lincoln regia di Steven Spielberg USA, India 2012
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lincoln (2012)

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locandina del film LINCOLN

Titolo Originale: LINCOLN

RegiaSteven Spielberg

InterpretiDaniel Day-Lewis, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, Sally Field, James Spader, David Strathairn, Tim Blake Nelson

Durata: h 2.30
NazionalitàUSA, India 2012
Generebiografico
Al cinema nel Gennaio 2013

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Trama del film Lincoln

Steven Spielberg dirige un biopic sul sedicesimo presidente degli Stati Uniti d'America, Abraham Lincoln. Basato sul best seller Team of Rivals, scritto dal drammaturgo Tony Kushner, il film è incentrato sullo scontro politico tra Lincoln e i potenti uomini del suo gabinetto per l'abolizione dalla schiavitù degli afroamericani alla fine della Guerra civile. In un paese diviso dal conflitto e dai grandi venti del cambiamento, Lincoln persegue una linea d'azione volta a far finire la guerra, unire la nazione e abolire la schiavitù. Grazie alla sua moralità e alla feroce determinazione che scaturisce dal desiderio di ottenere il successo, le scelte del presidente muteranno il destino delle generazioni a venire.

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Voto Visitatori:   6,36 / 10 (83 voti)6,36Grafico
Miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis)Miglior scenografia (Rick Carter, Jim Erickson)
VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR:
Miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis), Miglior scenografia (Rick Carter, Jim Erickson)
Miglior attore in un film drammatico (Daniel Day-Lewis)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Daniel Day-Lewis)
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Voti e commenti su Lincoln, 83 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

ZanoDenis  @  24/02/2016 16:58:32
   5½ / 10
Anche stavolta Spielberg è riuscito a creare un polpettone che personalmente mi ha annoiato parecchio.
E' buona la ricostruzione storica, così come tutto il comparto visivo e ci sono in campo degli ottimi interpreti, da sottolineare specialmente Daniel Day-Lewis e Tommy Lee Jones. Focalizzandoci solo su questi aspetti, e anche sul soggetto, dopotutto interessante e con messaggi importanti, il film risulta ottimo, ma aimè ha anche degli enormi difetti.
Molto verboso, basato troppo sul dialogo, in alcuni casi anche troppo tecnico e pieno di sentimenti positivi, poco originale e decisamente poco incisivo nelle scelte espressive, logorroicissimo e didascalico al massimo.
Anche la figura di Lincoln sembra maltrattata, divenuta praticamente uno stereotipo di uomo saggio, una specie di guru che parla solo tramite aneddoti e frasi fatte.
La durata di certo non aiuta, e vi è poco pathos negli eventi "familiari" che accadono al famoso presidente dato che comunque tutta l'attenzione è rivolta all'approvazione della legge.
Spielberg continua la sua saga del polpettone indigesto iniziata con Amistad, qui comunque vi è qualche miglioramento a mio parere anche se il risultato è sempre lo stesso.

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Ultima risposta 29/10/2017 02.08.56
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benzo24  @  19/02/2014 17:44:35
   4 / 10
prima di tutto è bene specificare che questo non è un film su Lincoln ma è un film sul 13° emendamento, che è stata una cosa importantissima nella storia degli USA, ma francamente 2.30 di film per raccontare una vicenda politica è un pò troppo.

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Ultima risposta 01/03/2017 20.08.23
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driver07  @  10/04/2013 17:40:24
   1 / 10
film troppo sopravvalutato... la noia

