la stanza dei suicidi (2011)

Quando la realtà diventa troppo dura da affrontare, fra bullismo e cyberbullismo, la realtà virtuale diventa l'unico rifugio sicuro per un'adolescente di ottima estrazione sociale. Un equivoco, una cosa nata per gioco diventa una propria tortura per il ragazzo che progressivamente inizia un processo di autoisolamento dal mondo reale, ridotto ormai alle strette pareti della camera da letto. Sotto la guida di una ragazza, regina della Stanza dei suicidi, il virtuale diventa l'unico punto riferimento per il ragazzo. Non ci sono limitazioni fisiche, tale mondo può essere modellato a proprio piacimento e gradualmente diventa una droga. Il film di Komasa racconta una spaccato adolescenziale colmo di disperazione, la connessione ad internet è un'iniezione continua simile alla siringa di eroina per un tossicomane e le figure genitoriali più occupate alle loro carriere che ai bisogni del figlio troppo tardi si accorgono della gravità della situazione. Un film ben strutturato dove il reale ed il virtuale raggiungono un equilibrio estremamente funzionale alla narrazione del film. Da scoprire.

Dalla Polonia un film che mostra uno spaccato di certa gioventù odierna. Dal bullismo al cyberbullismo, fino a sfociare in fissazioni e fobie, tra l'incapacità di stringere rapporti personali e il vano tentativo di compensare sul web le proprie enormi mancanze emozionali. Un film che sottolinea soprattutto la solitudine dei giovani nell'epoca di internet, un mezzo di comunicazione che, a volte, sembra allontanare invece di avvicinare.
Nonostante le sequenze in modalità videogame siano discutibili, è un buon prodotto.