la regola del gioco regia di Jean Renoir Francia 1939
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la regola del gioco (1939)

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locandina del film LA REGOLA DEL GIOCO

Titolo Originale: LA RÈGLE DU JEU

RegiaJean Renoir

InterpretiMarcel Dalio, Nora Grégor, Roland Toutain, Jean Renoir, Gaston Modot

Durata: h 1.53
NazionalitàFrancia 1939
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1939

•  Altri film di Jean Renoir

Trama del film La regola del gioco

Un ricco marchese lascia l'amante per riconquistare la moglie, a cui molti uomini fanno la corte. Alla giostra di amori dei padroni fanno da contraltare quelli della servitù. Tutto girato nella tenuta di campagna del marchese, dove un gruppo di nobili si riunisce per il rito della caccia alla lepre.

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Voto Visitatori:   8,70 / 10 (20 voti)8,70Grafico
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Voti e commenti su La regola del gioco, 20 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/10/2019 12:23:21
   10 / 10
E qui signore e signori il grande Jean Renoir ci insegna come si dirige una commedia/drammatica perfetta.
Impossibile trovare difetti in questa distruzione sociale del significato di "borghese" dove gli altarini e i continui tradimenti fanno vedere tutta la leggerezza di questi ambienti e la loro ipocrisia. Basta vedere il comportamento della nobile Christine pronta a fuggire con chiunque.
Oltre a questo il regista aggiunge ottima tecnica con piani sequenza che ci portano da una parte all'altra del salone dove ne succedono di tutti i colori.
Sembrerebbe una comune farsa ma il finale ancora una volta stravolge tutto con un discorso finale da scrivere nella storia del cinema.
Capolavoro!

william sczrbia  @  09/02/2015 23:07:18
   8½ / 10
DarkRareMirko  @  06/03/2014 01:17:47
   9½ / 10
Innovativa e modernizzante pietra miliare della storia del cinema, uscita pure due anni prima di Citizen kane.

Tutto perfetto, da dialoghi (gigioni, sofisticati e, a detta dello stesso regista, schietti), interpretazioni, regia, montaggio e pure l'atmosfera è a metà strada tra il semigrottesco ed il malinconico.

Quasi non ci si crede che sia stato realizzato più di 70 anni fa e che, almeno all'inizio, fu un disastro totale ai botteghini; al pari di Bunuel e Fellini, mai nessun altro ha saputo rappresentare così bene le ambiguità e le logiche ferree (non a caso il titolo fa riferimento alle incorreggibili regole sentimentali dei rapporti tra classe sociali) che stanno alla base dell'ipocrisia e della cattiveria borghese.

Finale ingiusto e pessimista (e che certi ritengono anticipatore della guerra; e che roba quando uno dei personaggi dice che il nobile "ha dato un nuovo significato alla parola incidente"), brutte e pungenti le scene degli ammazzamenti degli animali (e non a caso molte fonti attestano loro svariate simbologie, sia alla già citata guerra, sia al finale dello stesso film SPOILER).

Non è che circoli troppo in tv e anche in dvd l'ho solo visto in biblioteca; comunque un gran film.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

vieste84  @  09/02/2014 12:20:02
   8½ / 10
Prima parte del film è lentissima, poi dal momento della recita in poi tocca vertici altissimi. Tra i capolavori di Renoir e concordo con chi dice che sia superiore a Quarto Potere. Se non era per la prima parte gli avrei dato 10

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  19/11/2013 17:50:03
   6 / 10
Non mi ha entusiasmato. Come trama, personalmente, non mi ha detto nulla.
Dicono che questo film ha messo alcune basi per la Nouvelle Vague. Sarà.
Forse non ho colto alcuni aspetti.
Comunque il 6 non glielo nego perché ci sono riprese e carrellate favolose, molto all'avanguardia, soprattutto quelle della caccia e dello spettacolo teatrale. Ma una seconda visione non mi sento di dargliela.

nicolipaolo  @  23/10/2013 11:32:52
   7 / 10
Sinceramente, da cinefilo neofita, vi dico che è apprezzabile per le riprese innovative e certamente per il nuovo stile drammaturgico e anche per la sapiente visione che ci offre della classe sociale aristocratica "fatiscente", tuttavia risulta piuttosto noioso, specialmente per chi non è avvezzo al film d'autore datato.
Ad una parte iniziale decisamente lenta ma curiosa fa da contraltare un finale movimentato, pieno di colpi di scena, forse troppi, in cui succede di tutto. Alla fine c'è la sensazione che il regista abbia voluto forzare la mano eccessivamente, cercando dei colpi ad effetto che potessero stupire, cadendo però, per contro, nella banalità e nella ipocrisia.

