Rèmy, cinquant'anni, divorziato, si trova all'ospedale. L'ex moglie Louise, chiama il figlio Sébastien a Londra per convincerlo a tornare a casa in questo momento. Sébastien prima esita, poi parte per Montreal per aiutare la madre e sostenere il padre.
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film con un grande significato "sussurrato" dalle dinamiche abilmente descritte. il figlio del vecchio, quasi un berlusconi alla prima maniera, in ogni caso morfologicamente in sintonia con quel modo di essere, oggi, dopo anni dalla mia prima visione, appare quasi come un clichè della società contemporanea, anche leggendo la sua parte positiva. vedendo la pellicola unirete "i puntini" di quanto da me detto. La rappresentazione dell'inevitabile decorso del cammino umano; in tal modo sintetizzar oserei. Tinte fioche, opache, in linea con l'atmosphera da rappresentare. Buon lavoro quello svolto dalla coreografa. Ripeto, una riflessione ex post, oggi, aggiunge forse un tono blu e grigio al lavoro del figlio incravattato, indipendentemente dalla positività dell'intento. All is good to save him! Buona visione a chi, come me, ama i film francesi...a prescindere dalla leggerezza!
film paradio*. film liberal-radical, pieno di tronfio intelletualismo, vuoto e fine a se stesso. non capisco come hanno fatto a premiarlo...ah è vero perchè il film si rivolge proprio a quell'elite. un film che è l'esaltazione dello snobbismo.
Lo ritengo uno dei migliori film usciti in questi ultimi anni. Può essere visto ed interpretato secondo innumerevoli chiavi, ogni volta che lo rivedo mi sorprende. Lo ritengo ad elevato contenuto metaforico: il titolo descrive appieno il signifiato del film, dove la caduta dell'impero romano non è stata causata dalla potenza dei barbari, ma dalla corruzione e dalla caduta degli ideali dello stesso impero. Nella narrazione cinematografica si affacciano molteplici figure che interpretano le differenti umanità e psicologie. L'ammalato, il protagonista, non è altro che lo specchio della passata generazione (la stessa del regista) che malgrado ingenua e inconcludente ha una fede (non certo in Dio), una fiducia ed un'etica di vita, a confronto con la rampante violenza, spregiudicatezza e determinazione dei nuovi Principi (il figlio), la porta verso il nuovo medioevo culturale dell’occidente.
Sarà anche un film da Oscar, ma per me non raggiunge neppure la sufficienza. Non ho molto da dire. Noiosetto. Un po' scontato. Recitato in qualche maniera. Nessuna scenografia. Colonna sonora che non si ricorda...
"Conosci il proverbio? A Natale positrone, a Natale la tumulazione".
Metti un personaggio che ricorda Michel Simon, imbastisci uno script à la Big Fish (ci mancano i giganti di cinque metri e i pesciolini d'argento) meets Il grande freddo, ed ecco l'evento inarrivabile del cinema degli ultimi anni. Una corsa spasmodica a lodarlo, un successo di pubblico inaspettato, osanna della critica, per un'opera di buone intenzioni lastricate pero' sia da un soggetto piuttosto anacronistico (i reducismi generazionali non servono piu' ormai) sia da una storia piuttosto costruita e abilmente (troppo abilmente) confezionata. Intendiamoci, il film è divertente, ha dialoghi spassosissimi, coinvolge e a volte fa anche pensare (inutile dire che ne penso di chi procura droga per una ragazza tossicomane). Ma è proprio la vicenda a non saper cogliere i tempi, epoche in cui da Kasdan e dal suo indimenticabile film si passa oggi a... Houllenbecq (perchè è questo che il mondo di oggi ci insegna). Tantopiu' che il personaggio piu' moderno e meglio costruito (ehm) mi sembra quel figlio rampantino che ha fatto un sacco di soldi e si vanta di non aver mai letto un libro in vita sua. Eloquente almeno questo
Pessimo film , nella volgarità vuole apparire divertente , filosofia spiccia e superficiale su temi della vita quotidiana , non meritano neanche di essere tirati in ballo filosofi come è stato fatto con Sartre . Ho riso nelle scene che volevano essere drammatiche e rattristito in quelle che volevano essere divertenti. Un film che dimostra la natura sempre protestante e sfottente dei francesi doc contro chi non la pensa come loro. Vade retro :-)
Film bello e raffinato (molto fancese) sempre in bilico tra commedia e dramma. La forza del film sta tutta nella bellissima sceneggiatura che con qualche rischio si propone di mettere al fuoco moltissimi temi trattandoli con grande intelligenza e modernità. Un film statico che forse alla lunga stanca ma fa riflettere senza mai dimenticare un tocco di ironia. Ottimi gli attori per un oscar più che meritato.
