la sorgente dell'amore regia di Radu Mihaileanu Belgio, Francia, Italia 2011
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la sorgente dell'amore (2011)

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locandina del film LA SORGENTE DELL'AMORE

Titolo Originale: LA SOURCE DES FEMMES

RegiaRadu Mihaileanu

InterpretiLeïla Bekhti, Hafsia Herzi, Hiam Abbass, Saleh Bakri, Sabrina Ouazani, Mohamed Majd

Durata: h 2.16
NazionalitàBelgio, Francia, Italia 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2012

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Trama del film La sorgente dell'amore

Questo è ciò che accade oggi in un piccolo villaggio, da qualche parte tra il Nord Africa e il Medio Oriente. Le donne fin dalla notte dei tempi vanno a cercare l'acqua alla fonte, in cima ad una montagna, sotto un sole cocente. Leila, una giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell'amore: niente più coccole, niente più sesso se gli uomini non porteranno l'acqua al villaggio.

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Voto Visitatori:   7,05 / 10 (10 voti)7,05Grafico
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Voti e commenti su La sorgente dell'amore, 10 opinioni inserite

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Paolo70  @  01/09/2015 17:31:18
   6½ / 10
Film ambientato in un villaggio costituito da persone di fede musulmana. Le donne cercano di cambiare la tradizione e di essere eguagliate agli uomini. Il villaggio è quasi privo di mezzi tecnologi (mancano l'acqua corrente e l'illuminazione). Il paesaggio è tipico dei paesi mediorientali. Quasi discreto il mio giudizio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/01/2013 10:34:32
   7 / 10
Una lotta per avere pari dignità, senza pistole o coltelli, ma con armi molto più efficaci e la forza di andare contro tradizioni e consuetudini più radicate delle sure coraniche, perchè in fondo è lo stesso Corano che viene messo opportunisticamente come scudo di difesa alla continuazione di certi usi.
Molto buona la caratterizzazione dei ruoli, anche di figure apparentemente secondarie ma che fanno sentire lo spessore del personaggio quando entra in scena (penso soprattutto al suocero di Leila). Meno convincente per esempio il duplice ruolo di Hussein, giornalista e ex fiamma di Leila. Sotto quest'ultimo aspetto mi è sembrata una caduta da telenovela un po' stonata, anche se devo ammettere che grazie a questo escamotage si è giunti ad una delle scene migliori del film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  18/11/2012 23:45:43
   7 / 10
Mihaileanu è un regista troppo pesante e dallo stile perbenista, pur riconoscendogli il grande merito di raccontare storie tutt'altro che banali, anzi...
Ma mi aspetto sempre un altro Train de Vie, la stessa aria di fiaba che qui manca (e magari sono da criticare i critici che la spacciavano come tale); il problema sorge quando ci si accorge che anche come melodramma a sfondo sociale le cose non sempre vanno per il meglio e anzi qualcosa si blocca nel meccanismo. Saranno i personaggi, sarà una storia (vera) che provoca ma in fondo non più di tanto...
Peggio de "Il Concerto" insomma, ma un buon film. Nulla di più, e purtroppo anche deludente per chi si aspettava molto (troppo).
Ottimo invece il cast ed è semplicemente incantevole e bellissima Leila Bekhti nella sua battaglia sacrosanta contro l'ignoranza e il maschilismo.

LoSpaccone  @  14/09/2012 19:24:42
   4½ / 10
Film che fa acqua anche come fiaba. Sempliciotto se non proprio infantile, dialoghi banali e poco coerenti col contesto, sterile sul piano dei contenuti, ripetitivo e inutilmente lungo. Aristofane si starà rivoltando nella tomba...