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Ultima risposta 06/12/2014 13.12.57
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/02/2013 19:01:08
   7 / 10
Beh a voler stuzzicare il mio senso critico la prima ora di Lincoln è (quasi) insostenibile: verbosa didascalica cameristica farebbe rimpiangere qualsiasi fotogramma del Che di Siodelbergh (un quasi-capolavoro). Troppo romanzesco l'apporto di Spielberg alla figura del presidente americano, troppo aneddottistico e troppo idealista, sembra un'incrocio tra un prudente liberale e un democratico "scientifico" difensori dei dogmi prima che dei diritti umani. Poi il film prende una piega diversa, con diversi colpi d'ala che non ti aspetti. Tipo l'americano che confessa candidamente "sono pieno di pregiudizi" (!!!) e la sequenza - bellissima - del figlio di L. mentre assiste sconvolto alla sepoltura degli arti recisi all'esterno di un'ospedale da campo, o ancora la requisitoria "opportunistica ma necessaria" di Tommy Lee Jones (straordinario come sempre): sono dei gran bei pezzi di cinema anche perchè Lincoln non ha grossi difetti sul piano tecnico, ma sul piano dei contenuti certamente sì. Per quanto si soffermi sulla necessità di liberare una razza dalla schiavitù o in particolare sull'uguaglianza razziale imposta dalle leggi divine, non riesce a estinguere una certa ambiguità. Il fondamento per cui l'America di oggi è composta da 50 stati dove le diversità culturali e sociali sono indiscusse prevale su quel terreno minato che è la democrazia (tutti sono uguali o tutti sono diversi?).
E va cmq. detto in difesa del film che Spielberg riesce abbastanza a controllarsi senza prevaricare con le sue forzature salvo un epilogo dove alla voce "libertà" si oppone una risposta definitiva di almeno 100 anni, proprio davanti all'ottusità di un popolo sovrano.
I Wachewsky ("Cloud Atlas") hanno osato di più, in questa direzione. Ma tanto vale apprezzare la linea di Spielberg e l'amara consapevolezza che ogni diritto viene vinto espugnato e confermato all'ombra della vita o della morte

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Ultima risposta 02/03/2013 16.29.41
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  07/02/2013 13:28:50
   6 / 10
Spielberg tira un rigore a porta vuota e prende un palo clamoroso. Sì perché "Lincoln", oltre ad avere un bel soggetto di partenza, è un film tecnicamente ineccepibile: bella regia, bella fotografia, strepitoso cast di caratteristi (James Spader poi è irriconoscibile). Solo che la sceneggiatura è improponibile.

Ora, salvo la parte centrale del film con la corsa ai voti e relativa votazione sul 13° emendamento, tutto il film è del tutto privo di ritmo, con scelte di sceneggiatura sciatte e superflue (il ruolo della moglie è suggerito ma non approfondito; il personaggio di Gordon Levitt è del tutto marginale, un completo corpo estraneo; la scena con la festa in cui la moglie fa un monologo contro Stevens è incomprensibile) e dialoghi di una teatralità che alla fine risulta stucchevole.

Nota (di demerito) a parte per il doppiaggio. Ora, tu hai il miglior attore vivente che (vuoi o non vuoi) interpreta il ruolo di uno dei più famosi presidenti USA in uno dei più attesi film della stagione, forte di 12 nomination all'oscar. Un attore che negli ultimi film era stato doppiato da Francesco Pannofino viene adesso affidato a Pierfrancesco Favino, un bravo attore, per carità, ma imbarazzante, pessimo doppiatore. La voce fasulla e strascicata che tenta di conferire a Lincoln è un fastidio per le orecchie, per tutto il film sembra che Lincoln si limiti a muovere le labbra e che ci sia qualcuno fuori campo che gli faccia il verso. L'unico altro film a memoria mia con un doppiaggio tanto scadente era il Cavaliere oscuro - Il ritorno, con Timi che "doppia" Bane. Una cosa indecente. Ed il bello è che la cosa viene pubblicizzata in pompa magna come primo titolo di coda del film. Invece di vergognarsene.

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Ultima risposta 09/02/2013 13.18.33
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TheLegend  @  02/02/2013 23:31:16
   5 / 10
Ammetto di partire prevenuto nei confronti di Spielberg ma, ogni volta che approccio uno dei suoi film,specialmente negli ultimi anni,rimango sempre deluso.
Deluso ma un modo di far cinema che non mi piace sinceramente.
Parlando di "Lincoln" i rimi due aggettivi che mi vengono in mente sono: lungo e noioso,non penso ci si bisogno di dire altro.

