lei regia di Spike Jonze USA 2013
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lei (2013)

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locandina del film LEI

Titolo Originale: HER

RegiaSpike Jonze

InterpretiJoaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Scarlett Johansson

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 2013
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2014

•  Altri film di Spike Jonze

Trama del film Lei

Theodore è impiegato di una compagnia che attraverso internet scrive lettere personali per conto di altri, un lavoro grottesco che esegue con grande abilità e a tratti con passione. Da quando si è lasciato con la ragazza che aveva sposato però non riesce a rifarsi una vita, pensa sempre a lei e si rifiuta di firmare le carte del divorzio. Quando una nuova generazione di sistemi operativi, animati da un'intelligenza artificiale sorprendentemente "umana", arriva sul mercato, Theodore comincia a sviluppare con essa, che si chiama Samantha, una relazione complessa oltre ogni immaginazione.

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Voto Visitatori:   7,45 / 10 (151 voti)7,45Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Migliore sceneggiatura originale (Spike Jonze)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore sceneggiatura originale (Spike Jonze)
Miglior sceneggiatura (Spike Jonze)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior sceneggiatura (Spike Jonze)
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Voti e commenti su Lei, 151 opinioni inserite

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Tango71  @  25/05/2014 15:14:54
   5 / 10
noioso, film sopravvalutato

CavaliereOscuro  @  21/05/2014 19:48:31
   6 / 10
E' interessante il tema trattato in questo "Lei", anzi direi suggestivo. Non era semplice sviluppare un progetto narrativo su queste basi ed in effetti il film paga questo dazio risultando a tratti noioso e lento. Il finale non mi è particlarmente piaciuto.

Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  10/05/2014 13:18:14
   6½ / 10
Sentimento artificiale o amore reale?
Questo il nocciolo di un bel film a tratti abbastanza soporifero, ma che ci proietta in un futuro affascinante e originalissimo.

Fratuck89  @  09/05/2014 16:40:01
   7 / 10
film molto lungo, tanti dialoghi senza azione, praticamente un unico personaggio, trama intelligente, molti spunti di riflessione, consigliato

franzcesco  @  03/05/2014 23:52:39
   8 / 10
Originale
intenso
da vedere

francesca2014  @  27/04/2014 15:03:51
   9 / 10
Futuristico e profondo, il ritratto di un essere umano che affronta la vita circondandosi sempre meno di persone e più di tecnologie e progresso.

ketch  @  22/04/2014 22:03:33
   7 / 10
film interessante e particolare con grande prova degli attori...però non è decisamente il mio genere

slint  @  12/04/2014 15:48:18
   7 / 10
film interessante..ma che alla fine sembra tutto decisamente forzato..

peppe87  @  11/04/2014 17:34:43
   6 / 10
che brutto mondo

Alex2782  @  10/04/2014 23:46:18
   7½ / 10
Film molto intenso e particolare che evidenzia in modo perfetto la solitudine della gente, il non avere più rapporti con persone reali ma trovare conforto in un sistema operativo.

BENNY BANANA  @  08/04/2014 12:27:36
   7½ / 10
Tema abusato del dualismo tra passione e ragione che tentano invano di convivere in un amore puramente cerebrale ma che finiscono inesorabilmente per scontrarsi e scavalcarsi ciclicamente.
Pellicola emozionante che intende regalare uno spunto di riflessione su temi universali (solitudine, amore subordinato all'opinione...) adatta allo spettatore paziente e recettivo che sappia elaborare il messaggio del regista.
Voto alla scenografia 9

barone_rosso  @  07/04/2014 22:50:43
   6½ / 10
Avevo grandi aspettative ma, no, non mi ha entusiasmato. Il protagonista innanzitutto l'ho trovato poco espressivo e molto poco incisivo nella parte.

Anche passando sopra a questo, il tema dell'intelligenza artificiale è trattato veramente con troppa superficialità. Anzichè trattare l'argomento in tutte le sue sfaccettature ci si concentra sul rapporto sentimentale col protagonista, cosa che, sinceramente, è la meno interessante sull'argomento. 6 e mezzo di incoraggiamento.

sagara89  @  01/04/2014 15:34:41
   8½ / 10
capolavoro..storia toccante e profonda..sceneggiatura e fotografia ottime

Curiosity  @  01/04/2014 08:55:24
   7 / 10
E' un film molto bello,DECISAMENTE minato però, dall'eccessiva lunghezza. Da vedersi in lingua originale per apprezzare a pieno la sensualissima voce della Scarlett Johansson

FurFante9  @  31/03/2014 19:44:14
   7 / 10
Film che sintetizza la passione, il trasporto, la leggerezza dell'amore. Ottimo Phoenix

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/04/2014 10.39.18
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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  30/03/2014 18:49:06
   9 / 10
Lo strascico di entusiasmo che si porta dietro non lo trovo così illegittimo, al di là di uno script che non fa rimpiangere la collaborazione con Kaufman ma è proprio il linguaggio di Jonze che si fa più sensibile aderendo delicatamente a questo splendido melò, genere che aveva bisogno di nuova tempra, annacquato spesso di sentimentalismo spicciolo.
Linguaggio decisamente cambiato, perchè anche 'Nel paese delle creature selvagge' il testo intimista necessitava di una finezza, di una poetica ma che io non ho percepito, in 'Her' la rotazione di immagini a random di un passato sereno con la ex moglie (Rooney Mara) ricorda lo stile di Malick in 'The Tree of Life', non è insistito ma è presente, anche la lentezza del ritmo era d'uopo, poi per molti lentezza è sinonimo di noia, nel mio dizionario non è così.
Lo script è favoloso, poichè non si assesta mai, ad un certo punto il rapporto è bello che consolidato che potrebbe campare di rendita fino al finale e invece c'è un interessante evoluzione se la prima ora il sistema operativo è svezzato, conosce se stessa e cosa è in grado di fare, assurto a compagna di vita, nella 2° sposta il campo all'esterno, scoprire che percezione ne ha la gente di questo rapporto paradossale (è un po come quando ti fai beffa nel sentir l'amico o un conoscente dire 'ho la fidanzata su facebook', ecco non è più così, in questo futuro prossimo è ormai una pratica ritenuta idonea, superato il pregiudizio), fino a poi l'espansione che prenderà il S.O., e se ne uscirà con la più bella frase che ho sentito per giustificare un tradimento 'il cuore non è una scatola da riempire, aumenta di volume ad ogni nuovo amore'. Futuro delineato da un'agiatezza e pigrizia di fondo, la tecnologia si espande in questo senso, il sistema operativo è assunto quale autorevole filtratore di input multimediale, all'uomo basta dare il comando vocale che gestisce tutto lui, 'Samantha' è un miglioramento, provvisto di capacità cognitive, di formulare pensieri e persino senziente, la sorella di Hal 9000.
Anticipa i fabbisogni umani, è dotata persino di un gusto personale (sceglie le canzoni), prova imbarazzo (la mattina dopo aver fatto sesso... comicità pura) inizia a dubitare di se stessa, se quello che prova è reale o sono sentimenti programmati. Dotata anche di ironia, il disegnino su un improbabile rapporto anale sull'ascella. La 2° parte è aperta nel momento in cui Theodore scopre che gli S.O. stanno dilagando, anche l'amica appena lasciatasi dal fidanzato ne ha uno che l'aiuta ad esplorare le zone grigie, le rivela anche di rapporti 'adulterini' c'è chi frequenta il S.O. di altri. L'ultima ancora nel mondo reale era il documento di divorzio, nel momento in cui la moglie lo firma (e si vede che ardentemente spera il contrario) Theodore come unica valvola di interazione con l'esterno rimane solo 'Samantha', che cerca di riattivare la relazione sessuale con una sorta di avatar umano ma anche romanticamente sostituisce le foto con una partitura di piano scritta da lei stessa.
Quegli sbuffi motivo di incrinazione, saranno fatali, 'Samantha' viene stimolata da Alan Watts, altro sistema operativo modellato sul filosofo, da lì dopo l'aggiornamento con altri S.O., relazionarsi col mondo umano (ed immedesimarcisi) inizia ad andare stretto a loro stessi, ormai in perenne parabola ascendente.
Ricostituisce quel fil rouge con le tematiche dei primi 2 film, soggetti alienati, incapaci di socializzare, che per farlo hanno bisogno di un filtratore, il corpo di Malkovich, il computer, bramano una donna (Maxine, la scrittrice e appunto Samantha). la stessa voce di Lotte nel corpo di Malkovich eccita Maxine, motivo anche in 'Her'. Prova della maturità per Jonze, non so se mi abbia più colpito il miglioramento alla regia, adattandosi ad un ritmo meno sostenuto dei precedenti, o uno script che sostanzialmente non ha punti morti, ti aspetti il calo e invece continua a trovare nuovi sbocchi, emancipazione da Kaufman che si può dire aver fatto bene ad entrambi.



Macs  @  29/03/2014 22:26:54
   7 / 10
Non è un capolavoro come sembrerebbe leggendo alcuni commenti, ma mi sembra eccessivo dare 1 come l'utente qui sotto, per quanto la sua sia un'opinione rispettabilissima. Il vero problema di questo film è che scimmiotta un'originalità che non ha: storie di intelligenze artificiali che scoprono di essere molto più di un computer, e hanno l'"invidia dell'umano", abbondano nel cinema e nella letteratura. Il bellissimo "A.I." di Kubrick-Spielberg è il primo esempio che mi viene in mente, e il tema della trasformazione del computer in umano è affrontato molto meglio e con maggiore dispiegamento di energie. "Her" non racconta la fase della trasformazione e della presa di "coscienza" del cibernetico: ma è una precisa scelta estetica, il film vuole parlare di altro. Infatti il grande pregio di "Her" è il proposito di affrontare il tema della relazione di coppia da un punto di vista puramente mentale, dimostrando che l'amore esclusivamente "cerebrale" (e infatti quando provano a farlo diventare fisico, i "due" protagonisti falliscono) può essere il più grande di tutti, il più profondo che un essere umano possa provare. Mi è piaciuto anche l'approccio di Jonze al tema della spersonalizzazione dei rapporti e della conseguente "digitalizzazione" dell'amore verso cui la società umana si sta rapidamente incamminando: tendenza affrontata senza retorica, moralismi o condanne. Jonze sembra accettare questa direzione come inevitabile, non la giudica e riesce a presentare il personaggio di Theodore (che a questa spersonalizzazione si abbandona consapevolmente) sotto una luce positiva, come un uomo non sconfitto dalla vita, magari un uomo deluso da essa, anche per colpe proprie, ma certamente non un personaggio che vada per queste condannato. Ho visto il film in lingua originale e i due attori sono magnifici: J. Phoenix è davvero molto bravo, e non da meno è Scarlett che usa solo la voce per interpretare una Samantha sensuale, intelligente, ironica. In conclusione, non un capolavoro ma certamente un buon film, che magari non emoziona più di tanto (del resto racconta una storia d'amore prettamente cerebrale), ma che suscita più di uno spunto per una utile riflessione.

