leatherface - il massacro ha inizio regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury Usa 2017
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leatherface - il massacro ha inizio (2017)

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locandina del film LEATHERFACE - IL MASSACRO HA INIZIO

Titolo Originale: LEATHERFACE

RegiaAlexandre Bustillo, Julien Maury

InterpretiLili Taylor, Stephen Dorff, Nicole Andrews, Sam Strike, Simona Williams

Durata: h 1.30
NazionalitàUsa 2017
Generehorror
Al cinema nel Settembre 2017

•  Altri film di Alexandre Bustillo
•  Altri film di Julien Maury

Trama del film Leatherface - il massacro ha inizio

Prequel su un adolescente Leatherface che fugge da un ospedale psichiatrico con altri tre detenuti, rapisce una giovane infermiera e la porta in un viaggio infernale. Lungo il percorso, sono inseguiti da un uomo di legge altrettanto squilibrato in cerca di vendetta.

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Voto Visitatori:   5,60 / 10 (40 voti)5,60Grafico
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Voti e commenti su Leatherface - il massacro ha inizio, 40 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/08/2023 11:12:15
   6 / 10
Me lo ero persa e a dire il vero è stato un prequel dignitoso (cosa che mi ha stupita).
Ottima la dose di splatter e la fluidità del racconto sebbene la sceneggiatura presenti incongruenze.
Brava Lili Taylor.

Samusgravato  @  05/08/2021 13:25:05
   6½ / 10
Film nella media.
Visto il soggetto forse si poteva ricavare qualcosa di piú (avrebbe avuto piú senso narrare l'infanzia di leatherface in mezzo ad una famiglia disfunzionale e problematica, piuttosto che fare una specie di road movie splatter a tratti poliziesco, e sarebbe stato anche ben piú disturbante e malato narrare della sua crescita in mezzo a tutto il lerciume della sua famiglia), il film é tutto sommato lineare e scorre tutto sommato bene, é narrativa ente valido ed é sanguinoso come dovrebbe essere ogni film di questa saga, eppure manca qualcosa.
Forse quel che non torna é come Leatherface possa aver assunto una corporatura del genere dopo gli eventi di questo film, e sopratutto, come possa essere la stessa persona visto che leatherface é un ritardato che uccide chi gli capita, non ha una vera e propria logica.
Tutto sommato lo sviluppo del personaggio di Leatherface non é male, viene sviluppato bene, eppure non ci cozza tanto con la saga.
Poi troviamo i soliti cliché.
Però intrattiene ed é sicuramente meglio del l'orribile non aprite quella porta 3d

76eric  @  19/02/2021 21:03:56
   7½ / 10
Sicuramente parliamo di una delle icone del genere ineguagliabili e quanto al Capolavoro di Tobe Hooper, di uno dei 10 migliori film horror di sempre! Io ho sempre avuto una predilezione per Michael Myers e per Jason Voorhees, per Halloween del 1978 e Halloween 2 del 1981 ed anche per Venerdì 13 del 1980, anche se quest' ultimo molti lo penalizzano ( a ragione o no ); ma non si può non riconoscere la grandezza del villain della squinternata famiglia Sawyer.
Io lo promuovo perchè ho apprezzato Bustillo/Mauri in film precedenti ma soprattutto perchè se andassimo a vedere l' intera saga ed a compararli, qui si parla di uno dei capitoli migliori, forse anche a mani basse. Capolavoro di Hooper a parte, non ho mai apprezzato la saga di questa serie, e per me ad esempio i capitoli di venerdì 13 pur nella loro semplicità li trovo maggiormente riusciti e fruibili.
Bustillo e Mauri riprendono ed ipotizzano un pre 1974 hooperiano, portandoci in un squarcio di mondo molto confacente a quello che poi avrebbe scatenato l' ira di Faccia di cuoio e famiglia contro Sally Hardesty ed i suoi sfortunati amici. E chi ha visto questo film sicuramente aspettava solo il momento in cui

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Così non è invece!!..

C' è questa sorta di depistaggio che può convincere o meno, e che a mio avviso non migliora nè penalizza il film. C' è poi questa atmosfera di sporco e sudaticcio che invece gli dona quel qualcosa in più. Difatti non era semplice creare un qualcosa di collante a così distanza di tempo e con questo tono piuttosto riuscito. Convincente, molto convincente la madre ( Lily Taylor ), colei che Hooper ci fa vedere già bella che mummietta.

