lo spazio bianco regia di Francesca Comencini Italia 2009
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lo spazio bianco (2009)

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locandina del film LO SPAZIO BIANCO

Titolo Originale: LO SPAZIO BIANCO

RegiaFrancesca Comencini

InterpretiMargherita Buy, Salvatore Cantalupo, Guido Caprino, Maria Paiato, Gaetano Bruno, Antonia Truppo, Giovanni Ludeno

Durata: h 1.36
NazionalitàItalia 2009
Generedrammatico
Tratto dal libro "Lo spazio bianco" di Valeria Parrella
Al cinema nell'Ottobre 2009

•  Altri film di Francesca Comencini

Trama del film Lo spazio bianco

Maria ha superato da poco i quarant'anni, vive a Napoli, lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. Dietro l'oblò dell'incubatrice Maria osserva le ore passare su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilità. Niente è più come prima...

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Voto Visitatori:   6,53 / 10 (34 voti)6,53Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Lo spazio bianco, 34 opinioni inserite

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freddy71  @  14/10/2021 22:04:52
   6 / 10
Praticamente la buy tiene su tutto il film…ma il ritmo risulta molto lento…cmq ok

topsecret  @  15/09/2015 16:07:40
   7 / 10
Lo spazio bianco è la nascita di un figlio. Quando nasce un figlio la vita si resetta e se ne comincia una nuova.
Premesso che non ho letto il libro da cui è tratto il film, mi baso solo sulle mie sensazioni: la regia della Comencini è essenziale, nessuna scena della gestazione viene mostrata, quasi come a voler catapultare la protagonista nella lenta scoperta dell'istinto materno, nell'attesa di non sapere se sua figlia nasce o muore. Un lento ma costante avvicinamento sulla consapevolezza della maternità, ideato con un certo garbo dalla regista che senza calcare la mano lascia la Buy libera di mostrare il suo lato umano, con le debolezze, le paure e le incertezze.
Un film gradevole e senza l'uso eccessivo di retorica, dialoghi credibili, ritmo ragionato ed interpretazioni sentite, portano il film ad offrire una visione lineare e coinvolgente quanto basta per infondere una certa dose di emozioni e di sensazioni sincere che lo spettatore non fatica a premiare con un voto positivo.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  18/08/2014 17:11:17
   6½ / 10
Il tema dell'attesa angosciante di una donna che vive sospesa per una novantina di giorni aspettando il responso medico sulla figlia nata prematura e affidata, più che alle cure mediche, ad una sorte che si spera fino in fondo possa essere benevola.
Una grande Margherita Buy si destreggia perfettamente in questo ruolo cardine, palesando tutte le incertezze, le ansie, le insicurezze già presenti in lei come donna e che in un momento di così ansiosa incertezza si palesano drammaticamente. Il risultato è un film cupo, lento ma sicuramente meritevole di una visione.

DarkRareMirko  @  15/05/2014 01:36:57
   7½ / 10
Davvero non male, anche se starei un pò lontano dai 4 pallini dl Morandini.

Buy fenomenale, grande sincerità e sensibilità artisitica, registica, contenutistica, bella fotografia di Bigazzi; il film riesce molto ad esprimere e a comunicare gli stati d'animo provati dai personaggi, anche per via della semplicità stilistica.

Un film su una situazione d'attesa, molto riuscito ma probabilmente non del tutto comprensibile a chi tali problemi non ne ha mai avuti/mai ne avrà, un pò come purtroppo accade per molti temi.

Profondo, sentito, quasi doumentaristico, e del resto la Comenicini non è nuova a tale genere.

Si inizia con Call me di American Gigolò, si finisce nella speranza; non troppo approfondita la parte a scuola, che poteva offire più spunti, ma magari fungeva solo da trait d'union.

