l'amico di famiglia regia di Paolo Sorrentino Italia 2006
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l'amico di famiglia (2006)

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locandina del film L'AMICO DI FAMIGLIA

Titolo Originale: L'AMICO DI FAMIGLIA

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiGiacomo Rizzo, Laura Chiatti, Fabrizio Bentivoglio, Gigi Angelillo, Emiliano De Marchi

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2006

•  Altri film di Paolo Sorrentino

•  Link al sito di L'AMICO DI FAMIGLIA

Trama del film L'amico di famiglia

Geremia de' Geremei, settantenne, usuraio, bruttissimo, lercio, ricco e tirchio, cinico ed ironico, ha un rapporto morboso, ossessivo, malato con qualsiasi cosa. Con la madre, il padre, i soldi, le donne, insomma con la vita. Per questo, pensa di essere solo. E invece non è solo. Sono tutti come lui. Siamo tutti come lui.

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Voto Visitatori:   7,55 / 10 (119 voti)7,55Grafico
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Voti e commenti su L'amico di famiglia, 119 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Scuderia2  @  06/10/2015 20:34:55
   7½ / 10
Il viaggio verso Roma prevedeva un passaggio nell'Agro Pontino.
L'amico di famiglia è la crisalide che si farà farfalla ne La grande bellezza.
Lo schema narrativo è analogo con riprese virtuose e dialoghi perimetrici a narrare le vicende di un uomo e della sua corte.
La regia illuminata di Sorrentino al servizio di una fotografia che non perdona:lo squallore impera.
Geremia è il villain che la Marvel ha sempre sognato.
Un reietto che pontifica con la sua mitra tempestata di patate, protagonista dell'essere disumano che contraddistingue anche i soggetti che lo circondano.
Giacomo Rizzo è monumentale nel suo personaggio diroccato,spalleggiato da un Bentivoglio coi sonagli vibranti.
Laura Chiatti fa una fatica bastarda a essere più brava che bella e il tempo forse ha dato più ragione alla Lodovini.
Quando l'unghia lunga del mignolo di Geremia si insinua raccapricciante,si intuisce che non ci sono proprio spiragli di luce.
Forse dalle fessure di una persiana.

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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  28/05/2015 15:53:30
   7½ / 10
Esercizio di stile bellissimo, importante per l'ambientazione sordida più che per il personaggio, un essere estremo, ma non mondano, anche se come tutti i caratteri sorrentiani, in contatto col mondo intero e al contempo separato da esso, dalla vera vita la quale, célinianamente, sta al di là. I veri sentimenti ti calano in un universo che sembra contraddire se stesso, in quanto sembra, svevianamente, separarti dalla possibilità di amare, e viceversa. Sorrentino si dimostra già abilissimo (e basta con sta bravura nella mdp) nel riutilizzare, rubare, temi vecchi della letteratura alta del Novecento e inserirli in un contesto nuovo, che oscilla tra il personale della sua esistenza di osservatore mondano irrotto nel nostro cinema al fine di cambiarlo e "creargli problemi", e un sincero approccio al contemporaneo, romanzesco, qui fiabesco (ricordiamoci che anni dopo Tornatore copierà a man bassa con "La migliore offerta"), ma in maniera incredibile e assurda; nuovo. Sorrentino ha il merito di fare solo quello per cui il cinema è nato, narrare cose della vita con le cose della letteratura, mostrarle con un'estetica pomposa, ma intima. Creare più paradigmi di se stesso, ma rimanendo in maniera imbarazzante e odiosa, se stesso. Come Geremia.

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Ultima risposta 29/05/2015 13.33.36
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Goldust  @  19/01/2015 11:43:23
   5 / 10
Passi la lentezza, che con Sorrentino è una tassa da pagare, e passi anche il suo modo un pò naif di autocompiacersi anteponendo spesso la sua tecnica registica all'emozione autentica, io questo "Amico di famiglia " l'ho trovato proprio inconcludente. Da una parte persiste l'idea, costante nel suo cinema, di rappresentare senza sconti dei personaggi brutti sporchi e cattivi che vivacchiano ai bordi di una società che non è tanto migliore di loro; dall'altra c'è un filo del racconto che si perde per strada, inerpicandosi in passaggi onirici fuori contesto e perdendo progressivamente credibilità dopo un pur promettente inizio.


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E' la ricerca del lercio e del disgustoso che non paga: perchè dovremmo appassionarci alle gesta di questo rifiuto della società? E perchè il regista prima lo coccola, poi lo imputa ed infine lo redime?
Sul fronte degli interpreti Rizzo comanda la scena in lungo ed in largo con un fare lacchè che ha molti debiti con Totò, Bentivoglio è imprigionato in un personaggio sbiadito e cade spesso nel ridicolo involontario, la Chiatti è bellissima e tutto sommato in parte.

