le daim (2019)

Inspiegabile come questo irriverente e a volte geniale autore, sia pressochè sconosciuto dai canali mainstream del cinema e televisione italiana (anche sulle piattaforme più conosciute). Quentin Dupieux ha ormai una decina di film nella propria filmografia, tutti a loro modo indimenticabili, eppure, se non parli con persone del settore o amanti del cinema è ancora uno sconosciuto.
Ecco se non è geniale questa idea? ... e coraggiosa la sua messa in scena; un ispirato Dupieux ci racconta, in commedia, un serial killer, non disdegnando tinte horror. Film sorprendente ottimamente interpretato. Il feticismo esibito, tale da portare all'assoluta irragionevolezza, alla follia .... capace di essere pure contagioso. Stupendo.

L'assurdo e il nonsenso che cessano d'essere denunciati (Ferreri?, Van Sant??) per venire semplicement'esposti, reduplicati, rispecchiati son'utili per l'appunto sol'ai folli. "Gradevole, coinvolgente, divertente", poi. E se il cinema è ridotto così, la pandemia ci libera da quest'acuzie di demenza pseudartistica.

Mauro Lanari

I film di Dupieux giocano molto sull'assurdo di situazioni e personaggi. A volte talmente assurdi da sembrare verosimili. Il feticismo che ha ammaliato George per quella giacca scamosciata ricorda per certi versi l'altrettanto feticismo del protagonista di Dillinger è morto di Ferreri. Altrettanto simile è la deriva verso la follia pura, la quale contagia Adele, barista con l'hobby del montaggio e la passione per il cinema. Non si sa nulla di veramente preciso sul protagonista. I tratti caratteriali vengono alla luce del rapporto con questa giacca, quasi un alter ego del protagonista stesso. Non è un film facile da seguire (vietato ai bimbominkia), però la durata breve non permette fronzoli inutili. Bravissimi sia Dujardin che la Haenel.