Non ha molti commenti ed a mio avviso la visione la merita. Una ventata di fresco alla saga, che poi se ne sentisse o meno il bisogno questo è un altro discorso. La macchina di Hollywood va avanti ed i figli del compianto Hooper di sicuro avranno ringraziato per la nona o decima volta (???, ho perso il conto), passando a riscuotere...

CyberDave  @  01/12/2020 17:51:24
   6 / 10
A me non è dispiaciuto questo prequel, racconta la nascita di Leatherface, ciò che ha dovuto passare, l'educazione ricevuta e il continuo vivere circondato dalla violenza.
Mi hanno sorprese le scene splatter, molte ma veramente ben fatte, siuramente hanno dato al film una buona spinta per arrivare al finale.
Un film che si lascia seguire fino alla fine.

DarkRareMirko  @  19/04/2020 00:22:36
   6½ / 10
Carino, ma gli ho preferito Non aprite quella porta 3D del 2013.

Certo che poi, con alla regia i due di A l'interieur e addirittura Hooper come produttore esecutivo qualcosina in più poteva venir fuori; anche come violenza ci si trattiene molto.

Rimangono impressi Dorff e la Taylor, che fa sempre piacere rivedere.

Discreta colonna sonora e si citano qua e là Assassini nati e la scena del marciapiede di American history X.

Certo che qui il giovane Faccia di cuio non assomiglia poi tanto all'omone dei film successivi, tanto è vero che credevo fosse il tipo grasso il futuro Leatherface.

Valido ma pare quasi un film che poteva funzionare anche senza collegamenti alla saga.

Jokerizzo  @  04/02/2020 19:43:13
   6½ / 10
Nonostante i fiumi di sangue e la violenza gratuita, Leatherface appare sbrigativo, superficiale in più punti, caotico e nonsense in altri. Un horror che di memorabile ha poco e nulla, ma che garantisce del sano divertimento senza troppe pretese - e con sfumature che omaggiano costantemente il passato. Chi si aspetta segreti sconvolgenti rispetto alle origini di Faccia di Cuoio rimarrà probabilmente deluso, ciò che vedremo sarà esattamente quello che abbiamo sempre immaginato, nessuno scossone o brivido particolare. Quando il mostro prende forma però, nella parte finale, il progetto finalmente decolla a pieno ritmo, peccato che dopo poco sia già tempo di titoli di coda. Quasi ci vorrebbe un sequel...

Sestri Potente  @  03/03/2019 19:52:23
   7 / 10
Prequel sulla nascita di Leatherface, tanta azione e tanto splatter.
Secondo me è fatto bene!

Jolly Roger  @  01/02/2019 12:37:22
   6 / 10
LEATHERFACE SI NASCE, NON SI DIVENTA
Leatherface vuol essere il prequel di uno degli horror più grandi di tutti i tempi, The Texas Chainsaw Massacre, da noi tradotto con l'azzeccatissimo, evocativo e fortunato titolo "Non Aprite Quella Porta".
Operazione per certi versi già fatta da Marcus Nispel, regista del remake di Non Aprite quella Porta targato 2003 (remake che a me è piaciuto molto). Nispel infatti ha poi girato un prequel del suo stesso remake, il cui scopo è di indagare sulle origini della famiglia texana di cannibali e soprattutto sulle origini del suo componente più noto, Faccia di Cuoio (si chiama infatti: Non Aprite quella Porta – L'inizio, del 2006).
Questo film del 2017, "Leatherface", ha il medesimo scopo, ma in parte è agevolato: mentre, appunto, Nispel ha girato il prequel del suo remake (che per certi versi si discostava dalla storia originale, con interessanti varianti), questo film è il prequel diretto dell'originale di Hooper, ovvero di un punto di riferimento conosciuto da tutti. Dall'altro canto, però, deve così misurarsi con una pietra miliare, essendo costretto ad evitare di trovarsi nella spiacevole situazione di essere incoerente con il primo film.
Ed infatti è proprio qui che fallisce, nella coerenza. Ma di questo ne parlo dopo. Ora mi limito a giudicare il film per quello che è, dimenticandomi per un attimo al primo film.

