l'amico di famiglia regia di Paolo Sorrentino Italia 2006
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l'amico di famiglia (2006)

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locandina del film L'AMICO DI FAMIGLIA

Titolo Originale: L'AMICO DI FAMIGLIA

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiGiacomo Rizzo, Laura Chiatti, Fabrizio Bentivoglio, Gigi Angelillo, Emiliano De Marchi

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2006

•  Altri film di Paolo Sorrentino

•  Link al sito di L'AMICO DI FAMIGLIA

Trama del film L'amico di famiglia

Geremia de' Geremei, settantenne, usuraio, bruttissimo, lercio, ricco e tirchio, cinico ed ironico, ha un rapporto morboso, ossessivo, malato con qualsiasi cosa. Con la madre, il padre, i soldi, le donne, insomma con la vita. Per questo, pensa di essere solo. E invece non è solo. Sono tutti come lui. Siamo tutti come lui.

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Voto Visitatori:   7,55 / 10 (119 voti)7,55Grafico
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Voti e commenti su L'amico di famiglia, 119 opinioni inserite

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The Legend  @  08/08/2007 01:57:27
   7½ / 10
Dopo essere rimasto stupefatto dalla visione de Le Conseguenze dell'Amore, mi sono tuffato nell'appassionata ricerca degli altri film di Sorrentino: con L'Amico di Famiglia il regista napoletano fa di nuovo centro, almeno nel mio giudizio personale.

Che gran talento questo Sorrentino, mi piace molto il suo modo di fare cinema: dialoghi efficaci e brillanti, inquadrature mai banali, musica scelta sempre con gran gusto e competenza, caratterizzazione del protagonista eccelsa.

Giacomo Rizzo è un'altra scoperta, al pari di Servillo: è semplicemente perfetto nei panni del laido e cinico usuraio, rende magnificamente il folclore caratteristico dei suoi tic e della camminata eternamente dondolante. La Chiatti è decorosa nell'interpretare il compitino assegnatole, malino Bentivoglio, il personaggio del cowboy stona cosi' come stonava il personaggio di Giannini nelle Conseguenze.

Do 7 e mezzo e non un voto più alto per due motivi: primo perchè se ho messo 8 alle Conseguenze, il suo capolavoro, il pur valido Amico deve rimanere (un pò) più sotto, ma soprattutto per l'inconcludente finale, che arriva bruscamente smorzando la progressione drammatica, proprio nel momento in cui si attende l'epilogo ad effetto.

Qualche passaggio a vuoto non manca, nella parte finale (come l'incomprensibile ingresso del personaggio di Tesauro, appena abbozzato e privo di quell'evoluzione drammaturgica che mi aspettavo), ma nel complesso questo rimane un film più che valido. E' cinema d'autore, insomma.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  13/07/2007 17:31:21
   6½ / 10
Film difficile da commentare perchè se da un lato vanno lodate la grandi capacità visive di sorrentino, dall'altra la storia fa un pò acqua e i personaggi non risultano molto interessanti.
Sorrentino sicuramente conferma il suo talento anche nel dirigere gli attori. Fa un ottimo lavoro con G. Rizzo, purtroppo non riesce nel miracolo con Laura Chiatti (lei è veramente legnosa): di una bellezza imbarazzante così come la sua inettitudine nel recitare.
Il finale è un pò azzardato e poco interessante, ma comunque è un film discreto che merita una visione.

ComfortablyNumb  @  09/07/2007 22:29:07
   8 / 10
Veramente un gran bel film,caricaturale forse troppo (ma quì risiede la sua forza).
Rizzo eccellente e bellissima colonna sonora.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  18/06/2007 15:11:32
   8 / 10
Gran bella pellicola del talentuoso Paolo Sorrentino. Le sorprendenti qualità registiche (mai un'inquadratura convenzionale senza peraltro eccedere nei virtuosismi) ben si accoppiano alla dolceamara sceneggiatura che inventa letteralmente un personaggio memorabile come Geremia de' Geremei, ignobile e spregevole usuraio afflitto da inattese pene d'amore. Sono la densità e l'intelligenza dei dettagli che fanno la differenza rispetto alla media dei film nostrani e non solo; il belpaese visto dal basso, antiche abitudini non ancora soppiantate dai tempi, raccontato attraverso angolazioni inedite ma quantomai efficaci e convincienti. Inutile sottolineare la superba prova (da meridionale doc) di Giacomo Rizzo; menzione anche per la Chiatti che nel ruolo di destabilizzatrice spregiudicata ed ingenua svolge a dovere il compitino. Un lavoro (meritava maggiori elogi e maggiore pubblicità) che sancisce il definitivo ingresso del regista nell'elìte degli autori italiani più dotati.

tavullia86  @  26/05/2007 09:32:51
   7½ / 10
veramente un grande paolo sorrentino anche in questo film, anche se sinceramente ho preferito le conseguenze dell'amore. anche qui sorrentino prende come protagonista un personaggio collegato all'illegalità, e riesce a far emergere quel poco di buono che c'è in lui. bella l'idea delle scene buie in casa con la madre, fantastico il personaggio country. ma la cosa che merita di più in questo film sono i dialoghi quasi surreali, direi tragicomici, e le frasi ad effetto di geremia. comunque il cinema italiano può essere ancora molto valido, e questo film ne è l'esempio

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  20/05/2007 14:40:22
   8 / 10
Un matrimonio in programma e i soldi mancano. Ma c'è qualcuno disposto a prestarteli: Geremia.