Tengo a precisare che il voto giusto sarebbe stato 8 ma do 10 per alzare la media....
Toccante ! Uno tra i pù interessanti film visti negli ultimi anni, ottimi gli attori e la regia, ogni scena e ben recitata e lascia motivi pr cui riflettere: sociètà, sanità, vita in comune, sesso, etc.... d'effetto la scena in cui il figlio va dalla polizia per sapere dove trovare l'eroina; in bilico tra tristezza per la morte del protagonsita e comicità con il contorno di amici che sono al suo capezzale, il finale molto commovente e per nulla patetico...in fondo come sempre "la vita continua"........ Meritatissimi i premi !
Una cosa è certa: i francesi sono davvero pessimi nel fare i film: rendono tutto estremamente pesante. Per fortuna nel secondo tempo le azioni sono leggermente più vivaci anche per il cambio più frequente di scenari.Nel contesto è a mio parere un buon film, soprattutto grazie alla forte e realistica trama e alla enorme bravura del protagonista.
non male come contenuti..la pecca più gustosa di cui soffre questo film, ed in generale anche altri film di stampo francese, è che la recitazione è pessima e troppo forzata; fateci caso, ogni battuta viene scandita con un tempo calcolato al millesimo di secondo. gli scambi nei dialoghi sono troppo perfetti ,troppo veloci e troppo calcolati..ne risulta un effetto totale di forzata espressività ed impersonalità degli stessi attori...che paiono robottini con la precisione di un orologio svizzero e vuoti !!!.troppo vuoti..si salva solo il figlio del vecchio...che sembra naturali 10 spanne sopra a tutti gli altri...
...mi chiedo come mai i francesi non sanno recitare ne hanno una pallida idea del tempo narrativo di un film...anche tanguy soffre dello stesso problema..solo che li era ancora peggio ..sembrava di guardare psicopatici maniaco-ossessivi anziche attori...sorry
Davvero deludente: un argomento troppo serio per renderlo una commedia, ma non abbastanza approfondito per renderlo drammatico. La morte e la vita, il conflitto tra generazioni, la malasanità, il potere dei soldi, la falsità dei rapporti umani, la droga: troppa carne al fuoco, niente trattato in modo significativo. No, scusate, ma non mi è piaciuto!
questo film è un caso di suggestione collettiva...davvero mal realizzato mal recitato,autoreferenziale e inverosimile..gelido e superficiale con dialoghi da recita delle scuole medie.sono rinasto davvero deluso..e poi basta con i continui riferimenti al cinema d'azione pieno di effetti speciali che è tanto brutto...non vado a vedere natale in india ma la fama che avete costruito intorno a questo film è disgustosamente complice;doveva piacervi per forza?
ho trovato questo sito con google, avevo bisogno di sapere cosa altri pensavano di questo film, che a me è piaciuto immensamente. non so dire se è un capolavoro, certo è da vedere e suscita emozioni, pensieri, silenzio ma anche bisogno di parlarne... Ho letto con attenzione e rispetto tutti i commenti. ho pensato che sarebbe stato interessante conoscere l'età dei commentatori. io ho superato da poco i 50... ho trovato un rarissimo rispetto di valori anche religiosi, le contraddizioni che ci rendono felici e infelici, le possibilità infinite di vivere a fondo la vita senza perdersi... ecco: finalmente un film che emoziona perchè gli autori mettono in gioco i loro "pensieri".