"Leatherface" è una specie di thriller / horror on the road. Si discosta quindi dal primo, o meglio si discosta dall'intero sottogenere dei "rednecks horror".
E' vero, come detto da alcuni, che sembra prendere spunto da The Devil Rejects – però non credo che l'influenza sia stata così grande. L'intento, qui, non è creare delle figure iconiche di ribelli grotteschi e maledetti, bensì quello di mostrare alcuni personaggi fortemente problematici in una situazione di forte tensione, sempre pronta a sfociare nella violenza, per analizzare, da un alto, la loro maturazione psicologica e umana – e, dall'altro, con lo scopo di giocare con lo spettatore a "indovina chi da grande diventerà il Leatherface?".
Il gioco, in definitiva, riesce abbastanza bene ed i trabocchetti possono anche ingannarci sulla sua vera identità. O forse no ;-)
diciamo che, comunque, il film si mantiene sempre su un livello medio-alto e ciò non è dovuto al giochetto, ma proprio alla situazione in sé, alla tensione, all'evolversi dei personaggi coinvolti, nonché a qualche scena di violenza davvero rimarchevole.
Ad esempio, quella del pub. Forse non è piaciuta a tutti, ma io l'ho trovata riuscitissima – soprattutto nei momenti che precedono lo scatenarsi dell'inferno. L'aria di pace prima della tempesta è resa magistralmente, così come l'esplosione di violenza che ne consegue. Il ritmo, nella scena ma anche in generale, è gestito molto bene, senza tempi morti e con alcuni colpi di scena ottimamente riusciti.

Preso come film a sé stante, Leatherface è un buon film, merita un 7, forse anche di più.
Il problema è, come detto, la coerenza. Ma qui si tratta di una mia opinione, che spiego meglio sotto.


Da qui in poi: SPOILEROSO E AMMAZZAFILM

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La coerenza è ciò che rovina il film.
Perché non mi possono far credere che il Leatherface è proprio QUELLO LI'.
Quel ragazzino non c'entra nulla con il LEATHERFACE, quello "vero".
Innanzitutto il protagonista, Jackson, non ha nulla a che fare con il profilo fisico del Leatherface, che è un omone, mentre lui è piccoletto di satura e di costituzione. È però soprattutto il punto di vista psicologico che fa acqua da tutte le parti.
Jackson non è il massimo della stabilità mentale, vero, però è una persona matura, senza difetti cognitivi, in grado di ragionare e di parlare senza problemi, ma soprattutto è perfettamente capace di intendere e volere. Lo dimostra un sacco di volte nel corso del film – arriva anche a ribellarsi contro chi vuole fare del male alla ragazza, o al suo amico, dimostrando non solo di distinguere tra il bene e il male, ma persino di combattere per ciò che ritiene giusto, di provare empatia nei confronti degli altri, arrivando anche a difenderli quando si trovano in pericolo.
Durante la fuga, prende decisioni giuste e protegge gli altri. E' perfettamente conscio e consapevole in ogni momento. Inoltre, si innamora ed è talmente spontaneo, dolce e normale nel manifestare i sintomi del suo sentimento, che arriva lì lì ad un passo dall'essere ricambiato, anche se poi gli eventi prendono una piega assai diversa.
Jackson non solo è normale, ma è probabilmente la persona di gran lunga PIU' NORMALE che si vede nel film. Certo è più normale lui del poliziotto, o del dottore, ma anche dell'infermiera (eccessivamente smaniosa di aiutare tutti, anche a costo di cacciarsi nei guai). Per non parlare dei compagni di fuga.