"Vienimi a cambiare la padella, puzza". - "Hai scelto la confezione macro o micro?" - "Macro".
Questa è la sua vita. Una casa fatiscente, una madre allettata, niente parenti ed è pure brutto, ripugnante, viscido, ma dalla parlantina fluente ed una certa bassa intelligenza tutta puntata sul soldo, sull'avidità, sull'interesse.
Fa prestiti a strozzinaggio a della povera gente, cammina a passetti, lesina anche quelli. Si nega tutto e nega tutto anche agli altri, nessuna comprensione, scrupolo o cedimento.
"Lui ti segue passo a passo. Si preoccupa per te. E' pronto ad ascoltare i tuoi problemi. Se vuole, se sta di buon umore, chiude anche un occhio sui tuoi ritardi. Insomma, diventa un amico di famiglia". - "E questo è un bene o un male?". - "Tutti e due. Quando hai un amico di famiglia te lo trovi accanto quando serve ma, purtroppo, anche quando non serve". - "Però tu me lo consigli. E' umano?". - "Ohhh, troppo. Irascibile, tirchio, falso, vendicativo, logorroico. Ed è bruttissimo. E non ha un buon odore, suda molto".

Ottimo Giacomo Rizzo, perfettamente calato nella parte. Sa essere ripugnate quanto basta. Non si accorge di chi gli sta intorno, sono solo possibili esseri da sfruttare al momento giusto.
"Senti, Geremia. Devo farti una domanda. Ma secondo te, siamo amici noi?" - "E' un'eventualità alla quale non avevo pensato".
E' una risposta più che sufficiente per un finale cinico quanto il protagonista, che non rispetta la famiglia, la vecchiaia, la disperazione e nemmeno l'amore.
"Il mio ultimo pensiero sarà per voi".

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andreapau  @  04/05/2007 21:07:45
   8 / 10
dove le conseguenze dell'amore finisce,comincia l'amico di famiglia..ma continuano anche le conseguenze dell'amore.una testa fuori dalla sabbia,vulnerabile,pronta per essere punita.l'amico di famiglia non è amico di nessuno,talmente assuefatto alla sua repellenza da non desiderare altro che la solitudine.Geremia cuore d'oro ha il cuore nero,il cuore nero di paris-trout.l'invidia è il suo motore.la ricchezza è un accessorio,una delle sue armi,che si ricarica di se stessa in un gioco senza alcun senso.accumulare per attenuare la deprivazione,l'abbandono,l'indifferenza,il fallimento,la disperazione.l'abitudine a tutto cio' è la scappatoia per non tirarsi un colpo in testa.cio' che è ineluttabile,in fondo è di tutti e allora c'è chi sta male quanto noi.se la felicità non esiste non possiamo soffrire di infelicità.e i barlumi vanno spenti,come un re mida dotato del dono contrario,tutto cio' che geremia tocca,diventa *****.tutta la bellezza deve essere annullata,perchè chi non la ha avuta non puo' continuare a soffrire nel vederla in altri.e allora geremia distrugge la speranza,distrugge la famiglia,distrugge la sacralità del matrimonio,distrugge la dignità del padre e della madre,distrugge la BELLEZZA,il paradiso,si illude di comprarlo per poterlo profanare e ridurlo ad una dimensione minima come minima è la sua esistenza.geremia è un personaggio da Antologia di Spoon River..dormirà sulla collina,assieme a tutti gli altri.lui,il ricco usuraio che vive come un morto di fame,pieno di nevrosi,dalla ricerca delle monetine,al riciclaggiuo dell'acqua,dalla ricerca dei residui di benzina,all'ossesione per i gianduiotti.e non si porterà dietro i suoi amati soldi,il suo scudo per difendersi dal mondo,lui,giudice in terra del bene e del male.lui che ci presta il mondo nel quale viviamo in affitto,quando ci viene a mancare.lui,privo d'amore e di amicizia,sarà tradito proprio dall'amore e dall'amicizia.perchè le conseguenze dell'amore sono sempre dietro l'angolo,pronte a tenderti un agguato se tu,essere schifoso,topo nelle movenze e nell'anima, ti permetti soltanto di pensare che qualcuno puo' amarti.un grandissimo eroe negativo interpretato da un grandissimo attore.fa il paio con peppino l'imbalsamatore di Garrone

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Ultima risposta 18/03/2008 16.04.24
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  29/04/2007 01:42:12
   4 / 10
Scisate,ma mi spiegate cosa ci avete trovato di bello in questo film? Forse non ci arrivo, ma sinceramente l'ho trovato di una lentezza e una noia mortale... Sì posso capire la storia dell'usuraio e tutto il resto, ma è talmente interessante la trama? Boh! a me non è piaciuto per niente e a volte credo che basti il primo commento positivo che gli altri seguono a ruota...

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Ultima risposta 26/04/2008 00.18.59
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Giomineoz87  @  27/04/2007 14:13:45
   8½ / 10
Grandissimo Sorrentino e grandissimo film...credo non esista al mondo personaggio più irritante sporco e lurido di Geremia cuore d'oro,forse gli si avvicina soltanto il Manfredi di Brutti Sporchi e Cattivi di Scola..una magnifica caratterizzazione dei personaggi,a cui Sorrentino ci ha abituato..i suoi sono personaggi particolari ed insoliti,Pisapia,Titta,e adesso Geremia a mio avviso il più significativo ed interessante,alla ricerca di umanità di cui lui è l'unico vero rappresentante anche se in senso negativo. in un mondo squadrato ed asettico
lui è l'unico colore acceso in un paesaggio di grigezza assoluta..

