le jene del quarto potere (1959)

A mio avviso è uno dei minori di Melville,unica pellicola girata negli Stati Uniti,si tratta di un noir atipico, formalmente ineccepibile e con un ambientazione newyorkese resa molto affascinante,peccato che la storia non sia particolarmente interessante, caratterizzata da un ritmo eccessivamente lento e da qualche ripetizione di troppo ( il che se si considera che la pellicola dura poco più di 80 minuti non è proprio un problema da nulla),lascia un po' il tempo che trova anche l'improvvisa evoluzione finale del fotografo, decisamente poco credibile.
Con questo non voglio dire che sia un opera da buttare è un lavoro con diverse ingenuità ma comunque gradevole,un omaggio al cinema noir americano che mostra già alcune caratteristiche del grande regista futuro.

Una Manhattan notturna e tetra, contesto ideale per due giornalisti pronti a rimestare nel torbido, ognuno con le sue motivazioni. Melville non ha mai fatto mistero della ammirazione per Giungla d'asfalto di John Huston e l'ambientazione newyorchese è un chiaro omaggio, ma allo stesso tempo anche per piccole assonanze di trama non si può far a meno di ricordare Asso nella manica di un altro maestro del noir che è stato Billy Wilder. Ben delineati anche i caratteri dei due protagonisti che esprimono un cinismo difficile da digerire: il fotografo Delmas spregiudiucato nella sua amoralità e Moreau con quel suo servilismo e finto buonismo di facciata da risultare di gran lunga il peggiore dei due. Rimestare nel torbido si diceva, magari crearlo se non c'è. e i due ci sguazzano benissimo.