Invia una mail all'autore del commento lostbannerman  @  25/02/2014 17:08:08
   6½ / 10
Fatico a comprendere il bel voto attribuito dal Morandini e da altri critici di tutto rispetto. Non lo trovo affatto un capolavoro da tenere in una videoteca che si rispetti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  28/08/2013 17:26:56
   6½ / 10
Approfondito ritratto introspettivo di una donna in attesa.
L'attesa come momento di vita nel quale mettere alla prova se stessi e saper continuare ad andare avanti.
La Comencini costruisce un ritratto di donna abbozzato nei contorni ma molto focalizzato nel presentarci lo stato d'animo della protagonista.
Un film ostico del quale si può fare a meno perdendosi in un'analisi che da sola non è in grado di sostenere il "peso" di un intero film.

Nonostante tutto riesce a farsi guardare merito della Comencini stessa, che almeno in questo genere di pellicole riesce ad essere all'altezza e di Napoli ottima cornice della storia......... una volta tanto la Napoli che conosco e che vivo quotidianamente e non il solito stereotipo.

gemellino86  @  28/08/2013 13:40:03
   7 / 10
Bel film. Secondo me è un po' sottovalutato. Il ritmo è lento ma nonostante questo a me mi ha preso. Brava la Buy. Anche i dialoghi mi sono piaciuti. La Comencini è una brava regista.

marimito  @  29/11/2011 23:38:59
   7 / 10
Triste.. molto triste.. un splendida interpretazione della Buy, spezzata ed a metà tra vita e morte.. fotografata in istanti che sembrano eterni.. Sale il senso di oppressione ma senza drammi estremi... indubbiamente un bel film..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  02/03/2011 22:06:15
   7 / 10
Maria (Margherita Buy) gode di un appartamento con una splendida terrazza. Lì trascorre in solitario le serate. Sullo sfondo, una Napoli rumorosa e accattivante insieme. In questo modo cerca di esaltare quel tempo decelerato, difficile da sopportare, perché la sua bambina è nata prematura, dopo appena 6 mesi di gestazione, ed è costretta all'interno di un'incubatrice, dentro quell'ambiente asettico che ogni tanto la madre si permette di violare infilando le dita, a toccare quel piccolo essere umano in balia dei macchinari medici.
Maria vive una specie di blocco inerte e si chiama "fuori dal mondo", ancora una volta per un neonato, come già nel film di Piccioni. Non riesce a domare la smania di non sapere il futuro che l'attende, in bilico tra una vita normale di mamma o una tragedia di un lutto crudele, che divora anche il senso dell'Io.

È la solidarietà quasi inconscia dei napoletani e delle loro enigmatiche incoerenze a creare una sorta di placenta protettiva nei confronti di Maria, a salvarla dai rituali del cinema pomeridiano, a lenire il sapore agre delle sigarette, e delle noci come unico piatto delle cene appartate. La varia umanità di madri, amiche e colleghi di lavoro, si adopera affinchè lei possa aprire gli occhi e notare le formiche che girano per casa, così come la prole altrui che sulle prima sembra essergli sempre troppo fastidiosa.
La donna è giunta in una fase "avanzata" della vita, oltre la soglia di quei 40 anni che misurano spietatamente il tempo passato. Il suo è un universo difficile da riempire senza farsi travolgere dalle nevrosi, e in questo aspetto sappiamo che la Buy è un'attrice particolarmente conforme. In questa occasione, tuttavia, l'interprete romana si spoglia dei panni troppo pesanti dei tic e delle parole urlate, e si concilia in un ruolo adorno di sfumature romantiche e lievemente ironiche.

Complimenti al lavoro registico di Francesca Comencini: così impercettibile e tenera di fronte a un argomento poco approfondito dal cinema, eppure altrettanto determinata a fare di una piccola storia un racconto universale e attuale, lanciata verso un'idea di famiglia non del tutto omologata e pertanto sguardo incisivo e libero, anche dai "promessi sposi". Si permette due o tre sequenze tra l'allucinato e il musicale, come se si fosse sciolta in un'esenzione artistica del tutto naturale, e viene soccorsa da un montaggio che ci consegna un significato pertinente al soggetto.

