la scelta di anne - l'evenement regia di Audrey Diwan Francia 2021
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la scelta di anne - l'evenement (2021)

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locandina del film LA SCELTA DI ANNE - L'EVENEMENT

Titolo Originale: L'ÉVÉNEMENT

RegiaAudrey Diwan

InterpretiAnamaria Vartolomei, Kacey Mottet-Klein, Luàna Bajrami, Louise Orry Diquero, Louise Chevillotte, Pio Marmaï, Sandrine Bonnaire, Anna Mouglalis, Leonor Oberson, Fabrizio Rongione

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia 2021
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2021

•  Altri film di Audrey Diwan

Trama del film La scelta di anne - l'evenement

Francia, 1963. Anne è una giovane e brillante studentessa con un promettente futuro davanti a sé. Quando però rimane incinta, teme di non poter finire gli studi e di non riuscire a scappare dai vincoli imposti dal suo background d'origine. Con gli esami finali che si avvicinano e la pancia che cresce, Anne decide di tentare un aborto illegale, anche se ciò significa dover affrontare vergogna, dolore e forse anche prigione.

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Voto Visitatori:   6,67 / 10 (9 voti)6,67Grafico
Miglior promessa femminile (Anamaria Vartolomei)
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
Miglior promessa femminile (Anamaria Vartolomei)
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Voti e commenti su La scelta di anne - l'evenement, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  27/05/2023 13:58:08
   6½ / 10
Storia piuttosto ordinaria e prevedibile nel suo iter, dove l'eccezionalità risiede nell'ambientazione temporale nella Francia anni '60 in cui l'aborto era illegale.
Cast e regia volenterosi e piuttosto abili nel far risaltare aspetti e timori di quel periodo, in personaggi caratterizzati in naniera essenziale e diretta.
Per quelli che sono i miei gusti non è un film che rivedrei volentieri ma lo giudico positivamente per il suo essere realizzato bene, preciso e riflessivo, anche se narrativamente un po' statico.
Però il leone d'oro mi pare esagerato.

Thorondir  @  30/01/2023 16:14:54
   7 / 10
Film di denuncia e di rara potenza, "L'événement" è il racconto di un aborto nella Francia d'inizio '60 dove l'aborto era illegale e quasi solo il parlarne appariva pericoloso. La regista Audrey Diwan decide di incentrare tutto il film sulla figura di Anne: è un'opera inevitabilmente corporea, tutta incentrata sul volto e il corpo dell'attrice Vartolomei. La nostra regista sembra quasi ricalcare il cinema d'azione/dramma di Nemes de "Il figlio di Saul" perchè con la mdp segue continuamente Anne nel suo muoversi, nel suo camminare, nel suo cercare una soluzione ad un problema che appare insormontabile. Se, come detto, il film è potente, giusto anche nella scelta registica del tallonamento e tutt'altro che tramontato come tema (basta vedere cosa succede nell'est Europa o anche negli Usa), un problema è semmai quello del suo "unilateralismo": essendo il film tutto giocato sulla figura della protagonista, forse avrebbe giovato una sceneggiatura in grado di chiaroscurare, mentre il personaggio di Anne è scritto in maniera nettissima: mai un tentennamento, mai mezzo ripensamento, sempre dritta e spedita in una scelta che, nonostante il tema, non sembra mai porre reali problemi alla protagonista. Abbastanza unilaterale anche il tratteggiamento delle figure maschili, tutte più o meno ripugnanti e insensibili (e quì il film segue un filone molto contemporaneo del cinema che da femminista diventa didascalicamente anti-maschilista). Al di là di questi problemi di scrittura, ciò che interessa alla Diwan è il racconto-testimonianza di un calvario tutto femminile, corporeo, emancipativo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/10/2022 13:13:35
   7 / 10
Nella Francia dei primi anni '60 l'aborto era illegale, il carcere si apriva a chi commetteva tale atrocita'.

Personalmente, oltre a trovare davvero brillante la prova della protagonista, non sono riuscito a non accostarlo a "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" del 2007 e secondo me superiore.

Il messaggio abortista è piuttosto chiaro, mai ci si sofferma sul fatto che quello che finisce letteralmente nel gabinetto è comunque una vita.

La regia è quella classica da "festival", telecamera a spalla che segue da dietro la protagonista senza particolari guizzi. Ben fatto sicuramente ma non originale a tal punto da vincere i premi che ha visto a mio avviso.

Misialory  @  30/08/2022 23:11:34
   7 / 10
Un film lineare nella narrazione, senza fronzoli o pietismi. E' quasi una cronaca di ciò che accade ad una ragazza degli anni 60 che non desidera portare avanti la gravidanza. All'inizio colpisce la sua indifferenza, le amiche sono civettuole, desiderose di vivere un amore, Anne è concentrata sullo studio e sul suo futuro come insegnante. Mi piace di questo film la veridicità delle scene (che purtoppo migliaia di donne sono state costrette a vivere davvero), la disperazione, la solitudine, le speranze infrante, la mancanza di alternative, la negazione della libertà. Terribile pensare che le donne fossero costrette a subire tutto questo. E' un film che dovremmo vedere tutti per capire cosa significa non avere scelta.
E' un manifesto sulla libertà delle donne, più che mai attuale.