Si potrebbe concedere qualcosa in più sulla strada per la mediocrità ,ma il 2 ci sta tutto considerando il contenuto semantico e soprattutto la necessità di riportare alla realtà i fautori delle 10 stelle, col che si arriverebbe comunque ad una media del 6 che è già troppo per un film del genere.
Trascinato un po'a forza alla proiezione ero comunque incuriosito dalle interviste televisive dal tono commosso quasi epocale rilasciate dagli spettatori, del genere "E' un film che tutti dovrebbero vedere". Ero preparato perciò a sorbirmi la solita commedia in agrodolce, (dimenticando ingenuamente il leit-motiv de "Il declino dell'impero americano").Invece niente allusioni velate,la prospettiva sul senso della vita è frontale, pertanto richiede lo sforzo di confronto in tutta la sua pesantezza. Ed' è una pesantezza senza speranza dalla quale non si salva nessuno, o almeno nessuno di coloro sui quali la società pretenderebbe di mantenere ancora un minimo di aspettativa,dal prete al poliziotto,dal medico al sindacalista. Nemmeno per il vecchio padre gaudente attorno al quale ruota la sceneggiatura, simpatica e chiassosa figura di socialista convinto ,al di là del momento ricreativo dell'incontro con ex amanti ed ex studenti reclutati dal figlio rigorosamente a suon di bigliettoni,può esserci qualcosa capace di lenire l'angoscia per il mistero della morte. Paradossalmente quelli che ne escono bene ,i veri eroi sono altri,quelli ai quali non sono richieste particolari doti morali, il figlio ricco broker e la tossicodipendente,così diversi esteriormente eppure troppo simili per non concedersi almeno un bacio fugace. Sarà lei,autentica vestale del paradiso in terra, a compiere nelle intenzioni del regista il vero gesto di solidarietà verso il vecchio,l'unico ormai possibile. Il tutto condito con citazioni che ripercorrono in chiave attualistica un po' tutti i periodi storici ,ivi comprese le immancabili torri gemelle. Quando si arriva al patetico tentativo di rinverdire il mito di Pio XII antisemita la tentazione di alzarsi è grande. Ma siamo ormai al crescendo rossiniano ed Arcand dopo un rapido excursus sul fallimento delle varie ideologie,ci delizia con una dotta disquisizione sulle "pompe".Sì, avete capito bene..pompa magna..pompe funebri, ecc. al che potreste pensare di essere stati teletrasportati improvvisamente di fronte all'ultima fatica dei bistrattati Boldi e De Sica ,ma si sa che con un premio d'oltralpe certi argomenti offrono tutta un'altra resa. Segue ancora un passaggio in bianco e nero sulla sottana di Ines Corsini (l'interprete del film su S.Maria Goretti) che vorrebbe forse ribadire per chi non l'avesse ancora capito l'intento provocatorio (sic) in salsa anticlericale che dà anche il preludio al film,prima dell'unica vera autentica liberazione:i titoli di coda. Meglio rischiare la derisione che uniformarsi al conformismo celebrativo verso un polpettone nichilista di queste dimensioni.
Un'autentica perla rara tra le uscite cinematografiche degli ultimi tempi: un bellissimo film che riesce a commuovere e a far sorridere su molti temi differenti,in maniera sferzante e cinica ma soprattutto molto attuale,mettendo in risalto pregi e difetti della società occidentale,ma soprattutto puntando l'attenzione sui valori e i piaceri della vita, attorno ai quali ha ruotato l'esistenza libertina del protagonista,in fase terminale di malattia. Il tema della malattia viene trattato senza risvolti melodrammatici ,si sorride spesso e la malattia rappresenta un pretesto per porre in evidenza le occasioni mancate, le illusioni,le vittorie e le sconfitte che fanno parte dell'esistenza di ognuno. Dialoghi vivaci e spesso ironici. Emozionante.