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Ultima risposta 19/01/2015 17.01.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  14/03/2011 18:52:25
   8½ / 10
"In fondo il coraggio è l’unica possibilità che abbiamo di cambiare le nostre vite, quando non ci piacciono più. I rimpianti invece ci fanno morire tristi e soli."

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Ultima risposta 25/03/2011 15.21.05
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  18/03/2008 15:59:18
   8 / 10
Littoria (oggi Latina) fu la prima delle città di fondazione volute dal regime fascista per sottolineare la maschia potenza italica nel colonizzare e bonificare terreni prima invasi dalle acque. La sua iconica architettura, dalle facciate pure e svettanti, voleva evocare una romanità imperiale che il fascismo voleva non solo emulare, ma addirittura superare.
Dietro le facciate (che durante le trionfali parate del duce venivano addirittura moltiplicate con scenografie di cartapesta) si nascondeva però la miseria di piccole stanzette che ben presto caddero in degrado, cristallizzate nell'immobilismo e condannate all'inevitabile damnatio memoriae che toccò al regime come all'antica e ben più gloriosa civiltà romana.
Non è un caso che "L'amico di famiglia" sia girato a Latina: perfezione estetica e miseria umana si contrappongono nel tratteggiare con mano meravigliosa gli animi dei protagonisti, persi nelle loro solitudini, nelle necessità più che terrene cui non possono far fronte, nella banalità quotidiana e nella dipendenza da colui che, nella sua miserevole esistenza, diviene il proprietario delle loro vite.
Geremia de' Geremei non si cura nemmeno della propria facciata, brutto e deforme com'è (e ulteriormente imbruttito in certe inquadrature che sono capolavori di espressionismo): innamorato della bellezza, vive abbrutito nell'ombra di una figura paterna che non potrà mai emulare e nel potere che gli è conferito dal ricatto monetario.
Sorrentino ancora una volta stupisce per la bravura con cui riesce, attraverso le immagini e i dialoghi essenziali, a farci entrare sotto la pelle il disgusto per un personaggio pieno di umana piccolezza, disgustoso e rivoltante dall'inizio alla fine, in ogni gesto e in ogni espressione.
Capolavoro di regia, "L'amico di famiglia" forse trova il suo maggior difetto nell'essere troppo sbilanciato verso la forma; ma è un difetto veniale e, ossimoricamente*, la caratteristica che rende il film così affascinante.
Come sempre la colonna sonora accompagna la vicenda in modo perfetto, trovando il suo picco nella voce struggente di Anthony.
Immancabile.

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Ultima risposta 20/03/2008 18.45.41
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Delfina  @  14/03/2008 11:40:08
   8 / 10
Buona prova di Sorrentino, molto bella la fotografia e originale l'ambientazione – una Latina dall'atmosfera dechirichiana, ma innestata però, decenni dopo, con l'imbarbarimento televisivo dei costumi – vedi le provocanti apparizioni di belle ragazze semi svestite, che portano a passeggio la rappresentazione "velinara" del corpo femminile.

Ottima la sceneggiatura, a volte ha una qualità letteraria, anzi, addirittura poetica.
Bravissimo il protagonista Giacomo Rizzo. Peccato che le parti minori (specie la "bomba" Laura Chiatti) siano mediocri e abbiano un sapore da serial tv – ma, in ogni caso, Sorrentino ci lascia con il dubbio che questa sia una scelta voluta, quasi a suggerire una realtà ormai irrimediabilmente imbastardita dall'invasività televisiva.
O forse, è difficile trovare giovani attrici italiane belle e/brave...

Nel complesso, un film d'autore, originale e da vedere senz'altro.

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Ultima risposta 21/03/2008 09.12.53
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  02/10/2007 10:52:48
   8 / 10
Sorrentino continua a confermare il suo incredibile (per l'attuale panorama italiano) talento visionario; le sue inquadrature oblique, così come i campi lunghi che riescono a mettere a confronto le realtà contrastanti di un paese (l'architettura verticale con la figura contorta di Geremia) sono ormai la sua firma vincente.
Il protagonista di questa storia, l'ottimo Giacomo Rizzo (che ricordo solo nel Decameron), interpreta uno squallido, nauseante usuraio, anzi uno sporco e ricattatore "amico di famiglia". Questo personaggio occupa la scena dall'inizio alla fine del film e credo sia impossibile non esserne disgustati, sia dalla sua figura sia dal suo mestiere sia dal suo rapporto con la madre.
Sorrentino sembra non sbagliare nulla in questo film in cui la parte onirica e quella simbolica hanno grande rilievo, una cosa da rimproverargli però c'è: Laura Chiatti, non esisteva una bella ragazza che avesse almeno due espressioni visto che lei possiede solo quella imbrociata?

