la guerra dei mondi regia di Steven Spielberg USA 2005
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la guerra dei mondi (2005)

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locandina del film LA GUERRA DEI MONDI

Titolo Originale: WAR OF THE WORLDS

RegiaSteven Spielberg

InterpretiTom Cruise, Dakota Fanning, Tim Robbins, Miranda Otto, David Alan Basche, James DuMont, Daniel Franzese

Durata: h 1.46
NazionalitàUSA 2005
Generefantascienza
Tratto dal libro "La guerra dei mondi" di Herbert George Wells
Al cinema nel Giugno 2005

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Trama del film La guerra dei mondi

Dal riadattamento della novella di H.G. Welles, la straordinaria battaglia per il futuro del genere umano attraverso gli occhi di una famiglia americana che combatte per la sopravvivenza.

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Voto Visitatori:   6,03 / 10 (620 voti)6,03Grafico
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Voti e commenti su La guerra dei mondi, 620 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/07/2005 02:15:34
   6 / 10
"E pensare che tutto questo potrebbe accadere veramente... tra di noi"

Come giudicare un film del genere senza seguire l'orda prevedibile dell'emotività? Beh lo sappiamo: il mondo è cambiato (in peggio) e degli alieni cordiali e nostalgici di "incontri ravvicinati" ed "et" resta ormai un pallido ricordo Il mondo è cambiato, e Spielberg fagocita la dimensione umana (e il marketing) ad ogni nuovo lustro... ha cominciato mettendo in risalto le paure inconsce e individuali (Duel e Jaws), ha prestato attenzione alla terra felice più (Incontri ravvicinati) o meno (Et) di ospitare l'ignoto, ci ha portati a Indiana Jones facendo vendere milioni di copie a un riciclatore come Wilbur Smith, ha contemplato (e non giudicato) la guerra preventiva di minority report e il rapporto uomo-macchina, ha resuscitato i dinosauri, sdoganato abilmente personaggi ambigui come Schindler, rinvigorito il cinema bellico col soldato Ryan, e dopo i terminal di un'aeroporto ci porta in casa l'apocalisse di Wells Modernariato impellente, ma sulla scia di un'etica sciovinista piuttosto insolente
Forse ho mangiato pesante, ma il mio stomaco starebbe meglio se non sapessi che il primo black-out avviene in Ucraina ex Urss (come a dire il solito nemico... estinto e da estinguere), che la popolazione impreca contro il terrorismo (quello di bin Laden o di Abu Ghraib? di Ramsfeld o di Hussein? - a volte sono facce della stessa medaglia, come suggerito dall'eccellente atto finale di Star Trek), che il figlio di Ray/Cruise salva la gente come sul titanic perchè "gli americani devono farlo" e segue i marines con quella frasetta ("io devo andare") che puzza di propaganda bellica lontana un miglio (se qualcuno ha in mente le immagini dei soldati gambizzati dall'ultima assurda "missione irachena" sa benissimo di cosa parlo), se il monito del protagonista alla figlia non fosse "sei al sicuro nel tuo spazio" e l'Eroe del moderno far-west chiamato universo non si premurebbe di salvare esclusivamente il suo, di spazio Tutto è tanto prevedibile quanto risonante, tanto ovvio quanto inesauribile dal punto di vista tecnico. Sorretto da una fotografia a dir poco straordinaria seppur profanata dal digitale, con certi cieli à la Munch che realmente incutono un timore teologico/spirituale (sull'assenza/presenza di Dio vs. Shyamalan, sull'impotenza della specie nel suo habitat), il film è innegabilmente straordinario ed efficaci soprattutto come parabola sulla fragilità umana nel suo tempio (la terra) La cosa imbarazzante è che non servono nè Wells nè Welles (noto cronachista nel lontano 1938, un bell'esemplare di impudenza per i fini che giustificano i mezzi) per creare tutto questo, e allora allo spavento consegue una fortissima rabbia, rabbia per chi
per tutti quelli che non tentano neanche di esprimere che il male puo' venire da dentro (toh mi capita Spielberg in mano ma potrebbe essere un'altra carta tra le tante)
per chi dell'ignoto ha una sola immagine, uno stereotipo di morte distruzione e mostruosità, ma non sa di chi sta parlando (cos'è l'Islam? E' esistita la guerra fredda e perchè)
per chi dalle macerie del ground zero ha trovato solo l'inganno di una sciagura ritrovata
per chi continua a fabbricare bombe nucleari (occidentali) e vuole deternere il primato assoluto (gli alieni dotati di armi e mezzi in grado di trasformare anche le bieche certezze di difesa della terra, e sopprimere scudo spaziale et affini facile capire CHI siano oggi) e che presto o tardi ci porteranno a un conflitto l'ennesimo di proporzioni, appunto, planetaria (da quell'Iran di cui si parla tanto oggi)
per quei popoli che, come nell'epilogo, sognano di essere ETERNI, salvati dai mezzi che DIO ha dato loro, e per questo supremazie in grado di combattere contro tutto e tutti (l'idealismo dei marines, traditi e plagiati, è sacro)
Ovviamente il film in sè è un prodotto, sarebbe potuto essere un capolavoro senza queste riserve e le migliaia di citazioni che S. ci riserva qua e là L'effetto-cinema di Spielberg è proprio come quello del protagonista, al sicuro nel suo spazio, nella sua ellissi dove si ricorda dei dinosauri di Jurassic Park e muove i fili della sua recita, portando i mostri meccanici dello spazio all'ispezione visiva dei Velociraptor o degli occhi in codice di Minority Report, che fra l'altro è anche uno dei momenti più vicini alla versione di Huskin del 1953. E in questo senso, il film è (ma sì) davvero fantastico. La follia Nietzschiana di Tim Robbins - personaggio che deve qualcosa allo stesso di "io sono leggenda" di Matheson o l'incredibile attacco della folla alla macchina di Cruise - lunga sequenza girata magistralmente, Roy scende dalla macchina qualcuno vede la sua pistola l'impugna e poi spara voci nella folla grida si amalgamano al resto, la tregenda dell'umanità è al suo atto definitivo - rendono splendidamente il teorema dell'uomo quando, messo nelle condizioni di non potersi difendere, affronta l'irrazionale follia del suo bisogno (atto estremo) di sopravvivenza. Poi pero' tutto si perde, il cowboy del ventunesimo secolo (altro non è che l'emblema dell'Uomo come forma Universale) torna dalla polvere e allora Dio in persona potrà compiacersi di non essere stato presente (peccato che i mali del mondo dimostrino qualcosa di diverso) Il film giusto al momento sbagliato, o viceversa Noi assistiamo a una quieta canonica che è già deterrente nei quartieri del degrado edilizio quando la mano(dopera) umana ha già lasciato il suo segno diabolico, sprezzante, di dubbio gusto, ovviamente alieno. Mi chiedo se negli studios Spielberg e i suoi "profeti repubblicani" ci abbiano mai pensato

12 risposte al commento
Ultima risposta 07/07/2005 09.44.07
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