l'armata a cavallo regia di Miklos Jancsò Ungheria, URSS 1967
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l'armata a cavallo (1967)

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locandina del film L'ARMATA A CAVALLO

Titolo Originale: CSILLAGOSOK, KATONÁK

RegiaMiklos Jancsò

InterpretiTatijana Konjiuchova, Krystyna Mikolajewska, Michail Kozakov

Durata: h 1.32
NazionalitàUngheria, URSS 1967
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1967

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Trama del film L'armata a cavallo

I rossi e i bianchi si scontrano nella guerra civile che insanguinò la Russia del 1918. Erano le armate dei zaristi e dei bolscevichi a cui si aggiungono i prigionieri ungheresi conquistati dall'idea proletaria.

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Voto Visitatori:   8,38 / 10 (4 voti)8,38Grafico
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Voti e commenti su L'armata a cavallo, 4 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  25/01/2024 00:18:15
   8 / 10
Jancso segue la vicenda da una certa equidistanza,senza parteggiare per i rossi o i bianchi che anzi molto spesso appaiono quasi indistinguibili fra loro.
Duro nel mostrare la serie di violenze che vengono inflitte contro la popolazione civile e coraggioso nel suo messaggio antimilitarista,interessante e coerente che gli unici personaggi positivi siano quelli femminili,in particolare le crocerossine che curano tutti incuranti della divisa indossata.
Un gran bel film,che conserva ancora oggi,dopo quasi sessant'anni tutta la sua forza.

Boromir  @  20/12/2023 13:59:05
   9½ / 10
Miklós Jancsó parte da un romanzo di Isaak Babel e, attraverso l'uso sapiente di un sontuoso CinemaScope, trasfigura le intersezioni geometrie dei paesaggi e il susseguirsi di lunghissimi piani-sequenza in saggio sulla ciclicità degli orrori bellici: corale è la vicenda, minimale l'approccio alla narrazione, sull'individuo spiccano le tragiche tortuosità della Storia. Jancsó non fa sconti a nessuna delle due parti in singolar tenzone, e spesso si affida al fuoricampo nell'espressione gelida della violenza. L'ultima magnifica inquadratura è monito lapidario di quanto la guerra non faccia prigionieri in nessun schieramento, di quanto sia distruzione allo stato puro. In primis dell'ideologia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/04/2023 19:23:37
   8 / 10
Il bianco e nero di questo film, freddo e glaciale, rende quansi indistinguibili i due schieramenti, rossi e neri, nella guerra civile post rivoluzione russa fra zaristi e bolscevichi. Questa apparente neutralità dello sguardo, unita a piani sequenza molto elaborati in campo lungo ci mostrano i meccanismi che accomunano i due schieramenti tra i quali l'annullamento reciproco di ogni spazio per atti umanitari. Sia l'una che l'altra parte non si fanno scrupoli ad esecuzioni sommarie e violenze gratuite e crudeli. Solo le donne, in gran parte crocerossine, hanno la capacità di compiere atti umani che controparte maschile nega. E' un film profondamente antimilitarista, che non ha un protagonista fisso, tantomeno una narrazione lineare. Ciò che mostra è il massacro reciproco, atti tutt'altro che eroici. Film da vedere.

WongKarWai  @  01/06/2011 14:55:10
   8 / 10
Un film diretto, crudo, sugli orrori della guerra, eccellente sotto il profilo tecnico e caratterizzato da lunghi piano-sequenza e fluidi e virtuosi movimenti di macchina.La scena si svolge nella Russia del 1919, in piena guerra civile tra i bianchi (gli zaristi) e i rossi (i bolscevichi). Se per la prima parte, in cui al centro è posta l'armata zarista e le sue violenze, dà l'idea di essere un film di regime,, il proseguio mostra come i "liberatori" bloscevichi non siano in realtà migliori. Proprio per questo non fu accolto con particolare calore dal regime. E' un film antimilitarista che dipinge con rassegnazione la crudeltà e la bestialità dell'uomo (particolarmente inteso come maschio visto che molte delle vittime delle brutalità finiscono per essere donne, indifese e più compassionevoli). L'assenza di un vero protagonista spinge a non parteggiare per nessuno ma a guardare l'insieme in tutta la sua asprezza. Da riscoprire, anche per conoscere situazioni storiche a noi non così note.

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