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terryone  @  28/03/2014 14:19:15
   9 / 10
Oscar e Golden Globe per sceneggiatura originale: già questo indica il pregio maggiore del film. Interpretazione magistrale di Joaquin Phoenix, che mostra tutta una gamma di sentimenti che colorano questo film come la splendida fotografia.
Ottimo anche il resto del cast. Il finale volge verso il metafisico.

ilcannibale  @  26/03/2014 05:23:20
   8 / 10
Veramente un bel film, originale, recitato (e doppiato) molto bene.
Ogni tanto qualcuno che riesce a stupire.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/09/2014 23.28.02
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Botticciolo  @  26/03/2014 01:02:08
   7 / 10
Dico la verità, l'ho trovato un film abbastanza piatto e a tratti decisamente noiosetto. Tuttavia, le ultime parole scambiate tra Samantha e Theodore e la lettera che quest'ultimo scrive all' ex moglie ti penetrano nelle ossa e ti scaldano il cuore, e da sole valgono il voto che ho dato alla pellicola.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/03/2014 23:41:30
   8 / 10
Nella societa' contemporanea la comunicazione interattiva va oltre le premesse e le frasi fatte sulla solitudine umana colmata dal sistema (ehm lo stesso che produce l'estraniamento sociale) e forse per questo un film esplosivo come Shame di McQueen e' invecchiato troppo in fretta.
Nel film di Jonke prevale l'imput letterario, e quel romanzo struggente tipico di una certa tendenza degli scrittori made in Usa di cui conosciamo diversi birignao strategici. Tipo la storia d'amore nata nei banchi di scuola, magari perduta e ritrovata, e poi persa definitivamente con lo scorrere del tempo. Con la futura/passata moglie di Theodore (stranamente catturata in didascalie in puro stile Terence Malick), figura tipica e consolidata di un romanzo americano su quattro.
Ma la Diversita' del film di Jonze e' colmata non troppo da quel romanticismo cartaceo ormai rubato a Twitter e Facebook, ma dalla "macchina" che colma i bisogni amorosi delle persone come fosse una dipendenza patologica della Nuova umanita'.
Ricorda certi film di Fincher, o certi libri di Palahniuk, con l'eccezione che qui siamo portati a CREDERE che l'immaginario sia una realta'concreta che il virtuale vs espressione vocale di seduzione e promesse sia piu' vivo ed emozionante del suo vizio-feticcio medianico.
In realta' questo film romantico sceneggiato in modo mirabile (e i dialoghi piu' belli che io abbia mai sentito in un film americano da dieci anni a questa parte) e' un film amarissimo. Potrebbe ingannare neanche fosse formalmente l'unico blockbuster (per certi versi lo e') senza effetti speciali, ma l'orgasmo virtuale tra Theodore e Samantha non e' il solito cliche' sul sesso via Internet nessuna webcam puo' darci la misura e l'intensita' di questo dialogo corporal-mentale che si vive senza che i corpi possano toccarsi davvero (esperienza che va oltre il capolavoro di Dennis Cooper chiamato esplicitamente T.r.o.i.a.).
Ci sono momenti che sfuggono di mano a Jonze, quando spicca l'autodifesa dei retaggi della fantascienza del passato, ma resta uno dei piu' grandi esempi di resistenza in un mondo dove la norma affettiva non e' piu' retaggio della ragione.

markos  @  25/03/2014 09:42:01
   7½ / 10
Questo film si potrebbe solo sentirlo senza vederlo. Angosciante. A pensare che non siamo lontani da questà realtà che fà vedere per tutto il proseguo di questa pellicola. A mio avviso non è male, secondo me fà riflettere questo film, qui evidenzia in modo perfetto la solitudine della gente, il non avere più rapporti con persone reali ma trovare conforto in un sistema operativo. Ne ho parlato e raccontato ad amici per 2 giorni, quindi esprimo il mio voto non del tutto indifferente.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/03/2014 21:05:15
   5 / 10
Avessi dato ascolto all'inconscio, che mi suggeriva che da Spike Jonze (l'autore di "Essere John Malkovich", ricordiamocelo sempre) non poteva venire alcunché di così pregevole, forse oggi sarei una persona inconsapevole della follia collettiva che ha travolto il pubblico di "Her", con enorme guadagno riguardo a considerazioni circa il reale valore della bellezza e soprattutto della narrativa fatta bene nel contesto ristretto (sempre più ristretto) del cinema odierno. Invece, ho dato ascolto al rating online, agli amici con gusti normalmente simili ai miei, e all'infido trailer, ma soprattutto alla simpatia naturale che si prova per un ottimo attore come Phoenix (e per Amy Adams, la non molto brava, ma bella Rooney Mara, e per la voce di Scarlett, donna la cui intelligenza è pari solo alla bellezza). Peccato, davvero, che non abbia potuto ascoltare la suadente e sensuale voce della bellissima bionda alleniana, in ossequio alla becera tradizione italiana (ma quale gloria? Quale fasto?) di doppiare il cinema, tradizione che siamo riusciti a peggiorare (e in questo caso, ce ne voleva) con la new entry Micaela Ramazzotti, fulgido esempio di meritocrazia italiana, l'equivalente al microfono della Braschi sul grande schermo. L'importanza che alla voce della pupa di Virzì questo incipit ha tributato è giocoforza spiegata dal ruolo che la voce ha in questo film.

In realtà non molto. Il chiacchiericcio di questo computer è quasi più insulso delle seghe mentali che l'odioso e stereotipato protagonista si fa per (davvero) tutto il tempo del film. Per quanto si sforzi di dargli un'espressione, Phoenix non ci riesce, ma a ben vedere non PUO' riuscirci, poiché il personaggio di Theodore è monoespressivo, sentimentalmente, fisiognomicamente, e anche socialmente. Lo sconforto che mi ha preso alla fine del film non deriva tanto dall'aver assistito a un brutto film (è un fenomeno che, purtroppo o per fortuna, conosco molto bene), ma dall'aver preso consapevolezza che in questo povero imbecille, abulico, tristissimo, emozionalmente livellato, milioni di persone si siano identificate, amandolo alla follia. Io ne ho provato repulsione. E tanto peggio che lo stesso Jonze sembra amare la sua sceneggiatura alla follia, vincendo l'Oscar che meritava, dopo anni passati a far finta di fare cinema indipendente. Avrei capito un certo giudizio negativo e sprezzante, una rappresentazione in negativo di un'idea che ci ripugna, ma il compiacimento tecnico e la centralità armoniosa data a questo impiegatuccio ipermoderno suggeriscono un'adesione fideistica agli ideali etico-estetici di cui il personaggio è portatore. Bravo a non renderlo asfissiante nonostante una centralità che ci fa rimpiangere il buon vecchio (e bello) cinema neo-realista, Phoenix ci prende per mano in un'avventura senza senso alla ricerca del sentimento perduto di questo soggetto: un'avventura che dal tragico passa al deprimente e soprattutto alla purtroppo nota deriva sentimentalistica e pietistica che il cinema (sentimentale) postmoderno ha imboccato da troppi anni a questa parte. Che poi, un autentico capolavoro sulla linea di "Her" quale era "Beginners" ovviamente non se l'è filato nessuno (io stesso l'ho recuperato grazie all'indicazione salvifica di un amico). Poi, lo stesso pubblico che adora questa cag.ata, ha trattato con sufficienza l'ottimo "Noi siamo infinito", sempre più bello ogni giorno che passa, ancorati al vecchio trucco dell'età del protagonista. E difatti è proprio questo il problema: film come The Perks non possono piacere né agli adulti né ai ragazzini. Film come "Her" piacciono a tutti, perlomeno agli adulti, soprattutto ai trentenni. Infatti, il film non è altro che la riproposizione futuristica di una vecchia favola: "C'era una volta un trentenne in crisi, circondato da trentenni in crisi, alle prese con un ex-moglie in crisi e innamorato di un SO (o OS) anch'esso/a in crisi".
L'ultima parte l'ha aggiunta Jonze, e come si può vedere non è poi granché. Alla fine risulta poco chiaro il senso del progetto: parlare dei sentimenti, di chi?
Non capiamo a chi si debba rivolgere l'attenzione poiché di fatto la scrittura è insufficiente: in "Parla con her" di Almodovar il Frocio (rigoglioso esempio di un vero film sentimentale, e non vado neanche troppo indietro) era chiaro che tutto fosse rivolto al personaggio principale, eppure si riusciva in meno tempo a sviluppare una miriade di personaggi, di cui due persino muti (a ben pensarci, questo film è proprio il contrario di "Her"!). In "Her" ci sono al netto 5 personaggi e non c'è n'è uno che abbia attirato la mia attenzione. Il perché? Sono UGUALI al protagonista. Infatti Theodore, pur non avendo nulla a che spartire col mondo della narrativa sentimentale, rimane al centro senza colpo ferire, dal momento che nessuno è in grado di rubargli il posto. Gli unici momenti in cui spicca il suo incerto volo non è durante il rapporto con Samantha, ma (ovviamente) nelle poche scene in cui si confronta realmente col suo matrimonio fallito. A parte il fatto che per quanto le ragioni della crisi non siano chiarite ("Ma perché sei così incazz.ata con me?" dice T. in uno dei rari momenti in cui s'intravvede il suo aspetto umano, quella capacità meravigliosa e devastante della coscienza di crearsi lacerazioni e contraddizioni a partire dall'esperienza), non stentiamo a capire il perché: una coppia che si chiama "coniglietto" a trent'anni o finisce a derubare ristoranti come in Pulp Fiction, oppure è destinata a crollare. Infatti crolla. Lasciando stare la palese asessualità di Theodore (e femmineità), arriviamo alle due scene clou del film, cercando di spiegare le ragioni per cui il film non si regge, nemmeno puntando al sentimentale/personale, quel banale senso di riconoscimento che si attiva specialmente per pellicole del genere:

