l'altra faccia dell'amore (1971)

Ken Russell è così, prendere o lasciare però mai certo si potrà dire che in genere i suoi biopic siano piatti e monotoni. Casomai il contrario, cioé quando i suoi deliri visivi rischiano di debordare oltremisura scadendo quasi sul ridicolo. La biografia sul musicista russo è l'esempio di una voglia di conformismo autoimposto, l'accettazione da parte della società ripudiando la sua vera natura, l'omosessualità mai veramente accettata da Ciajkovskij. Il matrimonio diventa quindi la pietra tombale dell'ispirazione del musicista e l'inizio della follia per la moglie. Bravi gli attori, soprattutto la Jackson già meravigliosa in Donne in amore.

Biografia degli eccessi e,di conseguenza,ritratta con lo stile eccessivo di Russell. Sono le musiche di Ciaikovskij a cadenzare un ritmo spesso vertiginoso ma che poche volte coglie nel segno. In verità ci sarebbero un paio di sequenze da ricordare (il sogno con la madre) ma fino al finale tutto procede velocemente,ma stancamente. Ci si concentra sui rapporti tra il musicista e sua moglie,su come intendano l'amore e la passione e come si separino. Ma soltanto il finale,nuovamente un delirio visivo di potenza impressionante,ci riconsegna un Russell finalmente originale e unico,terribile e autodistruttivo.
Imperfetto e affascinante.

Neanche questo film di Russell mi ha esaltato, e del resto è tra i suoi più accademici e velleitari: la vita romanzata di Ciaikovskij sembra soprattutto rivisitata attraverso una serie di gossip, e la sua attività musicale e artistica viene messa in secondo piano (ma certamente era questa l'intenzione).
Chamberlain non è un attore in grado di recitare degnamente un ruolo tanto impegnativo, e si vede. Comunque, avendolo visto più volte, posso solo dire che è girato benissimo, ma stilisticamente è ben lontano dal cinema che realmente mi appassiona e coinvolge