M0rg4n  @  20/05/2012 00:25:43
   7½ / 10
Molto delicato e piacevole, è in effetti forse un po' troppo "fiabesco" in certe scene ma è quello di cui avevo bisogno. ^^

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  26/03/2012 22:38:11
   10 / 10
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/03/2012 19:05:31
   6 / 10
Non è un film memorabile nè sul piano etico nè tantomeno psicologico, anzi M. si conferma uno dei cineasti piu' sopravvalutati e furbetti in circolazione. Certo, non è difficile apprezzare un film così curato dove si cerca (invano?) di recuperare l'Islam aggiornandolo anche a movimenti spirituali non proprio ortodossi (un pò di new age alla ricerca di amore e libertà). Ma il punto di forza del film tardivo di M. non è tanto il femminismo gentile della società rurale magremina, ma la contestualizzazione stilistica degli eventi. Uomini e donne in universi divisi ma sovrapposti che sembrano rimandare ai baccanali ai bagni turchi dei peplum d'annata. O il canto ossessivo, equamente diviso tra quel mondo arabo e il "politichese" del nordafrica, sembra quasi una risposta mediorientale allo slang tipico dell'hip hop dei ghetti americani. Come se dovessimo sapere che una volta la rivoluzione la facevano i Public Enemy, e oggi, forse, i testi e le musiche dei Tinariwen.
Per il resto il film offre un'interpretazione quantomeno superficiale del ruolo femminile nel difficile processo tra modernità e integralismo dell'Islam. Una certa aria "Verghiana" (involontaria) che cita sottomissioni, violenze, tensioni, rivalità e desideri di vendetta, ci spinge a comprendere un cineasta che sa sempre come ammiccare al (suo) grande pubblico, per quanto mistificando la profondità sociale che avrebbe dovuto osare di piu'

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  18/03/2012 19:55:48
   8 / 10
Le note del Nylon Shimmer sovrastate dal canto acuto esterno di alcune donne, una panoramica sull'arido paesaggio, PP sui piedi di alcune donne, le sentiamo ansimare, le vediamo portar l'acqua a fatica, con l'utilizzo di un montaggio alternato si passa ad una scena dove una donna sta partorendo, in un crescendo di ansia, sentiamo il pericolo imminente, una donna cade con l'acqua e perde il bambino, l'altra partorisce e si festeggia, sono tutte contente, le danze autoctone hanno inizio, PP sulle mani che battono i tamburelli e sui visi felici. Non sono episodi che vivono di vita propria ma sono la realtà cruda e schietta, la grave situazione alla quale sono soggette le donne odierne che non hanno un acquedotto nel proprio villaggio.

Il gruppo della donna torna al villaggio, la protagonista dopo quello che è successo non ha voglia di festeggiare ed espone il problema alle altre donne, problema che viene ignorato e poi ripreso nella "sauna".

Leila,tenace, forte, testarda, non si arrende e va fino in fondo, non molla, lei crede nel vero amore e la situazione della sorgente sembra essere il giusto capro espiatorio per tirar fuori un magone ormai soppresso da troppi secoli, da troppe donne. Le donne non possono portare l'acqua dalla sorgente fino al villaggio, ci sono molti uomini disoccupati e forti che potrebbero farlo, ma la tradizione impone determinati usi e costumi ed essi è "giusto" che siano rispettati. Ma naturalmente Leila non è l'unica che vuole cambiare questa situazione e così poco a poco convince anche le altre donne del villaggio, dapprima contrarie, con lo sciopero dell'amore che consiste nel non aver rapporti sessuali con i propri mariti. Gli uomini sono furiosi, il fatto che una femmina si ribelli è peccato, figuriamoci un intero gruppo!

Come il governo anche gli uomini fanno di tutto per tenerle buone, ignoranti, ubbidienti, la realtà è che hanno paura, paura che la donna possa portar i pantaloni e sottometterli. Il film quindi si sviluppa maggiormente sulla lotta che inizia come una protesta per mandar gli uomini a prender l'acqua alla sorgente e finisce per esser una vera e propria rivoluzione sui diritti che la donna nel Medio Oriente non ha, verso la fine vediamo addirittura una rilettura dal Corano stesso. Il tutto è condito da pezzi di danza, musiche e canti in lingua originale, matrimoni combinati, di amori sfumati, di sesso, verginità, relazioni che subiscono il pugno della rivoluzione, scene a volte pregne di umorismo amaro o di battute piccanti, altre che sfiorano la drammaticità pura.
L'elemento che fa da tramite tra i versanti è sicuramente il marito di lei, un marito che differisce dagli altri, un marito aperto, colto, che ha capito qual'è il vero ruolo della donna in società.