cicatesta  @  05/02/2013 20:47:58
   8 / 10
Bellissimo film, non dimostra per niente i suoi quasi 75 anni di età.
Il vero primo esempio di cinema moderno, è interessante e avvincente, e riesce a tratti anche a strappare una risata.
Si potrebbe poi dire deiìgli innovativi movimenti di macchina, dei grandangoli per la profondità di campo ecc. ma chissenefrega.
Chi decide di guardarlo, scopre un GRAN bel film.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  08/01/2013 11:01:15
   9 / 10
Seminale capolavoro di maestria registica e narrativa, in anticipo sui tempi per come cambia registro e tono, e film chiave per l'evoluzione del cinema francese (ed europeo). La mezz'ora introduttiva, più che invecchiata decisamente distante anni luce dal ritmo serrato del cinema contemporaneo, è un duro fardello per la pazienza dello spettatore meno attento. Ma il crescendo, sia di ritmo che d'implacabile e amara disamina di un mondo che sta scomparendo (l'aristocrazia e alta borghesia pre-bellica) è magistrale.

Renoir usa la profondità di campo e lunghi piani sequenza sia per affrontare e superare la teatralità della trama e dei luoghi (unità di tempo, azione e luogo in tutta la seconda parte), sia in funzione critica. Con una profondissima conoscenza sia della tecnica di ripresa che delle sue implicazioni psicologiche e metaforiche: non a caso il film sarà rivalutato e amato dagli autori della Nouvelle Vague. Espedienti registici ora dati per scontati, ma qui codificati e, giustamente, da manuale.

Il risultato è un potentissimo ed implacabile ritratto di una società alla deriva, dove la lotta di classe è diventata compartecipazione di colpe morali e pulsioni amorose. In un mondo "dove tutti hanno le loro ragioni" (come dice Octave, magnificamente interpretato dallo stesso Renoir), non ci si limita ad una critica "di sinistra" sulle regole del gioco (dell'alta società, ma in fin dei conti della vita stessa): Renoir non salva nessuno, padroni o servi. E a pagare sono solo gli intrusi, gli invitati alla battuta di caccia (lo snodo narrativo chiave) per non incrinare lo status quo.

Un film non facile, fondamentale per chi ha (o vuole iniziare ad avere) una conoscenza dell'evoluzione della storia del cinema; folgorante per la ricchezza di temi proposti (che richiede una conoscenza non superficiale del clima dell'epoca), profondamente politico senza essere predicatorio.

Il cinema d'autore europeo al suo meglio per come non conosce, e non pratica, i sentieri melodrammatici di Hollywood, che inganna con una storia all'apparenza allegra, intrisa di vitalità, falsità e pessimismo tutt'altro che accademico. Da cineteca!

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/12/2011 21:22:34
   7 / 10
Sinceramente?non mi è piaciuto molto, ma devo ammettere che questo film è un vero capolavoro!

In effetti anche all'epoca ebbe scarso successo al botteghino e grande riconoscimento da parte dei critici che negli anni a seguire lo definirono uno dei migliori film moderni mai fatti.
Mi è parso un pò noioso forse per la trama troppo classica e semplice, ma osservando l'immensa proporzione di arte che conteneva questo film sono stata presa da un sentimento di riguardo nei suoi confronti. Il film è come se avesse una magia che tiene incollato allo schermo.
Sarà per le grandi interpretazioni, il realismo poetico, la perfetta immagine della borghesia del tempo che ci viene raccontata sotto le luci della verità, l'uso dei molteplici campi lunghi nelle riprese in movimento, la dimensione teatrale che domina gli eventi, la colonna sonora classica.

Una scena che colpisce più di tutte le altre è sicuramente quella della caccia: si può osservare come i borghesi si divertano ad uccidere gli animali per puro divertimento. Come tutti i nobili del passato godono nell'uccidere un povero piccolo essere inferiore e indifeso per brutalità d'animo, invece di migliorare li seguono continuando a dar vita a questo comportamento ignobile, vile, stupido,..e sono scene come questa che suscitarono grande ribrezzo nel pubblico, un ribrezzo che non partiva da una presa di coscienza ma solo dall'idea che ciò andava contro le idee morali di allora!