Non confondere mai l'insolito con l'impossibile..

addicted  @  26/04/2007 15:27:20
   8 / 10
Merita un otto perchè Sorrentino conferma le sue qualità.
E' l'unico giovane regista italiano che merita l'appellativo di "autore".
Può non piacere, ma non si può negare che possiede uno sguardo, uno stile e una poetica.
Bravo.

max67  @  23/04/2007 15:09:38
   6 / 10
LE UNICHE COSA POSITIVA DI QUESTO FILM E' LA FANTASTICA CANZONE DI ANTONY AND THE JONSON PER IL RESTO IL RITMO E' TROPPO BASSO E A PARTE IL PROTAGONISTA CHE RECITA BENISSIMO GLI ALTRI SONO MONO ESPRESSIVI COMPRESA LA CHIATTI .

khallistos  @  19/04/2007 23:40:28
   8½ / 10
Film assolutamente da vedere. Lascia un amaro in bocca che fa riflettere.
Sorrentino si conferma uno dei migliori registi emergenti in Italia

vivi79  @  12/04/2007 16:21:13
   5 / 10
non gli do più di 5, nn si merita altro un film noioso e pesante come questo, un ritratto dell'usuraio tipo.....con la solita splendida Laura Chiatti che vivacizzava il grigiume del resto!

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Ultima risposta 06/05/2007 13.56.17
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  10/04/2007 20:19:33
   8 / 10
Eccellente prova di Sorrentino, ricca di personaggi così caricaturali da risultare verosimili e per ciò stesso estremamente affascinanti: Geremia Cuore d'Oro è un capolavoro di caratterizzazione, grazie all'interpretazione sopraffina di Giacomo Rizzo ed ai dialoghi brillanti che è chiamato a sciorinare con affabile cinismo, alcuni dei quali realmente geniali:
"Non confondere mai l'insolito con l'impossibile";
"Geremia, noi siamo amici?" "Devo dire che questa è un'eventualità che non avevo mai considerato".
Tanto bona quanto incapace la Chiatti, ma in fondo va bene così.
Bene, bravo, bis.

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aiemmdv  @  08/04/2007 23:48:37
   7½ / 10
Anche se la trama risulta abbastanza scontata, il racconto grottesco della viscidità della società contemporanea ,dove Geremia non è altro che uno tra tanti, valgono la visione del film ed un buon voto

Invia una mail all'autore del commento NEO78  @  01/04/2007 13:21:00
   8 / 10
Ebbene sì anche il terzo film di Sorrentino è di ottimo livello, un ritratto in stile grottesco del disfacimento della nostra società.

Tutti i personaggi che ruotano intorno alla figura di Geremia finiscono con l'apparire peggiori dal punto di vista morale rispetto a lui un lugubre viscido usuraio.
Lui è l'unico che ha coscienza di sè, l'unico che sa che di essere uno sporco individuo senza scrupoli e non si nasconde dietro a scuse o giustificazioni, gli altri invece cercano di sfuggire alle loro responsabilità,si compatiscono cercano di giustificare le loro stupide azioni), dimenticando che proprio grazie loro che personaggi come Geremia esistono.

Regia come sempre impeccabile sempre vicina ai personaggi le solite morbide carrellate scenografie spoglie per sottolineare il vuoto morale dei personaggi del film. Ottime le musiche.

Sorrentino si riconferma il miglior talento del cinema italiano.