Nella parte finale, a mio parere, c'è una delle scene d'amore carnale più belle mai girate: la delicatezza riposta nel raccontare la passione che brucia dentro di loro, non si vedono i soliti seni, sederi, ***** e robaccia varia, con dei PP la mdp s muove intorno a loro, riprende le due bocche che si incontrano lentamente, i piccoli sorrisi di complicità gli sguardi bassi, la mano di lei che accarezza dolcemente la spalla di lui, lui che accarezza con delicatezza il viso di lei. Tutto sembra fermarsi, tutto viene raccontato non con la solita fotografia da quattro soldi, ma con una luce dura, con un gioco di ombre in contrasto con la parte illuminata lungo i lineamenti del corpo e del viso formando curve morbide, quasi come se si potesse sentire il calore umano della coppia.

Fotografia, recitazione, colonna sonora, montaggio, regia, coreografia, suoni, costumi, sceneggiatura, questo film è fatto troppo bene perché ci sia di mezzo l'Italia, mi vien da pensare che ci abbiamo messo solo i soldi e che quelli che realmente hanno girato il film siano i francesi e i belgi, ma chissà, mai dire mai..

Interessante è il tema trattato: la riscossione della donna all'interno di quella società dove nel 2012 il sesso femminile fa ancora fatica a trovare il suo posto, i suoi diritti, la sua vita. Una società, che noi definiremmo troglodita a livello culturale, non solo economico. Una società che afferma che la donna è un essere inferiore, che il corano lo dice! Forse questo modo di pensare non è solo dato da una lettura sicuramente sbagliata del Corano ma anche per l'ignoranza generale. Le donne non vanno a scuola, rimangono a casa, non sanno ne leggere ne scrivere, hanno paura, e così gli uomini facendo leva su questa situazione comandano in un modo a dir poco rivoltante. Hanno persino il coraggio di combinare matrimoni come si faceva una volta per interesse della famiglia. Il rapporto che ha la protagonista e la ragazza è un rapporto importante, che dimostra questo problema. Nella parte finale la ragazza dice che ha capito il comportamento che Leila ha avuto nei suoi confronti, l'ha fatto per proteggerla, proteggerla da un mondo di restrizione, di decisioni già prese. Leila cerca di tener vivo quel sogno che hanno tutte le bambine, tutte le ragazze, il sogno del principe azzurro, del vero amore, cose che normalmente vengono tolte alle femmine di questi posti. L'adolescente e la protagonista sono l'incarnazione della donna moderna, la donna che deve sognare (la lettera), che deve essere libera (il viaggiare), che deve amare liberamente (Leila e suo marito), che può fare sesso con chi vuole e quando vuole (la verginità di Leila persa prima del matrimonio), che deve essere colta quanto l'uomo (la bimba che non viene mandata a scuola), perché non è di certo un cromosoma del DNA umano a imporre il diritto di governare sugli altri.

Izivs  @  17/03/2012 08:33:23
   7 / 10
Una piccola grande storia raccontata con delicatezza. Impressionante come certe realtà ancora sopravvivano e siano dure a morire.....

marimito  @  13/03/2012 22:11:28
   7 / 10
Una rivoluzione e rivendicazione femminile tutta africana che è anche reazione di un universo, quello femminile, costretto a credere nella bontà dei gesti che si rinvengono dalle tradizioni, avvezzo alla violenza ed all'assenza di amore, ma che lo sogna, che tace miseramente e sopporta, ma che sa anche alzare la testa e reagire.

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