la strada regia di Federico Fellini Italia 1954
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la strada (1954)

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locandina del film LA STRADA

Titolo Originale: LA STRADA

RegiaFederico Fellini

InterpretiAnthony Quinn, Giulietta Masina, Richard Basehart, Aldo Silvani, Marcella Rovere, Livia Venturini

Durata: h 1.44
NazionalitàItalia 1954
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1954

•  Altri film di Federico Fellini

Trama del film La strada

Gelsomina viene affidata da sua madre al girovago Zampanò, perchè non ha le possibilità economiche per mantenerla. La ragazza e il suo nuovo "tutore" però sono incompatibili: lei cerca sempre di scoprire i segreti della natura e delle cose che la circondano, è una ragazza molto sensibile e l'eccessiva "concretezza" di Zampanò la fanno stare male. Un giorno però, un altro girovago detto "Il Matto" convince Gelsomina che per lei stare accanto a Zampanò è una missione: tutto serve e tutti gli uomini servono a qualcosa...

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Voto Visitatori:   8,62 / 10 (65 voti)8,62Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su La strada, 65 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

DankoCardi  @  26/08/2023 14:12:13
   10 / 10
Un' Italia baraccata ed ancora non toccata dal boom economico è il teatro dell'incontro tra due creature antitetiche. Gelsomina è una ragazza semplice, non bella e non molto intelligente ma proprio per questo "pura". Zampanò è un omaccione bruto, violento ed anche mascalzone; un "cattivo" verso il quale, però non riusciamo a provare antipatia. Sono miseri artisti di strada e fanno quello che possono ma una vita che non da niente riserverà solo amari risvolti; quando sembra che arrivi una evoluzione od una redenzione è proprio quello il momento in cui il destino colpisce duro come pugni che possono uccidere un uomo. Con battute essenziali la sceneggiatura riesce a caratterizzare al meglio i personaggi. Il Matto (bravissimo Richard Basehart) è l'elemento caotico della trama ma allo stesso tempo è colui che con i suoi discorsi saggi rende Gelsomina consapevole del suo ruolo nella vita...e poi va incontro al suo ineluttabile destino del quale pare essere già conscio. Fellini con il suo genio riesce, in diverse sequenze, a dare un'impronta scanzonata e zingaresca ad una storia molto drammatica e toccante dove non riusciamo a non piangere per la povera anima di Gelsomina, troppo buona per questo mondo; ma non possiamo non provare empatia nemmeno per quel tipaccio di Zampanò o quello stupido del Matto: ognuno di essi è come un pupazzo nelle mani di quel grande burattinaio che è il fato. In questo caso niente sogni -sebbene ci sia l'emozionante/inquietante incontro tra una sempre attonita Gelsomina ed il bimbo malato o il cavallo che cammina da solo per strada- o nemmeno tanti moralismi neorealistici ma una storia che ti entra dentro e ti segna, che si apre su una spiaggia di giorno con Gelsomina e si chiude in una spiaggia di notte con Zampanò, come a dire alfa ed omega. Qui il regista riminese mostra subito il suo interesse per il circo ed i pagliacci che poi tornerà spesso nelle sue pellicole successive. Tutti i premi del mondo non basterebbero a lodare giustamente la prova di Giulietta Masina e di Anthony Quinn e non a caso ricevette l'Oscar come miglior film straniero.
Questo film piaceva molto alla buon'anima di mia nonna.

Thorondir  @  02/08/2022 10:22:28
   9 / 10
Sullo sfondo di un'Italia povera, post seconda guerra mondiale e perennemente nella necessità di inventarsi i modi della sopravvivenza, "La strada" racconta le peripezie e i percorsi umani di Gelsomina e Zampanò (due splendidi Giulietta Masina e Anthony Quinn): la prima fragile e fuori dal mondo, il secondo burbero, violento e interessato solo al lavoro e ai quattrini che ne derivano. Su questo incontro dicotomico Fellini costruisce un film che è dramma e romanzo di formazione e in cui lo sviluppo del personaggio di Gelsomina sembra riflettersi nei luoghi: dall'iniziale mare (luogo di un presunto idillio famigliare), alle strade polverose dell'Italia dell'epoca per finire con la neve e il freddo. Allo stesso modo le "tappe" che scandiscono il film sembrano presagire il futuro di Gelsomina: i primi approcci con il lavoro di strada (una iniziale stasi emotiva), la riflessione dell'incontro con gli altri artisti (in particolare "il matto"), il convento a simboleggiare una sorta di pre-fine e appunto il finale che chiude il cerchio. "La strada" è un film della sua epoca, una di quelle opere che potrebbe parlare all'oggi in modo diverso rispetto all'affresco tragico che faceva di quegli anni: ma il linguaggio cinematografico di Fellini, qui più lineare e meno grottesco dei film che arriveranno, continua a parlare anche ai nostri giorni con la sua straordinaria forza umana.

The BluBus  @  07/01/2022 14:21:57
   8 / 10
Poetico, triste, a tratti crudo. Durante la visione le speranze per un lieto fine sono poche. Fellini sempre su alti livelli.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  20/06/2020 00:26:34
   8 / 10
E pensare che per il ruolo di Gelsomina si era pensato ad un'altra interprete...Questo lo dico perche la cosa che mi è piaciuta di piu' per questo splendido film di Fellini è proprio la Masina.
La sua ingenuita' mostrata attraverso le boccacce da clown sono indimenticabili.
Il film mostra le sua urla "silenzione" di una donna mai diventata donna ma costretta a cresce di botto accompagnando un personaggio che è tutt'altro un maestro di vita.
Una strana amicizia resa indimenticabile da un'ottima sceneggiatura.
Un film un po' diverso da quelli "felliniani" che piu' conosciamo ma comunque forte nel suo messaggio, cosi tanto da regalare all'Italia il primo oscar com miglior film straniero della storia del cinema.
Meritato ovviamente.