Forse il miglior film del 2003.. oddio non è un capavoro ma ha una sceneggiatura perfetta, coinvolge lo spettatore e tocca tutte le corde delle emozioni.. perfino commovente! Il voto è forse eccessivo ma in questi tempi di scarsa qualità cinematografica, il nove se lo merita tutto!
Non capisco perchè la gente si incacchia con chi da giudizi contrari al suo... ma siete dei bambini? Mah.... Il film in questione è bello ma dipende con che stato d'animo lo si guarda.. Il cinismo può far ridere e far riflettere, il tema trattato è un tema spinoso... ma reso molto bene! Ultiamemnte il cinema francese sforna veri gioiellini poco pubbliccizzati perchè gli states con le le loro minchhiate e i loro capolavori oscurano sempre tutto il modno cinematografico!!
a cominciare dalla grafica della locandina: veramente penoso. al regista suggerisco di girare un film chiamato "kill mosk" sulle vicissitudini di una povera mosca di periferia (suggerisco adeguata mosca spiaccicata sulla locandina)... io penso che capolavori come KILL BILL non li sanno fare tutti, e quindi...
Come la guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai generali, i voti cinematografici sono una cosa troppo importante per farli fare a chiunque. Quella minchiata fumettara di Kill Bill che in confronto Ken Shiro sembra 2001 A Space Odissey ha una media vicina all'8 e per questo tutti coloro che gliel'hanno dato andranno nel più brutale girone infernale, e questo apologo su questi tempi crepuscolari, il miglior film del 2003 insieme a la 25 ora arriva appena al 7. Mah
Sono contento di non aver seguito il consiglio di Viviana e di essere andato a vedere questo film. Non ho particolari commenti e comunque quello di Franz fotografa molto bene il film. Per finire, dopo alcuni mesi in cui non frequentavo il sito, vedo che molta gente continua a dare una stella a dei film che non reputa all'altezza senza valutare quest'ultimo in tutti i suoi lati.....falsando quindi la media. Non penso proprio che questo film valga quasi come " Natale in India " pur trattandosi di film diverso. Ciao Luca
Peccato che la media dei voti sia così bassa. Il film è BELLO, senza esplosioni atomiche o virus letali, ma con VERI e verosimili atti di eroismo quotidiano. Sentimenti resi con realismo: un uomo attaccato morbosamente alla vita, non il tipico stoico american-like, fiero della propria morte audace alla salvezza della galassia, ma un fragile omone viveur traballnte come una foglia; un ragazzo che, claudicando faticosamente ma con sincerità, tenta di ricucire strappi giovanili; amici fedelmente presenti, una ragazza eroinomane che si orizzonta scontrandosi con il proprio esatto opposto. Pieno di macchiette convincenti (alcune esilaranti). Non è un film veloce ma NON mi sono annoiato perchè è tragicomicamente vicino alla vita di ognuno di noi (presente o futura che sia). Andate a vederlo perchè vale la pena.
Un minuto di silenzio: questo film ha una media di 4 mentre Natale sul Nilo 4.8 .... per chi ha causato questo: DATEVI UNA REGOLATA! Va bene la differenza di generi, ma tra il decente e l'indecente non può non esistere una differenza, altrimenti qualsiasi idiozia sarebbe giustificata no? Bah.
Ma che cavolo ti passa per la testa Denys?! Siamo matti o cosa? Mi aspettavo una storia e mi hai fatto l'elogio di quattro intellettuali da strapazzo! Si, da strapazzo senza che storci la bocca! Due Meringhe mi hai fatto venire sotto il campanile di Giotto! Sei PESANTE! PESANTE! PESANTE! Non si fa così il CINEMA! Esaltati ed egoisti ci hai presentato e io che dovevo fare alla morte di quel lardone? Commuovermi? Ma neanche se me lo avesse chiesto la Kidman! No! Aborro! Non si fa... Questo non si fa! W la Guzzanti! Un bacio al pupo.
e' di una pesantezza allucinante,eppure mi voglio sempre fidare di questi film francesi e della critica che spesso non va d'accordo con quella del pubblico.non vedetelo