la primavera della mia vita (2023)

1° problema: "metafisica sicula". Battiato? Irricevibile (sic) la danza sufi quale Rimedio, idem la new age ambientalista dei Semeniti col loro albero cosmico (no, purtroppo non scherzano). Allora incomparabilmente meglio "Kaos" dei Taviani ('84). 2° problema: tributo a Landis? No, il road movie è, come già nei loro videoclip, un espediente per assemblare idee disorganiche ("Le varie tappe sono in realtà il principale appiglio narrativo d'un film che per il resto procede per suggestioni": Raffaele Meale). E poi, se non hai il Belushi morto 33enne d'overdose, meglio lasciar perder'in partenza. 3° problema: dopo "Viol@" (Maiorca '98), Stefania Rocca ha smesso di spogliarsi e non ne colgo più il significato com'attrice.

Uno strano road movie siciliano alla ricerca di un'amicizia perduta. Diciamolo subito, il soggetto alla base del racconto non è così inedito ( qualcuno ha detto "Chiedimi se sono felice"? ) e la regia è, ad essere generosi, inesistente. Ma anche se la storia inanella una serie di scenette, slegate le une dalle altre, più o meno riuscite, si percepisce forte la vena irriverente dei due artisti, uomini senza tempo costantemente fuori posto che cercano con il sorriso ( anche amaro ) ed un'innata capacità di sdrammatizzare di sbarcare il lunario, senza la necessità opprimente di dover per forza di cose raggiungere qualche particolare obiettivo. Com'era lecito attendersi, la pellicola è impregnata di musica: da sottolineare la sequenza comicamente grottesca del reading di poesie nel locale ritrovo dei fan di Jim Morrison. Per quanto riguarda la recitazione, Colapesce è un disastro ma Dimartino, con il suo look da santone elegante e la faccia sempre espressiva, riesce quasi sempre ad essere credibile anche come attore. A conti fatti il film è un pò campato per aria e non ha una vera forza narrativa, anche se la visione la può valere, almeno per conoscere meglio l'ironia dei due cantanti protagonisti.

Inguardabile per via dei due interpreti, quasi inguardabile per via della regia, assai mediocre il soggetto, sufficiente la colonna sonora. La media è una mediocrità assoluta.