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Ultima risposta 06/12/2014 13.10.15
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  31/01/2013 17:02:03
   5 / 10
Il cinema di Spielberg continua a cadere nell'equivoco dei contenuti estremamente convenzionali. E ci sarebbe da bestemmiare in aramaico antico, perchè con la storia del presidente Lincoln potevi fare qualcosa di davvero memorabile e invece ti sei accontentato dell'ennesimo ritratto banale e idealizzato, per un personaggio descritto in maniera del tutto priva di fascino. Non salvo neanche quello che considero il miglior attore vivente, ma ovviamente non è colpa sua. Neanche a dirlo, l'aggravante peggiore è la noia senza confini. 12 oscar un *****.

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Ultima risposta 08/02/2013 12.08.52
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Tautotes  @  29/01/2013 15:37:11
   7½ / 10
E' un buonissimo film. Di certo favino non e' l'ideale per doppiare Lincoln, ma lorsignori che si lamentano della pesantezza e lungaggine non capisco cosa si aspettavano di vedere se non un film che parla di POLITICA. Tattica, strategia, realta' che fanno storia.

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Ultima risposta 03/03/2013 10.05.07
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docafass  @  27/01/2013 23:11:23
   9 / 10
Ma che film avete visto? È proprio vero che gli italiani sono un popolo di santi navigatori e critici cinematografici..... Non ascoltate ne leggete le recensioni precedenti! È n grandissimo film e ciò può bastare

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Ultima risposta 29/01/2013 19.22.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/01/2013 12:55:01
   6½ / 10
Lincoln sfugge alla legge del biopic fatto con lo stampino cioé la vita di un protagonista dalla nascita alla morte, costellata da quegli eventi che ne maturano comportamenti e pensieri. In questo il periodo storico è molto circoscritto che coincide con l'approvazione di quel XIII emendamento che abolì la schiavitù, momento alto della politica americana, ma non per questo privo di lati oscuri, a cominciare proprio da quella figura fondamentale, Lincoln appunto, che costituisce parte integrante del mito e del sogno americano. Lincoln non viene mitizzato né tantomeno omaggiato. L'approvazione dell'emendamento e le trattative per la fine della guerra scorrono in parallelo, vicende che vengono scolpite dai complicati meccanismi della democrazia e della politica, che seppur permeate da un certo idealismo di fondo, sono figlie di compromessi, di sutterfugi e doppiogichismi che fanno parte di quel pragmatismo chiamato realpolitik. Raggiungere lo scopo sporcandosi le mani, anche di quel sangue che di giorno in giorno la guerra sta mietendo nei suoi massacri.
Non siamo ai livelli cupi di quel Munich che rimane il miglior Spielberg degli ultimi anni, ma nemmeno un'agiografia pomposa e retorica su un personaggio, almeno questa è stata la mia sensazione.
A fianco di una qualità visiva di prim'ordine, il film di Spielberg rimane squilibrato come racconto corale dove giocoforza molti personaggi rimangono sacrificati o peggio ancora ininfluenti (Gordon-Levitt) a fronte di un duo da applausi come Day-Lewis e Lee-Jones e paga il dazio di non riuscire ad avere la necessaria fluidità fra sfera pubblica e privata che appesantisce la pellicola. Una certa pesantezza non presente in una vecchia pellicola come Tempesta su Washington di Preminger che risaltava proprio per la sua linearità nel descrivere certi meccanismi della democrazia e che pur essendo un racconto più fittizio presentava un contesto di guerra (fredda) reale. A vedere passaggi di questo film più volte mi ha ricordato il film di Preminger e non escluderei a priori la possibilità che Spielberg un'occhiata gliel'abbia data.

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Ultima risposta 27/01/2013 16.02.21
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Fratuck89  @  27/01/2013 01:17:06
   5 / 10
ho una grande ammirazione per daniel day lewis, praticamente tutti i suoi film mi sono piaciuti, tutti tranne questo, è un film americano per americani, trama molto brutta che si evolve lentamente e piatta, doppiatore di lincoln non adatto a causa del tono di voce troppo giovanile e sforzato, troppo buio e mancanza di spazio, musica assente, ovvio dare un voto negativo, un film che può piacere solo agli americani per via del tema trattato

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Ultima risposta 10/01/2016 13.59.17
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Jack Torrence  @  26/01/2013 12:34:37
   3 / 10
Un film INUTILE, condito di una retorica di fonto talmente nauseante da dare fastidio già dopo 10 minuti.