Filman  @  17/06/2019 00:11:24
   8 / 10
Felicità per le cose semplici, sofferenze dal quale è difficile liberarsi e altri strumenti di malinconia si trovano nel film LA STRADA, un racconto di miseria e di viaggio fatto di tragicità tutta italiana dove appare per la prima volta la particolare figura del clown, un'ossessione visiva di Federico Fellini e simbolo di una depressione interiore liberata dallo scatenarsi di una risata amara. Il neorealismo di questo film non cerca di trasmettere il decadentismo della società contemporanea, nonostante l'affascinante contrasto della modernità sarà fondamentale nel futuro stile felliniano, e decide di parlare di uomini erranti in con un dramma più crudo di altri film dello stesso tipo ma in linea con la tradizione.

Dom Cobb  @  12/10/2018 16:08:17
   6 / 10
La dolce e sensibile Gelsomina viene venduta dalla famiglia al rude girovago Zampanò; fra uno spettacolo e l'altro, il rapporto fra i due si dimostra fin da subito estremamente conflittuale, e l'incontro con il saltimbanco noto come "il Matto" fa precipitare ben presto la situazione...
Se dovessi essere sincero e concedere un giudizio basato unicamente sul mio tasso di gradimento, allora il voto sarebbe molto più basso; ma in fondo stiamo pur sempre parlando di un grande del Cinema come Fellini, e in special modo di uno dei suoi lavori più acclamati. Perciò, direi che vale lo stesso discorso fatto per "I sette samurai", considerato che tutti i problemi che ho con il film in questione sono una conseguenza dei miei gusti personali più che di oggettivi difetti.
C'è da dire che "La strada", realizzato ancora nel periodo neorealista di Fellini, condivide gli handicap già rilevati nel precedente "I vitelloni" e nel genere in sé, ossia l'immediatezza del messaggio. E' uno di quei film a cui interessa illustrare il quadro di una determinata situazione sociale, dove la trama esile e striminzita è solo un pretesto per mettere in scena luci e ombre di un mondo particolare e anche all'epoca ignorato da molti, nella fattispecie il mondo dei girovaghi, individui senza fissa dimora costretti a una dura battaglia quotidiana per la sopravvivenza, il tutto solo per arrivare a racimolare abbastanza soldi per un decente pasto a fine giornata o un po' di vitto e alloggio. La situazione però viene presentata in modo chiaro ed inequivocabile nel giro di pochi minuti, ma a quel punto restano ancora quasi due ore intere di film da sopportare, durante i quali il film finisce più che altro per ripetersi.
Ciò rende la visione senz'altro pesante, noiosa, anche perché questo mondo rappresentato su schermo appartiene ormai a un'altra epoca e al massimo può valere oggigiorno come una capsula e nient'altro; inoltre il tono pessimista della vicenda, in cui abbondano istanze di abusi e scatti incontrollati da parte del forzuto Zampanò, aggiunge un livello di depressione e sgradevolezza che peggiora soltanto le cose. E sebbene occasionalmente si faccia strada una certa vena filosofica,


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mi è risultata spicciola e fuori posto nel contesto di quella che è, senza mezzi termini, una vera e propria tragedia che nel finale non lascia alcuna speranza.
Anche il cast non mi ha convinto, l'unico a cavarsela sempre e comunque è il grande Anthony Quinn, mentre la Masina, oltre a rappresentare un tipo di donna che non trovo affatto interessante, si limita a fare gli occhi da cerbiatto per tutta la durata. Basehart non è malaccio, ma non lascia mai l'impatto che forse vorrebbe. Si distinguono invece le musiche di Nino Rota, ottime nel stabilire la giusta atmosfera.
Sono dispiaciuto di aver accolto così tiepidamente un altro caposaldo del cinema italiano (e anche mondiale, da quel che sento), ma forse mi devo solo rassegnare al fatto che "La Strada" fa parte di quella lunga lista di lungometraggi che non fanno per me. Non me ne abbiate a male.

