l'ombra del dubbio regia di Alfred Hitchcock USA 1943
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l'ombra del dubbio (1943)

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locandina del film L'OMBRA DEL DUBBIO

Titolo Originale: SHADOW OF A DOUBT

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiJoseph Cotten, Teresa Wright, Macdonald Carey, Hume Cronyn

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 1943
Generethriller
Al cinema nell'Aprile 1943

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Trama del film L'ombra del dubbio

Charlie Oakley fa ritorno, inspiegabilmente e dopo molti anni, presso alcuni parenti. Tutti lo accolgono in modo affettuoso, in particolar modo la nipote che vede in lui un'occasione per evadere dalla quotidianità. Charlie, in realtà, è un pericoloso assassino e teme di venire acciuffato dalla polizia. Sarà proprio la nipote che...

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Voto Visitatori:   7,81 / 10 (54 voti)7,81Grafico
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Voti e commenti su L'ombra del dubbio, 54 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

ferzbox  @  26/04/2016 14:20:22
   8½ / 10
Gioiellino Hitchcockiano non tra i più popolari come notorità ma apprezzato dagli estimatori del regista inglese e gli appassionati di cinema in generale.
"L'ombra del dubbio" è un giallo che mostra un crescendo della tensione, nonchè uno trasformazione progressiva dei personaggi davvero ammirevole; una pellicola del 43(tra i primi del periodo americano) che a livello emotivo colpisce come un martello pneumatico; precursore di un tipo di cinema che avrebbe spopolato e che Alfred già mostrava di saper fare BENE già con 10 anni di anticipo;ci sono alcune inquadrature che sono da antologia.....per non parlare degli ultimi 15 minuti dove la suspance arriva a livelli sbalorditivi.
Unica pecca(della versione nostrana) è la scelta di alcuni doppiatori che, non so per quale recondita ragione, non sono di nazionalità italiana.....tipo quella della protagonista e della sorellina più piccola; sopratutto quest'ultima che sembra un automa.....mhà....
Per il resto si tratta di un film indispensabile per chi voglia conoscere la filmografia più significativa del maestro.....(cioè quasi tutta).....

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Ultima risposta 12/11/2017 23.07.59
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dagon  @  23/10/2013 23:32:33
   7 / 10
Buon Hitchcock d'annata, ancora distante dalle vette che il regista raggiungerà in seguito. Comunque assai godibile ma, come ampiamente già detto e spiegato dagli utenti precedenti, funestato da un doppiaggio terrificante.

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Ultima risposta 23/10/2013 23.43.10
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I C***I MIEI1  @  07/10/2012 15:49:12
   7 / 10
Ci troviamo nella Hollywood classica di Hitchcock, dove tutto è calcolato secondo i minimi dettagli. La trama è ottima, Questo film oltre a presentare le caratteristiche basilari del genere thriller affronta pure tematiche riguardanti la natura umana e il "doppio", che spesso ritorneranno nella filmografia del "Maestro". La suspence soprattutto nel finale è ad altissimi livelli.
La regia è pazzesca, infatti molte riprese si possono riconoscere e vederle perfezionate soprattutto in altri due capolavori del "Maestro": Vertigo e Psycho.
La colonna sonora coglie bene la confusione della protagonista però oltre a questo non lascia niente allo spettatore, peccato.
Avrei invece una critica da fare al doppiaggio fatto nell'edizione dvd che definirei scandaloso e aghicciante, che rischia di ridicolizzare la recitazione.

-CINICO-

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Ultima risposta 18/07/2013 20.27.03
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barone_rosso  @  09/05/2011 22:13:52
   5 / 10
Film che risente moltissimo del peso degli anni. A parte il doppiaggio che vince il premio come peggiore della storia (ok, c'è un motivo dietro... Ma piuttosto che doppiarlo così da schifo non si poteva aspettare di avere a disposizione dei doppiatori? Che fretta c'era negli anni 40?), il film sembra durare il doppio della durata reale. Dialoghi monotoni ed eventi troppo spesso banali e stereotipati. Peccato, Hitchcock è quasi irriconoscibile.

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Ultima risposta 18/07/2013 20.27.26
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guidox  @  30/12/2010 14:44:10
   9 / 10
splendido lavoro di Hitchcock, tanto da risultare il suo film preferito.
il rapporto fra lo zio e la nipote è il cardine di questo thriller ed il Maestro ci confeziona su misura un gioiello di psicologia, facendo passare i due protagonisti (fra l'altro meravigliosi) gradualmente da un rapporto empatico, addirittura quasi telepatico (la scena del telegramma), gemellare (non a caso hanno lo stesso nome, Charlie) ad una vera e propria relazione di odio reciproco.
importantissima è anche la recitazione dei comprimari: il padre di Charlie e l'amico di famiglia che danno vita a dibattiti sul famoso delitto perfetto e sulle tecniche di omicidio in generale, l'insopportabile sorellina che però è la prima a capire che lo zio non è quel che vuol far credere, i due tizi della polizia...tutto ben miscelato, anche se Joseph Cotten è comunque una spanna sopra a tutto e a tutti.
la scena maestra? bè, probabilmente l'arrivo dello zio in treno in una stazione soleggiata che però viene oscurata dal fumo della locomotiva.

unico difetto, come già detto da altri prima di me, è il doppiaggio in italiano, dove fra l'altro il nome Charlie, viene tradotto per zio e nipote rispettivamente in Carlo e Carla.
improponibile soprattutto la voce e la parlata della nipote.
consiglio una seconda visione in lingua originale, è veramente tutta un'altra storia.
l'unico difetto che ha questo film e che, come ho notato dai precedenti commenti, è già stato sottolineato è il doppiaggio in italiano.

