Un'insegnante di pianoforte al Conservatorio di Vienna, Eirka Kohut, sopravvive al rapporto di odio-amore con l'anziana madre grazie alla doppia vita che conduce. Di giorno è una donna fredda e irreprensibile, di notte frequenta cinema porno e peep-show. Quando Walter, un suo allievo ventenne, si innamora di lei Erika pensa di poter dare finalmente sfogo alla sua passione repressa, ma la nevrosi non perdona.
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Assolutamente devastante, un pugno allo stomaco... mai vista una cosa del genere. Haneke è riuscito nella difficilissima impresa di portare sullo schermo una storia così cruda e disturbante, conducendo lo spettatore in un viaggio nella spirale inquietante dell'insanità mentale e della perversione umana. Alcune delle scene di questo film mi sono rimaste impresse nella mente, poche volte mi è capitato... giusto con i capolavori. Non ci sono parole per descrivere l'interpretazione di Isabelle Huppert, perfetta nel mettersi nei panni di un personaggio tanto disturbato quanto sofferente... i tanti lunghi primi piani che il regista le riserva ne focalizzano appieno la capacità di rappresentare gli stati d'animo di Erika. Sapiente ed impeccabile l'utilizzo della musica classica e di lunghi silenzi nei momenti cruciali del film.
Di certo "La pianista" non è un film per tutti ma per il sottoscritto si tratta di un vero capolavoro, paga forse il prezzo di essere troppo diretto e poco digeribile per chi si aspetta invece un film più ordinario.