kafka62  @  06/04/2018 15:09:11
   8½ / 10
Con i grandi occhi ingenui spalancati su un mondo brutale e disumano, che pur facendo a pezzi la sua fanciullesca innocenza non riesce mai a cancellare del tutto il suo amore incondizionato per la vita, Gelsomina è forse il più bel personaggio creato dalla poliedrica fantasia di Federico Fellini. Il suo volto incapace di fingere è attraversato dalle emozioni più disparate: la tristezza trascolora facilmente in un sorriso di remissiva bontà, così come l'espressione imbronciata si trasforma in men che non si dica in un sussulto di gioia immotivata. Gelsomina è una maschera non condizionata né dalla ragione né dalla psicologia: in lei sono contenute tutte le sensazioni elementari, pronte ad affiorare in superficie senza il filtro della riflessione o dei condizionamenti esterni. Essere istintivo e primordiale per eccellenza, legato alla natura da un rapporto magico e arcano, profondamente religioso ma di una religiosità ancestrale e pre-razionale (come si vede bene nella sequenza della processione), clown lunare e incorporeo, oltre che fondamentalmente asessuato come quasi tutti i personaggi interpretati dall'indimenticabile Giulietta Masina (ma si pensi anche al Benigni de "La voce della luna"), Gelsomina è l'incarnazione stessa del principio cardine della religione cristiana: quello cioè dell'accettazione totale e disinteressata del proprio destino, per quanto misero e infelice questo possa essere. Comprata da Zampanò, violentata dentro uno squallido trabiccolo a motore e cinicamente ammaestrata come un animale da circo, essa accetta di seguire il suo uomo-padrone senza alcun motivo, senza mai chiedersi il perché (l'unica risposta essendo forse che "se non ci sono io, chi ci pensa a lui?"). Gelsomina è una pura di spirito (nel senso dostojevskijano del termine, vena di follia compresa), una di quelle candide persone che non salgono mai sul proscenio della vita ma stanno sempre in un angolo, con la perenne paura di esser di disturbo agli altri, pronte a chinar la testa e persino a chiedere scusa quando vengono umiliate, come cani che si accontentano di un posto qualsiasi pur di poterlo chiamare casa.
Il personaggio di Zampanò è non meno bello e toccante di quello di Gelsomina. Uomo rozzo, arrogante e violento, egli desta alla fine più pietà che rabbia. Anzi, egli è l'unico personaggio veramente tragico del film, perché ha avuto al suo fianco una persona che si è concessa a lui con abnegazione e senza chiedere nulla in cambio, ma, tutto preso dalla sua strenua ed egoistica lotta per la sopravvivenza, non se ne è accorto se non quando ormai era troppo tardi. Zampanò è l'uomo allo stato bruto, incapace di sollevarsi dal fango in cui è sprofondato (anche se nel pianto finale in riva al mare si può leggere l'intervento purificatore della grazia divina), al contrario del Matto che è invece una creatura angelica e celeste (e difatti appare a Gelsomina con tanto d'ali, mentre volteggia su una corda sospesa a mezz'aria). Tra questi due personaggi antitetici Gelsomina fa un po' da trait d'union, espressione di un misticismo, di un anelito all'Assoluto che Fellini racconta (e questa è forse la cosa più notevole di tutto il film) in un modo del tutto personale e anticonvenzionale, definibile (a dispetto di coloro che hanno parlato a proposito de "La strada" di "delitto di lesa realtà") come "realismo magico" o "realismo trascendente".
Non sono mai stato, lo confesso, un grande ammiratore di Fellini. Pur in un periodo di generali apologie e incensamenti, non posso ad esempio nascondere che la filosofia contenuta nella maggior parte dei suoi film mi sembra oltremodo imbarazzante, così avulsa dal proprio tempo, così a-problematica e inoffensiva, quando non addirittura reazionaria. Il messaggio cristiano è poi nelle prime opere soverchiante: ne "La strada" esso è insito già nella struttura archetipica dei personaggi, ma è sottolineato altresì da un simbolismo greve e pleonastico e da dialoghi catechistici e predicatori (come nella scena in cui il Matto spiega a Gelsomina: "Se sapessi a che cosa serve questa pietruzza sarei il buon Dio, che sa tutto, sa quando nasci e sa anche quando muori. Questa pietruzza serve certamente a qualcosa. Se è inutile, è inutile anche tutto il resto, persino le stelle. E anche tu, con la tua testa di carciofo, servi a qualche cosa").
Non mi sembra comunque giusto respingere "La strada" in base a un criterio prevalentemente ideologico, come molta critica marxista ha fatto all'uscita del film. La mia intenzione è semmai quella di criticarlo sotto un profilo estetico e formale. E da questo punto di vista bisogna riconoscere a Fellini almeno lo sforzo di aver voluto affrancarsi, in pieni anni '50, da un realismo pedissequo e noioso: il neorealismo aveva ormai fatto abbondantemente il suo tempo e il regista riminese, cogliendo al volo i tempi nuovi, fa tabula rasa di qualsiasi riferimento ad esso, realizzando un film atemporale, ubiquo, sospeso tra gli espressivi primi piani dei protagonisti e i campi lunghi e indifferenziati di campagne talmente note da risultare irriconoscibili (con sullo sfondo magari una casa colonica o un crocevia), un film che potrebbe essere ambientato dovunque (e a nulla servono i dialetti parlati dai personaggi, perché veneto, emiliano, toscano e romano si confondono e ci confondono).
Piuttosto, bisogna dire che il film è ancora legato a una logica narrativa tradizionale. Vi sono, è vero, ne "La strada" alcune digressioni tipicamente felliniane (ad esempio, il cavallo che nella notte passa davanti a Gelsomina seduta sul ciglio della strada, o la visita al piccolo malato tenuto nascosto in uno stanzino del casolare), ma la fantasia del regista appare ancora imbrigliata e controllata, al punto che, se pur superiore a "I vitelloni", il film è lontano dal livello qualitativo raggiunto in quelle opere in cui, in bilico tra soggettivismo e maniera, i dettagli, le divagazioni narrative e le figurine ai margini risultano importanti quanto e forse più della storia stessa, e la macchina da presa si lascia catturare da fugaci suggestioni e labili incantamenti, cogliendo la poesia dove meno si crederebbe di poterla trovare. Ne "La strada", a mio avviso, prevale ancora il Fellini pedagogo e moralista, anche se per fortuna il suo moralismo si presenta sotto la veste lieve ed eterea di personaggi e situazioni che sembrano fatti apposta per entrare nell'immaginario cinematografico collettivo, ossia nel Mito, così come la musica orecchiabile, romantica e un po' ruffiana del pur grande Nino Rota.

marcogiannelli  @  13/01/2015 17:28:13
   7½ / 10
commedia? ma dove, questo è un film drammatico, commovente, struggevole..certo non troppo, ma un ottimo film comunque, con i due protagonisti e il comprimario a farla da padrone

Goldust  @  10/11/2014 10:25:56
   7 / 10
Non ho mai potuto sopportare né Anthony Quinn né la Masina, ma devo ammettere che in questa pellicola sono grandi entrambi; lei in particolare ha una mimica facciale unica che le permette di passare con grande naturalezza dal serio al faceto, e sarebbe stata perfetta per i film muti di Charlie Chaplin. Venendo al film credo sia ormai abbastanza datato, anche perché tratta temi distanti dalla società odierna e di difficile identificazione per lo spettatore comune. Resta comunque un grande saggio sul come si racconta una storia, e se la prima parte registra qualche farraginosità la seconda è di altissimo livello, sfiorando il poetico in alcuni passaggi. Grandi le musiche di Nino Rota.

vieste84  @  20/10/2013 19:48:07
   7½ / 10
Non un film neorealista ma una fiaba dal retrogusto poetico, il classico tipo di film che al mondo può fare solo Federico Fellini.
E' un capolavoro, ma non me ne vogliate, Le notti di Cabiria e il suo finale per me rimane superiore......

Romi  @  05/10/2013 10:37:58
   10 / 10
Pur essendo un grande regista, i film di Fellini non sono proprio il mio genere, c'è qualcosa che mi disturba, un non so che di morboso... Ma devo dire che "La strada" è uno dei pochi, se non l'unico, che non solo definisco il migliore, ma lo trovo estremamente poetico, è come una fiaba. Apprezzo anche "le notti di Cabiria" oppure 8 e mezzo, ma non mi hanno colpito e commosso come questo straordinario e poetico film. Straordinaria Giulietta Masina, interpreta un personaggio di grande tenerezza. Altrettanto meritevole l'interpretazione di Antony Queen. Due personaggi opposti, ma proprio per questo complementari. La fine estremamente drammatica ma molto toccante. Un film che mi invita ad una riflessone molto bella ed importante: i sentimenti non vanno celati e che tutti siamo importanti per qualcuno.

