece manca l'equilibrio e il film ne risente: la trama non esiste, cosa difficilissima che solo i veri grandi registi sono in grado di fare, non quelli che si autoproclamano genii. I vari "episodi" alla fine stancano e risultano poco ben amalgamati fra di loro. Ad esempio, tutta la parte finale della Santa è totalmente inutile e non fa altro che allungare fastidiosamente il brodo.
Molte scene sono troppo slegate e trasformano il film in una serie di scenette a sè stanti e poi appiccicate insieme.
(Mò che ce metto? Ah si, una bambina che dipinge i quadri urlando! Che ideona!!)
Il risultato è un film freddo, poco profondo, intellettualoide e mostruosamente noioso. Altro che il "nuovo La Dolce Vita", quello si che era un capolavoro perchè riusciva a far provare allo spettatore emozioni chiare, lucide e dirette, e riusciva a far entrare lo spettatore nei personaggi e a vivere Roma al posto loro.
Qui, in La Grande Bellezza, non c'è nulla se non tante frasi d'effetto sussurrate con tono saccente e purtroppo tanta presunzione.


Per finire: Sorrentino si affida troppo al direttore della fotografia e al montaggio. Troppi carrelli, per altro tutti simili, spesso inutili e sovrabbondanti, troppo montaggio concettuale, troppa eleganza. E tutto questo a discapito dell'equilibiro del film.
Più che film, effettivamente, sembra un glorioso esercizio di stile, una specie di videoclip lungo due ore, che sicuramente può affascinare per i primi 15 minuti, poi diventa TROPPO!

Per quanto mi riguarda la visione è stata faticosa ma al tempo stesso sitmolante: faticosa perchè, come già detto, non c'è una storia, quindi il tempo passa lentamente e più va avanti il film e piu mi sono reso conto che era un agglomerato di scenette potenzialmente infinito. Stimolante perchè, nonostante la noia, ogni tanto rimanevo sbalordito per le bellissime immagini che mi lasciavano a bocca aperta. Ripeto, bravissimo Bigazzi, davvero il migliore direttore della fotografia in Italia!

Per quanto riguarda Sorrentino: ok, è il migliore regista italiano, ma semplicemente perchè è uno dei pochi rimasti degni di essere chiamato "regista" in questo paese. Ma la perfezione, la genialità, da lui tanto sospirata e invocata, è piuttosto lontana, molto lontana.
I primi suoi film avevano un fascino particolare, sempre molto snob, ma comunque erano intensi. Adesso è solo "confezione" e ninet'altro.

Peccato, davvero peccato.

Comunque complimenti per l'Oscar!!!

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Ultima risposta 05/03/2014 12.57.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  17/02/2014 14:14:59
   9 / 10
L'ho visto due volte.
La prima sono stato schiaffeggiato dalla magniloquenza e dal manierismo, e poi l'autocompiacimento, la visionarietà un po' forzata, la tendenza a capolavorare, alcune interpretazioni sciatte, la sensazione di progetto giovanile lasciato in sospeso per evitare di cadere nel tranello dell'opera prima troppo ambiziosa e poi lasciato a marcire e ripreso quando ormai l'ispirazione autentica era finita. E ancora una rappresentazione favoleggiante di una Roma troppo eterna e poco urbe, la presenza ingombrante di Fellini che va dalla galleria di personaggi grotteschi all'umore delle situazioni fino alle citazioni esplicite sui mostri marini. Una sensazione generale di ambizione fallita, di scontatezza esistenziale e peggio ancora, di già visto, che però dava l'impressione di custodire un grandissimo film dietro le tende.
E per uno strano meccanismo emotivo che avrà sicuramente a che fare con i processi creativi dell'autore ma pure del fruitore, la seconda visione mi ha fatto perdonare tutto. No, non perdonare. In realtà mi ha riposizionato l'eccesso che straborda dal film in una prospettiva più autoreferenziale, in modo che fosse appropriato e coerente con il quadro, magari pure involontariamente. E' un film sul niente superficiale, come il mai finito romanzo di Flaubert, e che come il romanzo di Flaubert non poteva riuscire completamente; ma è anche un film sul niente profondo, sulla presa di coscienza della vanità del tutto, disperata come quella dell'Ecclesiaste, e sulla ricerca di autenticità (l'unico valore possibile?) anche tramite la nostalgia. Capita infatti che la nostra memoria, pur imperfetta e spesso menzognera, sia comunque fisiologicamente più autentica di noi: elimina spontaneamente il chiacchiericcio e il rumore e lascia nel setaccio le emozioni autentiche e la miseria esistenziale. La ricerca insistita della grande bellezza negli attimi quotidiani non basta. Gep ha fallito una vita intera nel rincorrere quadri di bambini che corrono con una suora cogliendo frutta, o gli stupefacenti palazzi vecchi della Roma nobile, e ha deciso che non vale più la pena scrivere libri. E' un trucco, e a forza di subire il trucco la verità della morte ti accompagna da inconsapevole, mentre "soffri e non capisci". Ma anche la vita stessa è un trucco. E' una Roma astratta in cui tutti sono in overdose: di coca, di arte, di feste. Nella metropoli c'è anche l'overdose di eventi: "a Roma succede sempre qualcosa, non è successo niente". La miseria viene sepolta dietro la vacuità verbale del cardinale esorcista che deve sostenere il peso di una vita intera di menzogne e non parla d'altro che di ricette, o la marxista da televisione con una vita devastata che disprezza e giudica. Oppure viene ignorata, come il latitante vicino di casa. Quello che rimane è il silenzio e il dolore e gli sprazzi di bellezza. E pure la ricerca della grande bellezza sa di missione autentica, per quanto frivola e impossibile. Così com'è autentico il pianto "immorale" di Gep al funerale. Tutto muore e la vita è un trucco, persino la nostalgia e la bellezza sono trucchi, ma tanto vale perpetrare il trucco, realizza Gep.
Diceva un signore del '700 che quando il bello viene avvertito si esige che anche gli altri lo avvertano. Aggiungo io che pure quando invece non si avverte, si vorrebbe che neanche gli altri lo avvertano. Questo spiega bene le guerre tra detrattori e amanti dei film e conferma una volta per tutte che la bellezza non salverà il mondo, come pensava un Idiota.

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DogDayAfternoon  @  15/02/2014 17:48:05
   4½ / 10
E sarebbe questa la punta di diamante del nostro cinema? Siamo messi bene.

Un insieme di immagini di alta qualità ma prive di senso, assenza completa di trama e un continuo chiedersi cosa diavolo sto guardando?? Per carità, alcune scene hanno un bel colpo d'occhio (soprattutto all'inizio) ma un insieme di fotogrammi e inquadrature interessanti non fanno un film, il cinema per come lo intendo io è ben altro e ben di più. Tra gli attori non ne salvo uno, nemmeno il tanto non so perché elogiato Servillo, dei dialoghi non voglio nemmeno parlarne...

