Un autista indiano scaltro e ambizioso riesce a sfuggire alla povertà per arrivare ai vertici del potere. Un viaggio epico tratto dal bestseller del New York Times.
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"Capii in questo momento quanto fosse difficile per un uomo essere libero in india, successivamente, capii anche il perchè. La cosa piu grande che questo paese abbia creato nei suoi di 10.000 anni di storia, è la stia per polli. Vedono e sentono l'odore del sangue, sanno che toccherà anche a loro, eppure non si ribellano, non provano a scappare dalla stia. Qui i servitori sono stati cresciuti per comportarsi così...." Da questo monologo fuoricampo del protagonista e dal suo prosequio si può capire molto, poichè il film è proprio incentrato sulla miseria e la condizione di schiavitù di migliaia e migliaia di persone che si chinano "volontariamente" ad essere trattati peggio delle bestie ingabbiate, nei confronti di padroni beceri e di una casta che li tiene in pugno senza che essi possano e/o vogliano minimamente ribellarsi. Perchè una scelta non l'hanno. e la loro vita non può che rimanre su binari morti che non li porteranno mai da nessuna parte.
Non è così per il protagonista - prototipo del servo perfetto - che essendo disposto a sottomettersi grazie al proprio entusiasmo e all'incontenibile caparbietà, nonchè ad adattarsi alle piu spregievoli situazioni, assorbendo i sopprusi piu abietti, cerca di arrivare a tutti i costi ad essere un imprenditore di successo ed a distaccarsi dall'estrema povertà ed emarginazione della famiglia e dalla casta da cui proveniva. Ma egli non è che una Tigre bianca, raro esemplare in mezzo altri milioni di persone di questo paese troppo corrotto e indietro millenni socialmente parlando, dove la "civiltà" è sempre un puro scontro tra Davide e Golia, così come avviene quotidianamente nella lotta di classe.
Il cinismo e l'ironia, dopo una prima parte più favolistica, incastrati e rappresentati con uno stile cienmatografico occidentale, si fanno più oscuri e vengono disseminati come aghi velenosi per tutto il film; in cui vi sono chiari messaggi di denuncia ed in cui i toni più neri e duri si fanno più presenti; infatti come egli stesso enuncia: "Per ottenere una buona posizione in India ci sono due strade: il crimine o la politica". Ah, perchè non vale pure nel resto del mondo?
Il film, che è una adattamento dell'omonimo libro di Aravind Adiga, mi ha lasciato piuttosto soddisfatto, sia per l'ottima regia di Ramin Bahran, che per il bel montaggio e la fotografia. Le interpretazioni di tutti gli attori sono state buone, su tutti l'azzeccatissimo protagonista, che con quelle pose da faccia di minchia e il sorrisetto sdentato e sgangherato, che sottindende sempre una venedetta che prima o poi dovrà arrivare, incarna perfettamente quel ruolo cucitogli su misura. Inoltre, la storia è avvincente e scorre molto bene. Del 2021 fino ad oggi è uno dei film che mi è piaciuto di più.
In India la lotta di classe è virata in lotta di casta, non è un'isola felice ma pure lì dominano iniquità, corruzione, malaffare. Rivelazione epocale. Via redentiva? Rimpiazzar'i padroni, ricchi, ladri, assassini diventand'un criminale come loro. Ulteriore sobbalzo di stupore. Bahrani si crogiola nel cinismo mentre, 21 anni dopo, Miss Mondo 2000 è più larga che alta.
Una buona storia di formazione con qualche risvolto ironico, qualche momento simpatico , ma in generale pervasa da forti sentimenti cinici,cupi,arrivisti e bigotti, di un paese (l'India) per molti versi ancora socialmente al palo . La sceneggiatura non inventa nulla che non si sia già visto ed è anche abbastanza intuibile sin da subito come vada a finire ma il film è ben diretto e interpretato con entusiasmo dal giovane protagonista ,supportato da un buon cast di contorno.