Spazio candido, concreto e allo stesso modo astratto, quello "bianco" è un periodo temporale necessario per (ri)cominciare a respirare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  24/12/2010 18:33:35
   7 / 10
Da un film che affronta il tema dell'attesa non ci si può certo aspettare una trama particolarmente ricca o un ritmo forsennato nella narrazione e, sotto questo punto di vista, non ci sono sorprese. A tenere vivo l'interesse ci pensano la Comencini con un ottima regia e la Buy molto credibile nella parte della protagonista, alla quale riesce a dare una certa drammaticità senza cercare la lacrima facile. Un difetto potrebbe essere lo scarso spessore dei personaggi secondari ma potrebbe anche trattarsi di una scelta ragionata, in fondo il loro ruolo è soltanto quello di comparse in un tempo sospeso nel quale l'unica cosa che conta è all'interno di un incubatrice in un'asettica stanza di ospedale.

Parsifal  @  27/09/2010 23:33:51
   7 / 10
Semplice e al tempo stesso impegnato film della Buy sempre bravissima.
Tema poco conosciuto sui prematuri e le aspettative dei loro genitori.
Sceneggiatura interpreti e ambientazione validi; da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/09/2010 11:22:41
   7 / 10
Film intenso ed emozionante diretto dalla Comencini che pur parlando di una vicenda prettamente femminile è riuscita a cinvolgermi lo stesso!
La storia non è originale e in questi casi serve una regia adeguata che riesca a sopperire questo problema...missione riuscita,la Comencini è brava nel districarsi in quel piccolo ambiente ospedaliero!

dils  @  20/09/2010 12:35:32
   7 / 10
Lo spazio bianco è un film che racchiude una struggente vicenda drammatica vissuta da una donna che vive un esperienza di sospensione in attesa di sapere se la figlia nata prematura nascerà o morirà. Interpretazione magistrale della Buy che riesce ad esprimere il senso di claustrofico di un attesa inteminabile, di un silenzio che la consuma giorno dopo giorno.La Comencini adopera una regia efficace e coinvolgente che trasmettono allo spettatore il senso di sofferenza all'interno di un limbo dal quale la nostra protagonista uscirà cambiata interiormente. Bello

gaffe  @  26/07/2010 11:57:00
   6 / 10

Visto ieri sera ad un'arena estiva.
La Buy si conferma maestra in ruoli nevrotici e ci riesce benissimo.
Film interessante da un punto di vista femminile. L'attesa snervante nelle bianche pareti ospedaliere per la sorte della figlia della protagonista dà claustrofobia,ho finito di vedere il film con liberazione.
Curiosa la location a Napoli.

outsider  @  10/05/2010 23:09:03
   7 / 10
lento, sorretto dalla buy perchè lei è il centrum interpretativo.
da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/02/2010 12:34:52
   7½ / 10
Questo potrebbe essere definito il film della maturità per Francesca Comencini. Un film importante che tratta un tema molto delicato, quello della nascita dei "prematuri". Tutta la storia ha al centro il personaggio di Maria, una strepitosa Margherita Buy che avrebbe meritato la coppa Volpi, una donna non più giovanissima che in tre mesi di angosciante attesa cerca di ritrovare la propria strada nella vita. Bellissima la fotografia, ottima la colonna sonora. L'unica cosa non del tutto convincente è la scelta di introdurre alcuni personaggi marginali che ho trovato inutili, come la vicina di casa.