Mai titolo fu meno azzeccato.

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Ultima risposta 20/02/2014 12.38.42
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Charlie Firpo  @  04/02/2014 10:50:05
   2½ / 10
Immondizia mista a noia e una totale mancanza di idee... già che c'erano potevano inserire i soliti idioti, Belen e Valeria Marini con Boldi e Desica, un film che biascica inesorabilmente fino alla fine e che non lascia nulla a parte l'amarezza di aver buttato via 2 ore, incredibile pure la boria del regista e dei produttori *****set colti da megalomania pura dopo essere stati nominati alla notte degli oscar, sì certo manca pure che Piersilviuccio Bananoni paragoni questa sciatteria a il Padrino e lo proclami come miglior film della storia del cinema, Orgoglio italiano ? ma de chè!!! , si vergognino và.

In generale poi taglierei tutti i finanziamenti pubblici al cinema e non gli darei nemmeno un centesimo, la crisi di settore esiste per il semplice fatto che sono incompetenti e superati sotto tutti i punti di vista e quindi non si lamentino, il prossimo capolavoro quale sarà... l'ennesimo film sulla mafia o qualche stronxata radical-chic o ancora qualche nuova scemenza benignana, il tutto contornato da un nuovo cinepanettone.

A sentire il nome di caccole come Sorrentino gente come Sergio Leone si sarà rivoltata nella tomba.

E per concludere questo film nel giro di due anni non se lo ricorderà quasi più nessuno. e ora potete aprire le danze delle critiche, per voi questo film sarà da 10, per me è tutto fumo e niente arrosto.

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Ultima risposta 05/03/2014 23.57.34
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barone_rosso  @  26/01/2014 18:30:12
   2 / 10
Monnezza allo stato puro, che ovviamente piace tanto agli americani: infinite immagini-cartolina di Roma, qualche tetta, non sense a gogo, stereotipi italo-vaticani a profusione e canzoni italiane piu' o meno famose sbattute alla rinfusa qua e là.
Del resto se la concorrenza sono i cinepanettoni, Sorrentino vince proprio facile.

Nel suo tentativo di confezionare questa luccicante scatola vuota, Sorrentino poteva almeno evitare di cercare di creare il clone della dolce vita (che già di per sé non amo come genere di film, ma almeno li' c'era il fascino degli anni 50).

E poi, la Ferilli dai.... La prova attoriale piu' significativa della sua vita è stata "beato chi s'o fa l'sofà... Ao' li mortacci vostri".

Incredibilmente NEANCHE VERDONE, che fra gli attori di questo è film è sicuramente quello piu' in gamba, viene sfruttato a dovere la Sorrentino, che lo fa sembrare peggio di una comparsa.

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felliniano  @  24/01/2014 12:30:56
   10 / 10
Per fortuna in Italia non ci sono solo i filmetti di checcozalone e boldi.
Film osannato all'estero, ma in Italia incompreso e denigrato. A mio modo di vedere l'italiano medio oggi non è in grado di capire ed apprezzare film di simile profondità e bellezza estetica.
Parafrasando Nanni Moretti mi sento di dire:"ve lo meritato checcozalone,ve lo meritate".

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Ultima risposta 17/02/2014 12.19.13
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Index12  @  23/01/2014 22:35:13
   4 / 10
Rispetto i commenti entusiastici degli altri recensori, però personaalmente non sono riuscito a cogliere alcunchè di entusiasmante in questo film. Io e la mia compagna abbiamo desiso (stoicamente...) di resistere fino alla fine, senza essere assolutamente prevenuti, anzi...la delusione tuttavia è stata totale.
Dipende naturalmente dai punti di vista, ma per me un film per essere superlativo deve appassionare, coinvolgere, interesssare, senza essere una mera esercitazione di immagini e suoni: questo film non è statoassolutamente (per noi: ripeto che rispetto le opinioni degli altri) quello che avremmo desiderato .

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Ultima risposta 23/01/2014 23.32.10
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suboost  @  23/01/2014 21:48:37
   5 / 10
Ecco, dopo aver visto Nebraska credo di poter commentare meglio questo film.
Trovo infatti che ci siano molte affinita', perlomeno negli intenti.
Entrambi offrono una riflessione sui ricordi e sulle aspirazioni dell'essere umano.
I protagonisti, entrambi tormentati dal passato e dal presente in cui vivono si muovono nelle rispettive cornici che li hanno accompagnati nel corso della loro vita fornendo un'affresco dei rispettivi luoghi elettivi, ma ovviamente le somiglianze si fermano qua. se da un lato in nebraska ho trovato minimalismo e una storia semplice presa in prestito per raccontare temi universali, la stessa cosa non si puo' dire dell'ultimo di Sorrentino.
Chiaramente si puo' e si deve dire che le differenze stilistiche sono proporzionali alla diversita' dei luoghi e dei personaggi raccontati, ma per quanto mi riguarda, ho trovato questo film cosi barocco nel metodo quanto vuoto nel merito.
Un esercizio di stile un po' fine a se stesso, che non comunica e non trasmette molto nella sua interezza ma lascia ad alcune buone scene il compito di sorreggere l'intero film.
Tutto trasuda ricerca di consenso.
Non posso fare a meno di pensare ad esempio all'uso eccessivo dei movimenti di macchina, dolly, zoom e quant'altro senza che ve ne sia realmente bisogno se non per stupire lo spettatore. anche quando si usano inquadrature fisse, per altro armonizzate male a mio avviso col dinamismo delle altre , si eccede nella composizione sempre cosi eccessivamente ricercata, anche grazie a location che sembrano assolvere al bisogno ridondante di mostrare senza pero' raccontare molto. a volte sembra quasi di assistere a un moderno intervallo con paesaggi o a molteplici pubblicita' glamour di qualche alcolico di successo.
LA sceneggiatura poi ha qualche buco e penso che la pecca piu' grande del film sia l'eccessiva durata. forse con un semplice 90 min di girato alcuni difetti e ostentazioni di questo film sarebbero apparse piu' funzionali alla storia invece qua ci si ripete senza sapere un perche'. A parte poi alcuni memorabili dialoghi di Jab, il cui cinismo e' reso magistralmente, sembra anche qua tutto un po' lasciato al caso e alla singola scena.
LA caratterizzazione dei personaggi e' abbozzata nonostante la durata ciclopica non si approfondisce molto la psicologia, anche perche' sinceramente sembra un film concepito e realizzato per compiacere il trio regia, attore protagonista e direttore della fotografia, senza che pero' a mio avviso si siano mai seduti tutti e tre a un tavolo e abbaino discusso di quello che volevano comunicarci.