Ricordiamoci dopotutto chi è il regista: Steven Spielberg, un uomo che non riesce a capire che è tempo di mollare il cinema e andare in pensione (sempre se gli rimane un briciolo di dignità artistica).


Francamente non ho nemmeno voglia di spendere altre parole per..questo.

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Ultima risposta 29/01/2013 11.29.39
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  16/01/2013 15:33:43
   5 / 10
Per Steven Spielberg Lincoln è come un papà, ha dichiarato in un'intervista recente. Non dovrà sorprendere quindi se il suo biopic sul sedicesimo presidente degli Stati Uniti d'America si sofferma ad inquadrarlo nella vita privata, con i figli, la moglie. Anche con i difetti di marito, perché no.
Ecco, qui viene stoppata clamorosamente la disamina psicologica di Lincoln nel film. Il resto? Una tronfia epica politica, con qualche piccola ambiguità disseminata tanto per non renderlo uno spot di propaganda USA, in cui Abraham Lincoln diviene un semi-dio illuminato che porta pace e libertà ai negri.
Mi dispiace, non lo accetto. Non lo accetto nel 2013, non lo accetto soprattutto da Spielberg che oltre all'aggravante di rendere favolistica e buonista una storia lordata nel sangue, tace sul razzismo di Lincoln spesso con intenti ruffiani mostrandoci persone di colore commosse o sullo sfondo con musichetta di John Williams oramai senile che compone la stessa tiritera da anni, peraltro bruttarella forte.
Lincoln il buono e giusto liberatore del popolo di colore con l'emendamento contro la schiavitù; ma non è cosi semplice come la fa Spielbergone. Che allora doveva tirare fuori gli attributi, come aveva fatto sporcando le mani di Eric Bana in Munich, come aveva fatto con Schindler che inizialmente altro non era che un dongiovanni impenitente che a tutto pensava tranne che agli ebrei.
Facile mostrare il protagonista in famiglia in modo esplicito e nel quotidiano ma tacere con ammiccamenti o giochi di parole sul lato politico, senza peli sulla lingua solo quando si parla di comprare i voti, spingendo verso il Liberatore delle genti. Suvvia...

Come se non bastasse, il film è veramente ma veramente noioso. Racconto che vuole essere corale, intensamente politico (questo si), non lesina nella ricostruzione storica e dei costumi dell'epoca. Perché inutile dirlo avrei messo anche più della sufficienza se fosse stato il "solito" Spielberg: tronfio, bugiardo o favolista che dir si voglia, ma almeno un piacere da seguire. Con Lincoln conferma di essersi quasi del tutto cotto dopo lo scempio di War Horse, risollevandosi appena appena: due ore e mezza interminabili, piene di scontri e che sembrano una lezione storica con l'aggravante di non scavare psicologicamente in nessuno dei personaggi ivi rappresentati, protagonista in primis.


Si salvano del tutto solo le interpretazioni e nemmeno tutte.
Daniel Day-Lewis, naturalmente, che conferma di essere il più grande attore vivente; in originale viene resta ogni sfumatura della voce, in una prova attoriale camaleontica che pare voler essere l'esatto opposto di quella in Gangs of New York: paragone interessante se poi notiamo come Bill il macellaio fosse il rovescio della medaglia del Lincoln mostrato in questo film...
Tommy Lee-Jones poi gli tiene testa con un ruolo secondario, paradossalmente risultando un personaggio molto più credibile sulla carta di tutti gli altri.
Sally Field brava anche lei.
Del tutto inutile la presenza (?) di Joseph Gordon-Levitt che mi pare di aver intravisto, ma ancora non ho capito quale fosse il suo ruolo.



12 nomination agli oscar non sorprendono, probabilmente li vincerà tutti. Agli americani continuano a piacere le favole. Per me questo tipo di cinema oggi più che mai è improponibile. Forse Spielberg è bene che pensi al pensionamento arrivato a questo punto...

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Ultima risposta 30/01/2013 11.52.18
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