Lory_noir  @  29/08/2013 17:30:14
   6½ / 10
Mi ha preso decisamente meno rispetto a 8 e mezzo o Le notti di Cabiria. Non so spiegare il perché, ma mi sembra meno immediato, cosa che non necessariamente è un difetto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  01/05/2013 01:45:24
   7½ / 10
Ennesimo grande film di Fellini, una storia poetica in un mare di disperazione.
L'atmosfera e molto drammatica, e violenta in alcuni casi, la povera e illusa Gelsomina, vive nell'ingenuità più assurda, e quando qualcuno cerca di farle capire (con una delle scene più profonde e dolci del cinema) che tutti noi serviamo a qualcosa e che nessuno è qui per niente, lo vede morire davanti agli occhi in un modo terribile. Zampanò, l'uomo cattivo che si compra Gelsomina dalla madre, è molto rude, sicuro di se è violento con il mondo e con la povera protagonista, ma alla fine (veramente drammatico) fà capire come si senta in colpa per i suoi misfatti e per la sua cattiveria.
E alla fine il Matto, l'unico che tenta di dare un risvolto positivo alla vità drammatica di Gelsomina, ma il destino se lo porterà via, in un modo troppo violento, davanti agli occhi illusi e innocenti della povera protagonista.
Una favola, tre protagonisti, due principali con dei caratteri incompatibili e un terzo con una visone del mondo diciamo positiva, molto semplice la storia di Fellini, ma il significato è molto profondo, poetico, che ti lascia un pò turbato nella parte finale, malinconica e tristissima.
Non posso dire di non essermi un pò commosso davanti a questo film, anche se non lo ritengo ai livelli di Amarcord o 8 e mezzo, forse dovrei rivedermelo, ma sono concorde nel dire che a livello cinematografico, questo film vale moltissimo, infatti il sette mezzo non è poco.
Da vedere.

prof.donhoffman  @  28/11/2012 13:53:38
   9 / 10
E' un capolavoro, potrei stare qua a fare paragoni con gli altri film di Fellini ma no, davvero, sono uno più bello dell'altro.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/06/2012 21:01:47
   9 / 10
Grandissimo film di Fellini. Indimenticabile la Masina nei panni di una fragile Gelsomina alle prese col burbero Zampanò.
Una favola di strada con punte di lirismo eccezionale. Un pezzo di storia del cinema italiano.

rosemarie  @  16/05/2012 18:32:22
   10 / 10
Fellini è stato senza dubbio un grande regista, ammirato in tutto il mondo. Anche riconoscendogli questo merito non è, però, tra i miei registi preferiti. Eppure "La strada" è l'unico suo film che trovo bellissimo, forse perchè il meno surreale, ma non solo, trabocca di grande sensibilità e poesia, forse il film più candido di Fellini, una favola, anche se amara. La Masina è perfetta nel personaggio di Gelsomina: tenera, ingenua, candida, umile proprio come una bambina e ci insegna proprio l'esigenza d'essere bambini nel senso più buono. Tutti i personaggi sono azzeccatissimi, bravissimi gli attori. Insomma lo definisco veramente un capolavoro.

topsecret  @  23/04/2012 18:18:48
   7½ / 10
LA STRADA è un film di grande impatto emozionale: tragico, forte e sofferto. Fellini contrappone la durezza di Zampanò all'ingenuità di Gelsomina in un mondo fatto di illusioni, sogni e drastici risvegli alla realtà che li vede protagonisti di un viaggio su una strada difficile da percorrere e che li mette a dura prova durante il loro peregrinare.
Ottime interpretazioni ed alto grado di coinvolgimento.

Oskarsson88  @  18/04/2012 00:49:47
   6½ / 10
forse il mio errore è stato di vederlo da troppo stanco, ma speravo che si concludesse presto. gli attori mi sono molto piaciuti tutti quanti e ho particolarmente apprezzato il matto ma anche la ragazza era molto espressiva. non mi ha del tutto coinvolto la storia ma vabbè, guarderò i prossimi Fellini in pieno stato di carica mentale e magari apprezzerò di più...speriamo!

Mietitore  @  29/11/2011 20:36:30
   10 / 10
Incriticabile.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/10/2013 10.40.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  09/11/2011 20:13:37
   9 / 10
Uno dei capolavori neorealisti di Fellini prima di passare ad uno stile più onirico che oggi definiremmo "felliniano". Questo film possiede una semplicità unica e una sincera malinconia nel ritratto dei 3 protagonisti, così umili, così diversi tra loro che lo avvicinano a Chaplin, pur convergendo verso un finale decisamente più drammatico delle pellicole di Charlot.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/08/2011 23:43:19
   9½ / 10
L'innocenza di Gelsomina, la brutalità di Zampanò, la follia del Matto. Tre caratteri scolpiti in un film poetico e sublime.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  12/02/2011 15:24:11
   9 / 10
Due maschere tristi arrancano per le strade di un'Italia ancora neorealista, nel disperato tentativo della sopravvivenza.
Quinn superbo, la Masina un angelo venuto dal cielo e Fellini un poeta delle immagini. Sfido a trovare anche un solo fotogramma di questo film che non sia un capolavoro. Cinema allo stato puro.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/11/2010 18:28:51
   9 / 10
Grande capolavoro di Fellini.Bravissima la Masina(fa tenerezza il suo personaggio)ed un duro e bravissimo Quinn.Bellissima la colonna sonora di Rota

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  17/11/2010 18:47:52
   8½ / 10
Davvero molto bello questo film di Fellini, il migliore che vedo dopo il mitico "8 1/2". La trama è molto interessante, interessanti le caratteristiche della mente e della filosofia dei personaggi, orchestrati in maniera magistrale. Molto bello il finale, devo dire che non me l'aspettavo, diciamo che la seconda metà del film è stata ricca di sorprese per me. Sorprese che contribuiscono a far salire il voto, che già sarebbe alto di suo.
Fra i film del grande Federico peggiore di "8 1/2" e migliore di "La dolce vita" e "Amarcord".

pinhead88  @  14/06/2010 15:03:35
   8 / 10
Bellissimo.dopo il Casanova,il mio preferito di Fellini.