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Ultima risposta 23/01/2014 22.42.43
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Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  20/01/2014 18:11:06
   10 / 10
Sorrentino non mi è mai piaciuto, a parte "Il Divo" mi ha sempre lasciata più che indifferente. Ho detestato fino alla nausea "This Must be the Place". Ero partita quindi con molti pregiudizi ma questo film me li ha demoliti uno per uno. Mi ha incantata, non sono un'esperta di tecniche cinematografiche ma credo di poter dire che regia, colonna sonora e scenografia sono strepitose e di gran lunga superiori alla media del cinema italiano odierno. Certo potrebbe essere una rivisitazione della Dolce Vita ma è una rivisitazione comunque originale, personalissima, piena di stile ed aggiornata ai nostri tempi. Gli attori, di cui molti caratteristi, sono bravissimi, scontato dirlo per servillo e verdone ma non per la ferilli che mi ha sorpresa. Scene visivamente ed emotivamente potentissime, per chi ne ha la capacità e la sensibilità, inorridiscono e commuovono all'ennesima potenza sia quelle di bruttezza che quelle di bellezza. Io ci ho visto anche una grande spiritualità che secondo me è il sottotesto di questo film. La Grande Bellezza è una Suora di 104 anni che si trascina in ginocchio lungo una scala sacra.

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Ultima risposta 23/01/2014 21.01.49
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ale0606  @  20/01/2014 17:40:30
   10 / 10
Film straordinario, molto intenso, un capolavoro da gustare minuto per minuto e possibilmente da rivedere. Di questo film va colto ogni attimo perchè ogni dettaglio ha il suo perchè, ogni scena è in contapposizione, ma al tempo stesso in perfetta sintonia con quella precedente, in un susseguirsi di immagini, dialoghi e ricordi che rapiscono lo spettatore, e lo rendono partecipe di un viaggio introspettivo, alla ricerca del senso della vita, ma con il carpe diem oraziano che aleggia in ogni sequenza. Splendide anche le musiche, sempre in perfetta sintonia con le scene e le ambientazioni. Un film da vedere e rivedere.

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Ultima risposta 21/01/2014 13.38.53
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Jim17  @  20/01/2014 17:34:42
   9 / 10
Un trionfo di cinematografia italiana , questo film mi ha fatto rivalutare il mio paese facendomi comprendere quanto sia ricco di storia , arte e cultura . Tutto questo patrimonio dovrebbe essere la maggiore invidia per i paesi esteri . Sorrentino riesce pienamente a raccontarci nel migliore dei modi la vera mondanità , il suo significato ma soprattutto le sue origini , complice anche l'eccezionale Toni Servillo , attore di gran calibro ma soprattutto attore che non ha nulla da invidiare alle prove recitative di altri colleghi hollywodiani. Il genere potrebbe non piacere a tutti , ma chi sa farsi coinvolgere , come me , rimarrà completamente entusiasta e mai annoiato , anzi quasi entrerà in simbiosi con il personaggio "Jep Gambardella". Vedere altri italiani come me che demoliscono un film a cui spetterebbe di diritto l'oscar è davvero triste , mostrando da quanti misantropi siamo circondati.

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Ultima risposta 28/01/2014 15.53.25
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M.R.  @  19/01/2014 20:29:02
   8 / 10
Non capisco così tante critiche nei confronti di questo film. E' così realista e suggestivo e chi dà dei voti così bassi non è abituato a vedere film di qualità come questo film suggestivo e realista, ma anche malinconico e triste. Non deve per forza rappresentare l'italiano ma la miseria e la perdizione umana in generale.

Memorabile l'entrata in scena di Jep Gambardella.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.14
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genki91  @  19/01/2014 18:50:35
   8 / 10
Davvero non riesco a digerire tutti questi voti bassi, fra l'altro immotivati per la maggior parte.
Un gran bel film, ottima realizzazione estetica ed estesica, personalmente mi ha incantato.
Poi ci sono da tessere le lodi di Servillo, un attore poliesdrico e completo che avrebbe bisogno di maggior considerazione, specie in un paese come il nostro, in cui da un po' di tempo a questa parte si tende a far uscire più gente bella che brava.
Il film racconta una storia, quella di Jep Gambardella e della sua mondanità che lo caratterizza fin da quando approda a Roma. La storia è intrigante e ottimamente strutturata, sono contento sia in corsa per l'Oscar al miglior film straniero.
Consigliato.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.32
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sepho  @  19/01/2014 13:10:35
   9 / 10
Quanto mi piace la regia di Sorrentino...sarà anche compiaciuto di se in alcune scene,ma riesce a catturare delle immagini bellissime.La grande bellezza o si ama o si odia,ma a prescindere da questo,è Servillo che meriterebbe l'oscar.

Sorrentino è bravo ad inventare,parte con degli elementi reali e poi crea un contesto quasi onirico,riuscendo a descrivere il vuoto di questi personaggi che danzano in una Roma bella e malinconica.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.48
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Jigen  @  19/01/2014 11:18:21
   6½ / 10
Ho appena finito di visionare il film, dagli 8 e i 9 fioccati dal web e le impressioni della critica estera, pensavo di essermi perso un filmone d'altri tempi. Invece è la solita parodia di Roma, impreziosita da una splendida fotografia e scenografia e da qualche battuta arguta di Servillo, ottimamente calato nella parte. Tralasciando tanti "difetti", forse dovuti proprio all'argomento trattato. Per me questo film non va oltre il 6,5. Rimango tuttavia stupito dal fatto che possa essere in lizza per un Oscar, ma se nel resto del mondo quest'anno non hanno fatto di meglio ben per noi.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.06.26
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korecano  @  19/01/2014 10:21:58
   3 / 10
Dopo tutti sti premi vinti e una candidatura agli oscar ho pensato di essermi perso un capolavoro di film e allora ho deciso di vederlo. Sarò io anormale sicuramente come pochi ormai, ma questo film è insipido boh non so come descriverlo o meglio il classico film all'italiana sesso, donne, e cocaina. Giusto per fare un esempio tutti i personaggi presi ad hoc per sto "presunto capolavoro" Servillo si è bravo ma sto personaggio stile pappone non lo so ma non mi ha detto nulla, Verdone ormai questo personaggio se lo porta avanti da 15 anni il classico 60 enne sfigato che ci ha rotto, Ferilli che dire stendiamo un velo pietoso può fare solo quello, Buccirosso mi piace tanto e in questo film ha dato quel pizzico di simpatia che serviva e cosa dire di Serena Grandi qui veramente c'è da stendere un tappeto pietoso ma come si può, non ha interpretato un personaggio ma è stata se stessa in pieno tra cocaina e tette all'aria è stata da brividi. Per finire fateci caso ma secondo voi un film che potrebbe vincere un'oscar può mai iniziare con tre battute del genere, Me rut u caz (quello che scende dall'autobus), te chiavasse (Buccirosso alla cubista), ma che ***** fai (Verdone quando gli buttano il cocktail in faccia). Pensare che quindici anni fa ci rappresentava benigni con la vita è bella, guarda ora dove siamo giunti.....

