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peccato davvero, avrei potuto dare un voto più alto dato che il film presenta una trama abbastanza nuova, con ottime scenografie, come la cripta, la location dell'abbazia in rovina ed intrattiene benissimo conostante la recitazione e la regia televisiva, non mostrando quasi nulla degli omicidi, giusto qualche scena splatter molto risicata, ma tonfa clamorosamente sul finale. lo sceneggiatore poteva sbattersi un po di più per concludere la vicenda, dato che:
si scopre che tutto è riassumibile con un sogno premonitore della ragazza che risvegliandosi vede succere le stesse cose del sogno e....si spaventa....
in questamaniera si perde tutto quanto di buono si era riusciti a portare a casa con poco, e questo rovina un fim che non sarebbe stato comunque un capolavoro, ma che con un finale, magari più coraggioso, avrebbe davvero meritato una visione.
Siamo in piena decadenza dei generi in Italia e purtroppo anche Umberto Lenzi, come tanti altri è vittima di questo processo. Vero anche però che il regista ci mette anche del suo con una sceneggiatura che non approfitta del potenziale claustrofobico dell'ambientazione. i dialoghi sono sinceramente ai limiti del ridicolo. E' vero comunque che si parte da una cornice dove il basso budget non permette di fare molti voli pindarici. La parte finale mi ha destato più di una perplessità.
Appena passabile B-movie italiano... Attori mediocri ma non pessimi (nota di merito per lo speleologo più anziano che domina la scena con la sua str.onzaggine). Sceneggiatura,che si fonda su di un soggetto abbastanza buono, che purtroppo arranca come oltre la metà dei prodotti simili. Location interessante e decentemente utilizzata ma si poteva fare di più. Purtroppo i dialoghi sono ripetitivi e dopo un pò ci si stanca.
Sorpresa! Mi aspettavo chissà quale ciofega ed invece "Le Porte dell'Inferno", si rivela un horror più che onesto. Dopo tanti b-movie brutti, nostrani e non, finalmente è arrivato quello che è riuscito a coinvolgermi, a provocarmi delle emozioni. Sia chiaro, i difetti ci sono, eccome, però Lenzi, che all'epoca era già sul viale del tramonto (vedasi ad esempio "La Casa 3", uno scempio assoluto), in un probabile, quanto unico, momento di lucidità, è riuscito a creare un'atmosfera angosciosa e cupa, al servizio di una trama trita e ritrita. La storia vede protagonisti un gruppo di speleologi impegnati in un esperimento: uno di loro, Maurizio, è intento nel battere il record di isolamento in una delle grotte di una montagna. Passati circa due mesi, il team si prepara per recuperare il loro compagno ma, attraverso l'impianto video, si accorgono che Maurizio non sta bene. Oltretutto, lo stesso Maurizio chiama per telefono i propri compagni, dicendo che qualcosa vuole ucciderlo. A questo punto il gruppo capisce che non c'è tempo da perdere e si prepara a calarsi nelle grotte. A loro si uniscono una coppia di fidanzati, esploratori del posto. Una volta entrati dentro la montagna, il team comincia la ricerca di Maurizio, ma in quel luogo si cela un'agghiacciante segreto: delle pericolose entità soprannaturali sono pronte a rivelarsi e il gruppo di ricercatori, comincerà ad essere perseguitato da queste terrificanti presenze. Niente di nuovo insomma, sembra la solita storiella di fantasmi. E così è. Però, come detto, Lenzi, gioca molto sull'atmosfera e sulla location, creando un mix vincente. Il regista si concentra tantissimo sugli spazi angusti delle grotte, ricreati benissimo, producendo un'aura tetra, piena di suspense. Lo spettatore avverte una certa sensazione di smarrimento, con un clima attorno ad esso, che si fa man mano sempre più pesante. Parecchie sono le sequenze rese imprevedibili, grazie all'abilità del director di mettere in ombra diversi punti della scenografia attraverso inquadrature funzionali. Altra cosa ben riuscita, è che nonostante l'intero