wallace'89  @  03/05/2010 02:08:29
   9 / 10
Un film bellissimo che ha fatto epoca. Trovo limitativo definirlo una favola solo perchè i personaggi incarnano degli archetipi facilmente riconoscibili e per la magica atmosfera che avvolge queste comunque tristi vicende(ancora molto influenzate dal neorealismo del cinema italiano del periodo). Non tanto perchè "Il reale" prevale sugli espedienti da favola ma perchè della "favola" non ha la direzionalità univoca, una finalità conclusiva svelata apertamente.
Ma mi sembra più vicino comunque ad essere definito come un opera aperta a più interpretazioni e che vive anche di contrasti. Un film di un autore che comunque ricolma ogni sua creazione piena di elementi autobiografici,cosa che essenzialmente una favola,forma di narrazione popolare in cui sempre l'autore scompare per farsi narratore, non è.
Ci sono evidenti echi cristiani, al divino resi con tocchi di sublime intensità e non faciloneria, ma anche qui non mi sembra si possa parlare solo di una forma di racconto didascalico e morale.
O meglio, alla fine può anche esserlo come può essere anche più semplicemente una fiaba( che comunque non sono "semplici" in senso denigratorio), ma alla fine mi sembra un film più sfuggente e vitale, dalle sfumature molteplici a seconda delle angolature, nulla di così facilmente definibile. E più una piccola grande sinfonia di sensazioni, immagini e emozioni filtrate attraverso il mezzo cinema, ed è grande Cinema, un pezzo di storia di quello italiano, un'opera matura di un maestro e un grande artista.
Memorabile la colonna sonora di Nino Rota. E Giulietta Masina è un capolavoro vivente.

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Ultima risposta 05/10/2013 10.42.44
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  03/04/2010 17:40:39
   8 / 10
Film molto bello di Fellini - che non è tra i miei registi preferiti - e sicuramente uno dei suoi più accessibili. Bravissimi sia Quinn che la Masini, film molto cupo e amaro, bellissimo il finale sulla spiaggia e bellissimo il personaggio dell'acrobata. Da vedere.

uzzyubis  @  21/03/2010 10:55:33
   9 / 10
Film che vale a Fellini il primo Oscar. La vicenda di Gelsomina è struggente soprattutto nel finale.
E' un film storico che colpisce anche dopo 50 anni di distanza. Grandi interpretazioni e grande regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/03/2010 13:19:30
   9 / 10
Il primo capolavoro di Fellini,un film neorealista drammatico in cui si intravedono l'amore del Maestro per i sogni. Difatti è un atmosfera drammatica,anche violenta ma da circo con due interpreti magnifici come Quinn e l'eccezionale Masina.
Come detto tante volte,io amo il Fellini post-Dolce vita,ma da qui comincia la serie di capolavori di quello che ad oggi è il più grande regista italiano di sempre.
Inutile dire che la sceneggiatura è ottima. Bei tempi quelli in cui il nostro cinema era all'avanguardia ed era preso a modello anche dai colossi americani...
Ma per l'Amarcord ci sarà tempo...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  22/12/2009 09:01:40
   8 / 10
Bellissimo e dolcissimo, grande storia, grande Masina, grande Quinn e grande Fellini.

DarkRareMirko  @  01/11/2009 22:23:49
   10 / 10
Il Fellini più esemplare, il film che forse, più di altri, potrebbe esser usato come a dire "guardate, qui son presenti tutti i tratti caratteristici del gran modo di far cinema tipico di questo famoso regista".

Quindi memorabili, strambi e strani personaggi si sprecano (come "il matto"), certe strizzatine d'occhio al neorealismo son presenti, grandi attori ci deliziano (e questo, oltre a Il casanova di Federico Fellini, è un altro lungometraggio dove il regista ha chiamato a recitare un divo straniero, greco per la precisione, ossia il grande Anthony Quinn, con risultati celestiali) ed è presente, come ne La dolce vita, un ottimo finale ambientato in spiaggia, forse un pò più drammatico però rispetto al citato capolavoro.

E' anche il film più religioso di Fellini, più votato a chiamare e chiedere la presenza di Dio, del Divino.

Altra visione imprescindibile.

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Ultima risposta 05/10/2013 21.55.15
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Lunatico  @  07/08/2009 00:35:08
   9 / 10
BELLISSIMO E TOCCANTE... DA VEDERE!!!!!!!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  29/06/2009 07:10:25
   10 / 10
La vicenda è vista interamente attraverso lo sguardo innocente e sognante della povera Gelsomina. E' un film di maschere: Il rude e violento "peccatore" Zampanò, il "matto", "l'ingenua" donnina. Nella sua struttura drammatica, il film appare pieno di sorprese, di magia, di dolce poesia.

Neu!  @  04/04/2009 12:44:12
   10 / 10
più vedo questo film e più capisco quanto non ci capisca niente chi parla di "primo peridodo neorealista" riferendosi al periodo di Fellini (quello antecendente a "La Dolce Vita"). sicuramente sono film più "normali" di quelli del periodo più onirico di Fellini; ma questi sono tutto tranne che film neorealisti. "La Strada" ne è l'esempio lampante: qui non ci sono personaggi, ci sono macchiette; non ci sono uomini che devono ritrovare la propia Bicicletta o vecchi che non riescono a vivere e tentano il suicidio; ci sono dei giocolieri, c'è un equilibrista. questo è un film anti-neorealista. ma dai... ce lo vedete un personaggio come "Il Matto" in un film di De Sica? e in un film di Rossellini? assolutamente no. "La Strada", prima del suo clamoroso successo, ebbe molti problemi ad essere prodotto; perchè in piena era neorealista sembrava insensato produrre un "favola". si, perchè "La Strada" non è altro che una favola. una favola bellissima, piena phatos e di personaggi riuscitissimi, e con un finale incredibile. il discorso tra Gelsomina e Il Matto è qualcosa di incredibile, e come se stessero parlando di filosofia senza rendersene conto, è un elogio alla semplicità; semplicità che nel finale riuscirà persino a redimere uno come Zampanò. il più bel film del primo Fellini.