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Ultima risposta 23/01/2014 20.58.00
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Wyrael  @  18/01/2014 03:18:58
   4 / 10
Imbarazzante, il film, i premi che ha vinto e la sua candidatura agli Oscar.
Un esercizio di stile di un regista senz'altro bravo con la macchina da presa, ma pessimo sotto tanti altri punti di vista. A partire dal montaggio e gran parte degli attacchi completamente sballati, un caos ingiustificato di immagini e movimenti di camera che non seguono alcun filo narrativo e si concentrano esclusivamente su di un'estetica mediocre (paragonata a gran parte dei film che vengono girati in tutto il resto del mondo). Recitazione irritante e deprimente da parte dell'80% del cast. Carlo Verdone è forse quello più credibile (ed ho detto tutto).
Comparse che guardano continuamente in camera senza alcun ritegno.
Pubblicità alla Martini fuori luogo ed inutilmente forzata.
Una parodia nella parodia, una rappresentazione stereotipata di un paese che ha e può offrire molto di più. Ma si sa come all'estero e sopratutto in America amino gli stereotipi; ed ancora non riesco a capire perchè diamine ne siano attratti.
Una sceneggiatura inesistente e raffazzonata, dialoghi già di per sè ridicoli che riescono a risultare ancora più imbarazzanti ed insopportabili dalle performance dei pseudoattori. Noioso e privo di alcuna trama. Potrei andare avanti ma davvero non ci riesco... Sono avvilito. Si ok, parliamo di un film superiore alla media delle normali produzioni italiane... E quindi? Che razza di ragionamento è?! Rimane comunque al di sotto della media Europea, asiatica ed americana... Film come "il passato" o che ne so, un "Giovane e bella", usciti anch'essi quest'anno: sparo i primi che mi vengono in mente, allora cosa sarebbero? Capolavori della storia del Cinema?
Non ho parole.
Io personalmente il film l'ho già dimenticato e l'idea di una seconda visione potrebbe davvero spingermi alla depressione; in caso contario se quello di deprimere era l'intento di Sorrentino con il suo "La Grande C.agata" beh, allora un plauso... Ci riesce molto bene.

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Ultima risposta 22/01/2014 13.06.14
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lester66  @  17/01/2014 23:13:37
   5 / 10
Il solito Sorrentino che gira i suoi film con una semplice successione di immagini senza un vero e proprio filo conduttore. Grande fotografia come sempre ma rimane, a mio modesto parere, solo fine a se stessa. Merita una sola visione e nulla più. Prolisso

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Ultima risposta 21/01/2014 01.07.35
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TonyStark  @  17/01/2014 13:14:24
   8 / 10
Sorrentino si lascia ispirare dal pessimismo imperante nella "Dolce vita" di Fellini, e ne sforna una specie di seguito, facendoci capire che, a distanza di anni, Roma è rimasta sempre la stessa. Ma sempre così è stata, sin dagli antichi romani, teatro di bellezza infinita e immoralità, mescolarsi di sacro e profano. Jep è un uomo che fluttua, non vive, non ha direzione, non ha scopi ne' passioni, fluttua in questo vortice di bellezza e perdizione che è la città di Roma oggi. "I nostri trenini sono i più belli perché non vanno da nessuna parte". la grande bellezza è un'opera d'arte, e in quanto tale può piacere o non piacere ma non si può negare che arte sia.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.07.52
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Trixter  @  16/01/2014 22:58:34
   6½ / 10
Va bene, lo ammetto: probabilmente di cinema non ci capisco nulla. Perchè se un film osannato dal pubblico e dalla critica, vincitore di premi ed aspirante vincitore di altri premi non mi ha fatto impazzire, probabilmente è colpa mia. O forse tutto dipende, semplicemente, da ciò che un fruitore cerca in un film.
La Grande Bellezza è, senza dubbio, una pellicola esteticamente superba: ma, a mio parere, si ferma lì.
Un film, prima di tutto, è una storia: più o meno articolata, ma pur sempre una vicenda che si racconta, che si sente il bisogno di raccontare.
La Grande Bellezza, ahimè, non ha una trama: ecco perchè l'estetica va anche bene, ma per non più di 10-15 minuti. Dopodichè deve subentrare qualcosa, che qui manca clamorosamente. Certo gli attori sono tutti bravi, Servillo stavolta non interpreta un personaggio, lui E' Gambardella.
Inoltre Sorrentino ci racconta la Roma dei tramonti, dei ponti sul Tevere, del Colosseo, del Gianicolo, dell'arte, dei palazzi... una città finta; per chi ci vive, ahimè Roma è la città della sporcizia, dell'arroganza, del traffico, della puzza di piscio alla stazione.
Forse il film è volontariamente vuoto esattamente come la vita dei personaggi, delle feste organizzate dal Gatsby de noantri. Certo, Sorrentino ci regala dei frangenti fantastici: il monologo di Gambardella contro la scrittrice di partito, la recita di Verdone sulla nostalgia, la scena prolungata dal chirurgo estetico... tutte chicche davvero notevoli, ma, appunto, sono frangenti. Perchè Sorrentino regala anche tanta noia ed un ritmo a tratti troppo soporifero. Un film da Oscar? mah non saprei...

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Ultima risposta 21/01/2014 01.08.21
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maitton  @  16/01/2014 22:19:55
   10 / 10
i commenti li lascio a quelli bravi.

lasciatemi solo dire che non sono mai stato cosi'fiero del nostro cinema, cosi'orgoglioso delle mie radici.

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Ultima risposta 18/01/2014 06.35.21
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morbillo  @  14/01/2014 13:50:06
   5 / 10
Esteticamente è un'opera d'arte, non c'è che dire...
Però a me di un film interessano altri aspetti.
L'ho trovato troppo lungo e di una noia mortale. Si salva solo Servillo e poco altro.

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Ultima risposta 05/03/2014 20.49.46
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Lavezzi78  @  08/12/2013 12:12:17
   6½ / 10
Dei film di Sorrentino, questo è decisamente quello che mi è piaciuto meno......Servillo è straordinario come sempre, ma il film è troppo lento.....Ci sono momenti in cui il film sembra stia spiccando il volo, altri di assoluta piattezza!...troppo lungo!