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Ultima risposta 01/04/2007 13.22.04
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phemt  @  21/03/2007 19:03:57
   8 / 10
Considero Sorrentino il regista emergente italiano più interessante attualmente in circolazione… In questo suo terzo film prova a raccontare una storia molto particolare, incentrata tra l’altro su un personaggio “spinoso” come può esserlo un usuraio… E’ vero, lo fa con qualche luogo comune e con qualche frase ad effetto di troppo, così come è vero che c’è qualche dialogo o situazione un po’ troppo banale, ma lo fa anche con uno stile registico notevole e lo fa infarcendo il film di spunti profondissimi e di scene di un intensità rara…. Inserisce tra l’altro nel film alcune scene al limite del grottesco alternate ad altre molto poetiche e, benché rimanga l’impressione che alcune scene siano di troppo, che non colgano perfettamente nel segno o che Sorrentino sembri quasi voler mettere troppa carne sul fuoco , il risultato finale è davvero di alto livello…
Alcuni personaggi sono caratterizzati quasi in maniera macchiettistica (per esempio i clienti dell’usuraio) ma è chiaramente una cosa voluta dallo stesso Sorrentino che va a così a fare una riflessione sulla nostra società attuale (non per nulla malgrado il film sia ambientato a Latina si alternano diversi dialetti), altri sono caratterizzati in maniera forse un po’ troppo esagerata ma sono comunque tutti interpretati perfettamente dall’ottimo cast (naturalmente su tutti brilla un impressionante Rizzo)… Ma L’Amico di Famiglia non è solo la notevole regia di Sorrentino, il cast o la splendida fotografia di Bigazzi… E’ qualcosa di più…
L’amico di famiglia è la storia di un uomo solo e disperato, è la storia di un mostro che come ogni essere umano desidera solo avere l’affetto della persona amata, avere qualcuno vicino, a costo anche di riscattarsi e redimersi se servisse a qualcosa… Geremia è un uomo che porta avanti uno stile di vita dettato dalla sua visione filosofica, non viene mai meno alle sue regole, è questo il trucco; non ha amici, è questo il trucco; non esagera mai con i prestiti, è questo il trucco; si autoconvince di essere un Cuore D’Oro, è questo il trucco; entra nelle famiglie dei suo clienti come se fosse un vero amico di famiglia, è questo il trucco; il suo ultimo pensiero sarà sempre per voi, è questo il trucco! Ma basta poco per abbandonare tutto in nome di quel desiderio più forte, in nome di quello che ad un tratto a cinquantan’anni, con una madre bloccata a letto a vedere documentari, un mal di testa cronico e un aspetto ripugnante dentro e fuori, ti fa credere di aver trovato finalmente l’amore, il vero amore… Quell’amore che desideri da tutta una vita o forse anche da di più… Geremia è si un mostro, ma è anche una vittima, e probabilmente è molto più simile a noi di quanto possa sembrare a prima vista… Il film non è nient’altro che la parabola di questo uomo, portato prima all’annullamento, per avere poi l’occasione di “resettarsi” e ripartire da zero… Un’opera profonda e particolarmente intensa, davvero da vedere!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/03/2007 14:16:40
   8 / 10
Sorrentino si conferma uno dei migliori registi italiani sfornando un lavoro decisamente riuscito.
L’autore partenopeo cambia decisamente registro passando dal minimalismo de “Le conseguenze dell’amore” alla ricchezza visiva e di argomenti de “L’amico di famiglia”.
L’intento dell’autore è quello di descrivere il disfacimento della societa’ contemporanea e lo fa utilizzando come simboli metaforici un orrendo usuraio,brutto,lercio,avido sino all’inverosimile ed i suoi “clienti”, altrettanto brutti(dentro),infimi e corrotti,disposti a cadere nelle grinfie del “mostro” solo per dare alla figlia un matrimonio decente,per ottenere dei soldi da giocarsi al bingo o piu’ semplicemente per non farsi mancare nulla in casa come la giovane coppia che incontriamo all’inizio del film.
La prova di Giacomo Rizzo nei panni dell’untuoso protagonista è a dir poco straordinaria e riesce ad appannare anche quelle degli altri personaggi,anche se per onor del vero Bentivoglio è altrettanto convincente,mentre decisamente acerba appare Laura Chiatti ,davvero incantevole, ma scarsina dal punto di vista interpretativo.
Molto buoni i dialoghi che denotano il grande lavoro di Sorrentino che non lascia nulla al caso,la pellicola è pregna di battute taglienti e filosofeggianti che non risultano pero’ mai forzate o posticce.
“L’amico di famiglia” non è interessante solo da un punto di vista contenutistico,ma è molto riuscito anche per quanto riguarda la parte tecnica, con una regia ricercata ed azzeccatissima che si affida ad inquadrature mai banali,una fotografia di grande livello e la perfetta scelta delle locations che risultano perfette per rendere l’atmosfera angosciante e a tratti grottesco/onirica.

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  06/01/2007 19:02:08
   8 / 10
Ha perfettamente ragione il regista, anche scrittore e sceneggiatore, nel definire il film una commedia, certo una commedia che ha molto a che fare con il grottesco e che adopera un'argomento come l'usura per farlo. Il personaggio principale rientra nei canoni del disgusto e platealmente ce lo mette di fronte sia fisicamente che in materia di ambientazione, ma quello che fa riflettere è che certi mostri esistono al di là delle apparenze, insomma è una società arrivata ad un livello mostruoso e quindi l'abito non fa il monaco, ancora di più. Chi è innocente in questo film? A parte il personaggio principale, la ragazza, lo vediamo ampiamente, non lo è e non lo è mai stata, il padre la segue a ruota specialmente nella confessione finale, quello che si professa amico sarà la rivelazione della vita del protagonista e così via. Sorrentino ha la sua nota che si ripete e che in fondo è la donna a cambiare le posizioni sulla scacchiera e qui lo dimostra in maniera forse più estrema. Dicono che il regista ha rimontato il film facendolo anche snellire dalla presentazione a Cannes, per come il film l'ho visto mi sembra un opera riuscita e ben costruita; da evitare i commnenti sciocchi di certi spettatori e personale di sala: Un film così non torni a verderlo-ma che spazzatura mi hai portato avedere...ect, è un film da vedere e gustare in una certa maniera, le immagini deleterie servono, anche con il disturbo fisico che ne deriva, a farci riflettere sulla nostra vita e non solo a sognarla per come non lo è. Il film mi fatto pensare, visto il personaggio principale, al film di Garrone L'imbalsamatore, ma li era un'ossesione con basi simili, ma diverse. Ottima fotografia di Bigazzi che è riuscito a capire in pieno l'argomento e l'impostazione

wilkinson10  @  02/01/2007 13:00:09
   7½ / 10
purtroppo il limite de l'amico di famiglia, scritto da sorrentino, sceneggiatore prima che regista, sta proprio nella sceneggiatura: l'evoluzione della trama è un pò insabbiata, come le suore, il climax finale risolto freneticamente e con una forzatura enorme. eppure il film rimane più che ottimo, sia per la straordinaria recitazione di rizzo (mentre la chiatti è buona solo a fare la bona, nelle scene drammatiche stenta), straordinario anche il suo personaggio, a cui sorrentino mette in bocca battute memorabili. interessante ma un pò troppo motorizzata la regia mentre la fotografia di luca bigazzi è strepitosa. certamente da vedere