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Ultima risposta 30/12/2010 14.45.44
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  30/08/2010 01:34:24
   7 / 10
Non riuscirò mai a spiegarmi il perchè di un doppiaggio così scandaloso (sembra fatto da un gruppo di deportati dell'America latina in vacanza coi punti fedeltà) che, sono costretto a ipotizzarlo, credo abbia influito non poco sulla mia perplessità nei confronti di questo giallo psicologico che il suo regista amava tanto. Se Hitchcock ne andava così fiero un motivo ci sarà stato, purtroppo io ci ho visto solo una semplice tessitura gialla con un mistero neanche troppo sconvolgente. Ma forse, più che sulla suspense, l'intenzione era quella di puntare sul rapporto conflittuale tra zio e nipote e su come l'apparenza spesso celi realtà molto meno evidenti. Resta in ogni caso tra i film che meno ho apprezzato del regista, nonostante le ottime interpretazioni e alcuni gradevoli tocchi di humour. Magari col tempo lo rivaluterò.

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Ultima risposta 01/09/2010 20.24.08
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Delfina  @  31/08/2009 10:19:32
   4½ / 10
Un film minore di Hitchcock, che, a differenza dei primissimi film girati in Inghilterra, risente di tutto il peso degli anni.

Risulta chiara la pesante "confezione" per il pubblico americano, che soffoca il talento del regista richiudendolo dentro schemi convenzionali, espressivamente poveri e privi di suspense. Ambientazione banale, personaggi inutilmente prolissi, dialoghi insignificanti e talvolta francamente noiosi rendono il film pesante e goffo.
Di giallo non c'è praticamente nulla, dato che si indovina tutto molto prima della fine del film.
Favoletta moralistica modellata sul pubblico delle famigliole americane medie dell'epoca.

A peggiorare ulteriormente le cose, un doppiaggio italiano veramente pessimo, fatto da dilettanti con voci monotone o addirittura con accento dialettale, che rendono la visione ancora più penosa.

Un Hitchcock da dimenticare.

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Ultima risposta 18/07/2013 20.28.03
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LoSpaccone  @  17/06/2009 21:07:31
   8 / 10
Sicuramente uno dei film più raffinati di Hitchcock, almeno tra quelli della prima parte di carriera. Un thriller psicologico di pregevole fattura, in cui la suspense, costruita come al solito abilmente, è molto più affidata ai dialoghi rispetto al solito, e di contro ai silenzi e al gioco di sguardi. Il film però è terribilmente penalizzato da uno dei doppiaggi più penosi che abbia mai ascoltato!