film sia ambientato all'interno di una montagna, il ritmo resta sempre alto, l'attenzione non cala mai. In altre parole, Lenzi ha costruito l'intera pellicola sulla scenografia, e la sua scelta si è rivelata felice. La narrazione ha una costante evoluzione, il director inserisce, sempre al momento giusto, un nuovo tassello alla storia, creando un'evoluzione della tensione. Scene splatter ben congegnate. Non si tratta di una pellicola dove il sangue abbonda, però all'occorrenza, esso fa la sua figura. Il finale ha un discreto colpo di scena. Non spicca certo per l'originalità, però può cogliere impreparati. La fotografia non mi è dispiaciuta, bella cupa, dai caratteri tendenti al grigio-nero, si sposa bene con la location. Da il suo tocco in più. Soundtrack niente di che, accompagna e basta. Con il cast cominciamo a toccare le prime vere note dolenti. Una mandria di gente totalmente mono-espressiva. Non c'è un attore che susciti un po' di simpatia o comunque delle emozioni nello spettatore. Stanno tutti li come ebeti e si comportano nella maniera più scontata possibile. Non arrivo a dire che sono dei cani perché ho visto di peggio, però recitano o meglio, non recitano, davvero malissimo. Ovviamente in questo c'è la collaborazione di Lenzi. Eh si, caratterizzazione dei personaggi zero, nessuno che sale in cattedra, ognuno si limita a svolgere il compitino. La sceneggiatura è quanto di più abominevole si possa pensare. Ma non lo è tanto per l'impianto narrativo, il quale bene o male si trascina in qualche modo, quanto per i dialoghi. Questi sono un qualcosa di aberrante, tale Olga Pehar (già il nome dice tutto) va oltre l'umana comprensione scrivendo certa roba che fa dubitare delle capacità intellettive di questa donna. Ma chi era questa, la domestica di Lenzi? Ecco a voi la frase top dell'intero set di dialoghi
Conclusione: dignitoso horror nostrano di fine anni 80. Coinvolge, fa stare in tensione, inquieta in alcuni passaggi, dispone di una regia di tutto rispetto. I lati negativi alla fine fanno parte del gioco di questo tipo di film. Lo consiglio a tutti gli amanti dei b-movies italiani del genere.
Eccetto la location, idonea per un esercizio di tensione come quello che avrebbe dovuto fare Lenzi, tutto il resto è da gettare nell'indifferenziata. A partire da un cast di attori uno più ingessato dell'altro - salvabile solo la Cupisti - ed uno script con più buchi logici di un groviera, il disinteresse palese di Lenzi si ripercuote anche sotto il profilo registico, mai valore aggiunto della pellicola e semplice occhio asettico di una improbabile sequela di omicidi. La noia prevale sulla tensione e si arriva alle battute conclusive con il fiato corto per la marea di scempiaggini visionate. Il finale autocitazionista è la pietra tombale.
Da mani nei capelli la traduzione della profezia, la quale conferma che i monaci si sarebbero palesati come ragni o uomini spaccatori di roccia (vedi speleologi). Perché, come risulta chiaro a tutti, nel 1200 i monaci avevano abiti del 20esimo secolo, con tanto di torce e caschetti.
Filmetto horror discreto girato da Umberto Lenzi nel 1989. La trama è carina e nonostante le numerose scene trash e ridicole contenute al suo interno,riesce comunque ad intrattenere ed a divertire lo spettatore senza troppi problemi. Discretoccia la regia,mediocri gli attori e abbastanza trash gli effetti speciali. Perfetto per una serata senza pretese.
Lo vidi e rividi anni fa, sia da solo che con amici e parenti: va gustato come trashone puro, in allegria, e allora questo film vi dischiuderà le porte non dell'inferno, ma di una potente comicità involontaria e quindi grandiosa proprio per questa sua spontaneità.
Avvertimento: se lo prenderete "sul serio", cioè per quello che il regista avrebbe voluto realizzare, lo boccerete senza appello, ma se avete apprezzato il trash naif de "Il Bosco 1", amerete anche questa pellicola!
