la mia via regia di Leo McCarey USA 1944
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la mia via (1944)

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locandina del film LA MIA VIA

Titolo Originale: GOING MY WAY

RegiaLeo McCarey

InterpretiBing Crosby, Barry Fitzgerald, Frank McHugh, James Brown, Gene Lockhart, Jean Heather, Anita Sharp-Bolster, Porter Hall, Fortunio Bonanova, Eily Malyon, Risë Stevens, Adeline De Walt Reynolds, William Frawley, Gibson Gowland, William Smith, Carl Switzer, Franklyn Farnum

Durata: h 2.10
NazionalitàUSA 1944
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 1944

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Trama del film La mia via

New York. Padre O'Malley è appena stato assegnato a una nuova parrocchia. Qui fatica non poco a conquistarsi l'approvazione e l'amicizia del burbero parroco, l'anziano Padre Fitzgibbon. Ci riuscirà dopo che un incendio distrugge la chiesa e il giovane prete, grazie al suo talento musicale, risolleva le sorti economiche della parrocchia.

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Voto Visitatori:   5,67 / 10 (3 voti)5,67Grafico
Miglior filmMiglior regiaMiglior attore protagonista (Bing Crosby)Miglior attore non protagonista (Barry Fitzgerald)Miglior soggettoMigliore sceneggiatura non originaleMiglior canzone (Swinging on a star)
VINCITORE DI 7 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista (Bing Crosby), Miglior attore non protagonista (Barry Fitzgerald), Miglior soggetto, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior canzone (Swinging on a star)
Miglior filmMiglior regista (Leo McCarey)Miglior attore non protagonista (Barry Fitzgerald)
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film, Miglior regista (Leo McCarey), Miglior attore non protagonista (Barry Fitzgerald)
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Voti e commenti su La mia via, 3 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  01/02/2024 12:37:05
   5 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Spesso guardando film vecchi c'è il classico bias da boomer che fa pensare che "un tempo i film erano belli e blablabla", in realtà, penso che i film datati ci sembrano mediamente più belli per il semplice fatto che i più brutti sono già finiti nel dimenticatoio da tempo dato che l'interesse commerciale è calato drasticamente e a noi sono arrivati solo quelli ricordati e venerati dagli appassionati. Ecco "Going my way" magari non è un film totalmente brutto, però potrebbe essere un esempio di film caduto nel dimenticatoio, con merito data la mediocrità artistica, nonostante il grande successo di pubblico avuto all'epoca e l'incetta di Oscar - ciò dimostra che gli Oscar da sempre sono dei premi politici e poco artistici, non solo negli ultimi anni come sostenuto da molti -, della stessa annata infatti si ricordano ben altri film, da "Double indemnity" di Wilder, giustamente direi, data l'influenza che ha avuto sul noir, a quella splendida commedia nera di Capra "Arsenic and old lace" che tra l'altro è tra i miei preferiti del regista italoamericano.

Ma venendo al film, "Going my way" è un'opera figlia del suo periodo storico, una sorta di film riconciliatorio, melenso e dalla forte componente speranzosa che aveva la funzione di riportare una nuova fiducia nelle persone dopo la guerra, guardando il finale in effetti mi è venuto in mente un parallelismo su quel periodo, con il risollevamento dopo il grande incendio che potrebbe essere un riflesso della forza di volontà del popolo americano nell'uscire dalle difficoltà dopo la guerra.
Il soggetto del film narra di questo giovane prete, interpretato da Bing Crosby che viene chiamato per risollevare le sorti economiche della parrocchia di Saint Dominic, gestita dall'ormai anziano, e considerato inefficiente padre Fitzgibbon, tutto questo all'insaputa del sacerdote per non ferirlo emotivamente. Dopo un inizio pieno di contrasti il giovane prete riuscirà a conquistarsi la fiducia sia della popolazione locale che di padre Fitzgibbon, anche grazie alle sue abilità musicali che coinvolgeranno sempre di più i ragazzi e li porteranno sulla buona strada.

Dal taglio fortemente moralista è un film molto ancorato alla tradizione a partire dal soggetto clericale, gioca molto col contrasto tra il prete alla vecchia maniera e il giovane più aperto e progressista - si fa per dire, solo perché suona il piano - risultando però alla lunga un film datato sia nei concetti che nello stile.
La melensità fa da padrona e la si vede in alcune situazione estreme come il rapporto tra l'anziano prete e la madre, che non si vedono da più di quarant'anni e ovviamente ci regaleranno una bella riconciliazione, stesso discorso vale con i ragazzini della parrocchia e la loro "redenzione" da piccoli criminali a cantanti provetti guidati da Crosby una volta entrati nel coro della chiesa.