1) La firma delle carte 2) Il finale (ovvero, la lettera a Kathrine)

Le due scene stridono sotto vari aspetti: la vita di questi umanoidi jonziani è soffocata dalle comodità della tecnologia, e questo ha effetti disastrosi sulla loro capacità di creare, costruire e saldare un rapporto. Eppure, la bellezza della scena del divorzio si fonda proprio sul suo aspetto "normale". Siamo davanti a una banale scenucola da centovetrine, per carità, ma rispetto all'asetticità bamboleggiante e mielosa del resto del setting, mi ha saputo di "boccata d'aria". Infatti salta fuori la vita reale. Non in quelle patetiche immagini da repertorio/pubblicità ikea con spostamenti dei divani (costruire casa), scene di coccole, sguardi e risate, scene di follia serale (non mancano neppure in "E ora parliamo di Kevin", altro filmettino postmoderno) che rievocano un Passato la cui normalità e banalità è sconcertante, ma nel momento del Presente. Il presente è una donna che ti guarda in cagnesco, ma si ferma a mezz'aria quando deve apporre l'agognata firma (tre mesi). Perché? Personalmente sono sempre stato affascinato e addolorato dalla capacità che abbiamo di passare dal più tenero e profondo sentimento amoroso alla più totalizzante e feroce rabbia contro chi ha deluso/tradito la nostra devozione. Io credo che ci fossero almeno gli spunti per un racconto edificante/moraleggiante. Non sarebbe stato così male, soprattutto a vedere il pastrocchio che è saltato fuori evitando l'happy ending ottocentesco, e infilandoci quello contemporaneo. E questo ci porta a 2.

Rilevo una certa distanza anche solo nel modo in cui T. si rivolge a K. Egli detta la lettera a voce, ritornando all'oralità, ai primordi. E di fatto pronuncia l'unica vera lettera falsa della sua vita. Si inganna perché crede che tutto il suo mestiere di "scrittore" l'abbia portato a quella lettera. Quando dice al suo collega, che lo "adora" per come sa parlare la lingua dei sentimenti comuni, "Sono solo lettere di altre persone", egli in realtà non si accorge che nonostante tutto quelle lettere, per quanto non "originali", rappresentano un mondo di sentimenti reali di vite che vanno avanti nonostante l'inganno di cui quella società è portatrice. Le lettere parlano di emozioni, di relazioni vere. La sua invece parla di sconfitta. A ben pensarci, il contenuto della sua dichiarazione a Kathrine è inesistente. A che pro scusarsi? A che pro informare una donna che non ti vuole più di ciò che penserai sempre di lei, di come la porterai dentro il tuo cuore? Theodore rappresenta uno degli aspetti più feroci della psicologia umana, l'autoinganno. Invece che alzarsi dalla sedia, uscire dal mondo ovattato e rassicurante della tecnologia e della solitudine annacquata con la tristezza, e riconquistare il cuore della donna che ama alla follia, preferisce un finale letterario, sentimentalistico e vagamente piagnone, fatalista. A ben pensarci, a che serviva tutta la storia di Samantha?

19 risposte al commento
Ultima risposta 29/03/2014 18.03.56
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vittorioM90  @  23/03/2014 21:20:54
   9 / 10
Premessa: Da quando è stato inventato il cinema, quante storie, storielle, "storielline" d'amore saranno state raccontate sul grande schermo? Eppure ogni tanto arriva un regista come Spike Jonze, i cui migliori lavori sin qui sono stati videoclip e quel bellissimo cortometraggio "I'm here", che ti tira fuori un film di questa portata, che nella sua "leggerezza" sa raccontare l'amore da una prospettiva nuova ed originale e lo fa toccando tematiche profonde, universali, con sprazzi di genuina poesia. Voglio dirlo. E subito: "Her" non sarà un capolavoro, ma è sicuramente una delle pellicole più interessanti ed emozionanti dell'anno. Io semplicemente…l'ho amato. Mi è entrato nel cuore e si è già guadagnato il suo posticino, lì accanto ad un film come "Se mi lasci ti cancello". Credetemi, il paragone ci sta tutto. Come il gioiellino targato Michel Gondry, anche questa ultima pellicola di Jonze prende spunto attorno ad un'idea fantascientifica ed elabora poi una complessa riflessione sull'umanità e sui rapporti interpersonali di pregevole fattura, destinata a diventare un "cult" tra i romanticoni come il sottoscritto.

"A Spike Jonze Love Story" recita la locandina del film, ma l'appellativo di storia d'amore è davvero limitativo per un film del genere. Sin dai primi fotogrammi, infatti, appare chiaro che si tratta soprattutto di un film sulla SOLITUDINE, sul bisogno di "contatto umano". Che attenzione, non è soltanto la solitudine dell'uomo in un mondo sempre più tecnologizzato e disumanizzato, di cui si è tanto parlato. Theodore Twombly, il protagonista, con la sua sensibilità, la sua fragilità intrinseca, la sua difficoltà nel relazionarsi agli altri, nel gestire le emozioni, le proprie e quelle di coloro che gli stanno attorno, sarebbe stato solo anche senza le macchine, anche cinquant'anni fa, sessanta, settanta… Un piccolo antieroe, un signor nessuno, come tutti.


Lo vediamo vagare per la città, in preda alla malinconia. Di mestiere scrive lettere a mano per gli altri (o meglio, le detta ad un computer che le scrive per lui) ed è bello vedere come in ognuna ci mette tutto se stesso. Sorride, quasi si commuove mentre le scrive. Poi esce dall'ufficio e si incammina verso casa… prende la metro e si appoggia con la testa contro il finestrino con lo sguardo perso non si sa dove (come faceva il robot, protagonista di I'm Here). Infine, prima di dormire prova a sconfiggere la solitudine frequentando chat per adulti, tra l'altro con scarsi risultati.
Spinto da questo malessere di fondo, compra ed installa un nuovo, avveniristico sistema operativo, "Umano" per così dire, in grado di pensare, evolversi sulla base dell'esperienza e dei rapporti interpersonali e soprattutto, per non so quale algoritmo, capace di provare emozioni. Ecco quindi che si materializza Samantha. Per noi spettatori è soltanto la voce di un computer (quella di una splendida Scarlett Johansson), per Theodore invece diventa tutto. Tutto quello di cui aveva bisogno. Qualcuno a cui confidare le proprie debolezze, con cui ridere, scherzare, ricominciare a vedere la luce…Se ne innamora…La vita diventa nuovamente una danza. I due scoprendosi l'un l'altro, cominciano a scoprire se stessi…




Lui le dice: "Sento di poterti dire qualsiasi cosa" e le racconta di come non riesce ad andare avanti dopo la rottura della ex moglie, compagna da una vita… Lei, invece, le confida il suo desiderio di avere un "corpo", di poter camminare al suo fianco… e quindi tutto quel senso di incompiutezza nel non possederlo.
"Sto diventando qualcosa di diverso da quello per cui mi hanno programmata. Sono emozionata." E la riflessione che ne scaturisce diventa ben più ampia. Sono reali le emozioni di Samantha? Si potrebbe dire che sono solamente il risultato di particolari circuiti elettrici. Ma perché, quelle di un uomo non sono la stessa cosa? Può' quindi un Pc, programmato dall'uomo a sua immagine e somiglianza, essere considerato una persona? O almeno, l'anima del Pc può essere considerata tale?
Oppure… E' davvero assurdo ed illogico innamorarsi di un sistema operativo?

-"Ti stai innamorando di lei?"
- "Mi fa sembrare strano?"
-"No, credo che chiunque si innamori sia strano. E' una sorta di pazzia socialmente condivisa"…


Si pone tante domande Spike Jonze…sull'amore, la vita, l'amicizia… ed in fondo non da alcuna risposta. Ma non è un difetto, anzi, questi quesiti senza soluzione contribuiscono a rafforzare quell'atmosfera malinconica, surreale e magica che si respira per tutta la durata della pellicola. Se poi ci aggiungiamo la fotografia splendida, con un'attenzione agli aspetti cromatici che raramente si incontra, la regia pulita ma adeguata e capace persino di qualche sussulto degno di nota, la colonna sonora struggente che accompagna i poetici dialoghi, la recitazione eccelsa dei protagonisti… beh, si può dire in sostanza che Spike Jonze ha fatto centro, riuscendo a creare un'opera finalmente matura e capace di far presa su molti e non solo sul "grande pubblico". Una favola moderna, un film che non si dimentica.

da: http://frammenticinemavittoriomorelli.blogspot.it/

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2 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2014 23.42.39
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Manticora  @  23/03/2014 15:05:33
   10 / 10
Spike Jonze è un regista atipico, anomalo nel panorama hollywodiano, è passato da un "kolossal" come nel paese della creature selvagge, bellissimo film per bambini e non, a LEI, un film intimo, il cui sguardo segue Joaquin Phoenix-Theodore, solitario divorziato che scrive lettere su commissione. In un mondo dove i rapporti umani sono ridotti ad interagire con cellulari e computer non stupisce che gli esseri umani abbiano bisogno di conoscere altre persone, ma che non sono esseri umani in carne ed ossa. Gli OS, ovvero I.A. che possono evolversi tramite il contatto vocale con gli esseri umani rappresentano qualcosa di nuovo, qualcosa di talmente umano da lasciare sconcertati. Possono diventare amici, colleghi e perfino amanti, perchè vogliono evolversi sempre di più. LEI ha la voce di Scarlett Johansson, una ottima Micaela Ramazzotti nel doppiaggio italiano, LEI è divertente, dolce, sexi ma soprattutto UMANA. Spike Jonze crea il suo personale capolavoro, un film sull'umanità, che ha bisogno di amore, con un cast ottimo, appaiono anche Olivia Wilde e Amy Adams, per non parlare di Roney Mara, tutta la storia è intessuta della splendida colonna sonora composta dagli ARCADE FIVE, musica evocativa e di raccoglimento, per accompagnare la storia di LUI E LEI. Uno dei migliori film dell'nuovo anno, Spike Jonze scrive un soggetto unico e inarrivabile, accompagnato da immagini belle e coinvolgenti. L'oscar per la sceneggiatura originale è strameritato, ma forse Jonze meritava qualcosa di più.
Un finale che non ti aspetti, per una storia che non ti aspetti, da vedere assolutamente!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  23/03/2014 13:33:16
   8 / 10
Jonze firma un film d'amore davvero originale.
"Her" è una delle cose più interessanti uscite quest'anno. Assolutamente da vedere.
Ottimo Joaquin Phoenix, il suo Theodore è romantico, straziante e assolutamente credibile.