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Ultima risposta 05/10/2013 10.49.52
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  30/01/2009 12:47:34
   9½ / 10
"Ma se non ci sto io con lui, e chi ci stà!" Bellissimo film di Fellini che rappresenta la fusione ideale del primo periodo di questo autore dove è evidentissima la provenienza come sceneggiatore neorealista di Rossellini, e il barocchismo degli anni 60 in poi del Fellini CineCittà. Probabilmente non ha la compattezza e la coesione dei suoi capolavori, ma "La Strada" è l' unico film di questo regista che mi abbia davvero commosso. Una favola patetica, dove il suo punto di forza sta nel suo antirealismo - quindi in contrasto con il periodo neorealista di allora - e come favola appunto, di rinnegare totalmente ogni forma di ottimismo e di happy-ending con il quale il buon Capra aveva abituato fino a pochissimi anni prima; e forse per questo, anche, ha vinto l' Oscar come miglior film straniero. La cosa che salta più agli occhi è ovviamente questo rapporto d' amore impossibile per la dicotomia presente nell' approccio alla vita dei suoi due (più uno) protagonisti, troppo diversi da non poter stabilire alcun tipo di reale contatto umano e di intesa. Un Fellini on the road con i suoi personaggi circensi che come in "La Voce della Luna", ognuno rappresenta un' aspetto della sua personalità: il scorbutico Zampanò, la dolcissima Gelsomina dall' apertura mentale che caratterizza ogni artista, e il Matto, la parte più estroversa e giocosa del regista. Bellissima la colonna sonora di Nino Rota e geniale davvero la recitazione di Giulietta Masina. " 'gnorànnte...". Beh davvero stupendo.

Mr.619  @  18/11/2008 19:23:53
   8½ / 10
L'inizio di un filone neo-realistico forte e crudo, la nascita di un grandissimo regista.

Bathory  @  07/11/2008 17:29:29
   8½ / 10
Il primo film di Fellini ad ottenere l'oscar per miglior film straniero (quando il premio americano aveva ancora un importanza reale e non strumento di pura pubblicità come lo è oggi) ed a mio modo di vedere assolutamente meritato.
La prima ora di film è talmente poetica, quasi eterea, che è una vera gioia per gli occhi.
Giulietta Masina con quella sua espressione ingenua e quelle sue strane smorfie e movenze che ricordano uno Charlot al femminile è assolutamente incredibile, un piccolo folletto rispetto al gigante arcigno e burbero costituito dal controverso personaggio di Zampanò interpretato con magnifica rudezza da un Anthony Quinn davvero sopra le righe.
Con l'ingresso del "Matto" il film si arricchisce di una delle figure più geniali e affascinanti della storia del cinema. La sua interpretazione, seppur breve, è talmente intensa che lascia il segno: il dialogo con Gelsomina è semplice e ingenuo, ma quanto mai suggestivo e profondo..
Nell'ultima mezz'ora il film perde quella poesia e quella gioia che si percepiva, caricandosi di malinconia per giungere ad un epilogo che per come erano le premesse era difficilmente preventivabile.

Un film apparentemente semplice, che lancia più di qualche spunto e fa riflettere molto, anche se ti lascia addosso molta malinconia..

paride_86  @  29/09/2008 00:55:59
   8 / 10
Uno dei film più belli del primo periodo di Fellini. Il regista ci racconta l'ambiguo rapporto tra il lupo (Zampanò) e l'agnello (Gelsomina), ambientando la storia nel mondo degli artisti di strada. E' un film molto amaro e molto dolce allo stesso tempo.

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Ultima risposta 29/09/2008 00.58.03
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The Monia 84  @  28/04/2008 13:49:26
   9 / 10
La storia patetica di Gelsomina, della sua ingenuità offesa dalla crudeltà del fato e del mondo, ammantata com'è di pietà francescana, umana, religiosa, è di quelle che scavano nell'animo con lentezza ma con la precisione di una lama affilata. Mi ricorda tanto Paper Moon per la sua immortale bellezza e poesia.

Ah, mi pare scontato dire che è il mio Fellini preferito.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  09/04/2008 18:57:51
   7½ / 10
Con questo film Fellini ci racconta la vita di strada, dando voce a personaggi altamente poetici: il clown Gelsomina, simbolo di tenerezza, devozione e fragilità; il rude ma fondamentalmente buono Zampanò; e il Matto, un funambolo il cui soprannome la dice lunga sulla sua capacità di guardare "oltre" le cose. Memorabile il discorso che quest'ultimo fa a Gelsomina quando cerca di rincuorarla, facendole capire che anche un soggetto buffo e apparentemente inutile come lei svolge una sua importante funzione nella realtà così come qualsiasi altra cosa esistente. E la funzione di Gelsomina sarà proprio quella di assistere devotamente Zampanò, un uomo la cui forza naturale, che gli permette di lavorare per "la fabbrica dell'appetito", determinerà per ironia della sorte una successione di tragedie concatenate tra loro: la morte del Matto, la pazzia di Gelsomina e la disperazione dello stesso Zampanò, che nel celebre finale in riva al mare si manifesta in tutta la sua tragicità.
"La strada" non è il film che preferisco di Fellini, forse perchè si presenta a tratti un pò "sdolcinato", tradendo così l'impianto "naturalistico" proprio del cinema italiano di quell'epoca. Non si può tuttavia non riconoscere come alcuni momenti di questa pellicola costituiscano pagine indimenticabili di poesia.

AKIRA KUROSAWA  @  27/12/2007 13:31:21
   10 / 10
davvero molto molto bello, mi sento di dire che sia tra i piu bei film di fellini, bellissima la storia commovente, la musica è da brividi e le interpretazioni della masini e di quinn poi, sono davvero superbe..
un bellissimo ritratto della vita sulla strada in italia in quegli anni, davvero bellissimo e perfettamente riuscito.. stupendo il finale.. grande federico

TheJolker  @  09/12/2007 12:23:02
   9 / 10
lezione di vita,ancora una volta federico vede al di là della superficialità

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  23/10/2007 18:09:53
   9 / 10
Uno dei capolavori del cinema degli anni '50, un fillm molto complesso sull'amore che ognuno riserva verso il prossimo e che ha, più o meno consciamente, dentro di sè. Amore inteso nel senso più cristiano del termine, infatti Zampanò alla fine, mirando accecato il cielo alla ricerca di risposte esistenziali, verrà abbattuto dal peso dei propri peccati.
La sofferenza che consegue la redenzione è direttamente proporzionale alla quantità di male commesso. Non sappiamo se Zampanò cambierà definitivamente, ma siamo certi che abbia sofferto dolorosamente delle proprie colpe. E questo potrebbe essere un altro inizio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  01/09/2007 14:23:19
   9 / 10
Film di grande impatto esistenziale.

