l'arco regia di Kim ki-duk Corea del Sud 2005
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l'arco (2005)

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locandina del film L'ARCO

Titolo Originale: HWAL

RegiaKim ki-duk

InterpretiHan Yeo-Reum, Jeon Sung-Hwan, Seo Ji-Seok, Jeon Gook-Hwan

Durata: h 1.30
NazionalitàCorea del Sud 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

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Trama del film L'arco

Un uomo porta a vivere con sé una bambina di sei anni, sola al mondo. I due trascorrono la loro esistenza a bordo di un peschereccio in mare aperto. Gli unici ospiti sono gli appassionati di pesca a cui l'uomo, di tanto in tanto, affitta l'imbarcazione per qualche giorno. Nel tempo, l'uomo, innamorato della bambina, decide che la sposerà il giorno del suo diciassettesimo compleanno....

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Voto Visitatori:   7,53 / 10 (49 voti)7,53Grafico
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Voti e commenti su L'arco, 49 opinioni inserite

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Mizoguchi  @  17/10/2007 10:07:32
   5½ / 10
Ecco che kim ki duk entra in crisi...
Forse l'abitudine di fare (anche più di) un film all'anno andrebbe ridimensionata.
Il film è tedioso e ripetitivo, con un banalissimo rimando alla tradizione buddista.
Kim Ki Duk veramente fa un passo falso (peccato invece che molti critici, che l'hanno scoperto solo con ferro 3, continuino ad apprezzarlo indistintamente, addirittura paragonando questo film ai precedenti, dimostrando grande incompetenza).
Il film si salva per la recitazione, qui ancora forte e prevalentemente muta, una buona colonna sonora e fotografia che alterna i toni metalicci dell'oceano e dell'imbarcazione con il colore del folklore, una piacevole citazione dell'isola e una freccia fallica che, anche se trash, è molto irreverente ed inaspettata...

Beefheart  @  29/12/2006 21:54:39
   5 / 10
Per i primi 3/4 l'ho trovato abbastanza noioso e ripetitivo. Niente a che vedere con altri film ben più riusciti del regista.
Il finale, inatteso e sorprendente, contribuisce, al più, a mettere un po di "crane al fuoco" ma non impreziosisce il prodotto finale.
L'unica location è quanto mai povera e circoscritta, la fotografia essenziale e l'interpretazione meno azzeccata del solito (soprattutto pre quanto riguarda la protagonista piuttosto inespressiva).
Grande risalto alle musiche, che però, a mio avviso, non bastano a salvare un film modesto.

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  14/03/2006 12:43:43
   5½ / 10
Premessa inutile (per sgravarmi la coscienza?):
- ho visto tre volte Ferro3: la terza volta ero da sola ed era quasi notte. Eppure mi sono commossa di nuovo;
- Primavera, estate ecc ecc mi ha incantata;
- La Samaritana mi è piaciuto molto, ho ammorbato tutti con spiegazioni di simbolismi e dissertazioni sul finale (anche chi non aveva visto il film e del cinema orientale non sa una mazza)...

... e quindi mi piange il cuore a dover esternare la mia delusione per L'arco. Come gli altri lavori di Kim ki-duk è costruito in modo raffinato, tutto girato in un set angusto come può essere una barca; la fotografia è molto bella, le musiche sono dolcissime, la protagonista è deliziosa... ma il meccanismo, a mio avviso, si è inceppato: il gioco dei silenzi tra la ragazza e il vecchio mentre i comprimari parlano senza comunicare è ripetitivo e risulta addirittura fastidioso. La ricerca ossessiva della poesia non ha prodotto, stavolta, altro che noia.
Il finale pieno di simbolismi è troppo caricato... e per una volta, nonostante la relativa brevità della pellicola, mi è sembrato che il film non terminasse più.
Non ce la faccio a dare la sufficienza... peccato.

Finestra  @  19/11/2005 01:14:09
   5 / 10
Carino tutto sommato forse avrei dovuto dare un voto sufficente ma la fine non l'ho capito tanto...

alesfaer  @  14/11/2005 12:40:15
   2 / 10
nn sprekerò molte parole x qst ulteriore ****** , ovviamente sopravvalutata , di kim ki duk. vedendo il film di getto snz informarmi pensavo fosse addirittura 1 film d'azione. invece si è rivelato 1 mattone concentrato. noiosissimo, pallosissimo, cn musikette irritanti e 1 assenza di filo logico. dove sta il capolavoro? nn vedrò mai piu 1 film di qst regista. ke vergogna, giudizio ingiustissimo il vostro.

7 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2010 12.11.22
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JoJo  @  11/11/2005 23:32:05
   5 / 10
Quando s'esagera s'esagera: Kim Ki Duk, questa volta, ha decisamente esagerato. Dopo il sopravvalutato Ferro3, il manifesto dell'inutilità della parola nella comunicazione, ecco L'Arco: il manifesto dell'inutilità della parola nell'incomunicabilità. Il linguaggio è sempre quello fortemente simbolico tanto caro al regista, il ritmo è sempre lentissimo, ma il silenzio, nuovamente riproposto come vero grande protagonista del film, è questa volta infranto da una (pessima) colonna sonora dominata da un arco monocorde assolutamente irritante. Questo suono così invadente e penetrante distrugge quella che avrebbe voluto diventare una nuova magia del silenzio, letteralmente la devasta rendendo inutile qualunque tecnicismo o colpo di stile che comunque Ki Duk da nuovamente mostra di saper realizzare. La scelta degli attori, poi, questa volta ha lasciato parecchio a desiderare: buona parte di essi, andando ovviamente oltre lo stile interpretativo orientale molto diverso dai canoni occidentali, risultano particolarmente inespressivi, ed anche questo, per un regista che arma sì il simbolo ma anche lo sguardo d'una forza tutta particolare, è un peccato mortale.
Formalmente quest'opera rimane di buona fattura, ma, ironia della sorte, questa rilettura del silenzio come incomunicabilità risulta essere veramente un film che non comunica niente allo spettatore (sic!), né a livello emotivo, come era riuscito a fare nella sua opera precedente, né a livello intellettuale, come invece in Primavera Estate Autunno Inverno... e ancora Primavera.
Bisogna comunque fare attenzione: accusare di ripetitività questo regista è un errore in cui si potrebbe incorrere, ma forse non molti hanno capito che quella che Ki Duk usa nel suo film è la narrativa a lui più cara e che forse gli riesce meglio (La Samaritana, paradossalmente, forse proprio per il suo cercar di spiegarsi è il film più criptico del regista coreano), non un tocco d'originalità fine a sé stesso; la pervicacia con cui questi rimane fuori dagli schemi tradizionali è in realtà la semplice applicazione d'uno schema differente. Non si tratta d'un ripetersi o meno, quindi, ma d'un diverso sentire che Ki Duk riesce più o meno bene ad esplicare. In questo caso, non c'è proprio riuscito... o forse c'è riuscito sin troppo bene.

19 risposte al commento
Ultima risposta 18/11/2005 10.02.35
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