floyd80  @  07/02/2010 19:14:18
   6 / 10
In una Napoli solo evocata in alcune scene forse per non distrarre lo spettatore. Lo spazio bianco rimane un film sull'attesa. L'attesa della nascita, l'attesa dell'amore, l'attesa dell'invecchiare.
L'attesa del film però è a tratti prolissa e alcune trovate nella sceneggiatura sembrano brodo per scaldare la minestra.
Per il resto una grande Margherita Buy intrappolata oramai nel personaggio della donna fustrata.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  27/01/2010 15:37:01
   7 / 10
Lo spazio bianco è quel limbo sospeso in cui vengono catapultate Maria e sua figlia Irene,nata prematuramente e costretta all’interno di un’incubatrice per tre mesi.
Tre mesi in cui la vita della neo-mamma,una più che convincente Margherita Buy finalmente estranea alle nevrosi di molti suoi personaggi,cambia radicalmente,non solo per le lunghe giornate passate presso il reparto di terapia intensiva neonatale,ma soprattutto per l’acquisizione di quel sentimento amorevole che solo la nascita di un figlio può scatenare.
La protagonista rinasce attraverso la lotta della propria figlia e pur non avendo la vocazione della madre e ritrovatasi sola a causa di un uomo troppo vile,affronta gli stati d’animo più disparati sino a raggiungere quell’accettazione del ruolo,in un primo momento così angosciante da incarnare.
Inizialmente Maria vede la figlia come un intralcio alla sua vita scandita da rassicuranti ritmi,ha bisogno di sapere,non può attendere,la sua fame di conoscenza sul fato di Irene è quasi disturbante.Poi qualcosa cambia,la donna entra in un’ottica di idee completamente diversa,capisce che le difficoltà possono essere superate e che la sua vita può ripartire proprio dall’amore.
Francesca Comencini dopo il pessimista e (troppo) sottovalutato “A casa nostra”, tratta un tema delicato rifuggendo scappatoie lacrimevoli.Dipinge un ritratto femminile di grande consistenza e utilizza i personaggi di contorno per delinearne al meglio le fattezze.Maria è unico vero fulcro di una storia non sempre trascinante ma capace di rendere bene quella vasta gamma di sensazioni destabilizzanti,divise tra preoccupazioni e gioia,che si provano nel diventare genitori.

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Ultima risposta 27/01/2010 16.56.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  24/01/2010 13:50:16
   6 / 10
Non che sia un brutto film, anzi è un tipo di cinema che a me piace, ma è stancante oltre ogni limite. Capisco l'intenzione di rendere e trasmettere i tempi dell'attesa, apprezzo l'inventiva di alcune sequenze molto suggestive, apprezzo soprattutto l'interpretazione straordinaria della Buy, però si esagera. E si scade anche un po' nella fiction, con alcune soluzione veramente improbabili.
Sottoscrivo l'adorabile strange e aggiungo: magari chi ha sperimentato certe esperienze sulla propria pelle ne uscirà rigenerato, gli altri non avranno molto su cui rimuginare. Be', buonanotte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  24/11/2009 00:40:23
   6½ / 10
Lo spazio bianco tratta innanzitutto della solitudine di una donna, anzi per inciso di più d'una, e solo quasi accidentalmente della sua maternità difficile, evento che la costringerà più che altro a prendersi in carico l'amore di cui è portatrice.
Da quel tempo di “non esistenza” in cui la costringe la figlia prematura, chi ri-nascerà davvero sarà Maria, cui nessuno, fino a quel momento, è mai stato abbastanza vicino da farla sentire “con” qualcuno.
Un tema a rischio commozione (evitata per fortuna) trattato con delicatezza, molta delicatezza...forse troppa, al punto che quasi non si capisce in cosa la Comencini voglia veramente incidere un suo segno.
Margherita Buy è brava, come sempre, e non nasconde nulla delle sue fragilità, ma a tratti il racconto è così evanescente che rischia di smarrirsi completamente.