E allora che cosa c'entra questo ragazzo piccoletto, sveglio, dolce e timido con un omone terrificante, grande e grosso, che si muove in modo goffo, che non è in grado di parlare ma solo di grugnire, forse nemmeno di capire, uno che usa la motosega per fare a pezzi dei malcapitati innocenti soltanto perché gli è stato insegnato di fare così, da sempre?
Uno che non ha la minima idea, o forse ha solo una vaghissima idea, che quello che perpetra ai danni delle persone sia non dico tremendamente orribile, ma perlomeno un tantino bizzarro e crudele?
Uno totalmente incapace di provare la minima empatia con le vittime, persino mentre le sta torturando o strappando loro la faccia (da vivi)?
E poi il Leatherface, per chi lo ricorda bene, pur essendo indiscutibilmente un mostro, e intendo un mostro anche - e soprattutto – umanamente parlando, non ha una personalità forte e strutturata. Spesso, appunto, non sembra pienamente consapevole del male che sta facendo – lo fa e basta. Di certo non ha una grande capacità di distinguere il bene dal male. O forse lo distingue a modo suo, perché è infantile e ciò dipende dal suo ritardo mentale. Ha una personalità piccola, poco sviluppata, poco matura. Addirittura di fronte agli altri della famiglia – ma soprattutto al cospetto del fratello Drayton – è un gran pusillanime. Chi si ricorda, ad esempio, quella scena isterica, surreale e insieme ridicola del primo film, in cui il fratellone maggiore Drayton rimprovera il Leatherface e lo riempie di botte? Dandogli la scopa in testa? La realtà è che Leatherface è succube della famiglia e sembra che ciò possa derivare dal fatto che, a cause dei suoi problemi fisici e mentali, non è mai stato capace di badare a sé stesso ed è sempre dipeso dai parenti.
Altro che gestire la fuga da un ospedale! Probabilmente, da ragazzino, non sapeva manco uscire dal bagno da solo.
Oltre che piccola, la sua personalità è persino ambigua, anche sessualmente. L'ambiguità sessuale del personaggio emergeva in diversi frangenti della prima serie di film. Leatherface d'altronde non ha un viso, o comunque ha un visto deformato, e ce l'ha da sempre.
Certamente quindi non ha avuto la morosina in prima elementare. A mala pena, forse, saprà cosa è una donna, ma sicuramente con una donna non sa come comportarsi, esattamente come non sa usare le posate a tavola.
Probabilmente non sa nemmeno pienamente cosa significhi essere un uomo. La sua personalità border line è perfettamente in linea con il suo vezzo di cambiarsi la faccia, "indossando" quella degli altri – perché in tal modo non solo NASCONDE il proprio viso, ma lo SOSTUISCE con quello degli altri, assorbendo per certi versi anche dei frammenti della loro personalità. In una continua corsa verso una normalità che non conosce e che, come un bambino, vorrebbe sperimentare. La sua normalità, anzi la sua vera e propria gioia, consiste nell'indossare una faccia nuova, esattamente come una persona si gingillerebbe con un vestito nuovo, o festeggerebbe una promozione sul lavoro o una conquista amorosa.
Con quella faccia nuova, è come se colmasse il proprio io con qualcosa di più stabile, in una continua corsa verso ciò di che egli non ha mai avuto, ciò di cui da sempre è mancante e che non conosce, la normalità.
Quella stessa normalità che lui, come obbedendo ad un bisogno perverso e naturale, strappa dal volto degli altri per appropriarsene.
Agli altri che hanno questo "privilegio".
Avere una faccia.

Le sue forti esplosioni di violenza sono assolutamente coerenti con la pochezza del suo animo. Tanto è timoroso e reverente verso la famiglia, tanto, all'inverso, è violento e sanguinario con chi è esterno ed estraneo alla famiglia. Quelli lì, quelli al di fuori, nemmeno sono persone, sono come le mucche del mattatoio, solo animali da cui trarre nutrimento o giovamento. Infatti, non si può nemmeno dire che le sue esplosioni di ferocia siano motivate da sentimenti di odio o dalla vendetta. Sono dominate dall'isterismo, dalla frenesia, dalla follia, ma non dalla rabbia. Anzi, egli opera spesso come "esecutore", come "il braccio" della famiglia: i massacri spesso non nascono da lui, ma traggono origine dagli altri membri della famiglia, che lo spingono, anzi gli danno veri e propri ORDINI da eseguire. E' una specie di cacciatore violento, uccide per sua natura e non per pianificazione o calcolo. Certamente mentre brandisce la motosega si esalta come un bambino col suo giocattolo.