No vabbè, il peggiore di Lenzi che ho visto finora. Dialoghi da scolaretti cerebrolesi, la sceneggiatura sembra scritta da un povero cogliòne, anche se quella che l'ha scritta è una donna, qui Lenzi si è limitato solo al soggetto e alla regia. Noioso, bruttissimo e stupidissimo in più scene, quella dei ragni su tutti, una scena che dura un quarto d'ora dove delle tarantole pelose si avvicinano al ritmo di lumache al malcapitato di turno rimasto intrappolato, davvero imbarazzante. Se non è stupida come la sequenza dei ragni ne 'L'aldilà', poco ci manca. Non mi ha convinto per niente, la storia è banalissima, non ci sono mai sequenze visionarie, inquietanti o d'impatto come in un Fulci, che erano d'obbligo per un plot del genere. Bocciato.
Film fatto con poche idee e pochi soldi. Gli effetti speciali sono da baraccone delle giostre, la trama è a dir poco prevedibile e ripetitiva come un videogame anni '80 e il finale è del genere "abbiamo finito i soldi e le idee". Evito di dare 4 solo per questa chicca che metto nello spoiler
i 5 superstiti capiscono d'essere delle vittime in quanto ritenute "eretiche" dai 7 monaci, ecco il dialogo (cito a memoria): - noi 2 siamo protestanti, loro 2 sono ebrei e tu sei un non battezzato ma X e Y (che si erano aggiunti all'ultimo momento e sono già stati uccisi) di che credo religioso erano? - erano testimoni di Geova perché scendendo nelle grotte X mi ha dato un opuscolo...
da vedere solo per completare la filmografia di Lenzi
Ma che voti vedo???' Questo film è un gran trashone del cavolo, ci si chiede fin dall'inizio chi tra il regista, il montatore, gli attori o chi ha scritto i dialoghi (probabilmente questo è il piu fenomenale) sia il peggiore.
Tagli senza logica scene riprese malissimo, storia banalissima, e dialoghi talmente stupidi da far morire dalle risate, specialmente il finale, se non riderete gia ababstanza per "l'inquadratura" e ascoltate i discorsi potreste farvi veramente alcune tra le piu grasse risate della vostra vita. Straconsigliatissimo agli amanti dei trash ovviamente, sarà una perla della vostra collezione.
Un buon film di Umberto Lenzi che però rispetto alla casa delle anime erranti è inferiore. Buona la trama, la tensione e la suspance devo dire che non mancano, ma l'unica cosa che di questo regista che non apprezzo è la scenografia, cioè cambia sceneggiatore perchè fa veramente pena per non dire di peggio! In conclusione, sicuramente un buon film horror che però poteva essere migliore.
Umberto Lenzi segue lo stile di Lucio Fulci, un regista del quale non sono un estimatore, anzi, proprio per niente, diciamo la verità! Il risultato cmq è in parte +interessante dei lavori fulciani. Infatti la storia in sé non è male, non geniale o originale, ma del resto le idee ci sono; poi non è sanguinolento come L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero o simili…invece il film vuole dar risalto al mistero dei sette monaci neri e suggestionare (si fa x dire) con la scenografia buia e grezza delle grotte. Purtroppo però, qualcosa non funziona proprio per niente: la metà degli attori e i dialoghi fanno straordinariamente pena; i trucchi sono da principianti (dai, si vedono che i morti sono pupazzi!); la scena dove i ragni attaccano è di un’idiozia totale…
Quell’idiota ha davanti a lui una rivoltella per spappolare quei insettacci, +bella di quell’arma!! E cosa aspetta ad usarla?? La fata turchina?? Non è capace di premere quel sacrosanto grilletto?!
E come se non bastasse, il finale è da far venire il nervoso…
per questa serie di horror italiani degli anni 80 il giudizio è sempre piu o meno lo stesso...ci si attende che muoiono tutti sempre in modo diverso...le scene ad alta tensione sono quasi assenti e gli effetti non sono certo speciali...