Jumpy  @  29/12/2021 13:52:46
   7½ / 10
FIlm potentissimo, molto crudo e diretto nella sua semplicità, rappresente le relazioni umane e la condizoine della donna in quegli anni (neanche tanto lontani da oggi), anche se non mi è sembrato all'altezza del Leone D'Oro.
Un film fatto di silenzi e inquadrature studiatissime, i dialoghi non sono tantissimi, ma taglienti e serrati:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Ferma ed incrollabile la forza di volontà della protagonista

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Vartolomei straordinaria, in un'interpretazione che non era facile.
Forse noioso e pesante per chi non è abituato ad un certo cinema francese (ad esmpio dei Dardenne)

Mauro@Lanari  @  11/12/2021 03:12:30
   2½ / 10
"Non esistono personaggi empatici nel film d'Audrey Diwan" (Marzia Gandolfi). Azzard'una spiegazione: forse perché, dopo 60 anni, i problemi dei boomers non vengono più percepiti attuali, giuria della Mostra di Venezia 2021 a parte? Ops: i "pro-life" sono sempre in agguato, dal Texas ai 10 su 10 ginecologi ospedalieri del mio paesotto, guai ad abbassare la guardia sui diritti civili faticosamente acquisiti. Ok, però oggi siamo pieni di sistemi contraccettivi, mentre nel '63 no, e la scelta come protagonista d'una laureanda che si comporta com'una provinciale non giova. Poi c'è il body horror filmato con "stile austero, quell'intenzionale rinuncia agli psicologismi e agl'accessi melodrammatici, dunque il residuo minimalista" (Federico Pontiggia) tipico del miglior cinema francese (Bresson e Pialat, evocato dalla presenza di Sandrine Bonnaire). Per chi s'accontenta delle l-imitazioni, pardon: della derivatività.

TheLegend  @  08/12/2021 23:40:53
   7 / 10
Buon film francese vincitore del Leone d'oro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/11/2021 00:10:32
   8 / 10
Caldamente consigliato, niente da dire, bello e in diversi momenti (l'abbraccio alla madre) splendido. Meritava un Leone? Meritava, certo. La storia non ha rivoluzioni stilistiche sul Tema, ma riesce perfettamente a raccontare il rapporto tra uomini e donne in quegli anni. la febbre del Rock and roll è, di conseguenza, i tabù vinti dal desiderio e dalla trasgressione. Credo che resti ambigua l'analisi sul contrasto morale della protagonista, se la sua "scelta" è dettata dai suoi progetti futuri o dalla paura di dover accettare il frutto di un amplesso fugace. Non mi è facile a un film che possa indignare il mondo cattolico, al tempo stesso le traversie o meglio l'abisso della protagonista non induce certo a trovare segnali Liberali nel segno del diritto all'aborto. Resta un film agghiacciante, nel segno di quei silenzi che dicono tante cose, alla Dardenne, o inducono a empatizzare, come il miglior Ozon, per i necessari pugni allo stomaco. La protagonista è di una bravura sconvolgente, mi ricorda un poco Jennifer Connelly agli esordi. Certo è un film coraggioso, e per una volta il rigore cronologico è quantomai efficace.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/09/2021 12:13:26
   7½ / 10
Avrei dato il Leone d'oro a L'Evenement? Direi proprio di no. La Coppa Volpi alla Vartolomei? Tutta la vita. La giovane attrice soprattutto ed anche la Diwan, come poche volte quando è stata portata la tematica dell'aborto su grande schermo, hanno scavato così in profondità il punto di vista della donna che deve abortire. Una gravidanza non desiderata a cui la giovane ragazza sceglie nettamente l'interruzione senza il minimo indugio. Vuole inseguire il suo sogno di ventare scrittrice e fare la casalinga è una vita che rifiuta a priori. Il contesto della Francia dei primi anni sessanta era molto duro a livello legislativo nei confronti dell'aborto. Non solo puniva che voleva abortire e chi praticava l'aborto, ma anche la filiera di uno o più mediatori che mettevano in contatto i due soggetti. Ecco quindi che intorno alla ragazza, onnipresente e pedinata dalla macchina da presa, si crea una terra bruciata. E' un disagio tangibile, che senti nella pelle perchè non presenta arpigli, non c'è nessuno che possa aiutarti e gli stessi genitori non sono mai coinvolti dalla figlia e rimangono all'oscuro della vicenda (non a caso è il ruolo della Bonnaire nei panni della madre, protagonista di Un affare di donne di Chabrol, costituisce più di un ammiccamento). Durissime le scene dell'aborto, specie nella fase finale. Immagini che rimangono impresse per un buonissimo film, ma ripeto che il Leone d'oro mi è sembrato un premio eccessivo.

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