Per questo, torno a ripetere la frase con cui ho iniziato: Leatherface si nasce, non si diventa. Leatherface è nato così, in un ambiente schifoso, in una condizione di deformità fisica, di abiezione morale. E in quello stesso ambiente è cresciuto, mantenendo tali le sue caratteristiche.
Non ha fatto alcun periodo altrove, in nessun istituto psichiatrico, ma è cresciuto dal marcio e ha continuato a svilupparsi nel marcio, come un topo che nasce nella fogna e che continuerà a vivere nella fogna fino a quando morirà in essa (in tal senso, è molto più coerente il film NON APRITE QUELLA PORTA – 3D del 2013). La sua semplicità mentale è la stessa semplicità del Male che lo ha vomitato alla nascita e poi nutrito durante tutto il suo sviluppo psico-fisico.

Leatherface non si diventa.
Non può essere che uno è normale, poi tutto ad un tratto gli succede qualcosa di brutto, sclera e diventa Leatherface.
Magari qualcuno gli uccide il gattino o gli tr.omba la moglie e allora impazzisce di rabbia e diventa il Leatherface. Non è che uno ti fa un dispetto, magari anche bruttissimo, e allora lo fai a pezzi con una motosega.
Non si diventa così, perché non c'è alcun motivo che possa farti diventare COSI'. O lo sei sempre stato, o niente.
E certamente non basta un amico ucciso (peraltro da un poliziotto che cercava di difendersi) e non basta nemmeno una pallottola che ti deforma la faccia. Che di sicuro non è una cosa bella, ma nemmeno ti trasforma in un mostro sadico per il resto dei tuoi giorni. Nemmeno dopo 30 anni, figuriamoci dopo 30 secondi…. Il mutamento di Jackson è infatti impressionante: un momento è Jackson, un momento dopo è il Leatherface.

Forse il film può andar bene per chi ha visto l'originale molti anni fa e cha ha conservato un'idea solo vaga del personaggio…ma non per chi conosce bene il film.
Tra l'altro, il prequel di Nispel già presentava una certa incoerenza con il personaggio originale – ma ciò è dovuto al fatto che il prequel di Nispel era il prequel del suo stesso remake ed il Leatherface di Nispel presentava differenze da quello di Hooper – era più massiccio, con una personalità più strutturata e più forte. Sembrava meno infantile e quindi più sadico, perché più consapevole. Sprizzava rabbia dagli occhi.
Malgrado ciò, il Thomas Hewitt di Nispel si è avvicinato molto di più all'originario Faccia di Cuoio, soprattutto perché il personaggio e le sue origini erano perfettamente coerenti con l'ambiente sordido che li circondava (nel film di Nispel, egli nasce clandestinamente in un mattatoio e viene buttato nella spazzatura. Non c'è male come inizio!).

E' un peccato che questo film sia così, perché per il resto è invece molto coerente con il film del 1974.
È divertente vedere "Nubbins Sawyer" in versione bambino e giovancello (era il fratello schizzatissimo di Leatherface, quello con una voglia in faccia che nel primo film si taglia il braccio con un coltello in una delle prime scene). In questo caso, lo schizzatissimo bambino rispecchia perfettamente il personaggio che poi si incontrerà nel primo film.
Ottimo anche Drayton Sawyer, il fratellone maggiore. Forse Drayton è il personaggio più inquietante della saga (personaggio poi traslato nello Sceriffo Hoyt nel remake di Nispel), perché è quello moralmente più abietto: a differenza degli altri, sa benissimo distinguere il bene dal male – ma sceglie quest'ultimo perché è subdolo, nichilista e violento, con un'innata vocazione allo squallore. Trovo che il suo personaggio, nel film, sia perfettamente coerente con quello di Hooper.

Infine, non si può non citare il Nonno! Qui non è ancora estremamente vecchio e, anzi, appare in formissima. In ossequio alla sua grande fama, uccide un capo di bestiame (anzi, un capo di umano!) con una sola martellata in testa :-) Una dote, per chi si ricorda questa chicca, che veniva esaltata nel primo film.

Per concludere, secondo me è stato un errore uccidere il ladro nella scena iniziale del compleanno., dopo avergli tagliato una gamba. Nella saga (Nispel), infatti, comparirà poi un personaggio senza gambe – lasciarlo vivo e poi integrarlo in famiglia sarebbe stata una citazione carina.