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  15/12/2006 20:13:54
   8 / 10
L'amico di famiglia è un film espressionista, che carica in eccesso i caratteri, pone situazioni realistiche di fronte a un uomo fuori dalla realtà, in un contesto surreale ben definito dalle architetture fasciste dell'Agro Pontino. Magnifiche le inquadrature prospettiche sugli archi a Sabaudia, con Geremia/G.Rizzo che li attraversa. Geremia è un personaggio d'altri tempi, fuori luogo e tanto più disadattato e inquietante. Il suo stile di vita è sempre scandito da una precisa visione filosofica dell'esistenza, che pare giustificarne le azioni più abbiette. Inizialmente si stenta a credere che questo personaggio, come quello (altrettanto surreale) di Bentivoglio, improbabile cowboy pontino in fuga verso mondi sognati, possa essere anche lontanamente realistico. Almeno finché non si comprendono le esigenze di Sorrentino. L'apparizione dei militi romani sotto il Colosseo rende chiaro, definitivamente, il piglio grottesco e surreale che sottende al film. Paradossalmente, all'apice del grottesco nella messa in scena, Geremia viene ricondotto drammaticamente alla realtà e il suo mondo s'infrange di colpo.
Straordinaria prova di Giacomo Rizzo, ripescato dopo decenni di oblio a dar vita a un personaggio ingombrante. Mitica anche la 127 aragosta.

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Ultima risposta 22/12/2006 15.41.49
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Mavors84  @  09/12/2006 10:11:41
   8 / 10
non vi si chiede di paragonare a tutti i costi le conseguenze dell'amore con il film nella sala... come non vi si chiede di paragonare al momento un qualsiasi altro film con questo!

il film è ben fatto e sicuramente meglio di tante altre pellicole che girano ora... un applauso a sorrentino, (che ho avuto la fortuna di incontare a napoli alla feltrinelli! C'è solo da perfezionare "tanto" la regia)

Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/12/2006 18:56:29
   9 / 10
"Il mondo vi è stato dato solo in prestito.
Io vi presto il mondo quando ogni tanto lo perdete."

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Ultima risposta 09/09/2007 16.49.27
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/11/2006 22:30:08
   6 / 10
Non sono del tutto convinto che questo film riuscirà a risolvere il "dilemma" sul cinema italiano, dopo una prova ottima ma forse un po' "di nicchia" come "le conseguenze dell'amore".
A conforto della massa, il disgusto che ho provato per il personaggio è tale che mi ha fatto perdere l'appetito: davvero, il Geremia di Rizzo è un essere ripugnante e Sorrentino riesce nella non facile impresa di indurmi a respirare persino (metaforicamente per fortuna) il suo sudore, o l'aria chiusa malsana e maleodorante degli interni (credo che entrerà nei miei incubi quella putrida bacinella...). Beh e allora?

Allora ho la sensazione che il tentativo di raccontare un paese moralmente allo sbando funzioni soprattutto come deterrente alle nostre illusioni di spettatori e cittadini comuni: usciamo dal cinema con la sollecita sensazione di essere "dei sopravvissuti".

La fotografia superba di Luca Bigazzi restituisce al miraggio metafisico una concretezza che vige sullo squallore urbano del rigore post-moderno (come del resto post-moderna è la colonna sonora: Antony, i Notwist, L. Garnier, lcd soundsystem)

Un "gioco" implosivo che Sorrentino, uno dei piu' dotati registi italiani in circolazione, sorregge abilmente (soprattutto nella prima parte) ma che finisce per girare su se stesso, in un'esercizio stilistico un po' compiaciuto ed estetizzante, spesso fine a se stesso.

Mi chiedo se quei 6 min. rimossi in fase di montaggio rispetto alla versione di Cannes non fossero infatti qualcosa di piu'...

C'è, vero, una reale intromissione nella parabola amorale di questo "santo mostro", ma le sfumature che portano la realtà a non privarsi della coscienza (l'illusione di un "amore vero" per es.) cedono alla pressante richiesta dell'autore di forzare la negatività del personaggio.

Piu' che al bel film di Garrone, "L'imbalsamatore", il film ha qualche punto di contatto con certi personaggi del cinema americano, come il Dustin Hoffman di "un uomo da marciapiede", tuttavia è una sorta di effetto mancato, privando così l'uomo, nella sua bruttezza fisica e (fors'anche) interiore la sconvolgente dimensione del melodramma, della "creatura" che suscita squallore o pietà, come un moderno Rigoletto

Nè necessariamente aiuta scoprire in questo territorio di anime sfruttate un'universo variegato dove il dolore e la dignità perduta sopravvivono soltanto attraverso il contatto con la richiesta di denaro, nè l'invadenza populista e/o chic di Geremia, quando afferma "io vi presto il mondo quando lo perdete", o il suo fatidico "il mio pensiero sarà per voi".

Nelle frequenti cadute verso la dimensione grottesca, evidentemente care a un'esperto "simbolista" come Ferreri, Sorrentino perde la cognizione della realtà, già ampiamente vanificata da un'enfasi romanzesca assai sopra le righe.

Troppi orpelli, troppi simboli, e soprattutto troppe immagini incompiute che fingono di essere "alternative" o sperimentali, ma sono soprattutto (come nel finale) didascaliche.

A questo punto mi si chiede un voto e preferirei astenermi, ma sono costretto ad operare una ehm scelta.

Comincio a dubitare che il cinema italiano abbia la necessità di tanto accademismo per potere una volta ancora andarne fieri.

Sorrentino si riconferma uno dei talenti piu' visionari del nostro cinema, e infatti prima o poi è lecito attendersi da lui un capolavoro.