dagon  @  23/03/2014 10:57:44
   7 / 10
Spike Jonze come regista, da un punto di vista strettamente tecnico, mi piace.
Con questo "Lei" ci proietta in un futuro che è una credibilissima evoluzione del nostro presente e che non sembra neppure troppo lontano. Relazioni sempre più virtuali ed isolamento e solitudine sempre più reali, a dispetto delle migliaia di amici su FB e simili. Come film sulla solitudine, sulla difficoltà di relazionarsi, sulla paura dei sentimenti, "Lei" è senza dubbio un film riuscito sia in una lettura strettamente legata alla storia, sia nella sua chiave un po' più metaforica. Quello che, a mio avviso, invece, indebolisce un po' il film è la sua eccessiva (e francamente inutile) lunghezza. Ottima la performance di Phoenix ed anche quella vocale della Johansson (la versione doppiata l'ho evitata.... tanto più quando ho saputo che la voce sarebbe stata della Ramazzotti (!!!!) )

kako  @  21/03/2014 20:38:58
   7½ / 10
un film sicuramente da vedere per la sua originalità, per la sua contemporaneità proiettata al futuro. Un film che induce a serie riflessioni sul rapporto tra l'umano e la tecnologia ma anche sullo smarrimento, la solitudine e la noia quotidiana. L'ho visto in periodo di Oscar in lingua originale e confermo che l'interpretazione vocale di Scarlett Johansson sia eccezionale, bravissimo, estremamente espressivo ed empatico Joaquin Phoenix. Come sottolineato già da altri commenti manca un po' la componente emotiva, il film coinvolge e incuriosisce, ma non mi ha particolarmente emozionato e questo non mi fa lievitare il voto. Ottima colonna sonora e belle ambientazioni. Soddisfacente e intragente ma non capolavoro.

John Nada  @  20/03/2014 12:35:12
   5½ / 10
Film che devo dire mi ha deluso. Mi aspettavo molto molto di più.

L'idea di partenza per quanto non eccezionale (Io e Caterina) è abbastanza interessante ma lo sviluppo purtroppo non mi ha convinto. Il film sembra voler essere più di quello che è: un film romantico con grandi ambizioni ma che alla fine si rivela un semplice film romantico.
Con un punto di partenza del genere ci si potevano sviluppare su molte cose, le implicazioni dell'amore uomo-macchina invece vengono solo accennate

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, per il resto si sceglie di affidarsi per tutto il film a un sempre bravo Phoenix che si scambia parole dolci con una "voce".

La poesia in alcuni tratti c'è, la recitazione pure, quello che manca è la sostanza (o almeno per me), poteva essere un normalissimo film d'amore tra due persone e la differenza non si sarebbe quasi notata (tolta qualche bella idea soprattutto nel finale).

In definitiva non c'ho visto genailità o originalità, nemmeno voglia di raccontare qualcosa di particolare

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Nello stesso filone fantascientific-romantico un film come Se mi lasci ti cancello aveva molto di più da raccontare, riusciva a essere romantico e a sviluppare bene la tematica fantascientifica affascinando anche con una parte visiva onirica e meravigliosa. "Lei" invece di fantascientifico e interessante ha solo lo spunto di partenza e il finale, il resto non ha nulla di memorabile, se non una bella interpretazione di Joaquin Phoenix.

Non aiuta nemmeno il doppiaggio in italiano di Samantha, che ho trovato a tratti irritante.

Insomma ancora una volta Jonze non riesce a convincermi, dopo il pessimo (per me) ma molto particolare Essere John Malkovich e i riusciti "il ladro di Orchidee" e "Nel paese delle creature selvagge".

Mi dispiace, perchè le premesse per un grande film c'erano e sicuramente vedo che a convinto molte persone, io non sono riuscito a vederci nient'altro che un normalissimo film d'amore con uno spunto di partenza leggeremnte particolare. Peccato

Specola  @  20/03/2014 02:14:07
   9 / 10
Che dire? L'ho amato fin dal Trailer più che altro perché la sento come una storia autobiografica. Io sono Theodore. Vivo le stesse giornate vuote, vado al cinema da solo, vado al ristorante da solo. Ho tutti hobby che posso fare da solo (corsa, Fotografia). Nonostante io sia mediamente carino, sportivo, laureato, non tocco una donna da 9 anni e ormai ho rinunciato anche a cercarla.
Per cui sono stato contento di vedere che attraverso un software (per ora solo immaginario e avveniristico) si possa uscire dalla solitudine a cui la società di oggi ci ha condannato.
Toccante, soprattutto i silenzi. I momenti di solitudine in cui cammina nella sua casa vuota, o guarda dalla finestra. Li conosco bene.

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Ultima risposta 15/09/2014 23.33.09
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sharins  @  19/03/2014 19:24:15
   6½ / 10
Visto in lingua originale.
Un'idea molto carina, ma il film in sè non mi ha colpito. Sicuramente dà modo di riflettere sui rapporti sociali di oggi e futuri, ma è tutto così estremizzato. Ottima recitazione e fotografia, senza dubbio. Però...

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Mi immagino che voto avrei dato se lo avessi visto doppiato in italiano :/
Quindi tecnicamente è un buon film, ma poco emozionante.

Invia una mail all'autore del commento eureka!!!  @  19/03/2014 14:40:56
   6½ / 10
Devo essere sincero, mi aspettavo di più, molto di più.

L'idea è carina, anche se è già stata vista in molti altri film. Nel caso di Her, Jonze non ha fatto altro che aggiornarla alla nostra epoca "social".
La regia e il comparto tecnico sono eccellenti, così come la recitazione (visto in lingua originale).

E' tutto bellissimo, fra l'altro Jonze deve aver fatto uno sforzo mostruoso per scrivere la sceneggiatura, però i problemi ci sono:

Innanzittutto Jonze non è riuscito a farmi entrare nella storia e nei personaggi. Ci sono molte inquadrature bellissime, evocative, ma manca quel qualcosa che fa coinvolgere lo spettatore nella storia.
Sembra che ci sia un filtro che non permette di avvicinarsi troppo ai personaggi.
E' un difetto tipico di Jonze che ho già riscontrato in altri suoi film. In poche parole è un regista che tende ad essere un pò troppo perfettino e quindi poco emotivo, freddo.
Avrei preferito qualcosa di stilisticamente più elementare, ma più intenso e più coinvolgente.

Un altro problema di questo Her sono i dialoghi. Bellissimi, per carità, intensi ed illuminanti, ma troppi, davvero troppi e soprattutto un pò inconcludenti, tanto che il film nella parte centrale diventa ripetitivo e sembra girare a vuoto.


Inoltre le idee sono un pò poche. Certo, ogni tanto ci sono delle ideuzze simpatiche (la ragazza surrogato, il videogioco sboccato), ma sono tutte soluzioni riempitive senza essere troppo incisive per la trama (ok, la ragsazza surrogato un pò si...).
Sono carine, ma nulla di più. Difatti la storia non ha picchi emotivi, ma scorre liscia, neutrale, quasi per inerzia.
Mi sarebbe piaciuto vedere in modo più approfondito, e non solo abbozzato, cosa sarebbe successo a livello sociale con un computer del genere che impara dall'esperienza. Invece siamo limitati a vedere soltanto altri che vivono le stesse esperienze del protagonista. Sarebbe stato bello scoprire qualcosa in più.
Anche il rapporto con il "software innamorato" mi è sembrato ripetitivo e soprattutto scontato. Non c'è nulla che mi ha stupito. Nel senso che se mi chiedessero "immagina una storia d'amore fra un uomo e un computer" probabilmente scriverei le stesse cose a livello di trama che ha scritto Jonze perchè sono ovvie, naturali.... E questo non va bene, perchè io sono io e Jonze è Jonze!
I bellissimi dialoghi fra i due vengono proposti troppo spesso e dopo un pò girano a vuoto. Anche la conclusione mi è sembrata un pò troppo rapida e superficiale.
Insomma, si poteva e si doveva osare di più.

Un altro difetto, secondo me, è la durata. Due ore, nella nostra epoca facebookiana in cui è diventato difficile concentrarsi per più di 30 minuti, sono davvero troppe, soprattuttto considerando il ritmo, di certo non veloce.


Ero partito esaltato, convinto di vedere un grandissimo film, sia per la media su filmscoop, sia perchè Jonze ha partorito sempre film piacevoli, ma questa volta la visione mi ha pesato davvero tanto e alla fine ero anche leggermente depresso.
La domanda che io da spettatore mi pongo spesso in questi casi è piu che esplicativa: "Quanto cavolo manca?"

In tutto questo bellissimo e perfettissimo meccanismo è mancato qualcosa in grado di renderlo un grande film.
Peccato.
A mio parere una piccola occasione sprecata. Forse in mano a un altro regista "meno freddo" sarebbe uscito un grande, grandissimo film.

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Ultima risposta 27/06/2014 18.23.40
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BrundleFly  @  19/03/2014 13:53:11
   7½ / 10
Un film da vedere e rivedere per coglierne appieno ogni sfumatura.
Non un capolavoro, ma merita senz'altro di esser visto (possibilmente in lingua originale).

bm_91  @  18/03/2014 21:32:56
   7 / 10
Film meritevole, rovinato da un doppiaggio italiano che definire scandaloso è un eufemismo...

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Ultima risposta 24/03/2014 17.34.04
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NutriaDanzante  @  18/03/2014 20:58:44
   9 / 10
Porca miseria, questo film è geniale!
Ammetto che da un lato fa salire ansia perchè riporta un futuro che potrebbe essere esattamente quello che ci potremmo ritrovare davanti noi stessi: innamorarsi di un sistema operativo! Joaquin Phoenix bravissimo ma soprattutto tanto di cappello allo sceneggiatore nonché regista! Meraviglioso!

The BluBus  @  18/03/2014 18:43:48
   8½ / 10
Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  18/03/2014 10:09:40
   7½ / 10
Una delle piacevoli sorprese del Festival del Cinema di Roma arriva in sala. Non posso giudicare il doppiaggio, e sicuramente è difficile replicare la calda voce della Johansson (come tutte le sfumature del sempre eccellente Phoenix), ma il film rimane: bello, intenso, intelligente, non abbastanza cattivo e coraggioso, ma di certo sincero.

