leviathan (2014) regia di Andrei Zvyagintsev Russia 2014
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leviathan (2014)

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locandina del film LEVIATHAN (2014)

Titolo Originale: LEVIAFAN

RegiaAndrei Zvyagintsev

InterpretiVladimir Vdovichenkov, Elena Lyadova, Aleksey Serebryakov, Anna Ukolova, Kristina Pakarina, Roman Madyanov, Sergey Pokhodaev, Aleksey Rozin, Aleksey Pavlov, Alim Bidnenko, Lesya Kudryashova

Durata: h 2.20
NazionalitàRussia 2014
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2015

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Trama del film Leviathan (2014)

Kolia vive in una remota località rurale nel nord della Russia, vicino al mare. In quel piccolo paese un sindaco prepotente e corrotto ha deciso di volere per sè le terre di Kolia e cerca quindi di comprarle. Ex-militare e uomo dal temperamento violento e coriaceo, Kolia non solo non accetta ma si scaglia con violenza in una causa legale per mettere in mutande il sindaco stesso. Ad aiutarlo c'è un amico, avvocato di Mosca, con lui sotto le armi e molto determinato nel fermare quest'abuso.

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Voto Visitatori:   7,42 / 10 (12 voti)7,42Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero
Miglior sceneggiatura (Andrei Zvyagintsev, Oleg Negin)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior sceneggiatura (Andrei Zvyagintsev, Oleg Negin)
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Voti e commenti su Leviathan (2014), 12 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

benzo24  @  17/01/2024 18:46:43
   10 / 10
La pellicola mostra un mondo governato da ubriachi, depressi e uomini aggressivi.
Kolia, il protagonista, si ritrova involontariamente vittima di uno scherzo del destino.
È un uomo povero che ha ciò che gli altri vogliono: una bella moglie e una bella casa. Diventa il bersaglio delle forze contemporanee più pericolose: avvocati intelligenti, politici ricchi, gangster e preti arroganti.

Ma in "Leviathan" c'è anche molto della singolare e allegorica visione artistica del regista Andrey Zvyagintsev. Il riferimento al libro di Giobbe evoca l'intramontabile sofferenza umana e le questioni metafisiche che essa comporta. Il regista rende la sua opera un dramma molto significativo, in particolare con il richiamo al mito e alla Bibbia che procede di pari passo con le idee storiche, filosofiche e politiche attuali.

"Leviathan" è senza dubbio un film potente che sfida gli spettatori a pensare alle ingiustizie del mondo che molto spesso non sono viste ma che nel profondo vengono percepite da tutti lasciando un senso di inquietudine.

Burdie  @  13/04/2020 00:27:56
   5½ / 10
...inutilmente lento e lungo...perdibile

Ciaby  @  27/12/2017 16:26:47
   7½ / 10
Bello, intenso e rigorosissimo in stile e sceneggiatura (com'è tipico di Zvyagintsev). Non ai livelli di "Il ritorno", comunque.

sirvioz  @  18/11/2016 21:36:21
   8 / 10
Guardabilissimo.

davmus  @  20/08/2015 18:36:22
   3½ / 10
TheLegend  @  19/06/2015 04:32:13
   6½ / 10
Ottimo negli intenti ma non altrettanto nella realizzazione.
Non è stato capace di trasmettermi molta emozione.

Crimson  @  18/06/2015 11:06:45
   8 / 10
Spoiler presenti.