L'importante è convincerlo alle tentazioni di superarsi, o forse solo a non espiare la condanna dei suoi personaggi: ho l'impressione che con questo film egli abbia odiato - meccanicamente, ogni volta di piu' - Geremia fino a costringerlo a espiare la condanna (unica) dell'esistenza

norah  @  28/11/2006 20:12:23
   8½ / 10
Probabilmente sono l'unica che non ha amato "Le conseguenze dell'amore",ma stavolta sono uscita dal cinema pienamente soddisfatta.
"Geremia De Geremei(mai nome fu più azzeccato)é vostro amico e vi vuole bene,il suo ultimo pensiero sarà sempre per voi."
Sorrentino ci regala un ritratto grottesco di un uomo lugubre,laido e ributtante:l'unico sentimento che riesce a suscitare nel prossimo é il disgusto,ma con l'apparizione di Rosalba tutto sembra capovolgersi:l'orco usuraio per un attimo crede di aver trovato il paradiso,qualcuno gli sta vendendo un'illusione, proprio come lui stesso ha fatto innumerevoli volte,però il paradiso ha un prezzo e lui lo sa bene...E finalmente respira,ritrova la giovinezza(laddove tutto é possibile...)ed é così che inizia ad apparire perfino più umano dinnanzi ai nostri occhi.
Realizziamo allora che forse non é poi così distante da noi...
Bravo Sorrentino,davvero bravo.

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Ultima risposta 30/11/2006 17.22.58
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serenella  @  24/11/2006 16:16:36
   10 / 10
un film poetico ed unico, con una regia ed un uso della macchina da presa impeccabile ed originale. gli attori, in particolare Rizzo, davvero bravi.
10 senz''appello!!

very  @  23/11/2006 20:05:14
   7½ / 10
Bravo Sorrentino! Ce l'ha fatta anche questa volta, e considerando che parliamo di cinema italiano non è poco. Tra i registi giovani è fra i pochi in grado di fare 3 film di seguito senza cadute. Certo -le conseguenze dell'amore- era più algido e molto meno italiano e in ciò aveva la sua forza, oltre che nello splendido Servillo. L'amico di famiglia ha comunque una sua perfezione data dalle ossessioni: i soldi, i documentari, le pallavoliste, il country; dagli attori bravi (unico dubbio: perchè scegliere Bentivoglio?) e dalle architetture fasciste. Bello.

Invia una mail all'autore del commento logical  @  23/11/2006 01:59:46
   7 / 10
Certo, "Le conseguenze dell'amore" aveva una sua perfezione; un silenzio ostile, una passione per i soldi contanti, per il corpo delle donne, per la musica che c'è e non c'è o c'è per dare fastidio, una trama astratta e fittizia che serve solo ad appoggiare personaggi ad uno sfondo; tutto questo c'è anche qui, ma la libertà è maggiore e la farsa gelida questa volta rischia il grottesco della commedia dell'Arte. Però c'è desiderio, bavoso, unto, fetente ma sentito; c'è il fetish per le calze di cotone delle pallavoliste e per i loro gesti perfetti e i tuffi languidi, c'è il mondo di Discovery Channel nella tv al plasma in puncto mortis, i crocifissi a raggiera, le coreografie di Pappi Corsicato per Miss Latina. E' un film anacronisticamente italiano, compreso e incatenato a una cultura che si estingue tra l'avidità di avere per togliere ad altri e la consapevolezza che tutto sia assolutamente inutile. 'Tocco il paradiso" "No, tocchi la giovinezza" e il buio di chi pensa "è vero" sembra illuminare a giorno il cinema.

suzuki71  @  22/11/2006 13:26:54
   7 / 10
Retto da una indiscutibile prova dell'attore Giacomo Rizzo, il film racconta in modo efficace il mondo di un mezz'uomo, regredito al rapporto simbiotico con la madre, dalla quale non è in grado di separarsi in modo vincente. E' molto interessante il rapporto geremia-madre-ossessione, sull'impossibilità di affrancamento e sulle origine del carattere malato del protagonista che, come già detto, è la prima vera vittima del suo sistema asfissiante di non-vivere.
Ciò detto, non mi pare però che il film regga la purezza stilistica del precedente "Le conseguenze dell'amore": la fotografia non entusiasma, e alcune scene sono un po' ridicole (i due manager che si guardano in faccia prima del piacevole bagno in vasca da bagno, ad esempio...). Ho avuto la sensazione di quasi dilettantismo su alcuni azzardi, di velleità stilistiche: le musiche stupende di Antony sono fuori tema e troppo importanti, alcune immagini non hanno abbastanza potere evocativo (le due canne da pesca verso il cielo). Sorpreso da Bentivoglio, che in genere non mi piace, ritengo più che decente la recitazione di Laura Chiatti.
Insomma concordo: buon film non banale, ma un po' zoppicante e imperfetto, come l'andatura di Geremia, se paragonato ad altri esempi anche recenti.

shiatsuka  @  22/11/2006 13:23:36
   6 / 10
Mi spiace ma Sorrentino questa volta non mi ha convinto. Le conseguenze dell'amore mi era piaciuto tantissimo, qui andiamo molto indietro, nonostante l'eccezionale bravura di Rizzo e Bentivoglio. La storia è abbastanza fiacca e poco convincente. Peccato, aspettiamo nuove opere di questo promettente regista.

bussisotto  @  20/11/2006 09:13:45
   7 / 10
L'opera numero 3 di Paolo Sorrentino è un'indagine analitica di una figura sporca, crudele, cinica e patetica: Geremia,un usuraio che vive una vita al limite dell'indecenza.
Il film permette a Giacomo Rizzo di fornire un'interpretazione da dieci e lode, tra continui slanci di rabbia ed ironia. Le emozioni provate nei confronti di questo personaggio sono contradditorie. Il film provoca nei confronti degli spettatori nervosismo, inquietudine, pena.
Una bella prova registica per una storia interessante, che nel finale (poco incisivo e banale) perde parte del suo fascino.
Certo, rispetto a "Le conseguenze dell'amore" c'è minore compattezza, ma alcune sequenze sono da incorniciare.
Fabrizio Bentivoglio in un ruolo inusuale. La bella Laura Chiatti, così tanto esaltata, mi sembra abbia bisogno ancora di studiare un pò (il suo stesso personaggio, inizialmente suggestivo, perde gradualmente fascino nel corso della pellicola).