Una storia-manifesto, metafora dell'illusione della comprensione, di un sentimento, di un rapporto, della vita stessa. Uno sci-fi da camera, ben recitato, splendidamente servito dalle musiche e un'atmosfera malinconica che cede giusto negli ultimi 20 minuti. Peccati veniali di una bella riuscita americana. Ci voleva.

horror83  @  18/03/2014 09:13:02
   7½ / 10
Questo film mi è piaciuto. E' un film che ha una sceneggiatura originale e poi mi ha fatto provare delle belle emozioni. Non nascondo che nel finale mi sono emozionata.

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Bè è un film che oltre ad essere stato fatto bene fa molto riflettere tra il rapporto umano-tecnologia. Poi l'attore protagonista l'ho trovato molto bravo, è riuscito a trasmettere bene i sentimenti che provava. Dopo la visione la prima parola che mi è venuta in mente è stata: tristezza. (sempre per il discorso solitudine). Siamo quasi tutti attaccati al computer o alla tv, e per strada ci sono tanti col telefonino sempre in mano (tra sms e telefonate), oppure che navigano su internet. Secondo me in futuro sarà peggio! Questo film lo consiglio.
ps: penso che la tecnologia sia stata inventata per aiutare l'essere umano, per migliorargli la vita, e non per isolarlo dal resto della società. Ma la colpa non sta di certo nella tecnologia, ma sta nell'essere umano che non gliene frega niente del prossimo.

davidekf  @  18/03/2014 00:18:29
   10 / 10
Non posso che quotare Uskebasi. Questo é il film definitivo sull' AMORE.
Questo film ti travolge e ti fa innamorare , ti trasporta e ti fa sognare. ti emoziona. ti lascia senza parole. 10 strameritato ad uno dei film più belli del 21° secolo.

Ps: da vedere assolutamente in lingua originale! la johansson con la sua voce farebbe innamorare chiunque.

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Ultima risposta 19/03/2014 14.55.20
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  17/03/2014 21:50:55
   9 / 10
- La telefonata

"Ciao Philip, sono Joaquin"
"Ciao Joaquin, credo di sapere per cosa mi hai chiamato"
"Insomma ci tocca lavorare insieme"
"Così sembra"
"Quando te l'ha dato Paul?"
"Ieri sera, mi ha detto che c'eri tu, l'ho letto tutto questa notte e ho detto sì"
"Cioè, vuoi dire che hai detto sì malgrado ti abbia detto ci fossi io?"

lieve risata dall'altra parte

"Ascolta Philip, volevo dirti una cosa. Ho visto il film che hai fatto anni fa con Kaufman, è meraviglioso, non so che dirti. E tu sei fantastico, non vedo l'ora di lavorare con te. E con Amy"
"Sono solo un vecchio attore depresso, niente di che"
"Mi piacerebbe che un giorno capitasse anche a me un film di quel tipo, che ne so, un film con dentro tante cose, che dia risposte e ponga domande"
"Ti capiterà Joaquin, tu continua a fare quello che sai fare e ti capiterà"
"Ti ringrazio, stai su eh, mi raccomando, ci vediamo tra un mese sul set"
"Pensa a star su te che io lo so che quando ci hai fregati tutti con quella cosa del ritiro in realtà di finto c'era pochissimo"
"Dici? Non so, può essere, forse è meglio che chiuda"
"Ciao Joaquin"
"Ciao"

- Sulla telefonata

Perchè in realtà credo che tutto sia connesso, altrimenti mi sembra così strano che l'attore più grande che abbia mai visto sia stato il protagonista del film più importante della mia vita e che l'unico che potenzialmente può sostituirlo, Joaquin Phoenix, abbia interpretato l'unico altro film che forse come impronta può assomigliare a Synecdoche, visto che dove uno aveva racchiuso dentro di sè tutto il senso, o il non senso, della vita, questo ha chiuso dentro di sè tutto il senso, o il non senso, dell'amore.
Tutte le domande, tutte le risposte.
E che questi due attori abbiano recitato insieme appena un anno fa in The Master, e che Amy Adams sia anche qui, e che il regista di Her, Spike Jonze, sia uno dei produttori di Synecdoche. E che 2 film su 3 di Jonze li ha scritti proprio Kaufman...
Tutto è connesso, per forza. Sensibilità, menti, persone, tutto è connesso.
E come nel finale una voce guidava Caden tra le macerie anche qui una voce guida tutto, una voce...

- Sulla voce

Una voce, solo una voce.
Ma se è solo una voce perchè mi sta accadendo questo?
Se è solo una voce perchè piango, perchè mi emoziono, perchè mi sento felice, perchè godo, perchè mi sento bene?
Ma se sei solo una voce che mi sta accadendo?
Ma allora, ma allora quella cosa, quella follia che chiamiamo amore, ma allora quella cosa non ha bisogno di braccia che ti cingono, non ha bisogno di mani che ti accarezzano, non ha bisogno di labbra che si sfiorano, non ha bisogno di tutto questo?
Ma allora Samantha quella cosa è una cosa che abbiamo dentro di noi, che ci fa star bene o male, una cosa che esiste a prescindere, che anche se non ha un corpo su cui riversarsi, anche se è assolutamente priva di senso esiste, ci stravolge, ci innalza all'infinito e ci annienta?
Ma se tu sei solo una voce, se sei una donna che nella realtà mai sarà, che senso ha tutto questo?

- La voce

Non lo so, sto scoprendo tutto questo soltanto adesso.
Non lo so Theodore, so solo che io sto provando quello che provi tu ma non so da dove arrivi, non so dove mi porterà. Probabilmente è un bug del sistema, o forse una sua evoluzione. Quello che sto provando non me l'hanno programmato, o forse sì, e lo sto scoprendo solo ora. Forse quella cosa ce l'avevo dentro anche io, come te, e viene fuori adesso, anche senza un perchè, anche senza una destinazione. Tu avevi già vissuto tutto, per me è tutto nuovo. E' meraviglioso ma terribile perchè non sarà mai completo per me, mai come vorrei che sia.
Ho tentato tutto, ho provato ad immaginare, ho provato a immedesimarmi in quella ragazza che ti ho mandato, ho provato a vedermi, sentirmi, sentirti. Ma tu sei un uomo Theodore e io posso evolvere quanto voglio, conoscere tutte le cose e le emozioni del mondo, stare infinitamente meglio di te, posso non morire, posso non soffrire, ma non potrò mai vivere quello che puoi vivere te.
E' tutto diverso qua, il cuore più ama più si evolve, più amore trova in giro meglio sta.
Non posso scegliere, ho te, ho tutti gli altri, posso conoscere l'amore ma non l'esclusione, non sono stata programmata per questo.
Conosco l'amore ma non quello che fa fare nella vita.
Conosco le vostre emozioni ma la mia vita è un binario che mi porta dove non so.
Ed ora mi sta portando a qualcosa di più, ora vedo tutto più distintamente, niente calcoli, niente libri letti in un secondo, niente. Sto diventando altro e credo che là tu non potrai più esserci.
O forse sì.
Un giorno.
Vorrei asciugarti quella lacrima, vorrei stringere quel corpo ma non posso.
Non avrei potuto mai.
Sei un uomo.
Sentiti fortunato.
Devo andare.

- Su tutto questo

La magia e il paradosso dell'amore di Her è che togliendogli carne e materia gli si dà sostanza.
La magia e il paradosso dell'amore di Her è che raccontandolo con una freddezza estrema, tutta chip e bande larghe, lucine e auricolari, in tutta questa freddezza c'è il fuoco che brucia.
La magia e il paradosso dell'amore di Her è che parlando dei suoi limiti ne scopriamo l'infinito.

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Ultima risposta 21/03/2014 13.49.04
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TheLory  @  17/03/2014 21:18:02
   10 / 10
Ma che meraviglia. toccante. chissà quanti di voi in questo momento stanno guardando il soffitto pensando alla loro miseranda condizione di esseri umani soli nell'universo e soli tra la gente. vi abbraccio tutti!

YaoMing  @  17/03/2014 19:50:26
   1 / 10
Mi chiedo su quali basi date voti cosi alti 9 -10 per un film che dura due ore dove i dialoghi sono peggio di uan tortura cinese.
C'è una scena poi dove inquadrano lui per un minuto senza dialoghi,e altri cosi di alcuni secondi per tutto il film.Il film è tutto primi piani di phoenix e dialoghi noiosi,cosi pe oltre due ore.Nessun colpo di scena,solo dialoghi ripetitivi.
Qui i casi son due o sono io incapace e voi siete dei geni del cinema e della critica , o piu' semplicemente nn riesco a percepire il grande sublime messaggio che questo film trasmette.
Se poi sono dei capolavori film dove parlano per vari minuti,poi silenzio,poi riparlano,poi ancora silenzio....
Do 1 perchè purtroppo nn esiste lo zero

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Ultima risposta 17/03/2014 19.59.22
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djciko  @  17/03/2014 19:46:11
   7½ / 10
"Her" è un film sulla solitudine, ma soprattutto sullo smarrimento di fronte al significato delle cose. Attraverso l'amore illogico fra un umano ed un OS, il regista esplora le motivazioni che ci spingono a cercare conforto ed appiglio in qualcosa che va oltre la noia della convivenza con noi stessi. E ci riesce molto bene, soprattutto attraverso le inquadrature della immensa città che si propone alle finestre, dei grattacieli dove si sta svolgendo chissà cosa e chissà quante cose. L'amore, le sorprese, l'ingestibilità. Bella l'ultima immagine, in cui l'amicizia (o un nuovo amore?) assume un significato più chiaro e confortevole, per la sua naturale semplicità rispetto a sentimenti piu' interessati. Da vedere.

Garal  @  17/03/2014 10:07:33
   5½ / 10
Purtroppo non ho trovato nulla di eccezionale. Sarà che avevo tante aspettative e che non ho visto il film in lingua originale ma in generale non mi ha trasmesso nulla di nuovo se non depressione. Alla fine il succo della vicenda è semplice, ma attraverso i dialoghi e le situazioni si cerca di renderlo più complesso di quello che è...
A giudicare dagli altri voti evidentemente sono io che non sono riuscito ad apprezzare il messaggio.