Infine, voglio chiudere in bellezza.
C'è una citazione magistrale del primo film: è l'inquadratura del posteriore della prima ragazza, mentre si avvicina al fienile. L'inquadratura, la camminata e i tempi sono esattamente gli stessi di Pam nel primo film, quando si avvicinava alla casa.
L'attenzione dello spettatore è garantita, in entrambi i casi! Ma non sul fienile :-)

12 risposte al commento
Ultima risposta 26/02/2019 18.55.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/10/2018 15:16:53
   6 / 10
Anche Leatherface entra in quella cerchia di cattivi "storici" a cui viene dedicato un begin's per conoscere meglio o peggio, la sua genesi di come si diventa Vaillant.
Recentemente era toccato a Michael Myers, deludente tentativo di Rob Zombie.
Stavolta invece il risultato è diverso proprio perche è diverso lo stile con cui si racconta del personaggio che non è affatto l'assoluto protagonista del film.
Sequenze perverse, sceggiatura folle e una buona dose di sangue.

maxi82  @  24/09/2018 18:38:32
   6 / 10
Un prequel di 90minuti e non uno spunto per poi diventare come tutti gli altri..ho apprezzato molto questo fatto!!totalmente diverso dagli altri la curiosità della nascita del killer mi ha abbastanza convinto

AMERICANFREE  @  22/06/2018 17:28:21
   6½ / 10
Mi ha divertito molto questo prequel, molto bene la regia e l'ambientazione. Lo splatter non manca, ho gradito il finale. Consigliato

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/05/2018 22:19:49
   7 / 10
Sarò sincero, a questo film non avrei dato un soldo bucato. Maury e Bustillo sono bravi ma incostanti e misusarsi con il mito stesso di Leatherface era un rischio enorme. A l'interieur è un gioello ma sia Livid che Aux Yeau des vivants non mi erano piaciuti affatto. Grosso merito senza dubbio è nell'aver strutturato molto bene la storia con un giovane Leatherface non identificato tra il minuscolo gruppo di evasi dall'istituto dove era rinchiuso. Il contesto del film è totalmente disumanizzante non solo per l'entourage familiare di provenienza, ma soprattutto nell'ambito dell'istituto stesso che di certo non aiuta i pazienti. Di conseguenza dopo l'evasione tutto il film non si rivela altro che un tragico viaggio di formazione che condurrà il quasi adulto protagonista nelle fauci dove era stato vomitato. Sia pure in presenza di incongruenze e illogicità, il film funziona molto bene e tra vari sequel, remake e compagnia cantante di Non aprite quella porta, questo Leatherface riesce in un certo senso laddove Zombie aveva fallito con il personaggio di Michael Myers di halloween, cioè riportare smalto a quel personaggio mitico senza eccessivamente snaturarlo. E non è impresa da poco.

gianni1969  @  06/02/2018 02:58:20
   6½ / 10
Trovare le caratteristiche,e l'ambientazione del capolavoro di hopper e' impensabile ai giorni nostri(quindi perche" provarci?). Tutto sommato se si prende come un prodotto a se,senza scomodare il suo predecessore non e' malvagio.

markos  @  03/02/2018 17:42:33
   6½ / 10
Questo film deve far capire come è diventato quel killer dietro la porta. E' questo fà. Buon splatter.

Aztek  @  07/11/2017 17:15:13
   6½ / 10
Impresa non semplice quella di fare un prequel su un' icona del genere horror come Leatherface ma tutto sommato, nonostante alcune imperfezioni, il risultato finale non è stato così male. L'inizio è stato un po' moscio, ma dopo il film prende una piega abbastanza forte e piena di sangue.

GL1798  @  02/11/2017 13:52:36
   6 / 10
Il film non sembra essere un prequel bensì un film a sé stante. Si discosta molto dagli altri film, infatti non riesco a trovare un filo conduttore con gli altri film. Alcune scene erano fuori luogo e poco pertinenti con la trama del film: la necrofilia messa in atto da due dei personaggi e la scena in cui gli stessi personaggi trucidano brutalmente i commensali di un punto di ristoro.
A questo film posso riconoscere soltanto la sufficienza.