Presenta e rappresenta un caso umano senza falsi pudori.

Il vero consolatore di Gelsomina sarà la realtà stessa rielaborata nella direzione dell'adattamento ai valori dell'altro: unico punto di riferimento per sopravvivere.

Da ciò nascerà un sentimento nuovo, attivo e non passivo, una forma d'amore vero verso il tu che il cristianesimo inconscio di Gelsomina impone.

Vedi recensione

dgarofalo  @  27/08/2007 13:06:07
   9 / 10
quasi perfetto
fellini con questo fil ha cambiato il suo modo di fare film diverso dagli altri come 8 e mezzo per fare un esempio
da vedere

metafisico  @  07/08/2007 19:12:13
   7½ / 10
a mio avviso il miglio film di Fellini con un Anthony Quinn perfettamente calato nella parte

edo88  @  14/05/2007 23:36:02
   9 / 10
Beh, che dire?
Un film decisamente poetico, come già detto e stradetto, ma anche abbastanza semplice. Non so come dire...tipo "Ladri di biciclette", di cui è difficile sentire dire "non l'ho capito".
I tre personaggi principali sono uno più bello (a livello di caratterizzazione) dell'altro (non si può dire siano stereotipati, nel '54!), e i tre attori fanno a gara in bravura. Non ho trovato esagerate le espressioni di Giulietta Masina, anzi, è perfetta.
Commovente, più drammatico che "commedia", come è segnato qui su Filmscoop.
Molto diverso - ci scappa il paragone perchè l'ho visto ieri - da 8 1/2...proprio una tipologia di narrazione e probabilmente anche regia diversi.
Comunque da vedere assolutamente anche questo.

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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  30/04/2007 18:26:50
   7½ / 10
Un grandissimo film del primo Fellini. E' una storia che ha carattere e dolcezza e personaggi gustosamente affrescati. A tratti pecca un un pò di ingenuità, ma sono peccati veniali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  13/03/2007 14:56:18
   7 / 10
Un film da vedere assolutamente, che ci propone un ritratto poetico degli artisti di strada. Magnifica l'interpretazione di G. Masina che come afferma lo straordinario Richard Basehart, un po' "testa di carciofo" è, ma un'emozionante "testa di carciofo". Bellissimo il dialogo tra lei ed il funambolo, Basehart appunto.
Figura classica, per il cinema, ormai Zampanò!
Nonostante questo ritengo che il film sia un po' soppravvalutato.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  03/03/2007 16:26:11
   9 / 10
Poetico. non c'è nessun altro aggettivo in più da accostare a questo capolavoro neorealista.
con il cinema di Federico Fellini si riprese la tradizione verghiana non più nella letteratura, bensì nel cinema, infatti laddove la genialità di Giovanni Verga era già morta e sepolta da un pezzo (e la letteratura non offre più niente di suo) è arrivato a colmare questo incredibile vuoto il regista romagnolo nel pieno della sua vitalità artistica, del suo amore verso le persone, il mondo e la moglie (strepitosa Giulietta Masina). ma, malgrado tutto ciò Fellini non dimentica il suo fortissimo realismo sia nel descrivere i rapporti, sia la situazione sociale italiana: egli ci fornisce un affresco spettacolare, ai livellissimi di Bergman, della società piagata dalla povertà che solo la presenza degli artisti (è impossibile non ricordare il Settimo Sigillo) e la devozione nella religione (anche se troviamo una Chiesa austera e non presa dal messaggio di Cristo nella solita sottile critica di Federico) riescono ad alleviare. Fellini è geniale poichè dipinge questo quadro con la sola forza espressiva delle immagini: è indimenticabile la scena del banchetto dei ricchi che si lanciano i pezzi di pane e i mendicanti si affannano a raccogliere le briciole come i cani, struggente, terribile...qui c'è Verga, tutto. poi inserisce con delicatezza la figura arzigogolata di Gelsomina e quella spartana di Zampanò, legati da un amore impossibile per caratteri diametralmente opposti, ma s'inserisce una figura strana, il Matto che incarna un'ottica felliniana molto bella e gioiosa, ovvero la nostra posizione nella ruota del mondo: qual'è la funzione che abbiamo nella vita? perchè siamo al mondo? e arriva una sicura, serena risposta da parte del regista, malinconico, realista, ma felice, ossia che tutto è utile, tutto ha un posto. sembrano difficili come contenuti, ma con la superba genialità che lo caratterizza egli pone tutto sotto l'aspetto favolistico accompagnato da una fantastica colonna sonora di Rota, co-protagonista del film. un film meraviglioso

3 risposte al commento
Ultima risposta 30/01/2009 14.13.28
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litfiba3  @  07/01/2007 22:39:39
   10 / 10
federico racconta, la masina, quinn e basehart interpretano il sogno di un 'Italia che non c'è più

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  11/12/2006 13:28:16
   6½ / 10
Non c'è niente da fare: a me Fellini non è mai piaciuto.
Non si può negare che Giulietta Masina colpisca, con quel faccino stralunato, gli occhioni, la maglietta a righe, la mantella e quelle smorfie - a mio avviso - esagerate.
Anthony Quinn, qui animalesco, rude, grezzo e violento, non mi ha ma detto molto.
Tutto ilfilm è pervaso da un latente senso di tristezza che ti lascia intuire come andrà a finire.
Alla fine ti viene da dire: Eh... Zampanò, ci voleva tutto ciò perché tu capissi?
Sopravvalutato.