annibalo  @  15/11/2009 09:50:55
   8 / 10
-lo spazio bianco ultima fatica di Cristina Comencini, figlia d'arte, regista vera. esordì con Zoo, cui seguono- I divertimenti della vita privata dal romanzo di G. Holliday Hall- Và dove ti porta il cuore (dal best seller di Susanna Tamaro), Il più bel giorno della mia vita e La bestia nel cuore, designato a rappresentare l'Italia alla cerimonia dei Premi Oscar 2006 nella categoria miglior film straniero. La Comencini è anche un'apprezzata scrittrice di romanzi: oltre a Matrioska, sono da ricordare Pagine strappate, Passione di famiglia, Il cappotto del turco, L'illusione del bene, con il quale nel 2008 è stata finalista del premio letterario Premio Bergamo. Lei è stata ospite al liceo scientifico di Cassano affermando di non credere in uno sguardo femminile:eppure negli ultimi film c'è eccome! si è avvicinata alla scrittura di testi teatrali ma tornando al film in questione pur abusando della soggettiva(il vero punto di vista diverso) e di piani cinematografici inconsueti(dall'alto viene inquadrato ripetutamente il reparto dei bambini prematuri) affronta il tema della maternità a rischio: la Comencini convince l'esigente platea festivaliera veneziana. La drammatica pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Valeria Parrella, affronta il delicato tema della maternità, maternità sofferta in quanto prematura e "illeggittima" - ebbene si, ancora oggi in Italia vengono definiti così i figli non riconosciuti dal padre. Lo spazio bianco è il limbo in cui Maria attende la seconda nascita di sua figlia, venuta alla luce dopo soli sei mesi di gestazione e rinchiusa in un'incubatrice in attesa di capire se riuscirà a sopravvivere o no. Lo spazio bianco è anche la vita di Maria prima della nascita di Irene, un eterno presente condiviso con se stessa e costellato di impegni quotidiani, dal lavoro di insegnante alla passione per il cinema pomeridiano, da qualche fugace relazione sentimentale alla scelta di trasferirsi a Napoli. A differenza di molte altre pellicole ambientate nel capoluogo campano, la Napoli fotografata dalla Comencini è una città livida e paradossale, distante e silenziosa. Privata dei luoghi comuni che la caratterizzano e della sua identità più solare e sanguigna, Napoli diviene testimone distaccata degli eventi occorsi a Maria. Solo pochi tocchi richiamano il mondo della Napoli criminale nota al mondo,il resto è conflitto,ruoli in crisi,relazionalità ammalate,attesa impaziente.Ottima l'interpretazione della Buy.Film magnifico da non perdere

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Ultima risposta 19/11/2009 12.05.33
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maxco  @  08/11/2009 14:31:45
   7 / 10
Il film è più interessante che bello ma vale la pena vederlo. Grande Margherita...come sempre.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  07/11/2009 15:48:32
   7½ / 10
"Lo spazio bianco" di Francesca Comencini, tratto dall'omonimo libro di Valeria Parrella, è probabilmente, in coppia con "La doppia ora" di Giuseppe Capotondi, la miglior pellicola italiana presentata al Festival di Venezia.
Una Margherita Buy come non si vedeva dai tempi di "Fuori dal mondo" è l'epicentro fisico e morale del film; vive ne "Lo spazio bianco", il luogo dell'attesa, della speranza ma anche del dolore per i "prematuri" che non ce la fanno. Una tale performance avrebbe di certo meritato la Coppa Volpi come miglior protagonista, ma la pellicola della Comencini non è soltanto la Buy: accanto troviamo una regia finalmente matura, non più acerba come nelle ultime prove (vedi "A casa nostra" o "Mi piace lavorare"), un'indovinata scelta degli attori (tra gli altri un ottimo Salvatore Cantalupo, l'abile sarto di "Gomorra") e della colonna sonora, una fotografia livida dove il bianco la fa da padrona in una Napoli folkloristica immortalata dai finestrini delle 4 funicolari che collegano le colline al mare.
«Il fatto è che mia figlia stava nascendo, o stava morendo…non ho capito bene»: più volte pronunciate dalla Buy durante il film, queste parole riassumono il dramma di Maria che si consuma nei due mesi di attesa ne"Lo spazio bianco"; è un tempo spezzato, senza più direzione e senso, dove il resto è soltanto contorno!

paride_86  @  06/11/2009 01:40:35
   6½ / 10
"Lo spazio bianco" è quello dell'attesa, il tormento inevitabile di una donna che non sa ancora se la figlia, nata prematura, potrà sopravvivere o no.
Il film scorre in maniera piuttosto convenzionale, con una Margherita Buy brava come al solito nel dare vita a un personaggio dai tratti psicologici poco precisi e che finisce così per assomigliare alle tante donne fragili che ha interpretato in molti altri film.
Il senso finale della storia è quello della nascita, e viene portato avanti con lentezza ma anche con misurata costanza, non senza flebili riferimenti alle vicende politiche italiane.
Tutto sommato si tratta di un film godibile, ma niente di eccezionale o di indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/10/2009 22:32:25
   7½ / 10
La nascita di una bambina prematura e la rinascita di un'identità femminile attraverso la maternità. Un percorso doloroso quello della protagonista (una splendida Margherita Buy) carico di angoscia e paura di sperare. Pellicola affatto banale della Comencini, emotivamente intensa a riprova che al concorso di Venezia le migliori pellicole italiane erano quelle meno strombazzate dal battage pubblicitario: Lo spazio bianco e La dioppia ora.