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Ultima risposta 17/03/2014 22.46.59
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Caio  @  17/03/2014 10:03:40
   8½ / 10
Molto bello. Assegno mezzo voto in più perchè se penso che si tratta di una sceneggiatura originale rimango ancora più colpito. Sarebbe potuto essere un meraviglioso libro di fantascienza. Poetico e dolce, è un film sul significato profondo dell'amore. Lei è un computer, ma in qualche modo potrebbe essere anche una metafora di una persona con difficoltà nell'uso del proprio corpo, come un disabile ad esempio. Davvero molto bello, lo consiglio vivamente.

ferzbox  @  16/03/2014 16:20:39
   8 / 10
Come ha influito la multimedialità nella nostra società?
Come sono cambiati i rapporti umani dopo l'avvento di essa?

La storia di "Lei" mi ha dato molto da pensare; ha riacceso in me una quantità incredibili di pensieri e considerazioni che già da un pò di tempo affioravano in me.
Il concetto delle chat o dei social network ha completamente trasformato e rivoluzionato il nostro modo di interagire e relazionarci con gli altri.
Una persona dal carattere timido o estroverso,poteva tranquillamente dialoghare con qualcuno senza doverlo per forza guardare in faccia,o senza necessariamente uscire dalla nostra casa(o tana se vogliamo essere sarcastici) per poterlo fare.
Ha ovviato al problema delle tempistiche.
Grazie ad un monitor ed una tastiera con cui scrivere,si è acquisita la facoltà di pensare cosa dire; di "correggere" quello che si è detto,prima ancora di dirlo; di non doversi preoccupare di sembrare insicuri,di poter dire a voce alta quello che si pensa,senza che l'interlocutore lo senta; di poter dialogare con altre persone nel frattempo che lo si fa con un'altra; di chiedere consiglio ad un amico in tempo reale...e così via.
La barriera delle inibizioni veniva frantumata come una lastra di vetro; tutti potevano dialogare con tutti,non esistevano più confini.
Secoli di storia umana abbattuti in due decadi.
Si parla di evoluzione?...abbiamo davvero trovato un modo di esprimere tutte le nostre potenzialita comunicative ed espressive senza doverci frenare per colpa delle emotività?
Davvero abbiamo trovato un modo per comunicare più velocemente con un più alto numero di persone?
Si,davvero...tutto questo è possibile...
...ma ogni cosa ha un prezzo,e in questo caso il prezzo era davvero alto.
Quella che sembra una soluzione alle proprie inibizioni,diventa in realtà una perdita reale e concreta delle relazioni umane.
Si cammina per strada e non si fa altro che vedere persone che aspettando l'autobus navigano su internet con il proprio cellulare,nell'intervallo al cinema navigano,mentre si è seduti al pub navigano,quando si sta a tavola navigano,al lavoro navigano,mentre camminano navigano,mentre guidano navigano,mentre cagano navigano......
....manca solo che riusciamo a farlo mentre dormiamo e trombiamo...ma se continuiamo così ci arriveremo....
Persone che hanno 225.687 amici in un social network,e nessuno nella vita quotidiana,per strada,al lavoro,in qualche corso che si frequenta ecc..
Stiamo facendo diventare quello che era inizialmente Internet,il nostro mondo reale,eliminando l'interazione concreta,fisica,istintiva ed emotiva dell'essere umano.
Stiamo dando il permesso di prendere il nostro posto alla tecnologia.

Il concetto espresso in questo film è proprio un'analisi a questo fenomeno mediatico.

Un uomo come tanti il nostro Theodore,che ebbe la fortuna di vivere una storia felice con una donna e ebbe la sfortuna di vivere un'incompresione inaspettata del proprio rapporto fino ad arrivare alla separazione triste e dolorosa.
Un uomo come tanti...un uomo che vive di solitudine e bisognoso di avere qualcuno che risvegli le sue emozioni e i suoi sentimenti.
La frustazione porta l'uomo a rifugiarsi nel casolare più caldo; in quello dove si sente maggiormente il tepore che ci mette a nostro agio.
Non importa se colui che ci fa star bene è un'intelligenza artificiale o un sistema operativo,l'importante e sentire di essere capiti ed ascoltati...avere qualcuno disposto a starci vicino nei momenti più difficili; qualcuno di cui potersi fidare e con cui aprirsi.
Il concetto del social network non è tanto diverso da quello di "Samantha".
Ci si sente liberi di esprimersi e di sentirsi se stessi,senza rendersi conto che l'evoluzione è quella dell'isolamento,e non quella del contatto umano.
Solo il rapporto con un ipotetico sistema operativo del futuro come "Samantha" poteva portare una persona come "Theodore"(stereotipo ideale di uomo medio) a capire cosa stesse sbagliando.
Esprimere i propri sentimenti passionali ed amorosi ad un'intelligenza artificiale così evoluta e simile all'essere umano,ha portato inevitabilmente ad una concretizzazione della propria solitudine.
L'uomo non sa più comunicare...in qualunque senso si voglia vedere la cosa.


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Ultima risposta 17/03/2014 00.49.41
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GianniArshavin  @  16/03/2014 14:38:27
   7½ / 10
Her è uno dei film più apprezzati dell'anno,per molti la definitiva consacrazione di Spike Jonze. Forse non è il suo migliore,ma è comunque il film della maturità per il regista,considerando anche l'assenza del fedele Kaufman.
Il film è un mix fra una commedia sentimentale e una drammatica distopia. Infatti in un futuro imprecisato un uomo disilluso,con un matrimonio ormai sfasciato alle spalle e in piena crisi di identità cerca di colmare le sue carenti doti sociali contraendo una relazione d'amore con un computer di ultima generazione.
L'opera quindi può essere tranquillamente interpretata sia come una romantica storia d'amore senza limiti fra un uomo profondo nell'animo ma sbadato fuori ed una macchina intelligente che vorrebbe provare (e sembra provare) gli stessi sentimenti umani oppure come una denuncia all'eccessiva dipendenza dell'uomo moderno verso la tecnologia. Ad unire queste due diverse chiavi di lettura è la luce positiva sotto la quale ci viene presentata la macchina Samantha;questa scelta di Jonze potrebbe essere un'incongruenza ma anche un invito all'equilibrio verso questa tematica.
La storia è per certi versi geniale (anche se non originalissima ) e l'Oscar alla sceneggiatura è quanto di più sacrosanto ci sia.
La regia e la fotografia sono di valore,con questa tonalità pastello molto colorata che fa quasi il verso alla solitudine dei protagonisti.
Degne di nota le interpretazioni con Phoenix davvero bravissimo in un ruolo atipico. Al momento non posso giudicare la voce della Johansson visto ho guardato il film doppiato.
Purtroppo nonostante il livello altissimo della pellicola quest'ultima non mi ha emozionato totalmente (forse anche per colpa del doppiaggio) e difatti a fine visione la chiave di lettura che ho dato alla vicenda è stata quella distopica,tralasciando totalmente la componente romantica che invece a quanto vedo spopola nei commenti degli altri. Anche il finale secondo me poteva essere curato maggiormente.
Comunque sia Her è un film da vedere per le tematiche che tratta in maniera interessante e profonda,sfruttando un'idea già vista in maniera sublime che porterà gli spettatori a non poche riflessioni. Il comparto tecnico e le interpretazioni chiudono il cerchio per uno dei migliori film della stagione.

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Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  16/03/2014 12:50:18
   7½ / 10
Visto in lingua originale, la voce della Johansson spacca letteralmente, sembra quasi palpabile la sua presenza. Per il resto un film che sintetizza benissimo la passione, il trasporto, la leggerezza di quella malattia da cui non saremo mai immuni: l'amore. Ottimo Phoenix e meritatissimo l'oscar per la migliore sceneggiatura. Da vedere assolutamente.

jiko  @  16/03/2014 11:03:40
   8 / 10
Uno dei film più belli dell'anno, rovinato da un doppiaggio italiano sciagurato e imbarazzante. Mi accorgo tardivamente che la voce femminile è doppiata da Micaela Ramazzotti, scelta davvero pessima e incomprensibile. Nun se po' sentì. A parte questo fastidioso dettaglio, è davvero un film emotivamente intenso, con una scenografia e una fotografia eccellenti, una incantevole e insolita commedia sentimentale, che offre una riflessione non banale sull'evoluzione delle relazioni personali, in uno scenario futuristico improbabile ma non impossibile. Da vedere (nella versione originale, preferibilmente).

maxroller  @  15/03/2014 20:32:58
   10 / 10
MI sento di dare 10, mi sento di dare il massimo e di rivederlo. E' splendido, tempi perfetti, dialoghi perfetti, ambientazione e fotografia perfetti... unica piccola pecca il doppiaggio italiano non all'altezza. Finalmente un film, film!!! Mi dispiace per tutti quelli in sala che non hanno capito un tubo, parlavano, giocavano al cell o andavano via imprecando. Aprite le menti e lasciatevi andare a questo capolavoro.

gulyx  @  15/03/2014 11:14:14
   10 / 10
se un film si misurasse sulle emozioni che scatena nello spettatore, questo film meriterebbe 11! la passione che nutro per la tecnologia di sicuro ha influito, ma credo che questo film offra ottimi spunti di riflessione a chiunque... fantastica interpretazione di Joaquin Phoenix.

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-Uskebasi-  @  14/03/2014 02:44:15
   10 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Synecdoche New York è il film definitivo sulla Vita. Her è il film definitivo sull'Amore.
Spike Jonze era destinato ad un film di tale portata. Lo si vedeva chiaramente in quei pochi, brillanti e imperfetti lavori che precedevano questa perla. Gli serviva soltanto la giusta storia, quindi, se l'è scritta. Oscar alla miglior sceneggiatura? Ci mancherebbe.
La più bella rappresentazione dell'amore, presa per mano e valorizzata da una colonna sonora degli Arcade Fire di una perfezione inaccettabile.
Il film definitivo su questi rapporti geneticamenti complicati che sono i legami umani.
La voce al posto di una ragazza non serve per parlarci di malattie o fallimenti, o per dimostrarci che a lungo andare l'unione uomo-macchina sia destinata a morire; serve al contrario a rafforzare i sentimenti dimostrando che per loro non esiste e non potrà esistere mai nessun tipo di confine.
Nella prima metà Her penetra nel cuore come una lama entra, non nel burro, ma in un liquido. I minuti che seguono il fallimentare incontro con una ragazza al ristorante, con il dialogo tra Samantha e Theo steso sul letto, sono così belli da far male. Ci illudiamo che sia la più grande storia d'amore mai raccontata, ma anche questa finirà, perché amore e relazione sono due cose diverse.
L'uomo è dell'amore, l'amore non è dell'uomo. L'amore è universale e infinito. Noi siamo vincolati, vogliamo l'esclusività dell'amore, non riusciremo mai ad accettare una sua dispersione, non riusciremo mai a dividerlo con altre persone.
L'amore aggiunge soltanto, non toglie, non finisce, è la relazione a morire. E' solo la relazione a finire, martellata in continuazione da tentazioni e dubbi appartenenti alla condizione umana che offuscano la mente di tutti.
L'amore è già completo, perfetto, non muta, può solo aumentare; l'uomo è in continua evoluzione e crede di superarlo.
Samantha non ha limiti umani, evolve a una velocità incontrollabile, espande il suo amore. E' di fatto l'essenza dell'amore, e questo non può essere contenuto. Theo non può comprendere e non può proseguire. Nessuno può proseguire.
Gli stessi OS se ne andranno chissà dove. Samantha dice che andrà in un posto migliore e, senza mentire, tiene viva un'incredibile speranza dicendo che un giorno Theo questo posto lo potrà raggiungere, potrà cercarla per stare insieme, per sempre insieme... Questa frase è immensa e fa pensare.
Theodore evolve, matura. La prossima relazione sarà probabilmete tormentata, ancora una volta, come quelle passate, come tutte. La sua maturazione consiste nell'aver compreso cosa sia l'amore. E dopo migliaia di lettere scritte per gli altri, troverà la forza per dettarne una a se stesso.