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Ultima risposta 16/02/2008 01.12.11
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  14/09/2007 16:01:38
   6½ / 10
secondo film di sorrentino che vedo, e ancora una volta rimango tanto estasiato dalla sua perizia nella messinscena quanto proporzionalmente perplesso dal fatto che questo regista abbia ben poco da raccontare.
insomma, certo le immagini sono evocative, poetiche, ma quante sono del tutto fini a sé stesse? e poi io tutta 'sta profondità mica l'ho assorbita, a meno che parlare per luoghi comuni ("il brutto della democrazie è che vengono eletti cani e porci") sia diventato d'un tratto indizio di profonde riflessioni esistenziali.
mi mantengo su suesto voto solo per la media e per "12%, sorella cara", che vale la sufficienza da solo.

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Ultima risposta 15/09/2007 10.09.28
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InSaNITy  @  14/09/2007 12:31:28
   8½ / 10
Dopo il bellissimo "Le conseguenze dell'amore", avevo paura di rimanere delusa da questo terzo lavoro di Sorrentino..e invece le mie disattese sono state largamente smentite :)
Bellissimo film anche questo, che riprende il tema del precendente, cioè, come l'amore può sconvolgere la vita di un uomo, trasportandolo però in un contesto completamente diverso. Giacomo Rizzo è bravissimo, non mi ha fatto rimpiangere Toni Servillo.
Non capisco chi trova questo film noioso; l'ho visto due volte in pochi giorni e il tempo è volato. Credo che sia merito dei dialoghi, che io trovo ancora più brillanti che ne Le conseguenze dell'amore (infatti alla seconda visione mi sono armata di penna e taccuino, da cultrice delle citazioni quale sono :D)
Per il resto, gli elementi "sorrentiniani" ci sono tutti: bravi attori (tranne la Chiatti, ahimè), inquadrature ricercatissime, ottima caratterizzazione del personaggio principale, colonna sonora azzeccatissima e zero banalità.
Grazie Paolo :)

E ora, non poteva mancare una bella citazione:

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Ultima risposta 14/09/2007 12.44.30
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  01/09/2007 13:18:30
   8 / 10
C'è qualcosa che non va, in italia; pare che abbiamo un regista serio, uno davvero capace. Uno in grado di risultare interessante anche ad un non-italiano.
Confermo quello ch eho già scritto per gli altri 2 film di sorrentino. Forse questo non colpisce quando le conseguenze dell'amore, ma non gli è così distante.
E mi spiace solo per la chiatti, che davvero non sa bene cosa fare e tira fuori la faccia imbronciata come in quella fiction su rai 2, come si chiama.
La chiatti ce la vedrei bene in altri posti, ad esempio sul mio uccello.

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Ultima risposta 29/09/2010 13.29.54
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andreapau  @  04/05/2007 21:07:45
   8 / 10
dove le conseguenze dell'amore finisce,comincia l'amico di famiglia..ma continuano anche le conseguenze dell'amore.una testa fuori dalla sabbia,vulnerabile,pronta per essere punita.l'amico di famiglia non è amico di nessuno,talmente assuefatto alla sua repellenza da non desiderare altro che la solitudine.Geremia cuore d'oro ha il cuore nero,il cuore nero di paris-trout.l'invidia è il suo motore.la ricchezza è un accessorio,una delle sue armi,che si ricarica di se stessa in un gioco senza alcun senso.accumulare per attenuare la deprivazione,l'abbandono,l'indifferenza,il fallimento,la disperazione.l'abitudine a tutto cio' è la scappatoia per non tirarsi un colpo in testa.cio' che è ineluttabile,in fondo è di tutti e allora c'è chi sta male quanto noi.se la felicità non esiste non possiamo soffrire di infelicità.e i barlumi vanno spenti,come un re mida dotato del dono contrario,tutto cio' che geremia tocca,diventa *****.tutta la bellezza deve essere annullata,perchè chi non la ha avuta non puo' continuare a soffrire nel vederla in altri.e allora geremia distrugge la speranza,distrugge la famiglia,distrugge la sacralità del matrimonio,distrugge la dignità del padre e della madre,distrugge la BELLEZZA,il paradiso,si illude di comprarlo per poterlo profanare e ridurlo ad una dimensione minima come minima è la sua esistenza.geremia è un personaggio da Antologia di Spoon River..dormirà sulla collina,assieme a tutti gli altri.lui,il ricco usuraio che vive come un morto di fame,pieno di nevrosi,dalla ricerca delle monetine,al riciclaggiuo dell'acqua,dalla ricerca dei residui di benzina,all'ossesione per i gianduiotti.e non si porterà dietro i suoi amati soldi,il suo scudo per difendersi dal mondo,lui,giudice in terra del bene e del male.lui che ci presta il mondo nel quale viviamo in affitto,quando ci viene a mancare.lui,privo d'amore e di amicizia,sarà tradito proprio dall'amore e dall'amicizia.perchè le conseguenze dell'amore sono sempre dietro l'angolo,pronte a tenderti un agguato se tu,essere schifoso,topo nelle movenze e nell'anima, ti permetti soltanto di pensare che qualcuno puo' amarti.un grandissimo eroe negativo interpretato da un grandissimo attore.fa il paio con peppino l'imbalsamatore di Garrone