viagem  @  18/11/2006 14:53:46
   8 / 10
Sorrentino è davvero un talento e con questa sua terza opera prima ce ne regala l'ennesima dimostrazione. Come non entusiasmarsi di fronte all'abilità con cui caratterizza i personaggi attorno ai quali costruisce le proprie storie, per esempio. Geremia de Geremei, usuraio, uomo brutto, dentro e fuori, che vive in una città anonima e brutta pure lei (le spettrali simmetrie dell'architettura fascista di Aprilia nell'agro pontino,scelta azzeccatissima!), circondato da persone pure esse deprecabili nel loro comportamento, bisognose di denaro ma per esigenze non certo fondamentali (chirurgia estetica, matrimoni più o meno sfarzosi...). Una storia assolutamente non scontata, ma che in fondo è tutt'altro che lontana dal vissuto del nostro paese, in piena degenerazione morale. E il titolo centra davvero la caratteristica di Geremia, egli ti si presenta proprio come l'amico di famiglia, quello che conosce chi può aiutarti, quello che ha il consiglio giusto, quello che non ha studiato ma che più di tutti vede dentro le persone, ne conosce le debolezze e le sfrutta (la scena della mano nella tasca della ragazza: capolavoro!). E quante verità gli fa dire Sorrentino, tipiche quasi della saggezza napoletana, e a questo proposito l'interpretazione di Giacomo Rizzo si rivela perfetta, da commedia dell'arte!
Non parliamo poi della fotografia e della scelta delle inquadrature: già solo la sigla iniziale è da storia del cinema con le sue inquadrature surreali (le pallavoliste in slow motion con la colonna sonora di Anthony and the Johnson!!!); riprendono scene diverse che poi troveranno la loro logica nello svilupparsi del film.
Ci sono sì delle lacune piuttosto evidenti nell'opera, e per questo stupiscono: personaggi non sviluppati, addirittura intere parti della storia non portate avanti ('sto mondo country dell'agro pontino..mah?). Probabilmente con altri registi ciò avrebbe nociuto significativamente al mio giudizio sul film, invece in questo caso no, sono uscito dal cinema comunque soddisfatto, perchè lo spessore di quest'opera è tale di fronte alla media che scorrazza per le sale, che un passo indietro rispetto alle Conseguenze dell'amore è comunque un passo avanti rispetto agli altri.

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Ultima risposta 24/11/2006 15.33.49
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george  @  16/11/2006 13:04:29
   7½ / 10
Una favola vista dagli occhi dell'orco, in una provincia italiana abitata da strani personaggi, disposti a vendre la propria anima per un flash di felicità.
La storia di un pusher di gioia, che si reputa mero strumento di una società che non può fare a meno di lui. Ma che di lui si vergogna - la bruttezza interiore che si manifesta in quella esteriore - prendendendolo in considerazione al massimo come un distaccato "amico di famiglia".
La fotografia bellissima coglie l'architettura del fascio nelle sue simmetrie e geometrie rendendo l'idea di un posto senza tempo, fuori dalla storia, ma in cui chi ci vive ha le nostre stesse debolezze e ci somiglia più di quanto si possa pensare.
La lentezza è esasperante e bisogna partire preparati per il viaggio, se lo si è si gode dei paesaggi e delle musiche che ci accompagnano, se non lo si è, si rischia di odiarlo. E sarebbe un peccato.

Non per tutti

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ziotom77  @  15/11/2006 12:07:11
   8 / 10
Un altro gran bel film che il cinema italiano ci propone in questo periodo, mi domando solo perchè dobbiamo aspettare anche anni per goderci film come questi...
Registicamente ben fatto, lo vedo più maturo rispetto ai suoi film precedenti, la fotografia è ottima, e alcuni frame del film somigliano vagamente ai film di lynch... e sempre alcune scene del film, vista l'ambientazione sembrano veramente un quadro di De Chirico...
Fantastica interpretazione di Giacomo Rizzo, grande attore teatrale che in questo film veste i panni di un sudicio usuraio che a trattti è patetico a tratti poetico, infatti pur facendo un lavoro non pregievole vuole essere appunto "l'amico di famiglia" delle persone che chiedono il suo aiuto!!!
buona anche l'interpretazione di Bentivoglio, che si finge amico di Geremia e alla fine gli combina quello scherzetto, e infine la bella di turno Laura Chiatti, per essere bella è bella e non ha recitato male, forse a volte era monoespressiva ma ha retto bene la parte...
Buona anche la colonna sonora... che dire quindi... gran bel film!!!
W il cinema italiano

polbot  @  14/11/2006 13:51:04
   7 / 10
Son d'accordo, questo film è un passo indietro rispetto al precedente, molto più...organico...Qui alcune fatti e personaggi son buttati là...si ha l'impressione che possano esserci notevoli evoluzioni e invece... il finale è un po 'misero. Ma difronte a certa monnezza che gira, non ci si può non togliere il cappello dinanzi a questo geniale e talentuoso giovane regista, coraggioso e temerario. La figura di geremia come l'interpretazione di Rizzo è memorabile. Un appunto...s'era parlato tanto del tema del country trattato in questo film... beh, poco e male. Ottimo Bentivoglio, ma malsfruttato! Paolo, ora aspettiamo il prossimo, non farci aspettare!