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Ultima risposta 03/09/2009 22.31.57
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/11/2008 22:20:35
   8½ / 10
Insieme a "Prigionieri nell'oceano" questo è il primo film di Hitchcock americano anche nello spirito. E' anche un film validissimo. Qui Hitchcock dimostra di conoscere bene la società americana e i suoi "punti deboli", nei quali si può facilmente annidare l'inquietudine, l'insoddisfazione e, perché no, anche il materialismo e il crimine. In questo film (come anche in Sabotaggio) il "male" diventa un protagonista conturbante che si nasconde dove uno meno se lo aspetterebbe, cioè nelle cose quotidiane, nelle persone normali, anzi in quelle più care. Hitchcock riesce però sempre a non farsi trascinare o affascinare troppo dal male che rappresenta. I valori "positivi" rimangono comunque dei punti fermi e non vengono assolutamente scalfiti o messi in discussione. Alla fine vincono, ma l'esperienza del "male" risulta in ogni caso decisiva e quasi obbligatoria per "aprire gli occhi". Solo avendo conosciuto il "male" si può avere piena coscienza del valore che ha il "bene".
I protagonisti del film sono la famiglia e la tranquilla vita di provincia. Per aumentare la sensazione di realismo Hitchcock decise di girare il film in una casa vera di una città vera (Santa Rosa, nel sud della California) e non in una ricostruzione in studio. Tanta parte del film è spesa in scenette familiari o di normale vita cittadina, forse anche troppa. Infatti il difetto del film è una certa lentezza e prolissità nella prima parte, in cui si mostrano banali scene di vita familiare. C'è da dire che Hitchcock tratta questa famiglia in maniera per niente stereotipata. Intanto avvolge l'ambiente domestico nella sua solita ironia, che stavolta serve a rendere tutto più simpatico e quasi affettuoso. I genitori e i bambini sono tipici e strani allo stesso tempo.
Eppure, nonostante l'atmosfera serena, c'è chi vive inquietudini e ansie. Nel personaggio della giovane Charlie (la brava Teresa Wright), Hitchcock crea il prototipo del futuro giovane inquieto e ribelle "senza ragione". Se ne sta su di un letto a sognare, lamentandosi della monotonia della vita. Da brava idealista sogna qualche evento che possa scuotere la normalità e lo trova nell'arrivo dell'amatissimo zio Charles (un bravissimo Joseph Cotten – uno dei miei attori preferiti dell'epoca).
Lo zio è l'altro personaggio centrale del film e rappresenta l'altra "minaccia" al quieto vivere fondamento dell'America, cioè il materialismo, il cinismo, la disillusione (che vivrà i suoi splendori nei film noir quasi contemporanei a questo film). Rappresenta un po' anche il personaggio intorno a cui si focalizza l'attenzione e la curiosità dello spettatore, nonché l'arte di Hitchcock. Fin dall'inizio appare come un personaggio molto ambiguo e complesso. La sua filosofia di vita viene espressa nella splendida scena del primissimo piano: "il mondo è duro, brutto, difficile, c'è gente che pensa solo al denaro, al divertimento, che male c'è a eliminarli?" – "Ma sono esseri umani!" – "Sei sicura?". Allo stesso tempo però è tenero, dolce e desideroso di poter condividere anche lui un po' di felicità familiare. Certamente Chaplin ha preso spunto da lui per ideare Monsieur Verdoux.
Altro aspetto inquietante è la certezza di Charlie di essere una specie di gemella di suo zio, di avere un'affinità profonda con lui. Per questo per lei diventa una scoperta devastante quella della possibile doppia vita di suo zio. Il conflitto fra affetto, dovere e legame familiare trasformeranno Charlie da fanciulla sognatrice ad adulta amara e consapevole. In effetti anche lei sarà quasi costretta a essere quello che non vorrebbe essere, per sopravvivere.
Al termine il lieto fine ha l'aria quasi di un ripiego, di un male minore. E' dura per lei dover ammettere la sconfitta dei suoi sogni e poi brucia avere visto in faccia un pezzo di realtà "negativa" proprio attraverso una persona cara e familiare. Non potrà mai dimenticare.
Certamente anche noi non dimenticheremo questa piccola perla di film, con la seconda parte coinvolgente fino allo spasimo, con splendidi attori poco divi e molto "normali". Insieme a Sabotaggio è uno dei più riusciti thriller a sfondo familiare mai girati.

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Ultima risposta 28/11/2011 08.36.19
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Fritz  @  09/08/2008 17:47:56
   7 / 10
Film che risente degli anni. E' comunque per me nettamente il migliore di Hitchcock (forse anche perché è in bianco e nero), regista a mio modo di vedere troppo prolifico e dispersivo. Teresa Wright tiene su la baracca molto bene. Cotten è un altro McMurray, del tutto insignificante come attore. Bella l'ambientazione, la storia discreta.

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Ultima risposta 09/08/2008 19.23.34
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Max78  @  13/06/2008 14:46:48
   9½ / 10
Ennesimo prestigio di Sir Alfred
da lui considerato il preferito
per me uno fra i migliori senza ombra di dubbio.

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Ultima risposta 09/03/2009 23.19.47
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  12/05/2007 15:59:33
   8 / 10
L'inquietante consapevolezza che all'interno della propria famiglia possa nascondersi un inquietante segreto nella cornice della pacata e tranquilla provincia americana, in cui tutti conoscono tutti e non c'è spazio per scandali e sconvolgimenti.
Hitchcock dirige magistralmente un film solo apparentemente penalizzato dalla lentezza iniziale, in realtà funzionale a veicolare la sensazione di tensione legata alla presenza del "lupo" Charlie tra i miti "agnelli" di Santa Rosa.
Bravissima la coppia di protagonisti, vergognoso il doppiaggio: i due bambini son doppiati da una spagnola e Charlie/Carla da una sarda.
Maledetti doppiatori, che lo spirito di Hitch vi possa perseguitare in eterno.

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Ultima risposta 18/07/2013 20.32.08
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  17/04/2007 23:44:52
   8 / 10
"L'ombra del dubbio" è uno dei thriller meno famosi di Alfred Hitchcock, ma non per questo uno dei meno belli. Il film, che oltretutto era uno dei preferiti del grande maestro, vede tra i suoi punti di forza un'intelligentissima regia di Sir Alfred, il quale giostra magnificamente ritmo e tensione sino ad arrivare ad un epilogo davvero memorabile.
Io, francamente, preferisco maggiormente altri capolavori ("Psycho", "Gli Uccelli", ma anche "La finestra sul cortile" e "Vertigo"); tuttavia ribadisco che l'impeccabile direzione di Hitch lascia davvero sbigottiti.
Non guardate l'edizione italiana: il doppiaggio, affidato a dei sardi, penalizza fortemente le ottime interpretazioni dei protagonisti, rendendole a tratti ridicole. Vi posso assicurare che la loro parlata non si discosta troppo da quella del giardiniere Willie dei Simpson.

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Ultima risposta 18/07/2013 20.29.36
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