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Ultima risposta 18/11/2009 19.32.53
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Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  20/10/2009 15:17:47
   7 / 10
Riesce a trasmettere quel senso di attesa e di impotenza che prova la protagonista.Margherita Buy come al solito offre al pubblico una recitazione straordinaria.Non è un capolavoro ma vale la pena vederlo,si lascia guardare tranquillamente.Non aspettatevi un trama contorta,perchè questa pellicola ne è priva.Vuole trasmettere con la sua lentezza la sofferenza di una madre che vede la propria figlia nell'incubatrice,in bilico tra la vita e la morte.Ve lo consiglio vivamente...

Invia una mail all'autore del commento Maria Lucia  @  19/10/2009 11:33:12
   7½ / 10
Grande !!! Margherita Buy d'altronde lei è sempre un jolly vincente qualunque film faccia; magari il film è un po lento ma ti arriva il senso dell'attesa come un pungo allo stomaco.

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Crimson  @  11/10/2009 13:34:21
   7 / 10
Un'attesa logorante che mette in discussione il ruolo di persona, madre: l'indefinitezza di questo 'spazio bianco' comporta un progressivo distacco dal resto del mondo. Ma l'istintivo amore materno salverà o inabisserà la protagonista? Il film descrive un disperato ma lucido tentativo di (ri)appropriazione di una identità, ricco di sfumature. A dispetto del tema affrontato c'è sempre spazio per un'ironia persistente tra le righe. I dialoghi sono intelligenti e ci si diverte molto, senza perdere di vista la gravità della situazione.
La Buy è grandiosa, la sua madre intrepida e un pò suonata è costruita ad hoc, ma non tutti i personaggi di contorno funzionano, anzi alcuni sono persino superflui (la vicina di casa, sottotrama incolore). E' un peccato che l'ottimismo di cui il film si nutre prenda il sopravvento e il finale scada nell'accontentare le pretese dello spettatore. Poco importa, perchè per quasi tutta la sua durata, il film merita attenzione per la circospezione e la sagacia con cui delinea un quadro così delicato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2009 00:56:55
   7 / 10
La Comencini ha spesso affrontato temi complessi e controversi, ma con una certa superficialità. La sua sincerità è incontestabile, la forma molto meno.
Ma "Lo spazio bianco", con la sua angosciante attesa ("Non posso andare in giro a dire che sta morendo, o dire che sta nascendo") nel Limbo tra la vita e chissà che altro, è probabilmente il suo film migliore.
Valga per tutti la sequenza della Buy che si tappa le orecchie per non sentire (non vedere) e avvisa tardivamente i medici di una possibile complicazione in atto: un'immagine emblematica della coscienza contrastante di Maria, del suo desiderio/rifiuto (tardo)materno.
La notevole fotografia di Bigazzi restituisce al film una forte componente di angoscia, angoscia che coinvolge lo spettatore nel crocevia di una vita/morte tardiva e non solo dal punto di vista "delle sole donne".
Ed è ciò che risalta maggiormente, e riesce a farci dimenticare le banalità di certi dialoghi, o un paio di personaggi/situazioni altamente improbabili (come la vicina di casa che ha perso il collega di lavoro o gli incontri di Maria con l'ex-marito).
Insomma, per una volta la Comencini si tiene distante, gradatamente, dal linguaggio delle fiction, anche se viene da pensare a Oriana Fallaci quando, con meno disperazione e più rabbia, reclamava il diritto uterino di decidere sul proprio corpo, uccidendo così il desiderio di una prole condivisa ("lettera ad un bambino mai nato")

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Ultima risposta 18/11/2009 19.19.27
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