Leviathan passa in rassegna tutte le accezioni di "potere" assottigliando le distinzioni e annoverandole in un solo, mostruoso corpo che dilania, crea differenze. Il ritmo è torbido, il linguaggio dell'apparato incomprensibile, che sia burocratico, spirituale o giudiziario.
Si procede per immagini, accostamenti: le Pussy Riot in tv, l'immagine di Putin nell'ufficio del sindaco, la gru che fa a brandelli una baracca che ha un significato solo per tre generazioni di sconfitti, non per i vincitori. La vodka come comune denominatore, solo strumento alienante conosciuto e contemplato.
Il paesaggio inerte come la carcassa.
Kolya è un vero balordo, ma fa tenerezza quando non capisce nulla di ciò che gli viene detto, di ciò che è accaduto e che accade. E' l'immagine dell'impotenza, quella autentica, di chi non ha strumenti neppure per contraddire o esporre la propria verità.
Lilya è la vittima del modo di pensare della convenzione, fedifraga e *******, punita dunque e insindacabilmente da Kolya, perché tutte le "prove" avvalorano la tesi più comoda e superficiale.
Più di chiunque vittima è Roma, abbandonato e incapace. In un film che sfuma, depista e non svela fino in fondo lasciando all'immaginazione naturali corsi interpretativi, c'è un momento di una forza disperatamente unica e genuina, quando viene comunicato al ragazzo che sarà adottato. Con spontaneità disarmante Roma associa immediatamente il gesto ad un movente economico: questo è il linguaggio a cui è stato abituato, un linguaggio lontano dall'unico grande assente, quello affettivo.
La desolante fine, unica fine veramente possibile, rimarca esattamente quanto il film espone per l'intera sua durata, come se si ripiegasse su se stesso, come se tutto fosse deliberatamente inciso, tesi ed argomentazione, e dalla negazione emerge prepotente un senso di laicità ostinatamente liberatorio e necessario come una delle poche armi a disposizione per abbattere il mostro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  28/05/2015 02:36:34
   9 / 10
"Dio solo ha il Potere" e nell'intreccio della storia gia' si fonde il mio pensiero con quello di milioni di laici che lottano perpetuamente contro le illusioni dello Spirito Santo sul doloroso, realistico confronto Terreno. E allora non D.io ma la vita punisce Kolia, unico laico di tutto film, mentre Zvyagintsev conferma la sua personale invettiva contro certi adolescenti inquieti, quasi Sofoclemente rei di uccidere il mondo adulto, di inentivare il loro eterno Orfanismo. Film di una bellezza impura e strabiliante, "Leviathan" porta lo spettatore ad affossare ogni speranza di giustizia assistendo, fino a un'epilogo quasi Beckettiano, alla Morte dell'Innocenza e della Verita'. Pagine che strappano frammenti di Karel Reisz, di Kubrick, e (molte altre) di Bunuel. Il fascino perverso del Potere, o della Borghesia? Quello stesso concetto biblico, sovrapposto a un Passato che la Russia rispetta o teme (i ritratti di Lenin di Krusciov etc) diventa un'Invasione a se' stante, in una contraddizione retriva dove la Giustizia non prevarica mai sulla Corruzione, anzi ne viene sopraffatta. Film incredibile, quasi allucinato nei suoi (moderati) simbolismi, alienante e intenso come la Passiva accettazione del villaggio, terra di sopravvivenza privata da tutte le sfumature della morale. Da antologia il dialogo tra l'Abate e il laido sindaco ("Abbiamo gli stessi ruoli, ma percorriamo due strade diverse")

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/05/2015 13.39.22
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Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  12/05/2015 15:01:17
   8 / 10
Anche questo (come forza maggiore/ les combattants/ pas son genre) è cinema puro.

il potere prevaricatore e corruttore (politico e sacerdote a braccetto) prende il sopravvvento su un semplice meccanico che fatalmente soccombe. Il meccanico vittima è prima di tutto vittima di sè stesso e della sua grettezza culturale. Una bella compagna trattata come serva e fiumi di vodka che assicurano il perpetuare dello status di vittima. è l'alcool in questo film il protagonista assoluto.

Alcool come veleno e scappatoia che indebolisce, intorpidisce, affiacca, sottraendo forza e lucidità.
E allora a poco serve stare dalla parte della ragione, soccomberai.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/04/2015 23:20:55
   8 / 10
Cosa può fare un singolo individuo di fronte ad un potere che lo annichilisce totalmente? Leviathan è una parabola dai tratti biblici sulla punizione di chi è nel giusto, che possiede diritti per ottenenere giustizia ma di fronte ad un mostro fatto di potere, politico e religioso, corrotto fino all'intenro della sua essenza, il giusto è destinato alla inevitabile sconfitta. Un Giobbe che spogliato di tutti i suoi beni, fisici ed affettivi, vede spalancarsi l'abisso. Un ritratto della nuova Russia, nata dalle ceneri del comunismo, di nuovi potentati che annientano chiunque si frappone al suo cammino. Un mostro biblico divino al servizio di corruzione e clientele piccole e grandi, capaci di rinnovarsi e mostrare il suo tremendo volto. Un racconto ambientato in un paesaggio desolato e opprimente, di cui si possiede la consapevolezza della sua conclusione e del suo percorso. Una storia inquietante dallo stile gelido quanto spietato, dal lento incedere ma di una solidità formale tale a quella del leviatano evocato fin dal titolo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/05/2015 08.29.15
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Oskarsson88  @  02/03/2015 12:44:15
   7 / 10
Stile molto russo, ovvero un po' lento e freddo, ma fa parte del gioco. La storia ci racconta l'abuso subito da un uomo da parte delle autorità e il disfacimento della sua vita. Buon film.

william sczrbia  @  02/03/2015 11:11:57
   8 / 10
ottima regia,vari riferimenti impliciti e non alla storia e alla politica russa,molto ben fatto.

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