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/03/2015 16.32.22
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marco86  @  11/12/2006 12:12:12
   8 / 10
anche secondo me è un film un pò sopravvalutato che col tempo finirà con l'invecchiare sempre di più.
La strada appartiene al primo periodo felliniano,quello più neorealista per intenderci.ma il fellini che amo di più è certamente quello successivo,quello per l'appunto felliniano (non esistono altri termini per parlare del suo cinema).
detto questo La strada è un film comunque bellissimo.ottimi i tre attori protagonisti (conto anche il matto)e commovente il finale col suo significato filantropico (tutti servono a qualcosa e a qualcuno).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  21/10/2006 14:11:15
   7½ / 10
"La strade" è un film che non merita commenti, anche se a dire il vero la poetica di Fellini qui è esposta (fin troppo) a un'eccessivo naturalismo neorealista che non sempre funziona.
Per inciso, trovo che il film sia decisamente sopravvalutato: ancora oggi continuo a preferire il personaggio del "matto" (un memorabile Richard Basehart) rispetto ai pur eccellenti protagonisti,
Zampano' anima un ritratto "mostruoso" e sprezzante che ha trovato vari sbocchi nel cinema successivo, dalla trasfigurazione complessa e grottesca del Tognazzi di "La donna scimmia" (cfr. Ferreri) al manierismo etico di Tornatore ("L'uomo delle stelle").
In ogni caso, un'ottimo film che ha segnato un'epoca

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  10/09/2006 20:50:16
   9½ / 10
Che bello.
Triste, semplice, umile, magico ma splendido.
Difficile non commuoversi nel vederlo. L' anlisi fatta da Fellini alla vita di questi due poveracci è divina.
Sublime l' incontro con il matto e il susseguirsi degli eventi in maniera così semplice. Come dice il film :" tutto serve" e tutto ha un perchè ed è qui che la Masina trova la sua piccola gioia di vivere.
Tristissimo e magnifico.

Ch.Chaplin  @  11/08/2006 20:15:35
   10 / 10
da quello che mi aspettavo avrebbe potuto essere anche migliore, ma a ripensarci bene ora non vedo come avrebbe potuto fare di meglio!la masina è magica e mi ricorda moltissimo charlie, sicuramente la sua interpretazione è formidabile..quinn è maestoso e brutale, e interpreta perfettamente la trasformazione finale..alcune scene sono magiche..due su tutte: quando zampanò cerca invano di insegnare a gelsomina ad usare il tamburo e poi il profondo discorso del matto sempre con gelsomina. da vedere, ma non lo consiglio certamente a ki è abituato a guardare tarantino o george lucas

Rusty il Selvag  @  18/07/2006 23:57:58
   10 / 10
Opera sublime.

Mi sorprendono i pochi voti che questo capolavoro ha finora ricevuto,

non considerando l'idiota che ha messo un 2 con una motivazione

vergognosa.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  29/05/2006 19:39:47
   10 / 10
Superba favola agrodolce, ispirata da una Giulietta Masina tenerissima e disorientata e da un Anthony Quinn ai suoi massimi livelli artistici e sugellata da un tema musicale immortale. Fellini ci mette la classe propria dei grandi, donandoci un gioiello imperituro.

KANE  @  25/03/2006 00:36:18
   10 / 10
bellissimo!!
uno dei capolavori di fellini, il fellini meno onirico e più romantico!!
lascia alla moglie giulietta masina, uno dei ruoli più belli che un'attrice posa sognare di interpretare!!
grandioso anche il bravo Zampanò quinn!!
un film di strada, avventuroso lungo strade brecciate e piazzette dove esibirsi, la poesia del viaggio e del vagabondare...bellissimo ed immortale!!

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  01/01/2006 19:06:06
   10 / 10
Uno dei più bei film della Storia del Cinema mondiale. Questo film ha consacrato Fellini nell'Olimpo dei migliori e credo sia, insieme ad altri due-tre film, il migliore del regista riminese.

badovino  @  01/01/2006 06:28:39
   10 / 10
E' il primo film con cui Fellini vince un oscar: in seguito ne vincerà altri tre per Otto e mezzo, Le notti di Cabiria e Amarcord più quello alla carriera. Ed è anche, assieme ai Vitelloni, il film che porta il suo nome in tutto il mondo. Triste e poetica parabola di vita per un girovago scorbutico e senza scrupoli, Zampanò, e di una ragazza, Gelsomina, che vive come se stesse camminando sulle soffici nuvole. Dunque un incontro-scontro fra due realtà...fra due anime....fra due mondi opposti e incastonati l'uno nell'altro.Già qui si intravede l'amore di Fellini per il circo e i clown. Ma soprattutto si intravede la sua filosofia e la sua poetica di cui saranno intrisi tutti i suoi film. Nello splendido monologo di Basehart, che interpreta il Matto, si esprimono concetti addirittura cosmico-esitenziali: Tutto....dalla stella più luminosa e alta nel cielo al sasso più sporco infisso nel terreno, ha un significato....ha uno scopo ben preciso ed è importante per l'Universo stesso. La pellicola è naturalmente accompagnata dalla splendida e struggente musica di Nino Rota. La Masina interpreta un personaggio folle quasi da caricatura; con quella trombetta in mano e quel cappellino in testa essa incarna il mondo visionario e bizzarro di Fellini: un Charlot in gonnella come fu definita. Anthony Quinn poi è davvero antipatico agli occhi del pubblico con il suo fare scontroso...oserei dire selvatico.
I due protagonisti si attraggono e si respingono come in un balletto di danza sino a quando la vita li travolge: Zampanò uccide il Matto e Gelsomina morirà qualche anno dopo sola.....
Per molto tempo La strada fu giudicato l'opera d'arte cinematografica per eccellenza. Surreale...

alesfaer  @  18/07/2005 23:33:19
   2 / 10
io nn c'ho trovato proprio nulla di poetico. il film è attempato, ma anke se fosse stato rifatto da george lucas o ki volete, sarebbe rimasto sempre 1 film mediocre.

4 risposte al commento
Ultima risposta 24/05/2008 20.43.58
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controsenso  @  09/07/2005 22:59:06
   10 / 10
Film commovente e amaro, di una bellezza eterna. La Masina dolce e stralunata e il rude Quinn sono un accoppiata di girovaghi insuperabile.

benzo24  @  25/05/2005 20:09:47
   10 / 10
Il migliore di Fellini, il più commovente, il più sicero, il più magico, il più umile.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  30/11/2004 10:02:03
   9 / 10
Una favola felliniana.
Un atto d'amore nei confronti della Masina.

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