leatherface - il massacro ha inizio regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury Usa 2017
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leatherface - il massacro ha inizio (2017)

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locandina del film LEATHERFACE - IL MASSACRO HA INIZIO

Titolo Originale: LEATHERFACE

RegiaAlexandre Bustillo, Julien Maury

InterpretiLili Taylor, Stephen Dorff, Nicole Andrews, Sam Strike, Simona Williams

Durata: h 1.30
NazionalitàUsa 2017
Generehorror
Al cinema nel Settembre 2017

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Trama del film Leatherface - il massacro ha inizio

Prequel su un adolescente Leatherface che fugge da un ospedale psichiatrico con altri tre detenuti, rapisce una giovane infermiera e la porta in un viaggio infernale. Lungo il percorso, sono inseguiti da un uomo di legge altrettanto squilibrato in cerca di vendetta.

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Voti e commenti su Leatherface - il massacro ha inizio, 40 opinioni inserite

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Jolly Roger  @  01/02/2019 12:37:22
   6 / 10
LEATHERFACE SI NASCE, NON SI DIVENTA
Leatherface vuol essere il prequel di uno degli horror più grandi di tutti i tempi, The Texas Chainsaw Massacre, da noi tradotto con l'azzeccatissimo, evocativo e fortunato titolo "Non Aprite Quella Porta".
Operazione per certi versi già fatta da Marcus Nispel, regista del remake di Non Aprite quella Porta targato 2003 (remake che a me è piaciuto molto). Nispel infatti ha poi girato un prequel del suo stesso remake, il cui scopo è di indagare sulle origini della famiglia texana di cannibali e soprattutto sulle origini del suo componente più noto, Faccia di Cuoio (si chiama infatti: Non Aprite quella Porta – L'inizio, del 2006).
Questo film del 2017, "Leatherface", ha il medesimo scopo, ma in parte è agevolato: mentre, appunto, Nispel ha girato il prequel del suo remake (che per certi versi si discostava dalla storia originale, con interessanti varianti), questo film è il prequel diretto dell'originale di Hooper, ovvero di un punto di riferimento conosciuto da tutti. Dall'altro canto, però, deve così misurarsi con una pietra miliare, essendo costretto ad evitare di trovarsi nella spiacevole situazione di essere incoerente con il primo film.
Ed infatti è proprio qui che fallisce, nella coerenza. Ma di questo ne parlo dopo. Ora mi limito a giudicare il film per quello che è, dimenticandomi per un attimo al primo film.

"Leatherface" è una specie di thriller / horror on the road. Si discosta quindi dal primo, o meglio si discosta dall'intero sottogenere dei "rednecks horror".
E' vero, come detto da alcuni, che sembra prendere spunto da The Devil Rejects – però non credo che l'influenza sia stata così grande. L'intento, qui, non è creare delle figure iconiche di ribelli grotteschi e maledetti, bensì quello di mostrare alcuni personaggi fortemente problematici in una situazione di forte tensione, sempre pronta a sfociare nella violenza, per analizzare, da un alto, la loro maturazione psicologica e umana – e, dall'altro, con lo scopo di giocare con lo spettatore a "indovina chi da grande diventerà il Leatherface?".
Il gioco, in definitiva, riesce abbastanza bene ed i trabocchetti possono anche ingannarci sulla sua vera identità. O forse no ;-)
diciamo che, comunque, il film si mantiene sempre su un livello medio-alto e ciò non è dovuto al giochetto, ma proprio alla situazione in sé, alla tensione, all'evolversi dei personaggi coinvolti, nonché a qualche scena di violenza davvero rimarchevole.
Ad esempio, quella del pub. Forse non è piaciuta a tutti, ma io l'ho trovata riuscitissima – soprattutto nei momenti che precedono lo scatenarsi dell'inferno. L'aria di pace prima della tempesta è resa magistralmente, così come l'esplosione di violenza che ne consegue. Il ritmo, nella scena ma anche in generale, è gestito molto bene, senza tempi morti e con alcuni colpi di scena ottimamente riusciti.

