la vendetta di un uomo tranquillo (2016)

Un revenge movie forse poco originale ma sceneggiato e strutturato in maniera impeccabile oltre che con un'ottima scelta dei tempi con cui Arévalo mette in scena la vendetta del suo uomo (apparentemente) tranquillo.

Stupendo, soprattutto il finale

SPOILER

Fa il paio con "La islam minima", altro crepuscolare noir spagnolo dall'ambientazione western: di nuovo quì i personaggi sono chiusi in loro stessi e si portano dietro e dentro un passato di sofferenze, dolori e scelte sbagliate. Il passato si ripercuote inevitabilmente sul presente: chi vuole la sua sua vendetta, chi è suo malgrado il tassista del boia. E così il film diventa una sorta di on the road noir, un chiaro film di genere che esplora i silenzi per nascondere la paura, riflette sulla violenza dei sentimenti e quelle fisica, sull'assenza di pace in una Spagna i cui personaggi (proprio come in "La isla minima", il cui protagonista è il regista di questo), sembrano portarsi dentro ancora la violenza del franchismo. Una pellicola secca, basica (anche nella sua messa in scena), un po' semplicistica in alcune scelte e nel limitare tutto alla "semplice" esecuzione della vendetta, ma anche un film interessante, freddo e glaciale nonostante l'assolata Spagna che cerca di raccontare in questo microcosmo di povertà, violenza e risentimento.

Si capisce molto dall inizio...comunque un ottimo film

Dopo 9 anni di carcere un uomo medita vendetta nei confronti di chi l'ha tradito dopo una rapina andata male. Si parte proprio da questo interessante piano-sequenza della rapina.
Successivamente per un po' si fa fatica a conoscere i protagonisti e i loro legami.
Una volta ricomposti i tasselli comincia la violenza.
Non originale ovviamente ma girato bene e nel complesso di qualita'.

Piacevole e diretto, senza fronzoli ma soprattutto senza le tonnellate di piombo made in usa.

mi allineo con gli altri commenti: inizia bene, i pezzi del puzzle vanno lentamente al loro posto, ma poi c'è un appiattimento generale.
originalità vicina allo zero, anche se lo stile è molto accattivante.

Inizio al cardiopalma e poi adrenalina in discesa per un titolo che prometteva bene ma poi diventa facilmente intuibile .
Bene gli attori e la sceneggiatura. alcune situazioni un pò lente ma va capita la psiche del protagonista , in bilico tra la disperazione di un perdono difficile e la voglia di vedere chi ha causato il suo dolore pagare il giusto prezzo .

Incipit folgorante per il debuttante Raul Arévalo (attore molto noto in Spagna), il quale si affida con sicurezza al piano sequenza per raccontare, dall'abitacolo di un veicolo, l'arresto del poco raccomandabile Curro, scelto come "driver" durante una rapina. Uscito dopo anni di prigione il nostro ambisce a rifarsi una vita con la fidanzata Ana, la quale però nel frattempo ha preso una cotta per il taciturno e galante Josè.
Meglio non dire altro per evitare antipatici spoiler, giusto però specificare che "La vendetta di un uomo tranquillo" non è certo un dramma sentimentale nè un heist movie, bensì ennesima versione sul tema della vendetta, indirizzata sui binari convenzionali del genere quindi non esattamente originale, ma non priva di una propria personalità, piacevole in quanto strutturata narrativamente in maniera interessante e votata, più che alle esplosioni di violenza (che comunque non mancano), ad un'attenta definizione dei personaggi e all'analisi di quel bisogno catartico che diventa urgenza spietata.
Ambientato nella periferia madrilena e nell'assolata campagna spagnola, appare più come un noir con improvvisi scatti nervosi, atti a concretizzare la rabbia primordiale covata per anni da uno dei personaggi. Molto buona la prima parte, ingarbugliata il giusto e preparatoria verso un secondo atto più scontato ma solido, in cui i twist fanno il loro dovere e la noia resta in disparte alla faccia dell'abbondanza di clichè.

altro buon thriller dalla Spagna, la cui cinematografia recente, nel genere, sta sfornando prodotti di buon livello, sempre molto curati, sia sotto il profilo della sceneggiatura che sotto quello realizzativo. Ben delineati i 2 protagonisti e trama sviluppata in modo interessante e avvincente.

In qualsiasi genere gli spagnoli si cimentino, vincono sempre. Difficile tirare avanti un film sulla vendetta senza farne una pagliacciata (vero Keanu Reeves?), ma ancora una volta, con quattro spiccioli, si confermano i fuoriclasse.

Nonostante questo film sulla vendetta non aggiunga niente di nuovo al tema, questa produzione è stata una piacevole sorpresa perchè il film è scritto bene, scorre e ti porta fino a compimento senza mai stufare.
Ottima la regia dell'esordiente Arevalo (vinti 4 premi Goya) che parte con un piano sequenza da adrenalina pura per raccontare l'antefatto,una rapina, che darà vita alla vicenda. Perfetto uso della camera a spalla che dona realismo e coinvolgimento.
Davvero gradevole la prova di Antonio de la Torre, che mi aveva già sorpreso nel fantastico "Ballata dell'odio e dell'amore".
Veniali un paio di incongruenze di sceneggiatura, nel complesso un buon film che mi ha fatto uscire dal cinema soddisfatto, una produzione europea di tutto rispetto che forse meritava più visibilità invece che passare in sordina in pochissimi cinema della città meneghina.

ottimo inizio, poi scorre tranquillo senza annoiare ma senza entusiasmare.

SPOILER

Esordio col botto quello di Raúl Arévalo, autore di un ottimo revenge movie, teso e progressivo nella costruzione della tensione. Man mano che la vicenda prende corpo, c'è un' interessante inversione di predominanza tra i due personaggi maschili principali. Bravi gli attori.

Davvero sorprendente e ben girato questo esordio alla regia. Ottimo sviluppo della trama e alcune sequenze davvero coinvolgenti.

dopo un inizio folgorante, la rapina, il film diventa il solito revenge movie dove la vendetta è un piatto che si serve freddo.sinceramente a un certo punto ho preso un abbiocco. comunque val la pena vederlo per il finale

Inizio folgorante, poi il film si appiattisce un po' pur restando interessante. Molto ben calibrato

SPOILER, ma è come se al film mancasse qualcosa per spiccare il volo.

PRESENTI SPOILER
Tarde para la ira inizia letteralmente a tutta velocità. La sequenza della rapina pressochè in soggettiva è veramente da applausi, ma successivamente la narrazione si rende più scarna e semplice ed altrettanto implacabile come il più classico dei revenge movie. Perchè questo è un revenge movie che fa suo il detto "la vendetta è un piatto che va servito freddo", tanto è meditata ed ossessiva da essere l'unica ragione della propria esistenza. Un'evidente contrasto fra i due protagonisti: la brutalità dell'uno ed al tempo stesso l'assenza di vera cattiveria, mentre l'altro più calmo esteriormente ma estremamente risoluto nei suoi propositi da sfiorare l'inumano. Arevalo dirige un un buon film d'esordio, molto teso e affidando alla coppia d'attori Callejo-De La Torre, più la Diaz a cui è stato dato il premio per la migliore interpretazione in Orizzonti, il cui personaggio vede vacillare i propri sogni di un cambiamento radicale della propria vita. Altra conferma che il cinema spagnolo è più vitale del nostro nel trattare i generi.