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Il sottotitolo italiano, un amore diverso, evidenzia una certa ottica conservatrice, ma Lianna oltre ad essere una storia d'amore come tante altre, mostra il cosa comporta scegliere una strada di condividere un amore con una persona dello stesso sesso. Sayles oltre a fornire una robusta struttura narrativa fatta di piccoli e grandi cambiamtenti nel quotidiano di una donna sposata con figli che riazzera la sua vita, riesce a tratteggiare i personaggi senza molti fronzoli, con sincerità ed onestà alla stessa stregua della scelta di Lianna, con convinzione e passione. Il tutto lontano da stereotipi tipicamente hollywoodiani, con una messa in scena povera ma ricca di contenuti. Sayles, che si ritaglia una piccola parte in questo film, rimane sempre uno dei più grandi registi indipendenti d'oltreoceano. Il suo sguardo semplice e diretto rimane ben impresso e commuove.
Anche se datato, il film non risulta invecchiato, anzi propone una tematica molto attuale, che già doveva aver toccato la sensibilità del regista americano John Sayles oltre trenta anni fa : l'amore lesbico, l'invisibilità sociale e le implicazioni di una ipotetica ''convivenza'' fra due donne. L'aria morbosa di una città americana del Sud che non permette ad una diversità sociale di esprimersi permea tutta la pellicola ; all'impossibilità di un amore non accettato socialmente o comunque osteggiato fa da contraltare la forza del sentimento, l'irresistibilità davanti ad un 'attrazione che spiazza e lascia atteriti, perché distrugge delle certezze (come quella del matrimonio) e obbliga ad una rinuncia dolorosa (quella dei figli). Ben delinato, dal punto di vista psicologico, il profilo del marito di Lianna, un uomo interessato solamente al profitto personale, che vedendo minacciata la propria virilità, decide di rovinare la vita della moglie, condannandola ad un isolamento malinconico. Finale abbastanza efficace , per trattarsi di un film televisivo.