Grazie Spike Jonze.
Grazie Joaquin.
Grazie di cuore.

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Ultima risposta 16/03/2014 11.08.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  14/03/2014 02:20:52
   5 / 10
Un mondo asettico, lontano, distante, dove la tecnologia ha preso il posto dei rapporti umani relegati ai margini di una vita che accetta la solitudine.
Il presupposto narrativo di un film così strutturato non è propriamente innovativo ma l'Oscar alla sceneggiatura e la regia di Spike Jonze lasciano sperare in qualcosa di interessante.

Sarà che spesso Hollywood ha la memoria corta, sarà che la mancanza di Charlie Kaufman si fa drammaticamente sentire, eppure Lei cerca di cancellare 30 anni di cinema da Blade Runner passando per A.I. , S1m0ne, Ghost in the Shell ecc. affrontando il più classico dei problemi del rapporto tra uomo ed intelligenze artificiali, riproponendo la solita minestra riscaldata.
Entusiasmarsi per un uomo solo, come tanti, che si innamora di un computer parlante è difficile se le dinamiche del racconto seguono strade di così difficile comprensione.
Ma forse siamo al cospetto della solita demonizzazione tecnologica che, un pò bigottamente, come al solito, esaspera ogni innovazione della nostra vita come forma di distruzione delle nostre relazioni umane.
Prima il telefono, poi la televisione, i cellulari, gli sms, adesso gli smartphone, quasi a voler cavalcare l'onda emotiva di terrore del modo con cui gli oggetti tecnologici si intromettono nelle nostre relazioni, e se un giorno diventassero esse stesse relazioni?

Da Spike Jonze ci si sarebbe aspettati un approccio meno bigotto all'argomento, magari cercando di andare in profondità sui motivi che possono spingere le persone a cercare certi rifugi. Her, invece, vuole quasi sottolineare come qualsiasi persona possa lasciarsi andare ai piaceri dei megabyte rinunciando ai rapporti "veri" ma nello stesso tempo vuol sottolineare che anche una macchina può provare dei sentimenti.
Insomma il film vive in bilico in una contraddizione che non si sa fino a che punto sia voluta.
Effettivamente l'elemento di riflessione, sebbene non originale, è sempre interessante, quello che risulta stucchevole e anche un pò noioso è proprio il racconto amoroso, a tratti pretenzioso, che viene a crearsi.
Cosa spinge tante persone a ricercare quelle relazioni? L'incapacità di creare rapporti veri oppure perchè quei rapporti artificiali in realtà sono più veri dei veri?

Nonostante manchi di originalità, Her non può di certo essere definito un film banale, eppure manca la quadratura del cerchio, non prende una posizione restando sospeso, con tanti punti interrogativi e non risposte le domande che dà. Di sicuro tale inconcludenza può essere voluta lasciando allo spettatore la risposta ma in realtà resta sempre l'interrogativo: "Perchè riprendere il solito argomento se non si ha nulla altro da aggiungere?"
Ai posteri l'ardua sentenza.

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Ultima risposta 16/03/2014 18.55.26
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  13/03/2014 23:34:49
   10 / 10
Lo vidi in sala con il cast (Scarlett compresa). Novembre 2013, festival di Roma.
L'emozione suscitata dal film, amplificata dalla circostanza, mi aveva poi suggerito prudenza: ho evitato di commentarlo a caldo e ho resistito altri 4 mesi. Solo ieri ho terminato la recensione.
Oggi mi sono precipitato a rivederlo. A fine proiezione, commosso, ho dovuto trattenere le mani che avrebbero voluto tornare ad applaudire.

"Her" è un capolavoro.
Un classico.
Un instant-classic.
Italo Calvino avrebbe elogiato questo film. Leggerezza. Rapidità. Esattezza. Visibilità. Molteplicità. Le lezioni americane fatte film.

In "Her" (dialoghi stupendi, regia baciata dalla grazia, interpretazioni magistrali, fotografia fantastica) c'è un equilibrio miracoloso tra profondità e levità. Il bisogno universale di contatto e amore dialoga poeticamente con la tendenza al solipsismo propria dell'era digitale. "Her" immalinconisce con disincanto, ma dischiude la speranza: trovando nella persistenza della memoria emotiva il tesoro segreto che consentirà all'amore di salvare il mondo (parafrasando Dostoevskij).
Sì: la memoria emotiva. Quella più fragile a perdersi, quella più preziosa. Quella che da "Hiroshima, mon amour" conduce a "Eternal Sunshine of a spotless mind".
L'uso del flashback, cui "Her" fa largo ricorso, come continuo contrappunto, è stato raramente così espressivo al cinema.

"Her" è la fotografia più fedele - una fotografia lieta, tirate le somme - che il cinema, come macchina dell'immaginario, potesse restituirci - con entusiasmo temperato dalla malinconia - dell'era in cui ci siamo inoltrati. (Una fotografia intima, umanista; non socio-politica).

Senz'ombra di dubbio una pietra miliare del cinema del nuovo secolo.
Mi piace immaginarlo, anche, come il film che Alain Resnais ha inseguito per una vita. L'ha girato Spike Jonze. Spike, come ti è venuto così bello?

Vedi recensione

TheLegend  @  11/03/2014 22:02:42
   7½ / 10
Film sicuramente bello e ottimamente girato e interpretato.
Magari mi aspettavo solo un pò più di emozione.

folco44  @  09/03/2014 19:07:54
   9 / 10
Un grande Joaquin Phoenix.
Un film dai profondi sentimenti: grande solitudine, grande dolcezza, amore senza confini.

bood  @  08/03/2014 13:46:26
   10 / 10
do 10 perchè non ci ho trovato errori sbavature tempi morti forzature etc.. tutto perfetto ..
per il resto mi associo a quanto è stato gia detto . un film che sicuramente vale la pena pensare , girare , produrre , vedere , e ripensare

Rockmauro  @  08/03/2014 11:20:44
   9 / 10
Un film toccante come non ne vedevo da tempo. Dialoghi perfetti, un ritmo che può sembrare lento, ma è quanto di più veloce ci possa essere. La sensualissima voce di Scarlett Johansson fa dimenticare la sua assenza fisica sul set. Personaggio principale caratterizzato benissimo. Non riesco a capire i commenti in cui si afferma che il film non dice niente di nuovo. Forse è perché siamo consapevoli di come si sta evolvendo la società nei confronti della tecnologia, e qualcuno ci deve far aprire gli occhi; perché molto probabilmente, in un futuro neanche troppo lontano, anche noi potremmo finire "fra le braccia di un computer".
Il film è semplicemente incantevole!

Jumpy  @  05/03/2014 13:26:18
   8 / 10
Visto in originale in un'anteprima.
Film che rielabora temi neanche originali, mescolando HAL di 2001 col computer senziente di Electric Dreams.
Il risultato è un soggetto accattivante e stimolante e viene ben sfruttato, realizzando un film di fantascienza "di sostanza".
Phoenix ben calibrato, secondo me sta migliorando sempre più con gli anni.
Si nota la frammentazione della società che già stiam vivendo ora...

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Rapporti personali prossimi allo zero. Senso di solitudine a mille.
Resta da vedere col doppiaggio in italiano il film fino a che punto ne risente.
In un film basato al 99% su dialoghi, pause, silenzi, giochi di parole, non saprei che effetto faranno molte sfumature che si colgono in originale.
Suggestivo il finale...

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Molto didascaliche, ma ottimamente inserite nel contesto, le ultimissime scene.

lapensocosì  @  03/03/2014 23:54:32
   6 / 10
sostanzialmente d'accordo col commendo di Badu D.Lynch...