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Ultima risposta 09/12/2013 15.41.55
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Scuderia2  @  19/10/2013 11:41:09
   8½ / 10
Non deve essere stato facile realizzare un film sul nulla.
Il nulla dei Salotti Romani di oggi.
Dove, in onore della bellezza che fu, si aggirano aspiranti starlette,starlette sfasciate e vari neo arricchitti pseudo nobili.
E dove regna Jep Gambardella,Decimo Re di Roma (7+Falcao+Totti),scrittore che ha ballato una sola estate,ora giornalista che balla tutte le notti.
Pista da ballo,piste clamorose,in attesa che a Roma si faccia davvero un GP.
Che spettacolo sarebbe da quella terrazza!
Servillo impera.
La Ferilli divaneggia.
Sorrentino divineggia.
Anche il Vaticano ne esce scherzato:ormai la fila mistica la si fa dal chirurgo plastico.Subito Santo.
E' una baracconata destinata a non durare,i rimpianti e la solitudine stanno svegliando Jep.

Far l'amore
We no speak americano
Discoteca

Le terrificanti tracce dance che accompagnano questo deragliamento umano.
Perfette.

SO' BELLI I TRENINI CHE FACCIAMO ALLE NOSTRE FESTE
SO' I PIU' BELLI DI TUTTA ROMA
SO' BELLI
SO' BELLI PERCHE' NON VANNO DA NESSUNA PARTE

Questo è il Nuovo Impero Romano.
Signori,in carrozza,si parte.
Coraggio.

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Ultima risposta 19/01/2014 21.49.35
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Burdie  @  14/10/2013 23:17:50
   4½ / 10
...può piacere oppure no. Beh a me no!

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Ultima risposta 21/10/2013 12.19.00
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guidox  @  13/10/2013 00:42:26
   6 / 10
Sorrentino è bravo e lo sa...e questo sta diventando un problema, perchè si nota sempre di più un autocompiacimento che si esaurisce in se stesso, con tanti orpelli che fanno tanto forma e poca sostanza.
eppure gli attori sono diretti alla perfezione e tra l'altro rendono benissimo (discorso a parte per Servillo che da solo ormai regge con le sue interpretazioni anche film non eccelsi elevandoli a qualità notevole).
il quarto d'ora iniziale, lo svolgersi della festa, è un piccolo riassunto del film: un bello che stucca.
ok, te lo puoi permettere perchè sei veramente in gamba, ma dopo un po' ci si attende un cambio di passo, per diventare da bravo a grande.
occasione non del tutto sfruttata, ci si perde nei dettagli quando per me c'è qualcosa che non funziona a livello più generale.

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Ultima risposta 14/10/2013 19.30.20
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farfy  @  10/10/2013 23:00:07
   9 / 10
Questo film non si merita un voto al di sotto dell'8, anche per chi non apprezza il genere. Spesso, nel sentirlo descrivere, ho sentito la parola "pretenzioso". E' una pellicola elegantissima, che si guarda, si ascolta, si deglutisce, si assimila.
E' un teatro rarefatto e mostruoso di personaggi così assurdi e immorali, da essere reali.
Il protagonista, un grandissimo Toni servillo, è un personaggio intelligente e mondano che diviene fragile e "umano" solo di fronte alla morte. Forse avverte il suo arrivo e non comprende quello che ha ottenuto o quello che si è perso.
Alcune frasi si accollano alla pelle come un tatuaggio, sono impossibili da dimenticare.

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Ultima risposta 14/10/2013 12.32.28
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Larry Filmaiolo  @  06/10/2013 19:49:25
   6½ / 10
Esteticamente impeccabile

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e forte della straordinaria, assoluta (come sempre) prova attoriale di Servillo, rimane un film a metà dove come in ogni opera di Sorrentino da me visionata manca quel benedetto arrosto in mezzo a colonne di fumo-profumo. me ne basterebbe pure 'na fetta sola eh, ma che non sia una sottospecie di ridicolo anticlericalismo o mero gusto dello scandalo para religioso incul minch filosofico pseudo felliniano. sia chiaro, il film sa essere divertente, per questo e per farsi un'idea secondo il sottoscritto VA VISTO

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Ultima risposta 06/10/2013 22.02.27
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BrundleFly  @  30/09/2013 18:49:30
   7 / 10
Il film è tecnicamente magnifico, quasi da non sembrare italiano: movimenti di camera elaborati, ottima fotografia e grande cura dei dettagli. Serrentino mostra una Roma contemporanea quasi magica, frequentata dall'alta società, che sembra far dimenticare la crisi e la povertà in cui versa l'Italia di questi ultimi anni.
Peccato che la trama quasi inesistente non potrà mai, almeno per me, elevarlo a "capolavoro".

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Ultima risposta 02/10/2013 11.56.16
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fiesta  @  28/09/2013 12:49:58
   6 / 10
Qualcuno ha convinto Sorrentino che oltre ad essere un buon tecnico della macchina è anche profondo e addirittura potrebbe essere capace di insegnarci qualcosa. Io invece nei due suoi ultimi film vedo solo i tanti soldi spesi e la pochezza di fondo. Il protagonista chiede ad un'artista alla quale deve fare una intervista: "Che cos'è una vibrazione?" tacciandola di essere fumosa. E' la stessa domanda che farei a Sorrentino: "Mi spieghi i rallenty, la serie infinita di inquadrature per una singola scena, i flashback, le massime, l'intreccio di cinque storie diverse rigorosamente solo accennate, la giraffa e i cigni, il mago e la santa, mi spieghi in sintesi cosa per lei vuol dire artista?". Sono sicuro che mi risponderebbe:" Dovevo fare un film alla Dolce Vita molto lungo ma purtroppo non ho niente da dire. A parte qualche sketch simpatico e la bellezza di Roma tutto ciò che mi resta è la regia,quindi preferisco sempre mettere un'inquadratura in più per mostrare quanto sia bravo. Alla fine volevo dire qualcosa di importante ma senza prendermi tanto sul serio,solo che mi prendo così tanto seriamente che anche quando mi prendo poco seriamente non posso fare a meno di essere pretenzioso."
Ha fatto tesoro di ciò che erano i suoi limiti che inizialmente accettavo pensando che un giorno li avrebbe superati. Ora proprio non mi piace più. Carlo Verdone e Carlo Buccirosso le uniche note positive e poi il talento innato per la regia.

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debramorgan  @  07/08/2013 18:33:53
   4½ / 10
Mi dispiace, so che mi distruggerete per questo voto..
il punto è che semplicemente non lo reputo un film da cinema, un film per il vasto pubblico.
Credo sia SOLO ED ESCLUSIVAMENTE un film di nicchia, e da tale potrà sicuramente essere considerato un capolavoro, da chi ne apprezza la fotografia, le musiche e l'acuto cinismo.
Per tutti gli altri, nonostante tutto me compresa, è veramente inguardabile, noiosissimo.

