l'assassino ha riservato nove poltrone (1974)

Modesto slasher/giallo che scopiazza qui e lì senza grande convinzione.
Recitazione piuttosto scadente, situazioni inverosimili a bizzeffe con personaggi che chiusi in un teatro e con qualcuno che li elimina sembrano trovarsi pienamente a loro agio, effetti speciali pochi e pessimi (la mano inchiodata fa ridere), elemento sopranaturale pietoso che sembra piazzato lì più per tappare qualche falla di sceneggiatura che per dare qualcosa in più.
Meriterebbe un punto in meno ma il balletto della Senatore, il fascino del teatro chiuso che personalmente mi intriga, e certi richiami che mi riportano a gialli ben più riusciti, mi fanno essere generoso.

Un Dieci piccoli indiani in salsa gotico-erotica, con un sinistro teatro come ambientazione ( mal sfruttata ) ed una spruzzata di paranormale fuori tempo massimo. Allo spettatore non viene lasciato neanche il gusto di conoscere i personaggi, perché a cinque minuti scarsi dall'inizio della pellicola la sgangherata sceneggiatura condensa in una scena tutte le beghe personali ed i segreti più reconditi dei protagonisti. Da lì in poi, incredibilmente, la situazione riesce pure a peggiorare. Attori di rara ineguatezza. Da evitare.

Modestissimo film che fin dall'inizio non sa bene che strada prendere. Come base ha 10 piccoli indiani della Christie, ma i dialoghi noiosissimi nella loro banalità e la regia non aiutano di certo. L'ambientazione del teatro e la figura sconosciuta dell'anfitrione potrebbe favorire uno sviluppo più legato al gotico, ma quanto a fascino del mistero siamo a livelli minimi. Sangue? A parte un delitto diciamo non pervenuto. Nemmeno la strada dell'erotismo con qualche situazione scabrosa (non male però il "balletto" della Senatore) non risolleva le sorti di una pellicola molto povera sotto tutti i punti di vista. Evitabilissimo forse anche dagli appassionati del genere.

Slasher a orologeria tinto di giallo, costruito come i 10 Piccoli Indiani di Agatha Cristie. Tralasciando i tentativi ritardatari di riproporre i clichè più in voga del cinema italiano (le atmosfere gotiche, l'assassino Argentiano, lo splatter), il film risulta più efficace come affresco di una borghesia rancorosa e inviperita piuttosto che come thriller - ridondante e mal carburato (specie nell'uso dell'elemento paranormale, per niente affascinante). Lo scenario teatrale non ha gli spazi sufficenti per emergere e l'intero cast non mette assieme più di 2 espressioni facciali convincenti. A meno che non si è in astinenza di nudi femminili, si può evitare senza rimpianti.