Lora Meredith è vedova ed ha una bambina, Susy; benché si trovi in strettezze ella accoglie nella sua casa una donna nera, Emy Johnson, che ha anch'essa una figliola, Sara Jane. Lora desidera ardentemente di affermarsi come artista di teatro. Un giovane fotografo disoccupato, Steve, avendola conosciuta, s'innamora di lei, e appena trova un'occupazione, le chiede di sposarlo...
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Confezione impeccabile, sentimentalismi in bella vista conditi da grande enfasi, alcuni passaggi eccezionali ( la scena dell'aggressione a Sarah Jane e quella finale sono di una bellezza folgorante ), altri che eccedono in melodramma e rischiano di diventare stucchevoli; un film tutto al femminile che scandaglia il difficile rapporto madre - figlia con due storie antitetiche ( Marie Jane disprezza l'amore della madre perché ambisce ad una vita più agiata, rifiutando di essere di colore - Susie invece ha tutto dalla vita ma vorrebbe una madre più presente ) che procedono parallelamente finché i contrasti diventano insanabili ed esplodono, nel finale, in tutta la loro drammaticità. Non è certo uno dei miei generi preferiti, però è un signor film, ed il più grande successo di un regista capace come Douglas Sirk. Notevole il cast tutto, ma Lana Turner esibisce alcune pettinature permanentate che ne mortificano la bellezza.