elnino  @  01/11/2017 16:43:14
   6 / 10
Ennesimo prequel della saga.
Questo per fortuna non delude.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  18/10/2017 09:49:39
   6½ / 10
Sempre azzardato affrontare le origini di un'icona del cinema horror, ne sa qualcosa Rob Zombie immeritatamente criticato dopo la sua versione di Michael Myers.
Consci del rischio i filmaker francesi Julien Maury e Alexandre Bustillo mischiano le carte in tavola, e dopo un prologo eloquente (ovvero: sangue e situazioni "forti" non mancheranno) evitano punti di riferimento lasciando allo spettatore il dubbio sulla reale identità del futuro Leatherface. Che poi non ci voglia un'intelligenza superiore alla media per intuire dove si andrà a parare siamo tutti d'accordo, quanto meno però riescono a rendere abbastanza coinvolgente una narrazione altrimenti piatta, fatta per lo più di tanti episodi cruenti on the road.
La storia scorre via veloce e spesso risaputa, non basta un poliziotto vendicativo ai limiti del sadismo per rendere sconvolgente la visione di un insieme maligno, in cui l'infermiera Lizzy è unico elemento salvifico e per questo motivo idonea al passaggio definitivo verso il male come in un ancestrale sacrificio.
L'empatia con i personaggi è bassa, non si tifa per nessuno in particolare anche se colpisce la schizzatissima Clarice (Jessica Madsen). Il luridume -non solo morale- della famiglia Sawyer e della loro abitazione viene restituito a dovere con una grande Lily Taylor sugli scudi, anche se come in ogni film seguito al capolavoro di Tobe Hooper a mancare sono la provocazione e l'attitudine sovversiva. Film senza particolari pregi ma guardabile e, per essere un prodotto mainstream, ricco di scene gore (ricordiamoci che i registi sono quelli di "A l'interieur"). Tra uno Stone e un Tarantino sono innumerevoli e abbastanza azzeccate le citazioni, decisamente fuori luogo quella a "Nekromantik".

antoeboli  @  06/10/2017 13:15:55
   6½ / 10
Mi aspettavo solo il peggio al sentir nominare un ennesimo reboot / prequel del personaggio di non aprite quella porta .
Poi ho letto che dietro alla macchina da presa sono stati chiamati due registi francesi , di cui però devo vedere il loro film di punta A l interieur .
Che dire però di leatherface ? è un film che ci piace , o almeno a me è piaciuto .
Sono riusciti giocando molto con lo spettatore nel prenderlo in giro in fatto di scrittura e giocarsi bene le carte di un film che per un buon quaranta minuti sembra la copia di assassini nati di Stone , per poi tirar fuori il meglio del meglio nelle battute finali .
Regia molto curata , e non mancano dei momenti di perversione malata come piace a noi amanti del horror di alto livello .
Se proprio si può trovarli un difetto , è il cast non del tutto avvolgente nella bravura . qualche attrice di esperienza la si trova come il personaggio della madre di leatherface , ma per il resto mi è sembrato scarno sotto quel punto.
Moplto buoni gli effetti splatter , che sono potenti dal punto di vista visivo .
Peccato solo che il buon Hooper non se lo sia potuto godere questo film , vista la sua dipartita

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/10/2017 00:36:26
   6 / 10
Horror classico che non si discosta da altre pellicole del genere né aggiunge nulla al personaggio di Leatherface. Nel complesso, risulta comunque un film guardabile.

Invia una mail all'autore del commento ziokartella  @  02/10/2017 09:47:01
   6 / 10
Pre-prequel con luci ed ombre ma in definitiva positivo...forse, per quanto non manchi lo splatter e qualche momento di pura crudeltà, ho sentito la mancanza di quel senso di "putrido" e "marcio" dei capitoli originali della saga...è un film forse troppo patinato e che quasi potrebbe vivere di vita propria rispetto ai capitoli successivi, ma che comunque ha i suoi lati positivi e un finale sensato che lo collega idealmente a tutto il resto della storia, a qualcuno piacerà e ad altri sembrerà un film inutile, temo solo che vedranno al luce altri sequel "paralleli" in stile Halloween di Rob Zombie, speriamo non con gli stessi risultati.