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Ultima risposta 18/03/2008 16.04.24
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  29/04/2007 01:42:12
   4 / 10
Scisate,ma mi spiegate cosa ci avete trovato di bello in questo film? Forse non ci arrivo, ma sinceramente l'ho trovato di una lentezza e una noia mortale... Sì posso capire la storia dell'usuraio e tutto il resto, ma è talmente interessante la trama? Boh! a me non è piaciuto per niente e a volte credo che basti il primo commento positivo che gli altri seguono a ruota...

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Ultima risposta 26/04/2008 00.18.59
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vivi79  @  12/04/2007 16:21:13
   5 / 10
non gli do più di 5, nn si merita altro un film noioso e pesante come questo, un ritratto dell'usuraio tipo.....con la solita splendida Laura Chiatti che vivacizzava il grigiume del resto!

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Ultima risposta 06/05/2007 13.56.17
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Invia una mail all'autore del commento NEO78  @  01/04/2007 13:21:00
   8 / 10
Ebbene sì anche il terzo film di Sorrentino è di ottimo livello, un ritratto in stile grottesco del disfacimento della nostra società.

Tutti i personaggi che ruotano intorno alla figura di Geremia finiscono con l'apparire peggiori dal punto di vista morale rispetto a lui un lugubre viscido usuraio.
Lui è l'unico che ha coscienza di sè, l'unico che sa che di essere uno sporco individuo senza scrupoli e non si nasconde dietro a scuse o giustificazioni, gli altri invece cercano di sfuggire alle loro responsabilità,si compatiscono cercano di giustificare le loro stupide azioni), dimenticando che proprio grazie loro che personaggi come Geremia esistono.

Regia come sempre impeccabile sempre vicina ai personaggi le solite morbide carrellate scenografie spoglie per sottolineare il vuoto morale dei personaggi del film. Ottime le musiche.

Sorrentino si riconferma il miglior talento del cinema italiano.

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Ultima risposta 01/04/2007 13.22.04
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  15/12/2006 20:13:54
   8 / 10
L'amico di famiglia è un film espressionista, che carica in eccesso i caratteri, pone situazioni realistiche di fronte a un uomo fuori dalla realtà, in un contesto surreale ben definito dalle architetture fasciste dell'Agro Pontino. Magnifiche le inquadrature prospettiche sugli archi a Sabaudia, con Geremia/G.Rizzo che li attraversa. Geremia è un personaggio d'altri tempi, fuori luogo e tanto più disadattato e inquietante. Il suo stile di vita è sempre scandito da una precisa visione filosofica dell'esistenza, che pare giustificarne le azioni più abbiette. Inizialmente si stenta a credere che questo personaggio, come quello (altrettanto surreale) di Bentivoglio, improbabile cowboy pontino in fuga verso mondi sognati, possa essere anche lontanamente realistico. Almeno finché non si comprendono le esigenze di Sorrentino. L'apparizione dei militi romani sotto il Colosseo rende chiaro, definitivamente, il piglio grottesco e surreale che sottende al film. Paradossalmente, all'apice del grottesco nella messa in scena, Geremia viene ricondotto drammaticamente alla realtà e il suo mondo s'infrange di colpo.
Straordinaria prova di Giacomo Rizzo, ripescato dopo decenni di oblio a dar vita a un personaggio ingombrante. Mitica anche la 127 aragosta.

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Ultima risposta 22/12/2006 15.41.49
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/12/2006 18:56:29
   9 / 10
"Il mondo vi è stato dato solo in prestito.
Io vi presto il mondo quando ogni tanto lo perdete."