Dallo stile piatto, con una regia quasi bidimensionale ed un montaggio datato, McCarey non sembra neanche se stesso, quantomeno artisticamente, manca tutta la verve delle sue commedie più brillanti, la comicità è blanda e un po' troppo a portata delle famiglie, manca tutto del suo cinema, dalle dissacranti quanto acute gag di film come "Duck soup" o "Ruggles of red gap" alla nostalgia esistenzialista di "Make a way for tomorrow", alla fine di questo film rimane soltanto la sensazione di aver visto una fiabetta che potrebbe aver consolato milioni di persone ai suoi tempi, ma che oggi risulta abbastanza obsoleta.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  13/11/2015 21:03:23
   5½ / 10
Nei primi anni '40 e nell'immediato dopoguerra l'America aveva bisogno anche del supporto cinematografico, in voga oltre ai documentari propagandistici anche veri e propri sermoni militaristici (eccetto Milestone), successivamente quando ormai si intravide la luce alla fine del tunnel, le grandi major puntarono su un cinema a tema famigliare, un ripasso di buoni sentimenti, un indottrinamento nella fede, un cinema a sfondo sentimentale, romantico, di lì a poco anche musicale (rigorosamente MGM), il cinema di McCarey, democratico e conservatore è una sintesi di quegli anni.

McCarey il meglio lo diede negli anni '30, dietro le quinte al servizio dei fratelli Marx e ancor prima creando la coppia Laurel & Hardy, inventando lo slow burn, un effetto comico a scoppio ritardato, però gli allori arrivarono proprio nell'arco di tempo descritto sopra e per quanto i premi non siano così importanti rimarcarli, 'La mia via' ha proprietà di interesse solo per quello, pressoché dimenticato è una delle più grandi cantonate dell'Academy, un'annata tutto sommato buona con le solite sviste (Arsenico e Vecchi Merletti) ma anche eccellenti candidature (La Fiamma del peccato di Wilder, Vertigine di Preminger) ma che l'edizione non nasca sotto i buoni auspici lo si intuisce dal qui pro quo del caso Fitzgerald, caso più unico che raro, infatti mai più ripetuto, di candidarlo per lo stesso ruolo sia tra gli attori protagonisti che nella categoria dei non protagonisti, in breve 'La mia via' sbanca, si prende quasi tutte le categorie importanti e oserei dire ingiustamente, è un film convenzionale che tratta con il medesimo superficialismo i temi religiosi, meglio nelle parti comiche che in quelle drammatiche, poiché McCarey la fortuna se l'è fatta nella commedia, il film disegna i soliti stereotipi, Crosby prete moderno e aperto ai giovani, Fitzgerald parroco più spigoloso legato alla tradizione, 1 anno più tardi Aldo Fabrizi darà un saggio della figura del prete eludendo i cliché e nobilitandolo col suo carisma.


Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/12/2010 19:36:17
   6½ / 10
Orripilante o meraviglioso? Gran bel dilemma, perchè questo è stato uno dei film più amati nella storia del cinema americano del periodo bellico e io non posso neppure lontanamente immaginare quanto il pubblico di allora desiderasse riconcigliarsi con se e col prossimo con pellicole edificanti come questa.
E' innegabile che il cocktail di lacrime, sorrisi e canzoncine de "La mia via" sia oggi dannatamente datato e che il marasma di buoni sentimenti possa far rischiare ai diabetici (e non solo) la tomba.
Anche la recitazione tutta mossette ha fatto il tempo: molto meglio il burbero Fitzgerald dell'imbolsito Crosby, mentre il cast di contorno è atroce (c'è anche Alfa Alfa di "Little Rascals"!).
Tuttavia non si può essere cattivi di fronte a cotanta bontà d'animo, e il mondo assolutamente pisitivo che McCarey descrive con tanto amore lascia qualche segno anche nel più scafato dei fruitori contemporanei.
Un reperto della caramellosità cinematografica di qualità (il film è comunque molto ben fatto), premiato e lodato per anni e oggi dimenticato.
Inascoltabile il vetusto doppiaggio d'epoca (alla stregua di quello, terrificante, de "L'ombra del dubbio").

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