Manticora  @  21/09/2017 22:17:00
   6½ / 10
Bustillo e Maury girano un prequel incentrato su Letherface che rappresenta un tassello per un im-possibile nuovo franchise. Siamo al film numero otto sulla famiglia di cannibali più famosa della storia del cinema ma il risultato è centrato solo in parte.
Il casting annovera Lili Taylor, più Stephen Dorff, come sceriffo psicato, anche se il ruolo è poco approfondito e per forza di cose è solo un pretesto. L'idea di nascondere il ragazzo che diventerà letherface tra altri disturbati è probabilmente la cosa migliore del film. Perchè fino a tre quarti della pellicola non sappiamo chi è tra i quattro fuggitivi, con ostaggio. Il gioco ovviamente ad un certo punto si svela da solo, e la storia ritorna su binari più prevedibili. Lo splatter e la violenza sono di discreto livello, anche se soprattutto nel finale risulta prevedibile e puro gore, i comprimari della famiglia funzionano meno che in altre situazioni, d'altronde siamo ad una rivisitazione della casa dei mille corpi anche questo non è un caso.
Soprattutto all'inizio il film fatica a girare quando ci mostra l'ospedale psichiatrico, con tutti i clishe del genere, la nuova infermiera, il direttore sadico, gli inservienti violenti. La fuga è orchestrata in maniera non credibilissima, comunque regge. Le location in Bulgaria sono un discreto surrogato del Texas, in definitiva il film si può guardare, ma certo è dimenticabile, anche se almeno fà dimenticare gli obbrobri di Nispel e compagnia.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  18/09/2017 12:16:46
   6 / 10
Non c'è tensione, ma in linea di massima è guardabile

Slipknot  @  17/09/2017 17:58:41
   6½ / 10
Primo tempo da 5, secondo da 6.5. Di media verrebbe arrotondato a 6 ma voglio dargli quel mezzo in più per quelle scene tipiche della serie che colpiscono ancora e qui non le hanno realizzate male...peccato che siano poche.

Ma facciamo un piccolo passo indietro. Cosa è questo "Leatherface"?
É un tentativo un po' pretenzioso di voler (ri)scrivere gli esordi della saga concentrandosi sull'infanzia del killer Faccia di Cuoio. Ennesima spremitura della serie, ma c'è poco da fare: il meglio è nella seconda parte, quando ci sono le scene che hanno reso peculiari gli altri capitoli. Ciò può essere un bene o un male, dipende dal punto di vista. Bisogna guardare l'evidenza: viene esposta una prima parte "pionieristica", scritta ex novo, che, verrebbe da dire, prende un po' dalla cinematografia di Rob Zombie per spiegare la genesi del killer, con prima l'ospedale psichiatrico (Halloween) e poi la fuga dei pazzoidi (La casa del diavolo). Ma questa parte purtroppo sa di ben poco. O meglio, quando vuoi riscrivere da zero una parte di un pilastro del genere bisogna andare con i piedi di piombo e forse qua si è presa fin troppa libertà di interpretazione, facendo scattare un involontario gioco di domande del tipo "ma sto guardando un capitolo di Leatherface?". Mi dava l'idea di voler sfruttare il brand per dare al pubblico sì qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo anonimo e troppo scollegato dalla saga. A parer mio, uno script basato sull'infanzia di baby leatherface nella casa, con la famiglia, sarebbe stato più sensato e azzeccato.

Invece, in soldoni,

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anche se questo "gioco" in parte è servito, o almeno spero sia stato intenzionale, per creare il dubbio nello spettatore che si trova a porsi dei quesiti durante la visione

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Purtroppo, però, a minare ancora di più la prima parte, sono alcune scelte piuttosto stupide da parte dei personaggi

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Bella fotografia, sul pezzo, e pure le musiche nei momenti di tensione, queste ultime non sempre in altre scene (il pezzo western con i poliziotti potevano risparmiarsela).

In conclusione, la pellicola poteva essere migliore, ma non è stato un disastro totale. E' comunque un capitolo diverso dagli altri che sia per i fan della serie che del genere può essere guardato. Tra i due, i primi sono quelli che potrebbero rimanere più delusi.

john doe83  @  17/09/2017 00:32:23
   6½ / 10
Nulla di nuovo, i due registi francesi hanno preso sicuramente spunto da "la casa del diavolo" di R.Zombie, comunque il film non annoia mai e c'è una discreta dose di scene gore ben realizzate.

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