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Leonardo76  @  21/07/2013 08:59:44
   5½ / 10
2 ore e passa di banalità e stramberie. Metto un voto decente perché Sorrentino è riuscito a far recitare in maniera credibile Sabrina Sofà ma a mio parere resta è un film evitabile con tanto fumo e poco arrosto, meglio leggere Dagospia.

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Ultima risposta 22/07/2013 15.00.25
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-Uskebasi-  @  08/07/2013 20:39:23
   8 / 10
Perché non ce ne sono 10 di Sorrentino in Italia...
Non so che dire...
Un inizio così folgorante non mi era mai capitato.
Un ingresso in scena migliore non riesco nemmeno ad immaginarlo, e la cosa grave è che non so il perché. Jep Gambardella si volta sorridendo e ballando in un delirio trash, ed io ho la pella d'oca e il becco aperto. Perché!?

Senza dubbio il film più ambizioso del talentuoso regista italiano, ma non per questo il migliore.
Si può morire al cospetto della grande bellezza di Roma, o al contrario vi si può vagare all'interno come un fantasma o sguazzarci come un'ottavo Re, recitando in un pacchiano teatrino di marionette, sempre alla ricerca di qualcosa che non arriverà mai. Jep dice che non ha più tempo per le cose che non vuole fare, e in un attimo se n'è già andato. Per trovare la grande bellezza forse occorre tornare indietro, a quando ancora l'anima era incontaminata, e un gesto o uno sguardo significavano davvero qualcosa. Perché le radici sono importanti.

Sorrentino è l'emblema dell'eleganza cinematografica. Le sue inquadrature sono sontuose, metà dei suoi personaggi però risultano indecifrabili, così come alcune sequenze presenti spesso nelle sue opere. Ambuguità o inutilità?
E' talmente superiore che mi dà la sensazione di non volerlo palesare. E' sottile, troppo sottile, lo considero un difetto. Dovrebbe colpire in faccia tutti quando è il momento, diventando leggermente più esplicito. E' un po' come se Messi avesse 0 gol in carriera, per alcuni sarebbe comunque il più forte, anche per me, ma perché non farne 400?
Comunque mi accontento ampiamente di quello che è, sbavando per la grazia con cui dirige e accettando i suoi correggibili difetti.
Il dispiacere più grande è un altro: abbiamo in casa uno dei più grandi attori di sempre, ed il mondo non lo riconoscerà mai.

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Ultima risposta 15/07/2013 17.38.37
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adrmb  @  08/07/2013 00:35:33
   7½ / 10
A me personalmente è piaciuto abbastanza.
Trovo abbia una fotografia e regia superbe. Insomma sul lato tecnico veramente ineccepibile. Questo a mio parere è il suo punto di maggior forza, oltre, naturalmente la strepitosa interpretazione di Servillo, nonostante tutti gli attori mi siano piaciuti.
Alcune scene le ho trovate profonde, cariche di simboli, fortemente stimolanti al ragionamento. Altre, ahimé, che magari comparivano improvvisamente e senza alcun nesso logico con quanto mostrato precedentemente, non le ho pienamente comprese (ecco, avrei bisogno di più visioni: non è assolutamente un film immediato o commerciale).
Ecco, ritengo che Sorrentino potesse curare maggiormente la struttura: capisco che tutte le scene presenti non siano casuali e si facciano portatrici di un profondo significato: ma l'assenza di una rigida struttura narrativa (alla fine è tutto un miscuglio di eventi abbastanza diversi tra loro nei quali l'unica costante è il protagonista) mi ha fatto apparire il film a tratti antipatico.

Però assolutamente promosso, a mio parere migliore di 'This must be the place'.

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Ultima risposta 20/04/2015 11.02.59
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karmakoma  @  03/07/2013 11:48:56
   9 / 10
Inizia con la Morte, nell'indifferenza piu' totale di una Roma estiva, vuota e turistica, a tratti estiva ma pur sempre sacra, accompagnati da atmosfere che ben ricordano le strade perdute di Lynch. L'arte? esposta nell'indifferenza della "misera natura umana" : esiste ed e' ovunque ma solitaria, chiusa a chiave, nascosta, lontana dagli occhi sensibili, anche se Lei e' sempre li ad osservare, o semplicemente viene "sfruttata" e non ammirata, per venire incontro alle velleita umane (una bimba esprime tutto l'odio che ha per non poter esser normale o "veterinaria" schiaffeggiando la vita a suon di pittura; "Occhi di fanciulli attraverso gli sfarzi dei cortili Romani, persi nella superficiale religiosita' imposta"; "Chi sei tu Jeb? No, tu non sei Nessuno..." mero giudizio di una ragazzina dai bassifondi di una cripta che gli ricorda il Vero, come vera e' l'arte che puo' giudicare e non farsi giudicare;).
Tanti blah blah blah, per coprire la noia, e la paura della Morte che c'e' sempre dopo la vita...e quindi? Semplice per uscire dal circolo della mediocrita' e' bene esser consci di poter far proprie le radici nelle quali siamo cresciuti, o meglio, le radici del nostro passato, ma cio' risulta possibile solo dopo anni o decenni di sensazioni, esperienze, e vacue perdite di tempo: "Perche' mangio radici? Perche' sono importanti")
Il passato e' importante e spesso si dimentica, o si maschera, perche' si diventa troppo velocemente grandi, disillusi, e distratti, dal troppo, dal materiale, dal nulla ma un buon amico deve poter "far sentire l'altro ogni tanto ancora bambino" vero Jeppino? Una nana infondo chi e' se non una privilegiata visto che potra' sempre osservare la realta' con gli occhi del fanciullo?
E poi la tragedia della morte, sempre presente e ricorrente (prende i pazzi, i vuoti, ma anche le persone valevoli) viene "citata" per mandarci piccoli segnali ricordandoci che il tempo non e' certo affare divino ma dimensione umana e come tale avra' un termine per tutti, e andrebbe usato con giudizio, invece che sprecato inesorabilmente.
Credo che Sorrentino ci abbia regalato una piccola "epopea" dell'umanita' senza parlarci troppo di Roma ma scegliendo quella citta', forse, perche', quando svuotata dai cittadini locali, diventa citta' del mondo, dove tutti vanno e vengono, citta' attorno alla quale hanno girato millenni di storia dell'umanita, espressasi in mille forme d'arte, dove il tempo si percepisce tra una vita e una morte, tralatro che serve solo a ricordarci quanto siamo piccoli difronte al flusso della vita stessa e quanto stupidamente indifferenti rimaniamo di fronte al suo scorrer via, come gia' ricordato, ("Se tu non capisci non significa che non ci sia nessun altro che non possa capire...");
Dove il suono dei gabbiani ricorda il mare, e la sua liberta', ma ce lo ricorda solo visto che il mare non esiste a Roma ed e' semmai dentro di noi, o su un soffitto, in pieno contrasto con la gabbia della vita onnipresente, vacua ("La Fessa" o gli euro chiesti dai conti Colonna per Partecipare alla festa) e noiosa o stucchevole ("L'odore delle case dei vecchi"), "Epopea" oscura dove le albe e i tramonti si percepiscono appena sembrando di poter viver sempre all'oscuro di tutto, nel velato torpore notturno (L'effetto della droga svanito, il down del sonno da serata, il troppi cocktails bevuti, Morfeo che aleggia, perche' anche lui ci ricorda che la Morte ci chiude gli occhi).
E poi i personaggi, tutti mondani, tutti superficialotti, e tutti intimamente falliti e gia' morti, anche se non sanno di esserlo. E' la fine...o forse no? dove sta la grande bellezza? Jep comprende...
Io ne ho trovate tante, ma sta a voi scoprirle...di certo il finale e' tutt'altro che drammatico e triste ma anzi, e' tremendamente umano, e positivo!
Finisce con al Vita.

