lazzaro felice regia di Alice Rohrwacher Italia 2018
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lazzaro felice (2018)

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locandina del film LAZZARO FELICE

Titolo Originale: LAZZARO FELICE

RegiaAlice Rohrwacher

InterpretiAdriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Agnese Graziani, Luca Chikovani, Sergi López, Nicoletta Braschi, Tommaso Ragno, Natalino Balasso

Durata: h 2.05
NazionalitàItalia 2018
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2018

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Trama del film Lazzaro felice

Quella di Lazzaro, un contadino che non ha ancora vent'anni ed è talmente buono da sembrare stupido, e Tancredi, giovane come lui, ma viziato dalla sua immaginazione, è la storia di un'amicizia. Un'amicizia che nasce vera, nel bel mezzo di trame segrete e bugie. Un'amicizia che, luminosa e giovane, è la prima, per Lazzaro. E attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un Grande Inganno, portando Lazzaro nella città, enorme e vuota, alla ricerca di Tancredi.

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Voto Visitatori:   6,85 / 10 (10 voti)6,85Grafico
Miglior sceneggiatura (Alice Rohrwacher)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior sceneggiatura (Alice Rohrwacher)
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Voti e commenti su Lazzaro felice, 10 opinioni inserite

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Thorondir  @  28/03/2023 15:53:07
   8 / 10
In un mondo fuori dal tempo (più volte mi sono chiesto quali fossero gli anni in cui è ambientata la prima parte) si costruisce il grande inganno, si reitera l'atavico sfruttamento dell'uomo sull'uomo grazie alla persistenza dell'ignoranza nel mondo contadino e all'esercizio del potere egemonico da parte di chi detiene la ricchezza economica (e quindi politica). In questa sorta di "The Village" all'italiana, dove l'horror sta nel come si trattano gli esseri umani, la figura di Lazzaro è simbolo di una bontà oltre il tempo. È un elemento estraneo a quel mondo ma allo stesso tempo ne è l'esemplificazione massima: incapace di dire no, di ribellarsi alle situazioni, sempre pronto a subire e a lavorare per tutti. La sua resurrezione diventa espediente narrativo-metafisico con cui raccontare l'eterno ritorno del male e dell'uguale e la continua sconfitta della gentilezza: che sia il mondo di terra dei contadini o quello dei grigi grattacieli e delle fredde banche, nulla sembra veramente poter cambiare nello sguardo della Rohrwacher. E però, nonostante un pessimismo mai mascherato e poco "italiano" in ambito cinematografico, la regista sembra dirci che quelle battaglie umane di bontà, quelle incoscienti manifestazioni di gentilezza e premura sono proprio quelle che vanno compiute, oltre il tempo e lo spazio.

Memento mori  @  02/01/2021 21:09:23
   6 / 10
Non mi convince. E' sbiadito. Tante le intenzioni, anche apprezzabili, ma poco lo spessore dei personaggi e delle situazioni.

Recitazione un po' mediocre a parte qualche picco di realismo interessante ogni tanto.

Secondo me è poco chiara la percezione di Lazzaro agli occhi degli altri: o è semplicistica oppure a volte manca di approfondimento.

polbot  @  12/06/2020 23:36:55
   7 / 10
Un film che non si lascia facilmente capire.. che a tratti sembra neorealista a tratti una fiaba stile Pinocchio. Con questo film la regista ha certamente rischiato parecchio, ma a mio parere ha fatto centro. L'ingenua bontà in un mondo che se anche cambia completamente rimane fondato sulla prevaricazione: alla fine non c è una morale, ma la figura di Lazzaro fa pensare e scuote.

davmus  @  25/04/2020 19:01:05
   5 / 10
Niente di opera o altro...

antoeboli  @  27/03/2020 10:31:45
   8 / 10
Sono rimasto parecchio sorpreso dalla visione di questo film.non pensavo che mi sarei trovato di fronte ad un opera cosi forte e spiazzante a livello di sceneggiatura.
Se vogliamo metterlo a classificare,lazzaro felice è un misto tra un dramma che punta a denunciare aspetti sociali ancora oggi attuali e lo fa attraverso il personaggio di Adriano tardiolo al suo esordio.
Un ragazzetto di animo buono,forse anche troppo,capace di farsi sfruttare da tutto e da tutti.Proprio il verbo sfruttare sta alla base del film della Rochwaler,di cui è interprete anche la sorella,come al solito bravissima.
Ma in generale ha un cast che funziona alla grande,persino una Nicoletta Braschi, qui irriconoscibile è bravissima.
Grande merito ad una sceneggiatura brillante,con aspetti anche mistici e mezzi onirici,che rendono il personaggio di Lazzaro qualcosa di ultraterreno,ma capace di affascinare lo spettatore.
Va citato l uso di una fotografia che ricorda almeno nella sua prima parte un pic nic a hanging rock per fare un esempio,mentre nella seconda assume dei toni freddi e cupi.
Il finale poi è splendido e geniale