Goldust  @  04/11/2011 11:41:10
   8 / 10
Utilizzando toni fintamente leggeri Renoir mette alla berlina il decadimento di una Società e l'ipocrisia che la governa in un film molto più grave di quanto possa sembrare. Colpisce per l'ambientazione e per le soluzione registiche adottate, innovative per i tempi, nonchè per il finale amarissimo. Da vedere.

dave89  @  17/07/2011 15:47:07
   8 / 10
ottimo film...ma non un capolavoro assoluto.

Mothbat  @  21/11/2010 21:48:40
   9 / 10
Questo è il vero capolavoro che ha segnato la storia del cinema, altro che quello strazio micidiale di Quarto Potere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/02/2013 20.43.08
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pinhead88  @  31/01/2010 15:04:12
   8 / 10
Considerato il capolavoro di Renoir e uno tra i più grandi film di sempre.ad un primo impatto potrebbe apparire a tratti come una commedia degli equivoci banale e uguale a tante altre,anche se all'epoca erano veramente poche,ma nella sua semplicità appare come una realtà cruda immersa nell'ipocrisia borghese e nell'indifferenza sociale,un dramma allegro.un film che influenzò un numero importante di scenografi e registi.

Dr.Orgasmatron  @  19/09/2009 01:07:41
   9½ / 10
E' immenso più di sempre Jean Renoir in questa occasione. Un film che, come nel caso di Quarto Potere, andrebbe insegnato nelle scuole. Se si legge la trama potrebbe sembrare banale, è invece assolutamente l'opposto contrario. Monumentale

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/07/2009 22:44:40
   10 / 10
Un'umanità dolente quella di Renoir, costretta a rinunciare alle proprie ambizioni e prigionieri dei rispettivi ruoli senza via d'uscita. Non è una critica strettamente antiborghese, tutt'altro, Renoir allarga lo spettro ad ogni classe sociale, tutti ne sono coinvolti perchè, come dice uno dei protagonisti "ognuno ha le proprie ragioni" ed in questa sfilata di "vorrei tanto, ma non posso" seguire la regola del gioco significa dopotutto pagare il prezzo meno caro.
Renoir orchestra questa galleria di personaggi in maniera perfetta, con un dinamismo nella regia che ha qualcosa di miracoloso e contemporaneamente fa emergere nella giusta misura l'amaro che è in fondo alle singole vicende in un contesto apparentemente leggero e spensierato. Da molti La regola del gioco è stato definito non solo un capolavoro assoluto, ma uno dei film fondamentali della storia del cinema, meritatamente secondo me.

Apocalypse_Now  @  08/07/2009 21:33:52
   9 / 10
Capolavoro difficile da apprezzare immediatamente al primo impatto. Almeno a me sono servite più visioni per rendermi veramente conto dell'importanza di questa pellicola, al tempo addirittura censurata e messa fuori produzione. Curiosa ed estremamente convincente la presenza del regista nel cast