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Ultima risposta 14/10/2013 17.06.41
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Luke1992  @  22/06/2013 18:06:39
   5 / 10
La grande Bellezza. [ho visto il film ieri sera e come, al solito, ho cercato di "salvarmi" da qualsiasi recensione/commento/critica prima della visione, per poterlo vedere senza preinterpretazioni di altri; questa volta però, navigando tra siti e blog sono rimasto molto colpito dal successo riscontrato]

{SPOILER da qua alla fine}

partendo dalla regia e il montaggio sono rimasto esterrefatto da determinate scene,
ES:inizio. (tralascio l'ovvia analisi contenutistica per dedicarmi a quella formale) È possibile abbia utilizzato quelle che saranno state 20/30 inquadrature in qualche minuto per rappresentare semplicemente i turisti cinesi accompagnati dal coro sopra la struttura della fontana??? frammenti di carrellate e di movimenti di macchina che sembrano quasi messi li a caso: non sono atti a costruire lo spazio,o a presentare una determinata atmosfera, ne hanno una qualsivoglia "estetica". La mdp salta qua e la senza un apparente logica (il fine macrostrutturale della scena si coglie benissimo ma a livello micro, inq a+b+c,ecc non colgo veramente il motivo di tutti questi movimenti).
Ovvio che non continua cosi per tutto il film (2 ore e un quarto in questo modo sarebbero state insostenibili per chiunque), ma ritorna comunque in certe inq questa macchina "che fa di testa sua".. -"ma è lo stile del regista!"- ma non penso proprio visto che altre scene non dissimili sono girate nel più classico dei modi; non mi spiego proprio questa alternanza tra regia "classica" (:senza nessun virtuosismo estremo) e inq a casaccio (:senza un giustificabile collegamento contenutistico/stilistico con la storia che stanno raccontando) e, in più, quelle maledette inq fisse (o con leggerissimi movimenti di macchina) vicine a dei tablau vivent, con una costruzione talmente perfetta da risultare veramente troppo artificiosa, questo non tanto per l'inq in se che di fatto sono belle ma per come sono inserite, anche queste "a caso", in mezzo ad altre "rozze"(qui però è probabilmente questione di gusti).

Passando dal punto di vista dei contenuti/narrazione la questione non migliora.
La visione "antifelliniana", disincantata (le tipiche figure dei film del maestro, cambiate di segno, ne sono una CHIARA prova) della Roma, o meglio dell elitè della città, è più che EVIDENTE. Questa però ha portato a un ostentazione del grottesco veramente TROPPO esagerata(e vabbè si qui si tratta di gusti), grottesco però che si collega a uno dei crucci cardinali del film: la chiarificazione.
La piaga, a mio parere, principale del cinema contemporaneo: i film di oggi ( o la maggior parte) chiarificano qualsiasi azione/dialogo/metafora2 del film col timore,sembra, che lo spettatore possa attivar il cervello per elaborare attivamente le immagini. Da questo processo di passività visiva sembra sia stato influenzato anche il cinema d'autore(o presunto), esempio ne è l'intero film: la rappresentazione nichilista di un intera società attraverso la roma bene che per tutto il film continuano a non fare appunto nulla , il ruolo allegorico degli animali (giraffa e gru) che sembra quasi (rispettivamente dal mago e dalla suora) spiegato dagli stessi personaggi.. non lo so.. era tutto cosi evidente. Sottolineato. Ribadito. Elementare. Già visto. La ragazzi artista sfruttata dai genitori, la perdita di spiritualismo del cardinale, i piccoli avvenimenti che risvegliano nel protagonista la sensibilità perduta(ecc,ecc,ecc mi fermo con gli esempi).
Ciò che Sorrentino ci vuole(ha tentato di) comunicare a mio parere, è il senso di spaesamento esistenziale del protagonista(specchio dell'uomo d'oggi) in un realtà che sembra non avere più capisaldi a cui aggrappar l'ultimo brandello di moralità/speranza. Ma non c'è stato un minimo di sentimento,o meglio, di capacità di coinvolgimento. tutto il dramma mi è scivolato addosso..

sono nuovo nel forum e questo è il mio primo commento.. gradirei volentieri commenti per sapere la vostra opinione sul film e su quanto ho detto! Grazie :)

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Ultima risposta 23/06/2013 23.50.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  19/06/2013 15:39:35
   9 / 10
"La Grande Bellezza" c'è sempre, e non c'è mai.
Roma è l'involucro di un contenuto alto-borghese decadente e malato.
La città eterna cela tanta bellezza ma Jep Gambardella non riesce a trovarla e non fa chissà quale sforzo per andargli in contro.
Egli è un viveur notturno che vive nell'accidia di un esistenza vuota e insignificante.
La notte nasconde il fascino barocco di una città che è mito. La notte del protagonista rincorre la luce di un giorno che egli stesso non vedrà, e la bellezza rimarrà soltanto per chi saprà coglierne l'essenza, come il fotografo giapponese nella prima scena del film.

Chapeau per Sorrentino. Era tanto che non uscivo dalla sala di un cinema cosi colpito. O forse l'ultima volta era per "This Must Be The Place"?