topsecret  @  21/12/2019 18:29:41
   6½ / 10
La Rohrwacker è una regista interessante e il suo CORPO CELESTE mi convinse abbastanza. Questa volta però, il martirio finale del giovane Lazzaro poteva essere ideato in modo diverso e, soprattutto, in maniera più convincente.
La storia ha comunque un incipit coinvolgente, sia nella prima che nella seconda metà, in cui si evidenzia una certa logica e una coerenza narrativa in cui tornano alla mente le parole della marchesa: "Gli esseri umani sono come bestie, animali. Liberarli vuol dire renderli consci della propria condizione di schiavitù".
Un film garbato, per certi versi anche spirituale (e non sarebbe la prima volta in un film della regista), fantastico e fantasioso, ben diretto e interpretato bene da un cast variegato dove spicca la presenza scenica del protagonista, Adriano Tardiolo, convincente e discreto, dalla faccia pulita e dai modi gentili.
Un lavoro interessante, a modo suo emozionante e intrigante quanto bsta, tanto che le quasi due ore di durata non inficiano una visione attenta e apprezzabile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/10/2018 23:52:48
   6½ / 10
Strano che Lazzaro felice abbia avuto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes, perchè di fronte ad una prima parte estremamente solida, ben focalizzata sul mondo contadino, nella seconda parte quanl'azione si sposta nella città tende a perdersi in numerosi rivoli e non sempre vengono approfonditi a dovere. E' un film che cerca di condensare al suo interno quello che di meglio è stato il cinema italiano, dal neorelalismo di De Sica, passando per Pasolini, i Taviani ed Olmi. Uno sguardo realistico che si fonde abbastanza ben con la componente fiabesca dove al centro di tutto c'è la purezza d'animo di Lazzaro, simbolo sacrificato sull'altare del meglio che è dentro di noi, risorgere e ricordarci da dove proveniamo e dove non dovremmo andare. Sia pure con i suoi difetti comunque la Rohrwacker è una regista che non cammina sul velluto. Piace rischiare e questo è un aspetto positivo non da poco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  08/10/2018 08:14:53
   7 / 10
film che incentra il tema della disagio sociale di ieri che diventa quella di oggi 20 anni dopo, su tutto lo spettro di un ragazzo dalle buone intenzioni e perennemente sfruttato.
Metricamente ben girato dalla sorprendente Rorhwacker è un prodotto fresco e intelligente , piene di coerenza e che gonfia lo spettatore di un senso di vergogna verso la società moderna , segno che i tempi non segnano il passo per tutti .

Sopranik  @  23/07/2018 14:08:13
   8 / 10
Una parabola sulla vita e sulla società che ci circonda, che ci fa prigionieri delle sue regole e che ci tiene all'oscuro di ciò che non reputa necessario al fine di conseguire i suoi scopi.
Un racconto simmetrico, che affonda le radici nella storia di un'ingenua cittadina rurale, un' "isola felice", costretta a soccombere al crudo destino che l'attende oltre i ristretti confini che la separano dal mondo esterno.
La bravura di Alice Rohrwacher sta qui nella capacità di affrontare tematiche complesse attraverso lo sguardo ingenuo e la mente semplice di Lazzaro, un protagonista che condivide con il suo corrispettivo omonimo evangelico più di qualche qualità.

suzuki71  @  01/06/2018 00:02:26
   6½ / 10
Il più stranulato film della Rochwacher rischia di perdersi negli occhi di un improbabile santo dei giorni nostri che ci ricorda gli ultimi della terra e le ingiustizie inevitabili del mondo: il Grande Inganno di ieri, e di oggi. Lascia un senso di agitazione e di tristezza per tutto il mondo così come lo descrive, ed un segno di speranza: la Bontà non invecchia, fa miracoli e non indietreggia, mai.

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