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/07/2008 20:29:06
   9 / 10
Una commedia nera o un dramma leggero? Da qualsiasi prospettiva lo si veda, "La regle du Jeu" è indiscutibilmente un'opera eccelsa nonchè una pietra miliare della cinematografia, sia sotto il profilo sostanziale che sotto quello formale.
L'intreccio è congegnato a regola d'arte: ispirandosi alle "Nozze di ****ro di Mozart" (e la scena nella serra è una chiara citazione della celeberrima opera lirica), Renoir, alla maniera di un'abilissimo orchestratore, segue e dirige una serie intricata di relazioni umane dominate dalla volubilità dei sentimenti e, su tutto, dall’agire del Caso che –ahimè- si rivela essere sempre beffardo. Sia nell’alta borghesia che nella servitù, il rapporto uomo-donna è visto e rappresentato come una sorta di inseguimento senza requie (al quale allude tutta la bellissima sequenza della caccia) contrassegnato da un rocambolesco susseguirsi di sorprese, che lasciano lo spettatore letteralmente a bocca aperta. La caducità e la futilità delle relazioni amorose tratteggiate mirabilmente da Renoir, e che segnano trasversalmente sia i ceti abbienti che quelli più bassi, diventano lo specchio di un’intera società che, uscita dalla Grande guerra, si apprestava a cuor leggero ad intraprendere uno dei più disastrosi conflitti dell’umanità. La "La regle du Jeu" rappresenta, pertanto, la crisi di tutta un’epoca (e qui sta il suo essere fortemente attuale), in cui l’etica ha lasciato il posto alle frivolezze, a ipocrisie e a “regole” vacue e artificiose in cui il vantaggio personale va a nocumento dei sentimenti sinceri venendo prima di essi. La mondanità, con le sue convenzioni sciocche e senza senso, costituisce una sorta di ribaltamento dei valori, in forza del quale l’amore vero deve soccombere ai dettami della borghesia che, nella sequenza della messa in scena teatrale (straordinario ed eloquente momento di cinema), si autocelebra presentandosi come parodia di se stessa. Siamo agli albori della seconda Guerra mondiale, e Renoir “fotografa” quel momento storico, mettendo in luce le aberrazioni di un società che si avviava all’ “autoannientamento”.
Impeccabile la regia che, attraverso mirati e precisi movimenti di macchina e inquadrature, accompagna meravigliosamente il turbinio delle vicende che legano, secondo un complesso gioco di relazioni, i vari personaggi.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  13/07/2008 12:24:30
   10 / 10
"La regola del gioco" è un film che andrebbe studiato. Solo di primo acchitto una pellicola normale, in realtà è una lezione cinematografica per tutte le generazioni a venire di registi e non. Un ritratto impietoso della società e della borghesia prebellicosa dove la regola principale è seguire la propria ragione; ed è proprio in quel momento che saltano tutte le regole.
La genialità di questo film, più di 20 anni prima di Fellini con "La dolce vita" e "8 1/2", è che scombina completamente le regole drammaturgiche classiche con un nuovo linguaggio cinematografico, seguendo di pari passo la distruzione delle regole sociali nelle quali il film è proiettato.
La macchina da presa con lunghissimi piani sequenza o carrellate e con l'ausilio della profondità di campo impressiona sulla pellicola nella stessa ripresa parti di film che sono allo stesso tempo drammatiche, farsesche, simboliche nella funzione della storia dove ogni personaggio filmato ha un ruolo ben preciso ai fini della drammaturgia e quindi della storia stessa.
Truffaut l'ha definito "il film dei film", certamente un ruolo importantissimo nella storia del cinema ce l'ha, ma non è da tutti coglierlo, ci tengo a specificare infatti, che io personalmente non ci ero arrivato, ho dovuto fare delle ricerche, e vederlo sotto specifiche direttive, il film assume tutt'altra forma. Oggettivamente un capolavoro.

3 risposte al commento
Ultima risposta 14/07/2008 23.06.04
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eizenstein  @  18/04/2008 19:47:03
   10 / 10
Consiglio caldamente a chiunque di guardare questo film. Renoir riesce perfettamente a far vedere il vuoto dentro la società , innamoramenti e tradimenti, realtà e finzione.
Non si capisce lo scopo della vita delle persone, che fanno, dove vanno, tutto è una recita, non solo il teatro vero e proprio.
Insomma quello che si può dire è che ti lascia dentro una tristezza amara, cercando, ma non riuscendo, di capire la natura dei sentimenti umani. Esistono vermente? Sono veri? La risposta non c'è e di sicuro chi la insegna mente. Come i registi odierni, nullita assolute con le loro mielose certezze.

Epicuro  @  28/03/2006 20:58:57
   10 / 10
A ogni buon cinefilo che si rispetti consiglio di vedere il capolavoro di quel genio che era Jean Renoir; ritengo "La Regola del Gioco" uno dei migliori film mai realizzati; squisita (nonchè mordace) satira sulla borghesia e sulle sue fasulle regole sociali che hanno portato il mondo nel secondo conflitto mondiale (ricordiamoci, al fine di comprendere meglio il film, che quest'ultimo fu proiettato per la prima volta alla vigilia della guerra del 39-45); film intriso di riferimenti letterari, in primis "Le nozze di ****ro" ma pure tutto il teatro francese come ad esempio il teatro di boulevard, il bourlesque e il vaudeville, la satira sociale, ecc. (è un film estremamente teatrale, da non confondere però con il teatro filmato!); Renoir fa un uso magnifico della profondità di campo per rendere al meglio gli spazi, per far sì che diventino metafora del messaggio del film; ottimo il cast d'attori (Dalio,Carette,Modot,lo stesso Renoir,ecc.).

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