Preso come film a sé stante, Leatherface è un buon film, merita un 7, forse anche di più.
Il problema è, come detto, la coerenza. Ma qui si tratta di una mia opinione, che spiego meglio sotto.


Da qui in poi: SPOILEROSO E AMMAZZAFILM

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La coerenza è ciò che rovina il film.
Perché non mi possono far credere che il Leatherface è proprio QUELLO LI'.
Quel ragazzino non c'entra nulla con il LEATHERFACE, quello "vero".
Innanzitutto il protagonista, Jackson, non ha nulla a che fare con il profilo fisico del Leatherface, che è un omone, mentre lui è piccoletto di satura e di costituzione. È però soprattutto il punto di vista psicologico che fa acqua da tutte le parti.
Jackson non è il massimo della stabilità mentale, vero, però è una persona matura, senza difetti cognitivi, in grado di ragionare e di parlare senza problemi, ma soprattutto è perfettamente capace di intendere e volere. Lo dimostra un sacco di volte nel corso del film – arriva anche a ribellarsi contro chi vuole fare del male alla ragazza, o al suo amico, dimostrando non solo di distinguere tra il bene e il male, ma persino di combattere per ciò che ritiene giusto, di provare empatia nei confronti degli altri, arrivando anche a difenderli quando si trovano in pericolo.
Durante la fuga, prende decisioni giuste e protegge gli altri. E' perfettamente conscio e consapevole in ogni momento. Inoltre, si innamora ed è talmente spontaneo, dolce e normale nel manifestare i sintomi del suo sentimento, che arriva lì lì ad un passo dall'essere ricambiato, anche se poi gli eventi prendono una piega assai diversa.
Jackson non solo è normale, ma è probabilmente la persona di gran lunga PIU' NORMALE che si vede nel film. Certo è più normale lui del poliziotto, o del dottore, ma anche dell'infermiera (eccessivamente smaniosa di aiutare tutti, anche a costo di cacciarsi nei guai). Per non parlare dei compagni di fuga.

