la preda nuda (1966)

L'inizio della preda umana potrebbe sembrare una sorta di contrappasso nei confronti di un colonialismo che depreda le ricchezze dell'Africa, includendo anche la piaga dello schiavismo, ma il film di Wilde colloca questi temi ai margini di una cornice dove al centro c'è l'uomo e la natura circostante. La natura stessa è descritta nella sua ambivalenza fra bellezza e ostilità. I paesaggi sono stupendi e meravigliosi, ma sono pieni di pericoli e all'interno dell'eterno gioco mortale tra cacciatore e preda, l'uomo deve innanzitutto sopravvivere ad un ambiente ben più pericoloso, adattandosi in maniera darwiniana al contesto che lo ospita, una volta spogliato da ogni orpello fornito da una società civilizzata. Un tema che ricorrerà ancora in un diverso contesto nel successivo 2000: la fine dell'uomo.
Se consideriamo l'epoca di distribuzione il film di Wilde non è avaro di scene violente, anzi la violenza è una costante di questa pellicola dove tuttavia c'è spazio anche per la solidarietà umana. Una violenza più suggerita che esplicita, ma che in alcuni momenti si rivela abbastanza ardita per i tempi.