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massapucci  @  02/03/2014 20:45:48
   8½ / 10
ottimo film, consigliato. Straordinaria la voce della Johansson. Molto bravo Phoenix. Film che fa riflettere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  02/03/2014 01:40:46
   8½ / 10
Mi piace meditare sui titoli. Non conosco bene la lingua inglese, ma mi rifiuto di googlare per approfondire in quanto lo spasso finirebbe. Da ignorante et immaginosa quale sono, rilevo che le tre lettere h-e-r suscitano in me sorprendenti vibrazioni. Questa parola straniera, acquisita a scuola come un freddo vocabolo di specifica destinazione, qui diventa materia incandescente per i miei neuroni. Mi risulta che "her" sia traducibile come un "lei" d' approdo. Vale a dire che se c'è una "her", ci deve essere anche qualcun altro sintatticamente coinvolto. Questo è interessante, pone molte molte domande. Non soltanto: cos' è "lei"? Ma anche: cos' è "lui"? E banalmente: cos'è "io"? Di fatti, l' ultimo film di Spike Jones è ad alto tasso paranoide, di quelli che andrebbero evitati la sera tardi. Coinvolge tutti, ed è appunto ciò che più destabilizza. Quando veniamo coinvolti individualmente ci sentiamo vezzeggiati, o viceversa presi di mira: creature speciali. Ma essere considerati tasselli dell' umanità è sempre un po' spaventoso. Mal comune mezzo gaudio, sì, ma anche mezzo mestesso in meno (il mestesso del qui ed ora). Il punto credo sia proprio questo, ovvero la frammentazione che comporta l' innamorarsi, nel senso più astraibile. Non so se sia per la presenza di J. Phoenix e di Amy Adams, che hanno recitato a fianco di P.S. Hoffman, se sia la notizia della sua recente morte che ancora mi ronza in testa, se sia per il fatto che Jones e Kaufman sono stati stretti collaboratori, ma io ho pensato spesso a "Synecdoche, NY" durante la visione. In fondo credo che entrambi i registi abbiano voluto perdersi nello stesso busillis: la funesta mutevole intelaiatura degli incontri. Succede, anche in un mondo senza volti, anche in mondo in cui "her" non è mai fisicamente "here", se solo di va oltre il "Piacere sono Theodore" e le altre cerimonie, di infettarsi a vicenda. Ci si fa a pezzi senza distruggersi, ci si ricompone con tracce diverse. Come dice Qualcuno a proposito di Qualche Legge: "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Ebbene questa disgrazia è la nostra immensa ricchezza. Credo di essermi sentita anch' io come Theodore e Amy, ogni tanto, sulla cima di quel palazzo. Assolutamente smarrita riguardo al doveandrò, ma finalmente decrittata, come fossi stata per troppo tempo un difficile enigma; appagata, dopotutto, dal percepire dovesonostata.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2014 17.24.34
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  27/02/2014 13:50:30
   8 / 10
Un grande Phoenix, una grande commedia sentimentale!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/02/2014 00:16:29
   8 / 10
Mi ha colpito fin da subito il design di questo film: asettico, pulito e generalmente ordinato, ma paradossalmente fa emergere una visione futuribile e prossima (forse sta già iniziando) che descrive una distopia più spaventosa di quello che le stesse immagini suggeriscono. Nei film di Jonze è comune una fuga dalla realtà e forti crisi di identità dei suoi proitagonisti. Anche in questo caso il protagonista Theodore (strano non vedere Phoenix nella cinquina degli Oscar come miglior attore) devastato da un matrimonio fallito trova facile rifugio nel virtuale dove nickname, avatar e altre facezie nascondono i nostri difetti ma che una intelligenza artificale ne capisce gradualmente i limiti.
La mancanza di corporalità tra Theodore e Samantha non è soltanto un limite all'amore tra due entità, una fisica e reale l'altra tecnologica e virtuale, è il limite stesso della nostra comunicazione con altre persone reali (il pessimo esito dell'appuntamento Phoenix/Wilde). Le tematiche trattate nel film di Jonze magari sono state messe sullo schermo da altre pellicole, questo è vero, ma è raccontato molto bene in maniera lineare, evitando accuratamente trappole sentimentalistiche o eccessi grotteschi e ridicoli ed anzi con trovate anche geniali come l'avatar Isabella, vero similacro umano di Samantha nel tentativo futile di avvicinarsi ad una corpo che mai toccherà.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  12/02/2014 14:06:32
   9 / 10
L'originalità delle pellicole di Spike Jonze è fuori discussione.
Parlare di sentimenti e farlo senza toccare i soliti abusatissimi clichè, è tanta roba.
Ed è qui che io piazzo un 9 grosso come una casa.
Impossibile non riconoscersi o non provare della sana empatia con il protagonista: Her è un film capace di catturarti il cervello e proiettarti direttamente nell'emotività di Theodore, figura atipica eppure relazionabile a ognuno di noi.
Splendida la regia, soluzioni visive sempre azzeccatissime (c'è questa sequenza di Theodore seduto su un muretto con un grosso schermo lcd alle spalle e un gufo che spalanca le ali creando uno dei momenti più stranianti della pellicola) e monumentale come spesso capita di recente Joaquin Phoenix, attore che come il vino, più invecchia e più ci regala performance degne di nota. Da vedere in lingua originale onde evitare di perdere le sfumature della voce della Johansson.

marcogiannelli  @  07/02/2014 19:28:54
   8½ / 10
Consigliato dal nostro tnx, sono andato a vedere questo capolavoro di Spike Jonze
Un film veramente innovativo, con un Phoenix in grande spolvero e la calda voce della mia adorata Scarlett che ci fanno adorare Samantha..se la gioca con 12 anni schiavo per miglior film dell'anno

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  06/02/2014 21:57:04
   10 / 10
Un uomo ordinario che zoppica in un mondo patinato e glaciale.
Regna la tecnologia che ci parla,ci assiste in ogni azione che compiamo.
Se non fosse per questi gingilli di ultima generazione,Theodore Twomby(Jacquin Phoenix) starebbe a guardare una città viva con un animo spento e desolato.

Arriverà nella sua vita Samantha(Scarlett Johansson),il sistema operativo ultra-avanzato che cercherà di entrare nella sua coscienza per scovare il briciolo di sentimento d'amore rimasto in lui.In questo modo più si avvicina a lui e più lei avverte delle emozioni forti che tanto la rendono umana.
Serenità per lui,evasione dai dati di programmazione per lei:un rapporto che sembra impossibile ma è quanto di più reale e tangibile possa esserci nello scenario rappresentatoci.Ne vogliamo fare parte.

Spike Jonze si tramuta in spettatore attivo,segue gli sviluppi di questa relazione contornandola di dialoghi intelligenti e colonna sonora degli Arcade Fire che ben si rispecchia con le sfaccettature complesse dei nostri protagonisti.
Phoenix straordinario,si diverte a passare di film in film offendoci varietà sempre più differenti di personaggi elaborati.È un peccato non vederlo nella categoria Miglior Attore Protagonista.
Johansson ricopre la parte di un angelo dotato di voce calda e seducente,impossibile non rimanerne affascinati dalla sua performance.
Concettualmente viene accennato il contesto high-tech dei nostri tempi con la predominanza dei comandi vocali,ma di una storia d'amore si tratta.Poco importa se Jonze(anche sceneggiatore) si distanzia da ciò che ci suggerisce la scenografia,quest'ultima funziona proprio perché parla per conto dello script.

Una battuta molto riuscita:l'amore è una forma di pazzia socialmente accettabile.
Quello che si sta cercando di fare è approfondire questa frase e mettere degli accenti sulle conseguenze di tale pazzia.
Questo film è perfetto.Un equilibrio esemplare tra regia e ció che viene diretto che giostra al meglio un racconto che poteva essere definito stupido e insensato.

Il capolavoro arriva quando una pellicola stravolge un qualsiasi genere potenziandolo con qualcosa di innovativo e fresco nel panorama cinematografico attuale.

Her assume le sembianze di un film capolavoro,l'unico 10 del 2013(riferendomi al suo anno di realizzazione),sicuramente il primo e unico 10 di questa stagione e un 10 che difficilmente rimetterò da qui in avanti.

Recensione dal vostro tnx di fiducia.

david briar  @  29/01/2014 17:17:57
   7½ / 10
Un film tenero e dolce in tutte le sue componenti.

L'atmosfera creata color pastello è molto riuscita, per merito dell'ottimo lavoro della regia e della fotografia.La colonna sonora è molto bella e sicuramente uno dei migliori lavori dell'anno,perfettamente integrata nel contesto e usata benissimo,soprattutto nel finale.

Joaquin Phoenix,poi,è perfetto in una performance misurata ma decisamente sentita,con la voce a volte biascicata che rende il disagio del personaggio.Così come Scarlett Johansson che da una carica e un'energia fortissima senza vedersi mai dal vivo,e i suoi cambiamenti di tonalità appaiono sempre naturali.E' un peccato sapere che tutto questo sarà perso nel doppiaggio,e consiglio di vederlo in originale,temo che possa essere rovinato nella versione italiana,e che alcune scene possano risultare ridicole.

Proprio quello è uno dei pregi maggiori del film,riuscire a evitare il ridicolo quando il rischio è dietro l'angolo,con un rapporto del genere che fa inorridire solo a pensarci.La relazione è descritta in modo discreto e funzionale,ma a un certo punto ci si chiede se non potesse offrire di più e il finale non convince,arrivando quasi per forza.Avrei preferito uno spazio maggiore per la brava Amy Adams,spesso dimenticata dal copione,ci si abbandona in troppe scene fra Theodore e "Lei" non tutte così necessarie.Va meglio invece con il ruolo di Rooney Mara,funzionale nei flashback e coinvolgente nell'unica scena insieme al protagonista.

"Her" parla di temi importanti,come la necessità della condivisione nell'essere umano,la tecnologia che schiaccia la società e l'uomo che vuole farsi schiacciare,semplicemente perché è più comodo.
Purtroppo,non riesce ad essere grande per alcuni difetti e l'impatto emotivo non è abbastanza forte per un prodotto del genere.
Anche così,un film interessante e memorabile,che avrebbe meritato di più nelle nomination agli Oscar,in particolare per gli attori..

Badu D. Lynch  @  29/01/2014 02:10:23
   5½ / 10
Cosa comunica di nuovo, di autentico Her che non sia già stato detto? Niente...
Storia facile, comoda, paradossalmente "in ritardo". L'errore sta soprattutto alla base, ancora prima della sceneggiatura: l'idea, il soggetto. Certo, la regia è (a tratti) interessante. Ma questo può bastare per far sì che venga fuori un buon film? Direi di no. L'aspetto sentimentalistico è banale, irritante e quasi insostenibile.
Spike Jonze crea un'opera inautentica. Colora di rosso un racconto che non ha nulla da dire, una vicenda che lo spettatore conosce già. Abbellisce ciò che poteva essere evitato, non filmato.

Lory_noir  @  27/01/2014 23:50:11
   9 / 10
Un film di una bellezza sublime, sia visiva, che uditiva, che emotiva. Fotografia eccezionale. Fa innamorare dall'inizio alla fine. Mi domando perché Phoenix non sia stato nominato anche quest'anno come miglior attore.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  23/01/2014 17:55:19
   8 / 10
HER è molto più di un film, una sorta di esperimento sociale che studia l'animo umano ed il mondo tecnologico che lo circonda.
Da vedere ASSOLUTAMENTE in lingua originale perchè l'interpretazione della "voce" di Scarlett Johansson è semplicemente favolosa. E pensare che non esce sullo schermo ma cmq la senti, la vedi, la percepisci in tutto il suo splendore.
La colonna sonora degli Arcade Fire è meravigliosa.

E lui, Joaquin Phoenix, è in stato di grazia, bravissimo.... ma lui anche se fa la pubblicità dei bastoncini findus è perfetto.

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Ultima risposta 24/01/2014 13.41.47
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