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Ultima risposta 20/06/2013 04.23.26
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Kitiara31  @  19/06/2013 14:58:45
   4½ / 10
Forse sarò linciata, ma stavolta Sorrentino non mi è piaciuto. Incipit : un giapponese che muore, la musica dei conventi, Gep, ecc ecc il film mi sembra un insieme di sequenze slegate tra di loro. L' impressione è che Sorrentino abbia fatto un film "ad effetto" pensando : lo faccio così perché tutti mi diranno che è figo. Emozioni poche, forse la bimba pittrice e le scene con la Ferilli, che devo dire secondo me è stata davvero convincente.

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/06/2013 15.47.13
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  19/06/2013 01:06:01
   6½ / 10
Sorrentino rimane il più grande regista vivente, anche quando firma un film sul nulla. L'idea di decadenza di Roma nel particolare e la società in generale ci sta, così come il senso di inquietudine che pervade la pellicola. Ma tutto sa di già visto, il sacro che richiama alla Dolce vita felliniana ed alla voglia di sacro che cerca il protagonista si fondono con una serie di virtuosismi inutili del bravo Bigazzi. Tutto alla fine si regge sulle spalle dell'immenso Servillo.

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Ultima risposta 19/06/2013 09.51.48
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max_1974  @  18/06/2013 16:54:47
   5½ / 10
Per spiegare che la vita, senza una Grande Bellezza, è una "scatola vuota" non c'era certo bisogno di fare una pellicola, a sua volta, completamente vuota.

Classico film che ad alcuni suggerisce molto, ad altri nulla, a seconda della propria esperienza personale. Chi, come me, fa parte del secondo gruppo la Grande Bellezza la vede soltanto nelle bellissime atmosfere romane.

Bombardamento di immagini nei primi 15 minuti, poi 1 ora e 45' senza sussulti e per finire mezz'ora di banalità assurde con un'improponibile suora santona che fa il verso a Madre Teresa di Calcutta.

La cosiddetta Grande Bellezza, in realtà, finisce per essere un'ottima scusa per persone cui non dispiace restare single, che però farebbero meglio ad ammettere che, semplicemente, a loro piace così e che non c'è nulla di cui doversi giustificare.

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Ultima risposta 21/06/2013 22.50.03
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docafass  @  14/06/2013 17:23:53
   5½ / 10
Lungo, prolisso, interminabile....stanca a pensar troppo e vedere tanto. È poi seguirlo tutto d'un fiato e impresa titanica. Servillo splendido! Su tutto e tutti. È francamente anche la Ferilli non male e , permettetemelo, bellissima sempre...

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Ultima risposta 18/06/2013 07.02.59
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biribiri  @  12/06/2013 13:19:36
   7 / 10
E' un film molto intimo, dunque ho trovato difficile godermelo appieno al cinema, con continui brusii di sottofondo ed immotivati schiamazzi della gente. Penso sia uno di quei film da vedere a casa e possibilmente da soli, senza alcuna distrazione intorno, almeno per quanto mi riguarda. Il messaggio generale che l'autore vuole trasmettere, il cambiamento del protagonista, detto in parole povere, e' abbastanza evidente ed e' espresso tramite scene visivamente belle, di impatto, girate impeccabilmente. Non e' un film da prendere alla leggera, e se non si ha la giusta predisposizione e concentrazione meglio lasciar perdere, perché potrebbe risultare eccessivamente lento e a tratti incomprensibile. Lo rivedrò sicuramente.

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Ultima risposta 15/06/2013 09.08.32
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venetoplus  @  11/06/2013 11:23:31
   9 / 10
La domanda è: quanti Donatello? quanti Ciak d'oro? entrerà nel lotto finale per l'Oscar quale migliore film straniero? (pleonastico che sia il candidato italiano..)
Semplicemente Magnifico.. Poesia allo stato puro! Chapeau Paolo, chapeau..

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Ultima risposta 08/03/2014 13.38.53
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Manticora  @  08/06/2013 18:13:31
   10 / 10
Un film leggermente inferiore a The must be the place, il luogo e i personaggi sono corali, rispetto al precedente film, ma l'interezza della storia è assolutamente originale, è alla Sorrentino. Nessuna velleità di "copiare" 8 e mezzo e lo stile felliniano, semmai aleggia uno stile, omaggiato alla dolce vita, ma che il regista trasfonde nei personaggi, concentrandosi sulle loro vite esteriori, lasciando da parte la politica. Toni Servillo è ancora una volta a ragione maschera cinematografica tragicomica che si muove nell'universo sorrentiniano a suo agio. Un film che senza di lui avrebbe perso molto, invece si rispecchia nel grande attore, che ne è l'anima, ma non da solo. Attori pensati per dare il loro contributo alla coralità della pellicola danno il massimo senza limiti, tra decadenza, nullafacenza, ricchezza, povertà e qualunquismo. Carlo Verdone, poco riconoscibile, semitragico, ma originale, che vive all'ombra di Gepy-Servillo il quale lo coccola sentitamente come suo agente mancato(non scrive nulla di letterario da 40 anni).
Carlo Buccirosso, fedifrago, macchietta umana affamato di scopata godereccia.
Giorgio Pasotti in un ruolo minore, poco incisivo (praticamente non l'ho notato)
Iaia Forte forte e prerompente, che si sciroppa le feste, ma senza partecipazione, Isabella Ferrari, splendida cinquantenne, avventura di una notte, Greg nel ruolo del mercante d'arte, Roberto Herliska, cardinale un pò demode che discetta di coniglio alla cacciatora, infine Sabrina Ferrilli, Ramona la spogliarellista, che vive, ma non per i soldi, per fare lo spogliarello artistico.
In questo mondo si muove il re della mondanità, Servillo-Gepy, vestito in maniera inoppuntabile ed elegante, immancabile sigaretta fà ciò che odia fare, divertirsi, dopo il suo 65 compleanno. Cercando la bellezza di un amore passato, di quando era un ragazzo, guardando il mare in un soffitto e cercando curiosità ed amicizia. Ma la grande bellezza è tutta intorno a lui nel bene e nel male, tra gelosie, invidie, stupidità, e indifferenza. "siamo passati ormai, nella consapevolezza di non valere più niente, " chiosa con l'amica battagliera ma arrogante che rivendica di aver scritto 11 liberi e di essere stata partecipe e politicizzata negli anni 70. La critica lascia il posto alla noia, perchè il tempo passato non si può recuperare, come la santa, suo malgrado macchina da esibizioni per il potere ecclesiastico, ma che si trascina senza considerare nient'altro che la povertà, perchè quella si vive, non si racconta..
Colonna sonora bellissima, ambientazioni romane che fanno parte della storia nella loro interezza, tutto per distillare un film potentemente fuori contesto, niente facilonerie, furbate e strizzatine d'occhio, soltanto un capolavoro che inneggia alla vita e a quello che comporta.

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Ultima risposta 16/06/2013 17.03.40
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