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Ultima risposta 09/09/2007 16.49.27
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norah  @  28/11/2006 20:12:23
   8½ / 10
Probabilmente sono l'unica che non ha amato "Le conseguenze dell'amore",ma stavolta sono uscita dal cinema pienamente soddisfatta.
"Geremia De Geremei(mai nome fu più azzeccato)é vostro amico e vi vuole bene,il suo ultimo pensiero sarà sempre per voi."
Sorrentino ci regala un ritratto grottesco di un uomo lugubre,laido e ributtante:l'unico sentimento che riesce a suscitare nel prossimo é il disgusto,ma con l'apparizione di Rosalba tutto sembra capovolgersi:l'orco usuraio per un attimo crede di aver trovato il paradiso,qualcuno gli sta vendendo un'illusione, proprio come lui stesso ha fatto innumerevoli volte,però il paradiso ha un prezzo e lui lo sa bene...E finalmente respira,ritrova la giovinezza(laddove tutto é possibile...)ed é così che inizia ad apparire perfino più umano dinnanzi ai nostri occhi.
Realizziamo allora che forse non é poi così distante da noi...
Bravo Sorrentino,davvero bravo.

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Ultima risposta 30/11/2006 17.22.58
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viagem  @  18/11/2006 14:53:46
   8 / 10
Sorrentino è davvero un talento e con questa sua terza opera prima ce ne regala l'ennesima dimostrazione. Come non entusiasmarsi di fronte all'abilità con cui caratterizza i personaggi attorno ai quali costruisce le proprie storie, per esempio. Geremia de Geremei, usuraio, uomo brutto, dentro e fuori, che vive in una città anonima e brutta pure lei (le spettrali simmetrie dell'architettura fascista di Aprilia nell'agro pontino,scelta azzeccatissima!), circondato da persone pure esse deprecabili nel loro comportamento, bisognose di denaro ma per esigenze non certo fondamentali (chirurgia estetica, matrimoni più o meno sfarzosi...). Una storia assolutamente non scontata, ma che in fondo è tutt'altro che lontana dal vissuto del nostro paese, in piena degenerazione morale. E il titolo centra davvero la caratteristica di Geremia, egli ti si presenta proprio come l'amico di famiglia, quello che conosce chi può aiutarti, quello che ha il consiglio giusto, quello che non ha studiato ma che più di tutti vede dentro le persone, ne conosce le debolezze e le sfrutta (la scena della mano nella tasca della ragazza: capolavoro!). E quante verità gli fa dire Sorrentino, tipiche quasi della saggezza napoletana, e a questo proposito l'interpretazione di Giacomo Rizzo si rivela perfetta, da commedia dell'arte!
Non parliamo poi della fotografia e della scelta delle inquadrature: già solo la sigla iniziale è da storia del cinema con le sue inquadrature surreali (le pallavoliste in slow motion con la colonna sonora di Anthony and the Johnson!!!); riprendono scene diverse che poi troveranno la loro logica nello svilupparsi del film.
Ci sono sì delle lacune piuttosto evidenti nell'opera, e per questo stupiscono: personaggi non sviluppati, addirittura intere parti della storia non portate avanti ('sto mondo country dell'agro pontino..mah?). Probabilmente con altri registi ciò avrebbe nociuto significativamente al mio giudizio sul film, invece in questo caso no, sono uscito dal cinema comunque soddisfatto, perchè lo spessore di quest'opera è tale di fronte alla media che scorrazza per le sale, che un passo indietro rispetto alle Conseguenze dell'amore è comunque un passo avanti rispetto agli altri.

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Ultima risposta 24/11/2006 15.33.49
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george  @  16/11/2006 13:04:29
   7½ / 10
Una favola vista dagli occhi dell'orco, in una provincia italiana abitata da strani personaggi, disposti a vendre la propria anima per un flash di felicità.
La storia di un pusher di gioia, che si reputa mero strumento di una società che non può fare a meno di lui. Ma che di lui si vergogna - la bruttezza interiore che si manifesta in quella esteriore - prendendendolo in considerazione al massimo come un distaccato "amico di famiglia".
La fotografia bellissima coglie l'architettura del fascio nelle sue simmetrie e geometrie rendendo l'idea di un posto senza tempo, fuori dalla storia, ma in cui chi ci vive ha le nostre stesse debolezze e ci somiglia più di quanto si possa pensare.
La lentezza è esasperante e bisogna partire preparati per il viaggio, se lo si è si gode dei paesaggi e delle musiche che ci accompagnano, se non lo si è, si rischia di odiarlo. E sarebbe un peccato.

Non per tutti

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Ultima risposta 21/11/2006 17.07.01
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