E allora che cosa c'entra questo ragazzo piccoletto, sveglio, dolce e timido con un omone terrificante, grande e grosso, che si muove in modo goffo, che non è in grado di parlare ma solo di grugnire, forse nemmeno di capire, uno che usa la motosega per fare a pezzi dei malcapitati innocenti soltanto perché gli è stato insegnato di fare così, da sempre?
Uno che non ha la minima idea, o forse ha solo una vaghissima idea, che quello che perpetra ai danni delle persone sia non dico tremendamente orribile, ma perlomeno un tantino bizzarro e crudele?
Uno totalmente incapace di provare la minima empatia con le vittime, persino mentre le sta torturando o strappando loro la faccia (da vivi)?
E poi il Leatherface, per chi lo ricorda bene, pur essendo indiscutibilmente un mostro, e intendo un mostro anche - e soprattutto – umanamente parlando, non ha una personalità forte e strutturata. Spesso, appunto, non sembra pienamente consapevole del male che sta facendo – lo fa e basta. Di certo non ha una grande capacità di distinguere il bene dal male. O forse lo distingue a modo suo, perché è infantile e ciò dipende dal suo ritardo mentale. Ha una personalità piccola, poco sviluppata, poco matura. Addirittura di fronte agli altri della famiglia – ma soprattutto al cospetto del fratello Drayton – è un gran pusillanime. Chi si ricorda, ad esempio, quella scena isterica, surreale e insieme ridicola del primo film, in cui il fratellone maggiore Drayton rimprovera il Leatherface e lo riempie di botte? Dandogli la scopa in testa? La realtà è che Leatherface è succube della famiglia e sembra che ciò possa derivare dal fatto che, a cause dei suoi problemi fisici e mentali, non è mai stato capace di badare a sé stesso ed è sempre dipeso dai parenti.
Altro che gestire la fuga da un ospedale! Probabilmente, da ragazzino, non sapeva manco uscire dal bagno da solo.
Oltre che piccola, la sua personalità è persino ambigua, anche sessualmente. L'ambiguità sessuale del personaggio emergeva in diversi frangenti della prima serie di film. Leatherface d'altronde non ha un viso, o comunque ha un visto deformato, e ce l'ha da sempre.
Certamente quindi non ha avuto la morosina in prima elementare. A mala pena, forse, saprà cosa è una donna, ma sicuramente con una donna non sa come comportarsi, esattamente come non sa usare le posate a tavola.
Probabilmente non sa nemmeno pienamente cosa significhi essere un uomo. La sua personalità border line è perfettamente in linea con il suo vezzo di cambiarsi la faccia, "indossando" quella degli altri – perché in tal modo non solo NASCONDE il proprio viso, ma lo SOSTUISCE con quello degli altri, assorbendo per certi versi anche dei frammenti della loro personalità. In una continua corsa verso una normalità che non conosce e che, come un bambino, vorrebbe sperimentare. La sua normalità, anzi la sua vera e propria gioia, consiste nell'indossare una faccia nuova, esattamente come una persona si gingillerebbe con un vestito nuovo, o festeggerebbe una promozione sul lavoro o una conquista amorosa.
Con quella faccia nuova, è come se colmasse il proprio io con qualcosa di più stabile, in una continua corsa verso ciò di che egli non ha mai avuto, ciò di cui da sempre è mancante e che non conosce, la normalità.
Quella stessa normalità che lui, come obbedendo ad un bisogno perverso e naturale, strappa dal volto degli altri per appropriarsene.
Agli altri che hanno questo "privilegio".
Avere una faccia.

Le sue forti esplosioni di violenza sono assolutamente coerenti con la pochezza del suo animo. Tanto è timoroso e reverente verso la famiglia, tanto, all'inverso, è violento e sanguinario con chi è esterno ed estraneo alla famiglia. Quelli lì, quelli al di fuori, nemmeno sono persone, sono come le mucche del mattatoio, solo animali da cui trarre nutrimento o giovamento. Infatti, non si può nemmeno dire che le sue esplosioni di ferocia siano motivate da sentimenti di odio o dalla vendetta. Sono dominate dall'isterismo, dalla frenesia, dalla follia, ma non dalla rabbia. Anzi, egli opera spesso come "esecutore", come "il braccio" della famiglia: i massacri spesso non nascono da lui, ma traggono origine dagli altri membri della famiglia, che lo spingono, anzi gli danno veri e propri ORDINI da eseguire. E' una specie di cacciatore violento, uccide per sua natura e non per pianificazione o calcolo. Certamente mentre brandisce la motosega si esalta come un bambino col suo giocattolo.

Per questo, torno a ripetere la frase con cui ho iniziato: Leatherface si nasce, non si diventa. Leatherface è nato così, in un ambiente schifoso, in una condizione di deformità fisica, di abiezione morale. E in quello stesso ambiente è cresciuto, mantenendo tali le sue caratteristiche.
Non ha fatto alcun periodo altrove, in nessun istituto psichiatrico, ma è cresciuto dal marcio e ha continuato a svilupparsi nel marcio, come un topo che nasce nella fogna e che continuerà a vivere nella fogna fino a quando morirà in essa (in tal senso, è molto più coerente il film NON APRITE QUELLA PORTA – 3D del 2013). La sua semplicità mentale è la stessa semplicità del Male che lo ha vomitato alla nascita e poi nutrito durante tutto il suo sviluppo psico-fisico.