Invia una mail all'autore del commento fragen  @  13/11/2006 23:26:06
   8 / 10
Il terzo lungometraggio dell'impeccabile regista Paolo Sorrentino approda nelle sale affrontando il tema dell'usura insieme all'attaccamento per le cose che c'è in ognuno di noi e riallacciandosi al filone conduttore dei tre film del regista: la solitudine.

Ancora una volta Sorrentino riesce a narrare la storia del film in maniera cruda e ironica al tempo stesso...una storia che disegna perfettamente il livello di mediocrità che un uomo può raggiungere, in un contesto non molto distante da tanti stereotipi che purtroppo esistono davvero in questa nostra italietta sempre più variegata e piena di divari. Una mediocrità che mette il denaro e le cose in genere al centro di tutto, dove perfino l'amore diventa un'oggetto di scambio e dove l'egoismo cinico degli esseri umani non ha nessun limite. Il lavoro di Paolo Sorrentino si concentra anche sul tema della felicità, una felicità sempre meno presente tra le "grandi cose" e sempre più facilmente raggiungibile sulle piccole cose, in cui il materialismo non ti permette di accontentarti di quello che hai. Geremia de' Geremei è forse il più viscido stereotipo tra gli usurai, quello che raccoglie sempre di più e non spende mai, un usuraio magistralmente interpretato da Giacomo Rizzo.

Dal materialismo del denaro si passa velocemente al materialismo dei sentimenti, un materialismo eccessivo che rende Geremia un uomo odiato da tutti quelli che lo circondano, dove anche il più astuto essere umano riesce a farsi fregare dalla gente a lui più vicina, proprio per lo stesso motivo: l'attaccamento alle cose. E' proprio vero, nel nostro piccolo, siamo tutti "strozzini".

L'ottima interpretazione degli attori e l'impeccabile fotografia rendono "L'amico di famiglia" un bel film mai banale e per niente superficiale, che riesce a trasmettere un messaggio forte e reale: tutti rubano, e tutti sono infelici.

Francesco Genovese

Gruppo COLLABORATORI paul  @  13/11/2006 22:39:54
   6 / 10
Mi trovo d'accordo con il commento di Ciccio. Sorrenino fa un notevole passo indietro rispetto alle due precedenti sue opere. Troppi personaggi non delineatissimi fanno alla fine pensare: dove voleva parare questo film? L'antieroe Giacomo Rizzo è viscido e bravino mentre Laura Chiatti è l'ennesima conferma di come non esistano più attrici italiane capaci di recitare. Un film che si può vedere ma che non coinvolgerà.

badovino  @  12/11/2006 14:34:23
   8½ / 10
Tra il drammatico, l'ironico e il grottesco. Paolo Sorrentino costruisce un film molto strano, molto lento e molto particolare. Il protagonista, interpretato dal grandissimo Rizzo, è un individuo ignobile, solo in apparenza degno di pietà...in realtà nel suo animo si nasconde la pece. E' un usuraio. Si chiama Geremia. Dietro i suoi gesti quasi da bambino capriccioso, si comincia piano piano a svelare la bruttezza, la lordura di un diavolo senza scrupoli. La madre che lo disprezza e gli rammenta che nessuno sulla Terra è felice...nessuno...il confronto continuo col padre (anch'egli usuraio), una società cieca e assurda che vive intorno a lui. Geremia ha un socio, Fabrizio Bentivoglio, che ha la fissa per il "country" e partecipa alle malefatte dell'usuraio facendogli da informatore, fin quando apre gli occhi e capisce che è ora di cambiar vita, ha il coraggio di ribellarsi alla faccia malefica del mondo e tradisce Geremia mettendolo nei guai. Leggendo il titolo del film ci si potrebbe chiedere come mai Sorrentino abbia scelto questo...L'amico di famiglia. L'arcano è svelato quando un signore, per consentire le nozze della figlia, chiede aiuto proprio a Geremia. Alla ragazza che all'inizio non capisce chi sia questo insulso figuro, viene presentato come "un amico di famiglia". Ben presto la vita della bella ragazza si trasfromerà in un incubo. Infatti pur di non far cadere in disgrazia i genitori ben sapendo che non possono restituire una somma come quella prestatagli, si concede all'usuraio facendosi quasi violentare prima di sposarsi. Geremia la pagherà molto cara. Un senso di angoscia pervade tutta la pellicola. Ogni personaggio presenta un risvolto negativo, una debolezza e su tutti Geremia stesso con i suoi tic, con le sue paure, con la sua cattiveria. Non si ferma davanti a niente, non conosce limiti, si sporca le mani con la m.erda e si lecca le dita. Il regista concerta abbastanza bene, lasciando però in ombra figure come quella del marito della ragazza. La fotografia e il montaggio sono comunque affascinanti. Lunghe carrellate che accompagnano l'anima nera di "Geremia cuor d'oro" usuraio maledetto ma uomo...debole come tutti noi...e proprio per questo non giustificabile!

Ciccio  @  11/11/2006 00:51:17
   6 / 10
Sorrentino hai fatto un notevole passo indietro rispetto ai tuoi rispettivi 2 capolavori! Rizzo e Bentivoglio ce la mettono tutta e la Chiatti è una gnoccolona da paura! Il finale è prevedibile. Rimangono soltanto le bellissime inquadrature e l'incantevole fotografia. Spremi le meningi Paoletto!

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