Leatherface non si diventa.
Non può essere che uno è normale, poi tutto ad un tratto gli succede qualcosa di brutto, sclera e diventa Leatherface.
Magari qualcuno gli uccide il gattino o gli tr.omba la moglie e allora impazzisce di rabbia e diventa il Leatherface. Non è che uno ti fa un dispetto, magari anche bruttissimo, e allora lo fai a pezzi con una motosega.
Non si diventa così, perché non c'è alcun motivo che possa farti diventare COSI'. O lo sei sempre stato, o niente.
E certamente non basta un amico ucciso (peraltro da un poliziotto che cercava di difendersi) e non basta nemmeno una pallottola che ti deforma la faccia. Che di sicuro non è una cosa bella, ma nemmeno ti trasforma in un mostro sadico per il resto dei tuoi giorni. Nemmeno dopo 30 anni, figuriamoci dopo 30 secondi…. Il mutamento di Jackson è infatti impressionante: un momento è Jackson, un momento dopo è il Leatherface.

Forse il film può andar bene per chi ha visto l'originale molti anni fa e cha ha conservato un'idea solo vaga del personaggio…ma non per chi conosce bene il film.
Tra l'altro, il prequel di Nispel già presentava una certa incoerenza con il personaggio originale – ma ciò è dovuto al fatto che il prequel di Nispel era il prequel del suo stesso remake ed il Leatherface di Nispel presentava differenze da quello di Hooper – era più massiccio, con una personalità più strutturata e più forte. Sembrava meno infantile e quindi più sadico, perché più consapevole. Sprizzava rabbia dagli occhi.
Malgrado ciò, il Thomas Hewitt di Nispel si è avvicinato molto di più all'originario Faccia di Cuoio, soprattutto perché il personaggio e le sue origini erano perfettamente coerenti con l'ambiente sordido che li circondava (nel film di Nispel, egli nasce clandestinamente in un mattatoio e viene buttato nella spazzatura. Non c'è male come inizio!).

E' un peccato che questo film sia così, perché per il resto è invece molto coerente con il film del 1974.
È divertente vedere "Nubbins Sawyer" in versione bambino e giovancello (era il fratello schizzatissimo di Leatherface, quello con una voglia in faccia che nel primo film si taglia il braccio con un coltello in una delle prime scene). In questo caso, lo schizzatissimo bambino rispecchia perfettamente il personaggio che poi si incontrerà nel primo film.
Ottimo anche Drayton Sawyer, il fratellone maggiore. Forse Drayton è il personaggio più inquietante della saga (personaggio poi traslato nello Sceriffo Hoyt nel remake di Nispel), perché è quello moralmente più abietto: a differenza degli altri, sa benissimo distinguere il bene dal male – ma sceglie quest'ultimo perché è subdolo, nichilista e violento, con un'innata vocazione allo squallore. Trovo che il suo personaggio, nel film, sia perfettamente coerente con quello di Hooper.

Infine, non si può non citare il Nonno! Qui non è ancora estremamente vecchio e, anzi, appare in formissima. In ossequio alla sua grande fama, uccide un capo di bestiame (anzi, un capo di umano!) con una sola martellata in testa :-) Una dote, per chi si ricorda questa chicca, che veniva esaltata nel primo film.

Per concludere, secondo me è stato un errore uccidere il ladro nella scena iniziale del compleanno., dopo avergli tagliato una gamba. Nella saga (Nispel), infatti, comparirà poi un personaggio senza gambe – lasciarlo vivo e poi integrarlo in famiglia sarebbe stata una citazione carina.

Infine, voglio chiudere in bellezza.
C'è una citazione magistrale del primo film: è l'inquadratura del posteriore della prima ragazza, mentre si avvicina al fienile. L'inquadratura, la camminata e i tempi sono esattamente gli stessi di Pam nel primo film, quando si avvicinava alla casa.
L'attenzione dello spettatore è garantita, in entrambi i casi! Ma non sul fienile :-)

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Ultima risposta 26/02/2019 18.55.27
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